Sull'autobus
di
AASD43
genere
etero
Ero su un autobus cittadino. Il mezzo era praticamente vuoto e io dovevo scendere alla seconda fermata. Improvvisamente una bella donna sui 45-50 anni, leggermente in carne ma con due gran belle tette, mi chiede permesso e si mette davanti alle porte centrali di uscita. In quell'istante l'autobus imbocca una curva a sinistra e la donna perde un po' di equilibrio e appoggia il suo bel culo sul mio cazzo sostando più tempo del necessario. Mi guarda e mi sorride dicendomi "Scusi". "Prego" - le rispondo e aggiungo - "E' stato un piacere!". Mi guarda e mi sorride ancora. Il bus si ferma e apre le portiere. Lei scende e io pure perchè ho deciso di seguirla. Ho fatto solo alcuni passi e l'ho già affiancata. Le dico "Come ti chiami?". "Mara e tu?" "Alberto -rispondo- sai che oltre ad avere due bellissime tette, hai delle belle gambe e un gran bel culo?". "Certo che lo so. Ho visto come mi guardavi sull'autobus e ho anche immaginato cosa stavi pensando". "Ah sì, e cosa?" "Che ti era venuta improvvisamente una voglia matta di fare porcherie con me e di chiavarmi, o sbaglio?"."Non sbagli affatto - le risposi - ma non mi hai detto cosa ne pensi". "Io sono vedova da sei mesi ma in questi sei mesi sono tornata vergine perchè non ho avuto nessun rapporto. Poi ti ho notato sull'autobus: sei un bell'uomo e mi hai fatto venir voglia. Vuoi venire a casa mia? Ti offro qualcosa da bere". Ok -le dissi- Io sono un gentiluomo ma con tutto il ben di Dio che ti ritrovi, non ti garantisco di tenere le mani e anche qualcos'altro al loro posto. Ora siamo davanti a casa sua. Abita in un palazzo di dieci piani e mi dice che devo premere sull'ascensore il pulsante dell'ottavo piano. Faccio quello che mi dice e intanto sento scivolare la sua mano sul mio cazzo che inizia a gonfiarsi e a tirare di brutto. Indossa un abito un po' scollato: io mi chino leggermente e le bacio prima un seno e poi l'altro mentre la mia mano destra le scivola sulla figa e lei rabbrividisce. Mentre infila la chiave nella toppa, le appoggio il cazzo sulle chiappe e spingo. "Non avere fretta...aspetta un attimo... -mi dice- vedrai che dopo è più bello". Le guardo il culo: è proprio una gran bella figa e il cazzo mi tira sempre di più. Entriamo in casa e andiamo in soggiorno. Lei apre il mobile bar e mi versa una buona dose di scotch. Poi prende un altro bicchiere per lei e si versa del Martini bianco. Brindiamo e poi mi pende per mano e mi porta in camera da letto. Mi fa sedere sul letto e inizia lentamente a spogliarsi mentre mi chiede quali sono le mie preferenze. Le rispondo che mi piace fare di tutto e lei di rimando mi racconta che il marito preferiva in assoluto ficcarglielo nel culo. Dopo cinque minuti veniva, le augurava la buona notte, si girava sull'altro fianco e dopo neppure cinque minuti già russava. Allora lei si masturbava furiosamente e prima di addormentarsi godeva due o tre volte. E non si era mai cercato un altro cazzo perchè lui la curava ed era molto geloso. E, prima che lui morisse per un infarto, era sta costretta, per soddisfare le giustificate proprie voglie, a menarsela o a gingillarsi con un dildo morbido. Quel giorno, con Mara, polverizzai tutti i miei record amatori. Iniziai con una bella pecorina, passai a slinguarmi tette, capezzoli e figa, le feci una "spagnola", le leccai per una decina di minuti il buco del culo e il taglio delle chiappe. Poi per riposarmi un po' la sgrillettai, sussurrandole in un orecchio le peggiori porcate che conoscevo. Le ficcai anche il cazzo in bocca e le dissi di succhiarmelo forte e poi dopo aver sborrato alla grande, le chiesi se voleva che le leccassi per bene clitoride, grandi labbra e piccole labbra. Mi rispose di no, che era distrutta e voleva riposarsi un quarto d'ora. Aggiunse che l'avevo fatta godere come nessun altro uomo era riuscito a fare. La relazione con Mara andò avanti per dei mesi finché non mi stancai della "solita minestra".
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