Gioco di società 2°

di
genere
incesti

Erano passati quasi due mesi dall'ultima volta che avevo visto Andy. Continuavo abbastanza di sovente a scoparmi Sarah, sua madre, ma lui era letteralmente sparito. Neppure una telefonata e quando lo chiamavo io il suo cellulare continuava a squillare a vuoto. E non potevo certo chiedere a Sarah sue notizie o, ancora peggio, a mia madre. Ma ero deciso ad andare a fondo della questione. Decisi di pedinarlo, non a piedi certo. L'avrei seguito con una macchina a noleggio, perchè se avessi usato la mia avrebbe potuto accorgersi della mia presenza. Giunsi con l'auto, una 500 rossa, a una cinquantina di metri da casa sua e mi piazzai all'uscita del palazzo dove abitava e dove era ubicato il parcheggio interno riservato ai residenti e cominciai ad aspettare. Dovetti aspettare parecchio tempo, quasi due ore, ma, finalmente uscì dal cancello di ingresso con la macchina di Sarah. Erano le 16 di pomeriggio e quando passò davanti a me, mi accorsi che aveva i mano il cellulare e che stava telefonando. Presi dalla tasca il mio e chiamai mia madre. Mi diede occupato. Pensai: "O è un caso, oppure....". I miei sospetti si avverarono quando, dopo un centinaio di metri, l'auto di Andy mise la freccia e accostò al marciapiede davanti a un bar. Andy scese, azionò l'antifurto della macchina ed entrò nel locale. Dopo cinque minuti uscì con una bella donna e io sobbalzai: era mia madre ma era vestita e truccata da vera troia: minigonna cortissima, appena sotto la figa, che la fasciava e che le faceva risaltare il culo; calze nere a rete; camicetta slacciata sul davanti che lasciava scoprte due tettone senza reggiseno (si vedevano quasi i capezzoli); scarpe con il tacco da 13. Per non parlare delle labbra dipinte con un rossetto di un rosso molto scuro e le guance con un sacco di fard. Ripeto: sembrava una vera troia. Si baciarono e poi salirono in macchina. Io li seguii per un bel po' tenendomi a una ventina di metri di distanza. Si fermarono in una famosa strada di Milano, zeppa di alberghetti a una o al massimo due stelle, solitamente frequentati da puttane e dai loro clienti. Entrarono in uno di questi e sparirono dalla mia vista. Controllai l'ora: erano le cinque meno venti. Inclinai il sedile e mi armai di santa pazienza.
Alle sei uscirono dall'albergo, salirono in macchina e si diressero verso casa mia. Li seguii per un po' e poi andai all'autonoleggio a restituire la vettura. E pensavo a Andy e a mia madre. Fu a quel punto che la cosa iniziò a darmi fastidio. Sapere, anzi essere certo che mia madre scopava con il mio miglior amico mi faceva star male. Quel rapporto doveva cessare e secondo me c'era un'unica soluzione: mia madre l'avrei chiavata solo io.
La sera, a tavola, ero molto silenzioso e mia madre mi chiese due o tre volte cosa avessi. Le risposi sempre "Niente". Poi, improvvisamente, le chiesi: "Ma Andy è diventato il tuo amante?" "Oggi ti ho seguita e ti ho vista". E le snocciolai tutto quello che aveva fatto per filo e per segno. Lei impallidì e mi rispose che con mio padre erano mesi che non aveva più rapporti e che il sesso per lei era ancora importante. "A sì? -le risposi- allora, se hai bisogno di un bel cazzo giovane, duro e sempre in tiro prendi il mio e non quello di Andy. Prima di tutto perchè sono geloso e poi sono stufo di farmi le seghe pensando a mia madre che però si diverte con un mio amico". Questo è un ricatto, aggiunsi: "Se ti viene voglia, devi chiavare con me". "Ci penserò" "Vedremo" mi rispose.





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2022-01-18
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