Gioco doppio (parte 4)
di
Kugher
genere
sadomaso
I coniugi ripresero il viaggio ed andarono in altro Stato. Ne cambiarono due, finché non decisero di fermarsi in un porto. Era una bella località, piena di turisti e di belle ragazze.
Andarono a cena in un ristorante all’aperto, sul porto turistico. A loro piaceva cenare e vedere la gente passare, osservare e cercare di capire che persone fossero.
Erano attratti dalle ragazze, giovani e belle, ovviamente. Anna era bisex e non disdegnava il coinvolgimento di altre donne.
Quella zona era frequentatissima.
Il tavolo che avevano scelto era proprio in angolo e l’arietta aiutava a sopportare bene il caldo che caratterizzava quei giorni.
Franco e Anna erano insieme da anni e la complicità sessuale e lavorativa era ancora forte.
Discussero della richiesta formulata da Marco, oltre ad eccitarsi nel ripensare a come erano stati usati.
Adoravano essere trattati come oggetti. Lui provava sempre una eccitazione fortissima nell’essere degradato ed osservare la moglie usata.
Lei, specularmente, adorava vederlo umiliato ed essere costretta a servire sessualmente un altro uomo, meglio se privo di scrupoli ed odioso come il loro attuale cliente, la cui richiesta stava comunque impegnando principalmente la conversazione.
Videro passare una bella ragazza, con uno zainetto rosso in spalla.
Camminava tranquillamente ma aveva qualcosa di particolare, come se la rilassatezza fosse solo apparente mentre si guardava in giro.
Era una donna giovane ed evidentemente sola. A loro piaceva fantasticare sulle persone e la immaginarono appena arrivata, ancora intenta a guardarsi in giro in quella località sconosciuta, essendo evidente che in quella terra fosse una forestiera.
Era vestita in maniera comoda, come una tipica ragazza che gira col solo bagaglio dello zaino. Ciò nonostante si poteva ammirare il bel seno, le gambe lunghe ed il corpo armonioso anche se non evidenziato dal vestito.
Passò davanti a loro due volte. La osservarono mentre si era fermata a leggere il menù esposto all’ingresso del ristorante.
Era vicina a loro. Fu lei la prima a guardarli e a sorridere, passandosi, civettuolamente, una mano tra i capelli per spostarli dietro l’orecchio.
Aveva una bella espressione ed emanava sensualità, almeno per i loro gusti.
La ragazza tornò a concentrarsi sul menu e scosse appena la testa, in maniera impercettibile, come se fosse contrariata dai prezzi più che dai piatti offerti.
Li guardò ancora e si accorse che la stavano guardando.
Scosse in maniera più decisa il capo e si allontanò.
I coniugi trovarono in questo una conferma, come se effettivamente fosse una turista sola, in giro per il mondo e quel posto fosse solo una tappa, attenta ai costi, misurando le spese per fare durare più a lungo la vacanza.
Anche loro, da giovani, avevano girato in quel modo. Si imponevano un budget e sarebbero tornati solo dopo avere esaurito tutti i soldi. Meno avrebbero speso in ciascuna località, più avrebbero avuto modo di visitare posti.
In quella ragazza rividero sé stessi, affascinati anche dal fatto che stesse girando da sola, rinvenendo in lei un certo coraggio.
Allontanandosi passò nuovamente davanti a loro, guardandoli e sorridendo fugacemente, con il viso leggermente coperto dai lunghi capelli e tenuto appena abbassato, quasi a mostrare imbarazzo per avere dovuto rinunciare a quel posto dove loro, invece, erano seduti.
Le sorrisero anche loro ed ammirarono la camminata fluida.
“In gonna corta e tacchi deve essere eccitante, quella ragazza”.
“Franco, ho avuto lo stesso pensiero e l’idea di averla con la testa tra le mie cosce mi sta facendo bagnare”.
La ritrovarono più avanti, sul lungomare, mentre stava finendo un panino, con lo zaino rosso accanto a sé, appoggiato a lato delle gambe semiraccolte perché la seduta era molto bassa.
Le passarono accanto, abbassando lo sguardo per osservarla.
Lei li riconobbe e sorrise appena, per tornare a concentrarsi sul panino, avendo ben capito che avrebbero immaginato la sua difficoltà economica che l’ha costretta a preferire un panino alla lista del menu sul quale si era soffermata e al quale loro, invece, avevano avuto accesso.
Le videro la scollatura ed apprezzarono i seni, provando piacere a guardarla dall’alto, sotto di loro.
Furono sorpresi quando, mezz'oretta dopo, seduti, se la videro arrivare e sedersi sulla loro stessa panchina, anche se distante, mentre si guardava intorno con un po’ di tensione.
Li salutò e si concentrò sulla vista del mare, voltando continuamente la testa.
“Tutto bene?”.
“Sì, signori, scusate, non volevo disturbarvi”.
C’erano altre panchine vuote e si domandarono perché avesse deciso di sedersi proprio su quella, guardandosi nervosamente in giro.
Parlavano la stessa lingua in quella terra straniera ed indagarono ulteriormente.
“Perdona se insisto, c’è qualcosa che non va?”.
“Scusate, in effetti mi sono seduta accanto qui perché un paio di ragazzi mi stavano seguendo e volevo pensassero che sto con voi”.
I coniugi si guardarono intorno ma non videro nulla, pensando che l’operazione della ragazza avesse avuto successo, dirottando quei tipi su altre donne.
Iniziarono a parlare. La donna, Luisa, istintivamente si avvicinò maggiormente per dialogare, mostrando ora rilassatezza per la situazione tranquilla. Non si guardava nemmeno più intorno.
Ebbero conferma di ciò che avevano ipotizzato, cioè che fosse una ragazza sola in vacanza, con pochi soldi ma desiderosa di farli durare più a lungo possibile.
La conversazione fu piacevole, in alcuni punti anche piccante, avendo Franco ed Anna la sensazione che fisicamente la ragazza fosse attratta da loro, dopo aver confessato che non disdegnava la compagnia sessuale di entrambi i sessi.
La invitarono a bere qualcosa sulla loro barca, davanti alla quale passarono dopo avere ripreso a passeggiare.
Luisa ammise di averli visti scendere prima di entrare al ristorante. Fu però incerta all’invito che declinò.
Forse erano stati precipitosi, ma non avevano nulla da perdere nel provarci. Avrebbe anche potuto andare bene e finire, così, la serata in un eccitante sesso a tre con una bella ragazza giovane e sensuale.
La mattina successiva la incontrarono nuovamente al porto, spettinata e insonnolita.
Accettò di fare colazione con loro al bar.
Aveva ancora con sé lo zainetto dal quale non si staccava mai.
Andarono a cena in un ristorante all’aperto, sul porto turistico. A loro piaceva cenare e vedere la gente passare, osservare e cercare di capire che persone fossero.
Erano attratti dalle ragazze, giovani e belle, ovviamente. Anna era bisex e non disdegnava il coinvolgimento di altre donne.
Quella zona era frequentatissima.
Il tavolo che avevano scelto era proprio in angolo e l’arietta aiutava a sopportare bene il caldo che caratterizzava quei giorni.
Franco e Anna erano insieme da anni e la complicità sessuale e lavorativa era ancora forte.
Discussero della richiesta formulata da Marco, oltre ad eccitarsi nel ripensare a come erano stati usati.
Adoravano essere trattati come oggetti. Lui provava sempre una eccitazione fortissima nell’essere degradato ed osservare la moglie usata.
Lei, specularmente, adorava vederlo umiliato ed essere costretta a servire sessualmente un altro uomo, meglio se privo di scrupoli ed odioso come il loro attuale cliente, la cui richiesta stava comunque impegnando principalmente la conversazione.
Videro passare una bella ragazza, con uno zainetto rosso in spalla.
Camminava tranquillamente ma aveva qualcosa di particolare, come se la rilassatezza fosse solo apparente mentre si guardava in giro.
Era una donna giovane ed evidentemente sola. A loro piaceva fantasticare sulle persone e la immaginarono appena arrivata, ancora intenta a guardarsi in giro in quella località sconosciuta, essendo evidente che in quella terra fosse una forestiera.
Era vestita in maniera comoda, come una tipica ragazza che gira col solo bagaglio dello zaino. Ciò nonostante si poteva ammirare il bel seno, le gambe lunghe ed il corpo armonioso anche se non evidenziato dal vestito.
Passò davanti a loro due volte. La osservarono mentre si era fermata a leggere il menù esposto all’ingresso del ristorante.
Era vicina a loro. Fu lei la prima a guardarli e a sorridere, passandosi, civettuolamente, una mano tra i capelli per spostarli dietro l’orecchio.
Aveva una bella espressione ed emanava sensualità, almeno per i loro gusti.
La ragazza tornò a concentrarsi sul menu e scosse appena la testa, in maniera impercettibile, come se fosse contrariata dai prezzi più che dai piatti offerti.
Li guardò ancora e si accorse che la stavano guardando.
Scosse in maniera più decisa il capo e si allontanò.
I coniugi trovarono in questo una conferma, come se effettivamente fosse una turista sola, in giro per il mondo e quel posto fosse solo una tappa, attenta ai costi, misurando le spese per fare durare più a lungo la vacanza.
Anche loro, da giovani, avevano girato in quel modo. Si imponevano un budget e sarebbero tornati solo dopo avere esaurito tutti i soldi. Meno avrebbero speso in ciascuna località, più avrebbero avuto modo di visitare posti.
In quella ragazza rividero sé stessi, affascinati anche dal fatto che stesse girando da sola, rinvenendo in lei un certo coraggio.
Allontanandosi passò nuovamente davanti a loro, guardandoli e sorridendo fugacemente, con il viso leggermente coperto dai lunghi capelli e tenuto appena abbassato, quasi a mostrare imbarazzo per avere dovuto rinunciare a quel posto dove loro, invece, erano seduti.
Le sorrisero anche loro ed ammirarono la camminata fluida.
“In gonna corta e tacchi deve essere eccitante, quella ragazza”.
“Franco, ho avuto lo stesso pensiero e l’idea di averla con la testa tra le mie cosce mi sta facendo bagnare”.
La ritrovarono più avanti, sul lungomare, mentre stava finendo un panino, con lo zaino rosso accanto a sé, appoggiato a lato delle gambe semiraccolte perché la seduta era molto bassa.
Le passarono accanto, abbassando lo sguardo per osservarla.
Lei li riconobbe e sorrise appena, per tornare a concentrarsi sul panino, avendo ben capito che avrebbero immaginato la sua difficoltà economica che l’ha costretta a preferire un panino alla lista del menu sul quale si era soffermata e al quale loro, invece, avevano avuto accesso.
Le videro la scollatura ed apprezzarono i seni, provando piacere a guardarla dall’alto, sotto di loro.
Furono sorpresi quando, mezz'oretta dopo, seduti, se la videro arrivare e sedersi sulla loro stessa panchina, anche se distante, mentre si guardava intorno con un po’ di tensione.
Li salutò e si concentrò sulla vista del mare, voltando continuamente la testa.
“Tutto bene?”.
“Sì, signori, scusate, non volevo disturbarvi”.
C’erano altre panchine vuote e si domandarono perché avesse deciso di sedersi proprio su quella, guardandosi nervosamente in giro.
Parlavano la stessa lingua in quella terra straniera ed indagarono ulteriormente.
“Perdona se insisto, c’è qualcosa che non va?”.
“Scusate, in effetti mi sono seduta accanto qui perché un paio di ragazzi mi stavano seguendo e volevo pensassero che sto con voi”.
I coniugi si guardarono intorno ma non videro nulla, pensando che l’operazione della ragazza avesse avuto successo, dirottando quei tipi su altre donne.
Iniziarono a parlare. La donna, Luisa, istintivamente si avvicinò maggiormente per dialogare, mostrando ora rilassatezza per la situazione tranquilla. Non si guardava nemmeno più intorno.
Ebbero conferma di ciò che avevano ipotizzato, cioè che fosse una ragazza sola in vacanza, con pochi soldi ma desiderosa di farli durare più a lungo possibile.
La conversazione fu piacevole, in alcuni punti anche piccante, avendo Franco ed Anna la sensazione che fisicamente la ragazza fosse attratta da loro, dopo aver confessato che non disdegnava la compagnia sessuale di entrambi i sessi.
La invitarono a bere qualcosa sulla loro barca, davanti alla quale passarono dopo avere ripreso a passeggiare.
Luisa ammise di averli visti scendere prima di entrare al ristorante. Fu però incerta all’invito che declinò.
Forse erano stati precipitosi, ma non avevano nulla da perdere nel provarci. Avrebbe anche potuto andare bene e finire, così, la serata in un eccitante sesso a tre con una bella ragazza giovane e sensuale.
La mattina successiva la incontrarono nuovamente al porto, spettinata e insonnolita.
Accettò di fare colazione con loro al bar.
Aveva ancora con sé lo zainetto dal quale non si staccava mai.
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