La vendetta di un impiegato, da vittima a carnefice – Capitolo 10
di
duke69
genere
dominazione
Per Monica quella sera si concluse come tutte le altre sere, ossia in balia di Ester e Cesare, che talvolta la trattenevano anche tutta la notte, consentendole di andar via solo poco prima di recarsi a lavoro, esausta, dolorante e assonnata. Le ore passate in quell’appartamento erano monotone e spesso Monica trascorreva la maggior parte del tempo vincolata da una cinghia che la teneva bloccata contro un pilastro al centro della sala principale: messa a quattro zampe, con il sedere contro il pilastro al quale era stato fissato un cuneo anale di discrete dimensioni che penetrava costantemente il suo ano. Ester stringeva la cinghia in modo da diminuire la distanza tra sedere e pilastro e quindi in modo che il cuneo potesse penetrare maggiormente dentro il corpo di Monica.
Come di routine, Cesare la massacrava di sculacciate, mentre Ester si dilettava ad allargarle il buco del culo: a parte l’allenamento del cuneo al pilastro che talvolta durava delle ore, giorno dopo giorno Ester continuava l’opera di sfondamento dello sfintere anale di Monica attraverso l’impiego del vibratore ad anelli:
“Cazzo, a malapena siamo arrivati a sei! …certo è bello largo, ma una cagna come te deve essere più sfondata! …non disperare, vedrai che ce la faremo!”
Tra le perversioni più fantasiose messe in atto da Ester ci fu quella dello spazzolino elettrico: la persecutrice si divertiva dapprima a masturbare Monica, poi lasciava lo spazzolino dentro il sedere della donna fino a che non si esaurivano le pile. Il passo successivo era quello di costringerla a lavarsi i denti dopo averlo sfilato lo spazzolino dall’ano.
Così mentre Monica Valli subiva le sevizie dei due sadici coniugi, la figlia Ilenia si concedeva con maggiore frequenza a Simone, sottostando ad ogni genere di perversione, all’insaputa della madre.
Ma Simone cominciava a pensare di avere ormai raggiunto il suo obiettivo: l’umiliazione della perfida dottoressa Valli. E mentre meditava su quale fosse la prossima mossa, riceveva la telefonata di Esteban:
“Ciao Esteban! Dove sei?”
Il portoricano si trovava da quelle parti e avrebbe voluto fare il bis con la giovane Ilenia, ancora eccitato dalle vicende dell’ultimo weekend.
“Ma certo! Dedicherò la giornata di sabato alla mamma e la domenica ci lavoriamo la piccola troia…dovresti vedere come ha imparato ad ingoiare il cazzo…qualche giorno fa si stava soffocando autonomamente sul mio uccello pur di soddisfare i miei capricci ……. va bene! se vuoi puoi venire a trovarmi già da sabato, così sfondiamo insieme quella zoccola di Monica”.
Esteban declinò l’invito del sabato per altri impegni, comunque ben contento di poter raggiungere Simone il giorno successivo. Così i due si salutarono in attesa di rivedersi per il weekend.
Il venerdì Simone chiamò la Valli.
“Cagna! Domani mattina fatti trovare alle 10.00 sotto casa tua perché passerò a prenderti! mettiti un top, dei leggings e delle scarpe da tennis. Nessun capo di biancheria intima!”
La Valli incassò il comando di Simone con un flebile “va bene” e, sfinita dalla settimana appena trascorsa, andò a riposare ben cosciente che sarebbe stato un altro sabato di fuoco.
Alle 10.00 in punto Simone arrivò con il suo pick-up e caricò Monica nel cassone posteriore esterno: il corpo della donna con indosso quei due indumenti era mozzafiato; i leggings mettevano in evidenza tutte le sue curve, dalle cosce ben tornite ai fianchi provocanti, fino al sedere pieno e rotondo; sul davanti il tessuto si incuneava nel sesso sagomandolo e mettendolo praticamente in rilievo. L’assenza di biancheria intima metteva ancor più in mostra il suo corpo, dandole un aspetto estremamente procace, attraente e altrettanto osceno come fosse stata nuda.
Simone la lasciò sulla strada statale a circa 12km di distanza dalla sua villetta al mare.
“Scendi troia! Da qui te la fai di corsa fino a raggiungere la meta che conosci bene, la borsetta la prendo io, tu pensa a correre e cerca di arrivare entro un’ora: se tardi mi fotto Ilenia in compagnia di Esteban!”
“Ti prego! Non sono sicura di riuscire a farcela in un’ora …sono stanchissima da tutta la settimana passata a farmi torturare!”
“Vedrai che ce la farai…e poi se ti può consolare hai finito di andare da Cesare ed Ester, per te ho altri programmi…!”
Simone risalì sul mezzo e ripartì, mentre Monica doveva ancora metabolizzare la buona notizia che la svincolava dai due coniugi degeneri. Era chiaro che non poteva perdere tempo e che doveva immediatamente mettersi in movimento, così iniziò a correre nel bordo strada. Di tanto in tanto qualche maschietto le suonava il clacson eccitato dal bel culo messo in risalto dai leggings e talvolta qualcuno si fermava apostrofandola con termini volgari.
Dopo quasi un’ora di corsa Monica giunse finalmente di fronte al cancello d’ingresso della villetta di Simone, stanchissima, ansimante e completamente sudata, con i tessuti che ormai erano zuppi e al limite della trasparenza. Simone rispose al citofono:
“Brava cagna! Hai rispettato i tempi, ora spogliati non vorrai portare i tuoi stracci sudici dentro la mia splendida abitazione?”
Monica, ancora affannata e stremata dalla strada percorsa, si sentì nuovamente riempire di vergogna, vergogna di cui aveva già fatto il pieno durante il tragitto.
“Oddio!! No …così sarò completamente nuda…non ho neanche la biancheria intima…ti prego!”
“Ti levi gli stracci che hai indosso o devo chiamare Ilenia?”
Monica, rassegnata all’idea di non avere scelta, si levò top e leggings, rimanendo completamente nuda sul marciapiede antistante il cancello, e dovette attendere svariati minuti prima che Simone aprisse il cancello. L’imbarazzo era notevole soprattutto quando in quel lasso di tempo transitarono due auto, una delle quali frenò bruscamente per poter ammirare la sua nudità e farle una foto. Aperto il cancello la Valli corse lungo il vialetto continuando a coprirsi il volto e mettendosi al sicuro.
“Vai in giardino! Hai bisogno di una bella lavata!”
Simone consegnò una saponetta a Monica, prese la pompa da giardino e diresse il getto sul corpo della donna.
“Forza sfrega bene con il sapone, dappertutto!!! Avanti masturbati con il sapone…fica e culo…voglio vedere le tue dita che allargano per bene quei buchi da troia”
Monica, completamente insaponata, faceva scivolare le dita insaponate ben dentro i suoi orifizi.
“Che ne dici se facciamo una foto con le mani dentro fica e culo e le inviamo ad Ilenia?”
“Ti prego, no! Ilenia è stata coinvolta anche troppo…non era nei patti che avevamo stabilito…ti prego lasciala fuori!!!”
Simone fece una grassa risata, quindi diede alla Valli un accappatoio per asciugarsi e rientrò dentro aspettandola seduto su una poltrona.
“In ginocchio troia! Levami scarpe e calze!”
Simone stava seduto sulla poltrona, sbracato con le gambe divaricate e ancora vestito di pantaloni e t-shirt. La temperatura all’interno della sala era gradevole, tuttavia Monica era ancora abbondantemente accaldata dallo sforzo fatto nell’ora precedente e infatti, continuava a colare dal sudore. Le gocce di sudore cadevano continuamente per terra e sui piedi di Simone, che prontamente sfregava la pianta del piede sul pavimento bagnato e la porgeva a Monica per farsela leccare:
“Forza, ripulisci cagna!”
Monica leccava il piede di Simone in lungo e in largo, socchiudendo gli occhi come per nascondere a sé stessa quanto fosse caduta in basso, sottomessa come la più ubbidiente delle schiave. Finito di leccare un piede Simone le porgeva l’altro, mentre con quello ben inumidito di saliva andava a stuzzicare il sesso di Monica rendendolo via via più scivoloso e alimentando l’eccitazione della donna che diventava sempre più disponibile alla penetrazione. La donna si lasciava così andare manifestando gemiti di piacere, perché Simone aveva smesso di strofinare il piede e aveva cominciato una lenta penetrazione. La punta del piede aveva fatto il suo ingresso all’interno della passera della schiava, l’alluce era completamente dentro e continuava a spingersi sempre più in profondità. Successivamente, mentre la fica di Monica si gonfiava di piacere, Simone si slacciava i pantaloni, toglieva l’altro piede dalla bocca di Monica e le ordinava di prendere il suo uccello in bocca:
“Succhia il cazzo troia! Vedi di fare un buon lavoro, ingoialo completamente e quando si trova ben dentro la gola leccami le palle…guai a te se lo fai uscire dalla bocca!”
L’impegno di Monica era superlativo, riusciva a fare esattamente quello che Simone le aveva ordinato, senza batter ciglio, inondando di saliva le palle dell’uomo e coprendosi il viso di lacrime.
“UHH che zoccola!!! Sei fenomenale…sarà un peccato rinunciare a tale troiaggine…”
Nell’udire tali parole, gli occhi arrossati di Monica si illuminarono…RINUNCIARE??? Che cosa intendeva?
Per un attimo rallentò il suo osceno lavoro sul membro di Simone che prontamente le afferrò la testa con entrambe le mani forzando la penetrazione e provocando un conato di vomito della donna, che immediatamente rigettò l’acqua bevuta poco dopo l’arrivo nella villetta. Proprio in quel momento squillò il telefono di Simone: era Ilenia!
“Ciao tesoro!!! Allora sei pronta per domani?”
Monica ascoltava la conversazione di Simone ignara che all’altro capo della linea ci fosse la figlia; impossibilitata a sentire la controparte udiva solo le parole di Simone percependo tuttavia che l’interlocutrice fosse probabilmente l’amante o la donna di Simone:
“…certo ci divertiremo e non sarò solo…lo so che ti piace il cazzo e che sei una gran troia…prima o poi organizzeremo una bella orgia e inviteremo anche qualche troia succhiacazzi …una ce l’ho già a tiro… ok, ci vediamo domani e vestiti da puttana!”
Chiusa la conversazione, Simone ordinò a Monica di togliersi l’uccello di bocca, probabilmente erano trascorsi almeno venti minuti dal momento in cui aveva iniziato quell’intenso pompino:
“Quanto sei troia dottoressa Valli! Mi hai riempito il cazzo di saliva! Ora girati e inculati! Veloce cagna!!! voglio che te lo prendi fino alla base.”
Monica si voltò spalle a Simone e afferrato il membro con una mano lo direzionò nel buchetto spingendo con il sedere fino a far entrare tutta la cappella. Il pene era talmente viscido, che non ci volle troppo tempo affinché Monica potesse arrivare a sedersi completamente sull’uomo, facendo scomparire dentro di sé tutta l’asta. Monica non aveva smesso un attimo di sudare: il suo corpo sinuoso e la sua pelle bronzea completamente lucida la rendeva estremamente sensuale.
“Sollevati e succhialo di nuovo!”
Monica si inginocchiò ai suoi piedi e riprese a spompinarlo. Simone le fece ripetere l’operazione per un’altra decina di volte, quindi la portò nella veranda retrostante la casa posizionandosi sotto il sole cocente dell’ora di punta. Continuò a sodomizzarla costringendola anche a masturbarsi con una mano fino a farla venire, proprio nel momento in cui lui stesso ebbe l’orgasmo che le riempì l’ano.
Simone le porse un grosso plug anale intimandole di tenere lo sperma dentro di sé e invitandola a rivestirsi.
“Tappati il culo che ti riporto a casa! Nel pomeriggio ho da fare…ritieniti fortunata perché avevo intenzione di portare gli amici del calcetto per farti sbattere e farti sfondare il culo!”
Una forte pacca sul sedere completò la frase di Simone che ricompostosi andò a mettere in moto il pick-up.
Quella sera Esteban raggiunse Simone nella villetta.
“Non vedo l’ora di farmi nuovamente quella giovane troia!”
“Ti capisco bene Esteban, vedrai che ci divertiremo più dello scorso weekend…anche se penso sarà una delle ultime volte!”
“Che cosa intendi, Simone?”
“Beh, intendo che credo di essere andato oltre ciò che volevo: quella bastarda della Valli meritava una bella punizione, e penso di averla sottomessa e umiliata come si deve. Tuttavia, ci vuole la ciliegina sulla torta perché ho intenzione di darle l’ultima fenomenale punizione…quella che le resterà a lungo impressa nella sua testa”.
“Allora, quale sarà??? Non lasciarmi sulle spine!”
“Eh no, caro Esteban! Deve essere una sorpresa, un’autentica sorpresa, anche per te! Devi solo avere pazienza e attendere il prossimo weekend…”.
“Cazzo! Sono troppo curioso…ma mi accontenterò di incularmi quella vacca di Ilenia! …poi aspetterò tutta la settimana e sono sicuro che organizzerai qualcosa di grandioso!”
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
Come di routine, Cesare la massacrava di sculacciate, mentre Ester si dilettava ad allargarle il buco del culo: a parte l’allenamento del cuneo al pilastro che talvolta durava delle ore, giorno dopo giorno Ester continuava l’opera di sfondamento dello sfintere anale di Monica attraverso l’impiego del vibratore ad anelli:
“Cazzo, a malapena siamo arrivati a sei! …certo è bello largo, ma una cagna come te deve essere più sfondata! …non disperare, vedrai che ce la faremo!”
Tra le perversioni più fantasiose messe in atto da Ester ci fu quella dello spazzolino elettrico: la persecutrice si divertiva dapprima a masturbare Monica, poi lasciava lo spazzolino dentro il sedere della donna fino a che non si esaurivano le pile. Il passo successivo era quello di costringerla a lavarsi i denti dopo averlo sfilato lo spazzolino dall’ano.
Così mentre Monica Valli subiva le sevizie dei due sadici coniugi, la figlia Ilenia si concedeva con maggiore frequenza a Simone, sottostando ad ogni genere di perversione, all’insaputa della madre.
Ma Simone cominciava a pensare di avere ormai raggiunto il suo obiettivo: l’umiliazione della perfida dottoressa Valli. E mentre meditava su quale fosse la prossima mossa, riceveva la telefonata di Esteban:
“Ciao Esteban! Dove sei?”
Il portoricano si trovava da quelle parti e avrebbe voluto fare il bis con la giovane Ilenia, ancora eccitato dalle vicende dell’ultimo weekend.
“Ma certo! Dedicherò la giornata di sabato alla mamma e la domenica ci lavoriamo la piccola troia…dovresti vedere come ha imparato ad ingoiare il cazzo…qualche giorno fa si stava soffocando autonomamente sul mio uccello pur di soddisfare i miei capricci ……. va bene! se vuoi puoi venire a trovarmi già da sabato, così sfondiamo insieme quella zoccola di Monica”.
Esteban declinò l’invito del sabato per altri impegni, comunque ben contento di poter raggiungere Simone il giorno successivo. Così i due si salutarono in attesa di rivedersi per il weekend.
Il venerdì Simone chiamò la Valli.
“Cagna! Domani mattina fatti trovare alle 10.00 sotto casa tua perché passerò a prenderti! mettiti un top, dei leggings e delle scarpe da tennis. Nessun capo di biancheria intima!”
La Valli incassò il comando di Simone con un flebile “va bene” e, sfinita dalla settimana appena trascorsa, andò a riposare ben cosciente che sarebbe stato un altro sabato di fuoco.
Alle 10.00 in punto Simone arrivò con il suo pick-up e caricò Monica nel cassone posteriore esterno: il corpo della donna con indosso quei due indumenti era mozzafiato; i leggings mettevano in evidenza tutte le sue curve, dalle cosce ben tornite ai fianchi provocanti, fino al sedere pieno e rotondo; sul davanti il tessuto si incuneava nel sesso sagomandolo e mettendolo praticamente in rilievo. L’assenza di biancheria intima metteva ancor più in mostra il suo corpo, dandole un aspetto estremamente procace, attraente e altrettanto osceno come fosse stata nuda.
Simone la lasciò sulla strada statale a circa 12km di distanza dalla sua villetta al mare.
“Scendi troia! Da qui te la fai di corsa fino a raggiungere la meta che conosci bene, la borsetta la prendo io, tu pensa a correre e cerca di arrivare entro un’ora: se tardi mi fotto Ilenia in compagnia di Esteban!”
“Ti prego! Non sono sicura di riuscire a farcela in un’ora …sono stanchissima da tutta la settimana passata a farmi torturare!”
“Vedrai che ce la farai…e poi se ti può consolare hai finito di andare da Cesare ed Ester, per te ho altri programmi…!”
Simone risalì sul mezzo e ripartì, mentre Monica doveva ancora metabolizzare la buona notizia che la svincolava dai due coniugi degeneri. Era chiaro che non poteva perdere tempo e che doveva immediatamente mettersi in movimento, così iniziò a correre nel bordo strada. Di tanto in tanto qualche maschietto le suonava il clacson eccitato dal bel culo messo in risalto dai leggings e talvolta qualcuno si fermava apostrofandola con termini volgari.
Dopo quasi un’ora di corsa Monica giunse finalmente di fronte al cancello d’ingresso della villetta di Simone, stanchissima, ansimante e completamente sudata, con i tessuti che ormai erano zuppi e al limite della trasparenza. Simone rispose al citofono:
“Brava cagna! Hai rispettato i tempi, ora spogliati non vorrai portare i tuoi stracci sudici dentro la mia splendida abitazione?”
Monica, ancora affannata e stremata dalla strada percorsa, si sentì nuovamente riempire di vergogna, vergogna di cui aveva già fatto il pieno durante il tragitto.
“Oddio!! No …così sarò completamente nuda…non ho neanche la biancheria intima…ti prego!”
“Ti levi gli stracci che hai indosso o devo chiamare Ilenia?”
Monica, rassegnata all’idea di non avere scelta, si levò top e leggings, rimanendo completamente nuda sul marciapiede antistante il cancello, e dovette attendere svariati minuti prima che Simone aprisse il cancello. L’imbarazzo era notevole soprattutto quando in quel lasso di tempo transitarono due auto, una delle quali frenò bruscamente per poter ammirare la sua nudità e farle una foto. Aperto il cancello la Valli corse lungo il vialetto continuando a coprirsi il volto e mettendosi al sicuro.
“Vai in giardino! Hai bisogno di una bella lavata!”
Simone consegnò una saponetta a Monica, prese la pompa da giardino e diresse il getto sul corpo della donna.
“Forza sfrega bene con il sapone, dappertutto!!! Avanti masturbati con il sapone…fica e culo…voglio vedere le tue dita che allargano per bene quei buchi da troia”
Monica, completamente insaponata, faceva scivolare le dita insaponate ben dentro i suoi orifizi.
“Che ne dici se facciamo una foto con le mani dentro fica e culo e le inviamo ad Ilenia?”
“Ti prego, no! Ilenia è stata coinvolta anche troppo…non era nei patti che avevamo stabilito…ti prego lasciala fuori!!!”
Simone fece una grassa risata, quindi diede alla Valli un accappatoio per asciugarsi e rientrò dentro aspettandola seduto su una poltrona.
“In ginocchio troia! Levami scarpe e calze!”
Simone stava seduto sulla poltrona, sbracato con le gambe divaricate e ancora vestito di pantaloni e t-shirt. La temperatura all’interno della sala era gradevole, tuttavia Monica era ancora abbondantemente accaldata dallo sforzo fatto nell’ora precedente e infatti, continuava a colare dal sudore. Le gocce di sudore cadevano continuamente per terra e sui piedi di Simone, che prontamente sfregava la pianta del piede sul pavimento bagnato e la porgeva a Monica per farsela leccare:
“Forza, ripulisci cagna!”
Monica leccava il piede di Simone in lungo e in largo, socchiudendo gli occhi come per nascondere a sé stessa quanto fosse caduta in basso, sottomessa come la più ubbidiente delle schiave. Finito di leccare un piede Simone le porgeva l’altro, mentre con quello ben inumidito di saliva andava a stuzzicare il sesso di Monica rendendolo via via più scivoloso e alimentando l’eccitazione della donna che diventava sempre più disponibile alla penetrazione. La donna si lasciava così andare manifestando gemiti di piacere, perché Simone aveva smesso di strofinare il piede e aveva cominciato una lenta penetrazione. La punta del piede aveva fatto il suo ingresso all’interno della passera della schiava, l’alluce era completamente dentro e continuava a spingersi sempre più in profondità. Successivamente, mentre la fica di Monica si gonfiava di piacere, Simone si slacciava i pantaloni, toglieva l’altro piede dalla bocca di Monica e le ordinava di prendere il suo uccello in bocca:
“Succhia il cazzo troia! Vedi di fare un buon lavoro, ingoialo completamente e quando si trova ben dentro la gola leccami le palle…guai a te se lo fai uscire dalla bocca!”
L’impegno di Monica era superlativo, riusciva a fare esattamente quello che Simone le aveva ordinato, senza batter ciglio, inondando di saliva le palle dell’uomo e coprendosi il viso di lacrime.
“UHH che zoccola!!! Sei fenomenale…sarà un peccato rinunciare a tale troiaggine…”
Nell’udire tali parole, gli occhi arrossati di Monica si illuminarono…RINUNCIARE??? Che cosa intendeva?
Per un attimo rallentò il suo osceno lavoro sul membro di Simone che prontamente le afferrò la testa con entrambe le mani forzando la penetrazione e provocando un conato di vomito della donna, che immediatamente rigettò l’acqua bevuta poco dopo l’arrivo nella villetta. Proprio in quel momento squillò il telefono di Simone: era Ilenia!
“Ciao tesoro!!! Allora sei pronta per domani?”
Monica ascoltava la conversazione di Simone ignara che all’altro capo della linea ci fosse la figlia; impossibilitata a sentire la controparte udiva solo le parole di Simone percependo tuttavia che l’interlocutrice fosse probabilmente l’amante o la donna di Simone:
“…certo ci divertiremo e non sarò solo…lo so che ti piace il cazzo e che sei una gran troia…prima o poi organizzeremo una bella orgia e inviteremo anche qualche troia succhiacazzi …una ce l’ho già a tiro… ok, ci vediamo domani e vestiti da puttana!”
Chiusa la conversazione, Simone ordinò a Monica di togliersi l’uccello di bocca, probabilmente erano trascorsi almeno venti minuti dal momento in cui aveva iniziato quell’intenso pompino:
“Quanto sei troia dottoressa Valli! Mi hai riempito il cazzo di saliva! Ora girati e inculati! Veloce cagna!!! voglio che te lo prendi fino alla base.”
Monica si voltò spalle a Simone e afferrato il membro con una mano lo direzionò nel buchetto spingendo con il sedere fino a far entrare tutta la cappella. Il pene era talmente viscido, che non ci volle troppo tempo affinché Monica potesse arrivare a sedersi completamente sull’uomo, facendo scomparire dentro di sé tutta l’asta. Monica non aveva smesso un attimo di sudare: il suo corpo sinuoso e la sua pelle bronzea completamente lucida la rendeva estremamente sensuale.
“Sollevati e succhialo di nuovo!”
Monica si inginocchiò ai suoi piedi e riprese a spompinarlo. Simone le fece ripetere l’operazione per un’altra decina di volte, quindi la portò nella veranda retrostante la casa posizionandosi sotto il sole cocente dell’ora di punta. Continuò a sodomizzarla costringendola anche a masturbarsi con una mano fino a farla venire, proprio nel momento in cui lui stesso ebbe l’orgasmo che le riempì l’ano.
Simone le porse un grosso plug anale intimandole di tenere lo sperma dentro di sé e invitandola a rivestirsi.
“Tappati il culo che ti riporto a casa! Nel pomeriggio ho da fare…ritieniti fortunata perché avevo intenzione di portare gli amici del calcetto per farti sbattere e farti sfondare il culo!”
Una forte pacca sul sedere completò la frase di Simone che ricompostosi andò a mettere in moto il pick-up.
Quella sera Esteban raggiunse Simone nella villetta.
“Non vedo l’ora di farmi nuovamente quella giovane troia!”
“Ti capisco bene Esteban, vedrai che ci divertiremo più dello scorso weekend…anche se penso sarà una delle ultime volte!”
“Che cosa intendi, Simone?”
“Beh, intendo che credo di essere andato oltre ciò che volevo: quella bastarda della Valli meritava una bella punizione, e penso di averla sottomessa e umiliata come si deve. Tuttavia, ci vuole la ciliegina sulla torta perché ho intenzione di darle l’ultima fenomenale punizione…quella che le resterà a lungo impressa nella sua testa”.
“Allora, quale sarà??? Non lasciarmi sulle spine!”
“Eh no, caro Esteban! Deve essere una sorpresa, un’autentica sorpresa, anche per te! Devi solo avere pazienza e attendere il prossimo weekend…”.
“Cazzo! Sono troppo curioso…ma mi accontenterò di incularmi quella vacca di Ilenia! …poi aspetterò tutta la settimana e sono sicuro che organizzerai qualcosa di grandioso!”
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