La ragazza troppo bella - Parte 15
di
Judicael Ouango
genere
orge
I piaceri sono molteplici. Molti di loro nascono in modo spontaneo, altri vanno destati, certi, semplicemente, in certe circostanze, si manifestano. I piaceri del sesso sono un termine vago, non rende l'idea di ciò che è la vastità ma sopratutto la bellezza dell'argomento. Dalla punta dei piedi, al cuoio capelluto, ci sono sensazioni ovunque sul corpo, ed appena dietro la pelle, ma anche nel piu profondo. L'erotismo, in quel caso, è teso al piacere dell'altro, la propria bellezza, anche, il resto, è lasciato a tutta una serie di varianti. Poi, la ricchezza apre a scenari di piaceri che una volta mescolati assieme possono creare un paradiso inimitabile e irraggiungibile.
Ero nella vasca d'idromassaggio. Era stata fatta appositamente per avere due getti regolabili giusto sotto i genitali di tutte e quattro le postazioni. Un massaggio che poteva essere delicato, o una vera e propria masturbazione con i getti. Di fronte a me, Amidou. Era in ginocchio, non seduto. Le sue mani erano sott'acqua, vicino alla mia vagina. Impugnava un vibratore da clitoride che usava su di me. Tra il getto di acqua che era di se gia eccitante, il vibratore, e l'immagine statuaria di Venus, l'amica di Adama, ero in un luogo dove pochi vivi hanno mai avuto l'onore di essere. Il cazzo gigante di Adama galleggiava fuori dall'acqua nonostante la sua posizione. Venus aveva i cappelli tipo afro. Era bella, alta sul metro ed ottanta per piu o meno sessanta chili. Dei seni sodi che luccicavano nella luce soffusa. Era ferma, non imbarazzata. Adama mi aveva scritto un messaggio mentre ero gia nella vasca chiedendomi di presentare una sua amica che vorrebbe lavorare per me. Si erano appena incontrati in piazza Spagna mi aveva detto. Era a due passi dal mio lussuoso appartamento. Gli dissi di venire e cosi fecero. Usai il cellulare per aprire loro le porte ed entrarono fermandosi in soggiorno. Li chiamai nella sala da bagno che era grande quasi quanto la stanza da Leto. Erano intimoriti, ed il loro imbarazzo mi eccitò, Cosi, dopo poche frasi, chiesi a Adama di farsi il bagno con me, ed a Venus di spogliarsi. Cosi fecero entrambi. Una volta nella vasca, tesi a Adama il vibratore che avevo in mano, e cosi, godevo le sensazioni del momento. "Vieni anche tu" dissi ad un certo punto a Venus. Sorrise facendo vedere dei meravigliosi denti bianchi ed entrò nella vasca. "Succhialo" le dissi. "Adama, mettiti in piedi" intimai. Adama lo fece, Venus si sedette e sussultò per il getto di acqua che le colpi la figa. Poi, con tutta le due mani, prese il membro di Adama in bocca e cominciò a suchiarlo lentamente e meticolosamente. L'acqua che le massaggiava la figa la eccitava, si notava dalle sue contrazioni. Adama si godeva il momento con gli occhi chiusi. Avevo ripreso il vibratore e mi masturbava guardando i due neri libbrarsi in atti d'amore. Venus non ce la fece piu. Senza che dica nulla, si girò ed offri il suo bellissimo posteriore ad Adama che non si fece pregare. La figa di Venus era rosa, tranciava di netto sulla sua pelle nera. Affascinante fu il momento in cui la cappella del cazzo di Adama si poggiò sulla vulva cominciando a spingere fino a sparire quasi del tutto nella vagina di Venus. Venus venne immediatamente, la situazione l'aveva cosi tanto eccitata che immediatamente sul cazzo nero di Adama ed attorno alla sua figa rosa ci fu una densa crema bianca che continuava a fuoruscire. Venus quasi urla ed Adama rimase pietrificata in lei guardandomi. Gli sorrise per rassicurarlo. Venus si riprese subito e senza staccarsi da Adama si girò verso di me sempre carponi. Mi sorrise e prese dalla mia mano il vibratore. Non pensavo fosse cosi sapiente. Sapeva esattamente dove appoggiare il piccolo strumento, far sposare le sue vibrazione con le sensazioni vissute. Mentre mi masturbava, Adama la scopava ad un ritmo sostenuto. Tutti e tre ansimavamo. Mi piaceva cosi tanto quel momento che lo feci durare a lungo. Per mezzora, Adama dietro di Venus, Venus davanti a me, tutti e tre nella vasca speciale, vivemmo sensazioni fatte di brividi ininterrotti. Poi, ci asciugammo, ed andammo sul mio enorme letto. Una volta li, chiesi a Venus di sdraiarsi, poi, misi la mia figa nella sua bocca sedendomi quasi, e dissi ad Adama di prendermi. Lo fece, mentre Venus mi leccava freneticamente il clitoride. Chiesi a tutti e due di rallentare. Volevo sentire, non subire. Dissi ad Adama di accarezzarmi la schiena, ed Venus di prendermi i seni con le mani mentre da sotto mi leccava avida. Rallentarono il ritmo, e fu come un ballo. Un lento in tre, incollati e godutosi. Sentivo i brividi ripercuotersi dal mio corpo al corpo di Adama, alla Boca imbrattata dai miei muri di Venus. Venni senza trattenermi, senza urlare, venni venendo nella goduria, con lentezza, cura, con una costanza che durò minuti che sembrarono un eternità. Poi, guardai Adama e Venus, mentre avevo tirato fuori un vibratore, e mi masturbava ammirando i loro splendidi corpi fondersi.
Credevo fossero Adama e Venus che avevano dimenticato qualcosa ed erano tornati indietro quando bussò il citofono. Andai contrariata ad aprire dando un occhiata veloce in giro per capire cosa avessero dimenticato. Non vidi nulla e prosegui. Pronto dissi senza guardare lo schermo. "Pronto.... Monica...sono Elena...".
Elena era tornata. Rimasi pietrificata col citofono in mano per ben un minuto. Nella mia mente, mi tornò la brutta avventura che avevamo vissuto assieme. La sua storia, i rischi corsi. Era da anni che non avevo più avuto paura. Ero potente, avevo guardie del corpo, possedevo i segreti di un sacco di gente tutti piu importanti gli uni degli altri, non ero più la stessa Monica che era stata rapita. Ma li per li, tutto ciò non mi venne in mente. La piccola napoletana ignara ed innocente di allora era tornata. Elena parlava ma non capiva cosa stesse dicendo. Ero sotto shock. Poi, pigiai il pulsante di apertura senza veramente realizzare, ed apri la porta prima di andare a versarmi uno scotch e sedermi ad aspettare Elena. Ne avrebbe da raccontarmi.
Ero nella vasca d'idromassaggio. Era stata fatta appositamente per avere due getti regolabili giusto sotto i genitali di tutte e quattro le postazioni. Un massaggio che poteva essere delicato, o una vera e propria masturbazione con i getti. Di fronte a me, Amidou. Era in ginocchio, non seduto. Le sue mani erano sott'acqua, vicino alla mia vagina. Impugnava un vibratore da clitoride che usava su di me. Tra il getto di acqua che era di se gia eccitante, il vibratore, e l'immagine statuaria di Venus, l'amica di Adama, ero in un luogo dove pochi vivi hanno mai avuto l'onore di essere. Il cazzo gigante di Adama galleggiava fuori dall'acqua nonostante la sua posizione. Venus aveva i cappelli tipo afro. Era bella, alta sul metro ed ottanta per piu o meno sessanta chili. Dei seni sodi che luccicavano nella luce soffusa. Era ferma, non imbarazzata. Adama mi aveva scritto un messaggio mentre ero gia nella vasca chiedendomi di presentare una sua amica che vorrebbe lavorare per me. Si erano appena incontrati in piazza Spagna mi aveva detto. Era a due passi dal mio lussuoso appartamento. Gli dissi di venire e cosi fecero. Usai il cellulare per aprire loro le porte ed entrarono fermandosi in soggiorno. Li chiamai nella sala da bagno che era grande quasi quanto la stanza da Leto. Erano intimoriti, ed il loro imbarazzo mi eccitò, Cosi, dopo poche frasi, chiesi a Adama di farsi il bagno con me, ed a Venus di spogliarsi. Cosi fecero entrambi. Una volta nella vasca, tesi a Adama il vibratore che avevo in mano, e cosi, godevo le sensazioni del momento. "Vieni anche tu" dissi ad un certo punto a Venus. Sorrise facendo vedere dei meravigliosi denti bianchi ed entrò nella vasca. "Succhialo" le dissi. "Adama, mettiti in piedi" intimai. Adama lo fece, Venus si sedette e sussultò per il getto di acqua che le colpi la figa. Poi, con tutta le due mani, prese il membro di Adama in bocca e cominciò a suchiarlo lentamente e meticolosamente. L'acqua che le massaggiava la figa la eccitava, si notava dalle sue contrazioni. Adama si godeva il momento con gli occhi chiusi. Avevo ripreso il vibratore e mi masturbava guardando i due neri libbrarsi in atti d'amore. Venus non ce la fece piu. Senza che dica nulla, si girò ed offri il suo bellissimo posteriore ad Adama che non si fece pregare. La figa di Venus era rosa, tranciava di netto sulla sua pelle nera. Affascinante fu il momento in cui la cappella del cazzo di Adama si poggiò sulla vulva cominciando a spingere fino a sparire quasi del tutto nella vagina di Venus. Venus venne immediatamente, la situazione l'aveva cosi tanto eccitata che immediatamente sul cazzo nero di Adama ed attorno alla sua figa rosa ci fu una densa crema bianca che continuava a fuoruscire. Venus quasi urla ed Adama rimase pietrificata in lei guardandomi. Gli sorrise per rassicurarlo. Venus si riprese subito e senza staccarsi da Adama si girò verso di me sempre carponi. Mi sorrise e prese dalla mia mano il vibratore. Non pensavo fosse cosi sapiente. Sapeva esattamente dove appoggiare il piccolo strumento, far sposare le sue vibrazione con le sensazioni vissute. Mentre mi masturbava, Adama la scopava ad un ritmo sostenuto. Tutti e tre ansimavamo. Mi piaceva cosi tanto quel momento che lo feci durare a lungo. Per mezzora, Adama dietro di Venus, Venus davanti a me, tutti e tre nella vasca speciale, vivemmo sensazioni fatte di brividi ininterrotti. Poi, ci asciugammo, ed andammo sul mio enorme letto. Una volta li, chiesi a Venus di sdraiarsi, poi, misi la mia figa nella sua bocca sedendomi quasi, e dissi ad Adama di prendermi. Lo fece, mentre Venus mi leccava freneticamente il clitoride. Chiesi a tutti e due di rallentare. Volevo sentire, non subire. Dissi ad Adama di accarezzarmi la schiena, ed Venus di prendermi i seni con le mani mentre da sotto mi leccava avida. Rallentarono il ritmo, e fu come un ballo. Un lento in tre, incollati e godutosi. Sentivo i brividi ripercuotersi dal mio corpo al corpo di Adama, alla Boca imbrattata dai miei muri di Venus. Venni senza trattenermi, senza urlare, venni venendo nella goduria, con lentezza, cura, con una costanza che durò minuti che sembrarono un eternità. Poi, guardai Adama e Venus, mentre avevo tirato fuori un vibratore, e mi masturbava ammirando i loro splendidi corpi fondersi.
Credevo fossero Adama e Venus che avevano dimenticato qualcosa ed erano tornati indietro quando bussò il citofono. Andai contrariata ad aprire dando un occhiata veloce in giro per capire cosa avessero dimenticato. Non vidi nulla e prosegui. Pronto dissi senza guardare lo schermo. "Pronto.... Monica...sono Elena...".
Elena era tornata. Rimasi pietrificata col citofono in mano per ben un minuto. Nella mia mente, mi tornò la brutta avventura che avevamo vissuto assieme. La sua storia, i rischi corsi. Era da anni che non avevo più avuto paura. Ero potente, avevo guardie del corpo, possedevo i segreti di un sacco di gente tutti piu importanti gli uni degli altri, non ero più la stessa Monica che era stata rapita. Ma li per li, tutto ciò non mi venne in mente. La piccola napoletana ignara ed innocente di allora era tornata. Elena parlava ma non capiva cosa stesse dicendo. Ero sotto shock. Poi, pigiai il pulsante di apertura senza veramente realizzare, ed apri la porta prima di andare a versarmi uno scotch e sedermi ad aspettare Elena. Ne avrebbe da raccontarmi.
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