Io e mia madre 2°
di
AASD43
genere
incesti
Sempre baciandola raggiunsi la sua camera e la depositai delicatamente sul copriletto. Le sbottonai la camicetta, gliela sfilai e le sue meravigliose tette apparvero. Le presi in mano tutte e due e cominciai con la lingua a solleticarle i capezzoli, poi a mordicchiarli sempre più forte facendole quasi male. Lei mugolava di piacere e mi diceva: "Non ne posso più, dammi il cazzo, dammelo. Ho una voglia matta di prenderlo". Io non rispondevo e lei con movimenti frenetici cercava di togliersi la gonna.
Finalmente ci riuscì e mi disse: "Senti come sono bagnata". Mi prese una mano e me la appoggiò sulla figa. Era un lago. Ma io non volevo chiavarla subito. Erano due anni che sbavavo per lei e mi ero fatto migliaia di seghe pensandola e immaginando situazioni che non erano mai avvenute. Ora che invece erano possibili volevo che anche lei gustasse questo frutto proibito ma solo quando volevo io.
Improvvisamente le dissi: "Girati a pancia a terra" e lei di rimando: "Perchè?" "Perchè voglio leccarti il culo" le risposi. Era proprio un gran bel culo. Le natiche erano tornite ma non grasse e iniziai a baciarle, a leccarle e a mordicchiarle. Poi raggiunsi il segno che divide le natiche feci scivolare pian piano la lingua sino a raggiungere l'ano. La introdussi nel buco e la feci andare avanti e indietro per un bel po'. Lei mugolava di piacere e ansimando mi disse: "Guarda che se fai così mi fai venire".
No, mio grande amore, sborriamo insieme ma fra poco. Adesso girati. Si mise supina ma io la fissai e le dissi: "Ora voglio leccarti la figa" e accostai il viso al suo pube. Le ficcai dentro indice e medio e contemporaneamente le leccai il clitoride su e giù. Impazziva letteralmente e continuava a ripetere "Mi piace, oh sì mi piace...".
Poi, all'improvviso serrò le gambe e mi disse: "Adesso dammelo ti prego" "O me lo dai o mi sgrilletto da sola". Io le risposi: "Fammi vedere come fai, magari mentre mi spoglio". Mi alzai dal letto e mentre in piedi iniziavo a spogliarmi mia madre se la menava furiosamente. "Guai a te se vieni!" le dissi. Mi sdraiai su di lei e le inviai due cose: prima la lingua in bocca e poi il cazzo nella figa strabagnata che entrò come se lo avessi immerso nell'olio. Sborrammo insieme dopo qualche minuto. Stanchi ma soddisfatti parlammo un po' in attesa della seconda tornata che sarebbe giunta fra poco. Ne ero certo perchè sentivo già il cazzo che si rialzava. Lei se ne accorse e si chinò sulla mia stanga, me la prese in bocca e cominciò a succhiare con forza per poi leccarmelo tutto. Le dissi "Guarda che vengo ancora, smettila!". "Non mi sogno nemmeno - mi rispose - voglio bere tutta la tua sborra e pulirti il cazzo con la lingua". "Che gran troia che sei" - le dissi - Mettiti a pancia a terra che voglio prima farti una pecorina e poi voglio mettertelo nel culo. E così feci, nonostante i suoi lamenti. Sborrai nuovamente ma anche lei era un gran lago di umori.
Mi infilò la lingua in bocca e mi disse: "Dobbiamo chiavare tutti i giorni". "Sì mio grande amore - le dissi - e scesi lungo il suo corpo sino alla figa che leccai per un bel po'. Poi le ficcai la lingua dentro e la feci fare avanti e indietro sino a quando lei urlando di piacere, sborrò di nuovo.
Finalmente ci riuscì e mi disse: "Senti come sono bagnata". Mi prese una mano e me la appoggiò sulla figa. Era un lago. Ma io non volevo chiavarla subito. Erano due anni che sbavavo per lei e mi ero fatto migliaia di seghe pensandola e immaginando situazioni che non erano mai avvenute. Ora che invece erano possibili volevo che anche lei gustasse questo frutto proibito ma solo quando volevo io.
Improvvisamente le dissi: "Girati a pancia a terra" e lei di rimando: "Perchè?" "Perchè voglio leccarti il culo" le risposi. Era proprio un gran bel culo. Le natiche erano tornite ma non grasse e iniziai a baciarle, a leccarle e a mordicchiarle. Poi raggiunsi il segno che divide le natiche feci scivolare pian piano la lingua sino a raggiungere l'ano. La introdussi nel buco e la feci andare avanti e indietro per un bel po'. Lei mugolava di piacere e ansimando mi disse: "Guarda che se fai così mi fai venire".
No, mio grande amore, sborriamo insieme ma fra poco. Adesso girati. Si mise supina ma io la fissai e le dissi: "Ora voglio leccarti la figa" e accostai il viso al suo pube. Le ficcai dentro indice e medio e contemporaneamente le leccai il clitoride su e giù. Impazziva letteralmente e continuava a ripetere "Mi piace, oh sì mi piace...".
Poi, all'improvviso serrò le gambe e mi disse: "Adesso dammelo ti prego" "O me lo dai o mi sgrilletto da sola". Io le risposi: "Fammi vedere come fai, magari mentre mi spoglio". Mi alzai dal letto e mentre in piedi iniziavo a spogliarmi mia madre se la menava furiosamente. "Guai a te se vieni!" le dissi. Mi sdraiai su di lei e le inviai due cose: prima la lingua in bocca e poi il cazzo nella figa strabagnata che entrò come se lo avessi immerso nell'olio. Sborrammo insieme dopo qualche minuto. Stanchi ma soddisfatti parlammo un po' in attesa della seconda tornata che sarebbe giunta fra poco. Ne ero certo perchè sentivo già il cazzo che si rialzava. Lei se ne accorse e si chinò sulla mia stanga, me la prese in bocca e cominciò a succhiare con forza per poi leccarmelo tutto. Le dissi "Guarda che vengo ancora, smettila!". "Non mi sogno nemmeno - mi rispose - voglio bere tutta la tua sborra e pulirti il cazzo con la lingua". "Che gran troia che sei" - le dissi - Mettiti a pancia a terra che voglio prima farti una pecorina e poi voglio mettertelo nel culo. E così feci, nonostante i suoi lamenti. Sborrai nuovamente ma anche lei era un gran lago di umori.
Mi infilò la lingua in bocca e mi disse: "Dobbiamo chiavare tutti i giorni". "Sì mio grande amore - le dissi - e scesi lungo il suo corpo sino alla figa che leccai per un bel po'. Poi le ficcai la lingua dentro e la feci fare avanti e indietro sino a quando lei urlando di piacere, sborrò di nuovo.
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