Cenerentola aveva una gemella.
di
Lucrezia
genere
comici
Salve a tutti, sono qui per svelarvi un imbarazzante segreto che non riesco più a tenermi dentro.
Ebbene sì, sono la sorella di Cenerentola, mi chiamo Rantola.
Esattamente, Cenerentola aveva una sorella di sangue, per così dire, che sono io; ma i nostri genitori mi diedero via quasi subito per via del mio difetto congenito.
In pratica sono nata con il collo strozzato, cioè dopo che è nata mia sorella, mia madre credeva di aver finito di partorire e invece c'ero ancora io nel suo pancione. Non si era accorta che avevo appena messo fuori il capino, che lei chiuse le gambe.
Hai, dissi, ma in quel frangente il collo mi si strinse e così invece di piangere di un pianto liberatorio come Cenerentola stava giusto emettendo, io gorgheggiai un sommesso rantolo.
E così fu che mi chiamarono Rantola.
Ogni volta che respiravo, cioè sempre a dire la verità, emettevo un sordo gorgoglio, un po' come un povero vecchio con l'enfisema polmonare.
Non vi dico quando aprivo bocca per parlare, e non si capiva mai cosa dicevo. Così i miei genitori mi diedero quasi subito via presso un convento di Clarisse, dove ho passato l'esistenza come suor Maria Rantolata.
Scusate se vi ho sconvolto, ma non ce la facevo più a tenerla dentro. Ora torno nella mia tomba.
Ebbene sì, sono la sorella di Cenerentola, mi chiamo Rantola.
Esattamente, Cenerentola aveva una sorella di sangue, per così dire, che sono io; ma i nostri genitori mi diedero via quasi subito per via del mio difetto congenito.
In pratica sono nata con il collo strozzato, cioè dopo che è nata mia sorella, mia madre credeva di aver finito di partorire e invece c'ero ancora io nel suo pancione. Non si era accorta che avevo appena messo fuori il capino, che lei chiuse le gambe.
Hai, dissi, ma in quel frangente il collo mi si strinse e così invece di piangere di un pianto liberatorio come Cenerentola stava giusto emettendo, io gorgheggiai un sommesso rantolo.
E così fu che mi chiamarono Rantola.
Ogni volta che respiravo, cioè sempre a dire la verità, emettevo un sordo gorgoglio, un po' come un povero vecchio con l'enfisema polmonare.
Non vi dico quando aprivo bocca per parlare, e non si capiva mai cosa dicevo. Così i miei genitori mi diedero quasi subito via presso un convento di Clarisse, dove ho passato l'esistenza come suor Maria Rantolata.
Scusate se vi ho sconvolto, ma non ce la facevo più a tenerla dentro. Ora torno nella mia tomba.
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