Lettera a mia madre

di
genere
incesti

Non c'era verso. Mia madre continuava a negarsi a me: io la volevo chiavare, e lei trovava ogni volta un sacco di scuse. Quel mattino mi sedetti davanti al computer e le scrissi una lettera che diceva presso a poco così: "Amore mio, sì amore mio perchè ho un grandissimo amore per te. Però è un amore fine a sé stesso. Per me non è un amore completo: lo sarebbe se potessi aggiungere a quello spirituale quello fisico che è purtroppo per me latente. Quante volte ti sogno e ti lecco tette, capezzoli, figa , buco del culo, collo, gambe: insomma ti lecco tutta e mi bagno con il mio sperma. Quante volte mi masturbo pensando alla tua figa che non ho mai visto né tanto meno penetrato e ho un gran male ai coglioni. Mi piacerebbe limonare con te, come fossimo due fidanzati; mi piacerebbe metterti il cazzo fra le chiappe e sborrarti sul culo; mi piacerebbe leccarti la figa per ore sino ad avere la bocca e la lingua gonfie; mi piacerebbe che tu me lo prendessi in bocca e, sempre tenendo in bocca il mio cazzo, mi facessi una sega sino a farmi sborrare. Insomma, vorrei che fossimo due veri amanti. Ma tutto questo per il momento è solo un sogno: il sogno di un povero figlio innamorato e ignorato dalla madre. Comunque, se dovessi cambiare idea, fai così: lasciami un paio dei tuoi slip appesi alla maniglia della porta della tua camera da letto e non chiudere più la porta a chiave quando vai a dormire. Così capirò che il divieto, da parte tua, è caduto e ti raggiungerò nel letto.

P.S. Per favore vorrei che indossassi almeno per un giorno gli slip, che spero mi lascerai, così, annusandoli sentirò il profumo della tua meravigliosa figa. E ho già la mano sul cazzo solo al pensiero.

Passarono due giorni: guardavo spesso la maniglia della porta della camera di mia madre ma era sempre vuota e cominciavo a credere che non avrei avuto nessuna risposta, poi, la mattina del 3° giorno vidi che alla maniglia della porta era appeso uno slip di pizzo nero con spillato un biglietto piegato in due che diceva: "Anch'io ti amo ma dovrò anche amarti in un modo differente. Al sesso non pensavo proprio più ma ci ho ripensato: la tua lettera mi ha fatto bagnare mentre la leggevo e non ti nascondo che mi sono masturbata pensando che la mano fosse la tua. La porta della mia camera rimarrà aperta giorno e notte e quando vorrai far l'amore con me lo farai sempre". Mamma
Annusai gli slip. Il profumo di figa mi inebriò e il cazzo era già gonfio, duro e in tiro.
Mi ero appena vestito e guardai l'ora. Le lancette segnavano le nove e dieci ed era strano che mia madre non fosse già alzata. Misi la mano sulla maniglia della sua camera e la porta si aprì. Mia madre era supina, in mezzo al letto e completamente nuda. "Ciao amore -mi disse- vieni qui vicino a me e battè la mano sul letto di fianco a lei. Io mi sdraiai sul letto e mi accinsi a sbottonarmi la camicia ma lei mi interruppe dicendomi: "No, lascia stare i bottoni. Voglio spogliarti io". Mi sbottonò la camicia, me la tolse e mi tolse anche la maglia. Poi mi abbassò la cerniera dei pantaloni e mi tolse scarpe e calze poi i pantaloni e gettò tutto per terra. Iniziava ad ansimare ed ansimavo anch'io. Ero rimasto con solo gli slip e lei me li tolse con i denti. "Ora ti preparo....-mi guardò fissamente negli occhi- infilarmelo nella figa è come mettermelo in bocca: sentirai morbido e caldo in tutte e due i modi. Solo che la figa non è la lingua e non posso leccarti la cappella. Dovrò usare la bocca. Vuoi?". "E me lo chiedi? Non vedi che mi stai facendo morire?" "Ho il cazzo che mi sta scoppiando". "Me lo dai prima in bocca e poi nella figa o preferisci il contrario?" "Prima in bocca" -le risposi. Si chinò sul mio pube, prese in mano il cazzo, lo scappellò, si mise in bocca la cappella, la leccò per bene tutta intorno e poi, impugnando li cazzo, lo menava su e giù. Dopo pochi minuti le riempii la bocca di sperma che lei ingoiò con voluttà. E meno di dieci minuti dopo ero già pronto, finalmente, a chiavarla. Dissi a mia madre: "Sai che sto tremando dal desiderio?". "Sì amore mio" -rispose- "anch'io ho una voglia pazza. Dai, chiavami!". Le appoggiai la cappella sulla figa e tutto il cazzo entrò dentro il suo bellissimo buco in un attimo. Lei si dimenava e gemeva dal godimento. Mentre la chiavavo le accarezzavo le tette e le succhiavo i capezzoli. "Meno male che ho deciso di far l'amore con te. Dovevo decidermi per il sì la prima volta che me lo hai chiesto. Dobbiamo recuperare tutte le chiavate perse. Sei d'accordo amore mio?". Non le risposi: aumentai la velocità e la violenza dei colpi e dopo qualche minuto le riempii la figa di sborra. Mia madre invece mi infilò la lingua in bocca e la fece muovere come un'anguilla.

di
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2022-02-05
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