Tina, l'amica di mia madre

di
genere
prime esperienze

Avevo 16 anni e Tina, una grande amica di mia madre con due figli già grandi e sposati che vivevano fuori casa, abitava sul mio stesso pianerottolo. La incontravo spesso perchè o veniva lei a casa nostra o andavamo io e mia madre a bere il caffè quasi tutti i giorni perchè lei era sempre sola. Il marito, parecchio più vecchio di lei, faceva il rappresentante ed era fuori casa sempre dal lunedì mattina al venerdì sera. Tina per me era una gran figa: 48 anni anni portati benissimo, un gran corpo un po' sul grassottello, ma soprattutto due tette di una bella 5a abbondante belle sode che mi facevano tirare il cazzo solo a guardarle.
Lei aveva una grande passione: giocare a carte e tutte le volte che ero a casa sua mi chiedeva, bevuto il caffè, se potevamo giocare a scala quaranta. Io il più delle volte accettavo, non tanto perché amassi giocare a carte, quanto per osservarle meglio le tette.
Infatti Tina in casa indossava sempre una vestaglia molto leggera e trasparente con dei bottoni sempre allacciati sino al collo, ma quando mia madre se ne andava e mi lasciava solo con lei, stranamente due o tre bottoni erano slacciati e mi bastava guardarla per sentirmi pulsare l'uccello. Stavamo iniziando una partita a scala quaranta quando mi disse: "Cosa mettiamo in palio, oggi?". "Non so, signora Tina. Mi dica lei". Mi rispose che al momento non le veniva niente in mente. "Beh, a fine partita, chi vince deciderà il da farsi". A quel punto mi cadde una carta e, chinandomi, le sbirciai le gambe. I bottoni finali erano slacciati: le vidi le cosce e anche qualcosa di più. Mi rialzai con il cazzo duro come il muro. Lei si accorse ella mia manovra ma fece finta di niente. Mi guardò, dritto negli occhi, e mi disse: "Senti, ormai ci vediamo da tanto tempo. Non pensi che sia meglio se ci diamo del tu?". "Se vuoi non ci sono problemi" - le risposi. E continuammo a giocare.
La partita ben presto finì. Vinse lei e io le chiesi: "Cosa devo fare?" in quel preciso istante suonò il campanello. Lei andò ad aprire la porta che chiudeva sempre a chiave. Era mia madre che entrò, mi raggiunse nel soggiorno e mi disse: "Senti, ne hai ancora per molto? Perchè io devo uscire per fare la spesa. Sarà una cosa un po' lunga" . "Vai pure e non preoccuparti - le risposi - ci mancano ancora un po' di punti". Forse Tina aveva capito che desideravo rimanere solo con lei e mi disse: "Cosa vuoi fare?" Lascio a te la scelta. Le dissi "Una cosa molto semplice, voglio chiavarti e fare un po' di porcherie con te".
Mi rispose che anche lei non vedeva l'ora.
Si alzò in piedi improvvisamente, mi prese per mano e mi portò in camera da letto. Mi spogliò, mi prese il cazzo in mano e iniziò a farmi una sega. Mi disse: "Non preoccuparti se vieni subito". "Ti farò venire ancora 3 o 4 volte, tanto abbiamo tempo". Le misi le mani sulle tette che avevo sognato per tanto tempo. Le succhiai i capezzoli che diventarono subito turgidi e poi scesi con la bocca sul suo ventre. Raggiunsi la figa e succhiai, leccai e succhiai. Le infilai quattro dita: aveva un gran figone e le dissi: "Che gran figa che sei" e lei mi rispose: "Sì sono la tua grande troia e continua a chiavarmi". Non ne potevo più. Lei era bagnatissima. Glielo infilai dentro e mentre entravo lo sentivo scivolare sino in fondo. Le infilai anche un dito nell'ano e la pompai violentemente. Lei mugolava e gridava di piacere. Sborrammo insieme e poi giacemmo sfiniti.
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2021-11-27
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