Tanta voglia di f...a
di
AASD43
genere
etero
Più che normale rapporto fra madre e figlio, quello che avevo con mia madre era molto amichevole e di grande complicità: eravamo molto amici e ci dicevamo tutto, anche le cose più scabrose, senza peli sulla lingua. Ma era giunta l'ora di confidarle una cosa che non avrei detto neppure a un caro amico: avevo 18 anni e i miei ormoni si erano scatenati. Non ce la facevo proprio più. Dovevo assolutamente sfogarmi. Mia madre, all'epoca, aveva 47 anni e, essendo molto simpatica, era piena di amiche. Le domandai quale fosse la più troia di tutte. "Perchè vuoi saperlo?" -mi rispose- "Perchè ho bisogno di una nave scuola. Ho la necessità assoluta di svuotarmi le palle. Voglio una donna per chiavare spesso". Fammi conoscere una tua amica, però ricordati che deve essere molto troia". "Dunque... fammi pensare. Ci sarebbe Rossana. La inviterò a cena e te la farò conoscere. Che ne pensi?" "Vedi tu, basta che non sia un cesso". Mia madre mi guardò seria e mi rispose che Rossana aveva due belle gambe, due belle tette di 4a misura e un gran bel culo oltre che un bel viso. "Ok, invitala e poi vedi di andare fuori dalle balle". La sera stessa mia madre telefonò a Rossana che accettò l'invito di buon grado. Rossana aveva 45 anni e non l'avevo mai vista. Chiesi a mia madre come mai non me l'avesse mai fatta conoscere e mi rispose che era davvero una gran troia e che per me era ancora troppo presto per frequentarla. Ora ero maggiorenne ed erano cazzi mei. Si misero d'accordo per le 21, anzi mia madre la invitò anche per cena ma Rossana rifiutando ringraziò dicendo che a quell'ora era ancora in giro.
Poichè l'orario fatiidico si avvicinava, ogni cinque minuti consultavo l'orologio che in quel momento segnava le 21 -5. Ero abbastanza nervoso all'idea di conoscere una nuova donna di 45 anni che certamente avrebbe avuto qualcosa da insegnarmi.
Suonò improvvisamente il cicalino del citofono: erano le 21 e dieci. Risposi io e dall'altro capo una voce leggermente roca ma molto sexy esclamò: "Sono Rossana. Scusate il ritardo". "Non c'è problema" -risposi- "6° piano". Suonò il campanello e mia madre andò ad aprire. Mi si presentò una visione magnifica: capelli rossi fiammeggianti, occhi verdi, una bocca carnosa, due grandi tette almeno di 4a misura, due gambe perfette e un culo splendido. La guardai con ammirazione ma con occhi vogliosi che sembrava volessero spogliarla e lei se ne accorse. Ci accomodammo in soggiorno e io mi sedetti sul divano di fianco a lei, mentre mia madre sedette sull'altro divano. Dopo i soliti convenevoli: "Ma che bel ragazzo che sei, quanti anni hai? Che scuola frequenti, ecc, la solita domanda: "Ce l'hai la fidanzata?". Le risposi di no perchè non avevo ancora trovato quella giusta. "Caspita, devi essere di gusti ben difficili".
Dopo una decina di minuti e di chiacchiere, mia madre, frugando nella borsetta esclamò: "Porca miseria, ho finito le sigarette". Rossana le disse di rimando: "Vuoi una delle mie?". Ma mia madre le rispose: "No grazie, le tue sono troppo forti". "Se non vi spiace esco dieci minuti a comprarle" e si alzò dalla poltrona. "Ok, vai pure -le dissi- ma guarda che il nostro tabaccaio è già chiuso". Mi rispose che se l'avesse trovato chiuso sarebbe tornata indietro e avrebbe preso la macchina.
Le dissi di non prendere le chiavi di casa e quelle del portone di ingresso. Non era necessario: bastava citofonarmi.
Mia madre uscì e io mi avvicinai a Rossana. Già il cazzo cominciava a tirarmi e si stava gonfiando a vista d'occhio. Non potevo nasconderlo perchè ero in pantaloni e camicia e il malloppo si vedeva bene. Rossana se ne accorse subito e mi parve molto interessata alla cosa. Con un movimento rapido accavallò le gambe verso di me, la minigonna salì di dieci centimetri e riuscii a vedere che era senza slip. A quel punto avevo il cazzo completamente duro e in tiro. Lei divaricò le gambe e mi disse: "Mi pare di averti eccitato". "Più che eccitato -le risposi- mi hai fatto bagnare". "Per così poco? E se dovessi chiavarmi?". "Mi piacerebbe da impazzire" -esclamai- Sai cosa sto pensando? -continuò Rossana- sdraiandosi sul divano e mettendomi la nuca sul cazzo. "Mi piacerebbe essere in una camera da letto con un uomo sdraiato supino che mi dice: "Sdraiati sopra di me" e nel frattempo me lo ficca nel culo. Entrano due uomini nudi e io dico loro: "Inginocchiatevi sul letto all'altezza dei miei fianchi. Hanno il cazzo quasi duro e io li prendo con le mani e comincio a menarli. Entrano in camera altri due uomini nudi e io dico loro: "Prendetevi una tetta per uno. Baciate e leccate e succhiate i capezzoli". Poi entri tu. Io allargo le gambe e ti dico "Leccami bene la figa, dentro e fuori e poi mettimi tre dita dentro e fai su e giù". Nel frattempo mi aveva sbottonato i pantaloni, me li aveva tolti e mi aveva preso in bocca il cazzo. Dopo poco le sborrai in bocca e Rossana si bevve tutto. Era veramente troia e sapeva come fare. Fu uno dei migliori pompini che mai mi abbia fatto una donna sino ad ora e me lo ricordo ancora con piacere. Poi il citofono ruppe l'incanto: mia madre era tornata. Il gioco era finito.
Poichè l'orario fatiidico si avvicinava, ogni cinque minuti consultavo l'orologio che in quel momento segnava le 21 -5. Ero abbastanza nervoso all'idea di conoscere una nuova donna di 45 anni che certamente avrebbe avuto qualcosa da insegnarmi.
Suonò improvvisamente il cicalino del citofono: erano le 21 e dieci. Risposi io e dall'altro capo una voce leggermente roca ma molto sexy esclamò: "Sono Rossana. Scusate il ritardo". "Non c'è problema" -risposi- "6° piano". Suonò il campanello e mia madre andò ad aprire. Mi si presentò una visione magnifica: capelli rossi fiammeggianti, occhi verdi, una bocca carnosa, due grandi tette almeno di 4a misura, due gambe perfette e un culo splendido. La guardai con ammirazione ma con occhi vogliosi che sembrava volessero spogliarla e lei se ne accorse. Ci accomodammo in soggiorno e io mi sedetti sul divano di fianco a lei, mentre mia madre sedette sull'altro divano. Dopo i soliti convenevoli: "Ma che bel ragazzo che sei, quanti anni hai? Che scuola frequenti, ecc, la solita domanda: "Ce l'hai la fidanzata?". Le risposi di no perchè non avevo ancora trovato quella giusta. "Caspita, devi essere di gusti ben difficili".
Dopo una decina di minuti e di chiacchiere, mia madre, frugando nella borsetta esclamò: "Porca miseria, ho finito le sigarette". Rossana le disse di rimando: "Vuoi una delle mie?". Ma mia madre le rispose: "No grazie, le tue sono troppo forti". "Se non vi spiace esco dieci minuti a comprarle" e si alzò dalla poltrona. "Ok, vai pure -le dissi- ma guarda che il nostro tabaccaio è già chiuso". Mi rispose che se l'avesse trovato chiuso sarebbe tornata indietro e avrebbe preso la macchina.
Le dissi di non prendere le chiavi di casa e quelle del portone di ingresso. Non era necessario: bastava citofonarmi.
Mia madre uscì e io mi avvicinai a Rossana. Già il cazzo cominciava a tirarmi e si stava gonfiando a vista d'occhio. Non potevo nasconderlo perchè ero in pantaloni e camicia e il malloppo si vedeva bene. Rossana se ne accorse subito e mi parve molto interessata alla cosa. Con un movimento rapido accavallò le gambe verso di me, la minigonna salì di dieci centimetri e riuscii a vedere che era senza slip. A quel punto avevo il cazzo completamente duro e in tiro. Lei divaricò le gambe e mi disse: "Mi pare di averti eccitato". "Più che eccitato -le risposi- mi hai fatto bagnare". "Per così poco? E se dovessi chiavarmi?". "Mi piacerebbe da impazzire" -esclamai- Sai cosa sto pensando? -continuò Rossana- sdraiandosi sul divano e mettendomi la nuca sul cazzo. "Mi piacerebbe essere in una camera da letto con un uomo sdraiato supino che mi dice: "Sdraiati sopra di me" e nel frattempo me lo ficca nel culo. Entrano due uomini nudi e io dico loro: "Inginocchiatevi sul letto all'altezza dei miei fianchi. Hanno il cazzo quasi duro e io li prendo con le mani e comincio a menarli. Entrano in camera altri due uomini nudi e io dico loro: "Prendetevi una tetta per uno. Baciate e leccate e succhiate i capezzoli". Poi entri tu. Io allargo le gambe e ti dico "Leccami bene la figa, dentro e fuori e poi mettimi tre dita dentro e fai su e giù". Nel frattempo mi aveva sbottonato i pantaloni, me li aveva tolti e mi aveva preso in bocca il cazzo. Dopo poco le sborrai in bocca e Rossana si bevve tutto. Era veramente troia e sapeva come fare. Fu uno dei migliori pompini che mai mi abbia fatto una donna sino ad ora e me lo ricordo ancora con piacere. Poi il citofono ruppe l'incanto: mia madre era tornata. Il gioco era finito.
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