Le confidenze di Sara. Un'impiegata modello

di
genere
masturbazione

Ciao a tutti, mi chiamo Sara. Sono un'impiegata. La mia vita è quel che è e la vivo con leggerezza. Perché vi dico questo? Semplice voglio confidarmi con voi, rivelare i miei peccati, le mie voglie e le mie esperienze.
Vi parlo di me?
Mi piace guardarmi allo specchio nuda, i miei seni sodi e rotondi la mia pelle liscia, i miei fianchi, il mio triangolino di peli scuri e curati sopra le labbra gonfie della figa.
Ma non voglio distrarvi. Mettetevi comodi, rilassatevi e leggete ciò che sto per raccontarvi.


Ho un debole per gli uomini maturi, il mio capo ha l’età giusta per destare il mio interesse. Quando entro nell’ufficio mi guarda. Non so come catalogare i suoi sguardi, non è insistente, non malizioso. Mi manda in confusione.
Questa mattina ho osato, la gonna indossata e di due centimetri più corta, e ho lasciato il primo bottone della camicia aperto, le calze sono fine e il tacco della scarpa stiletto. Il mio trucco è accentuato e i capelli ben in ordine, il profumo una nuova fragranza, fresca e femminile. La giacca lasciata aperta di proposito. Entro con il consueto saluto e vado alla mia postazione, già pronta per lavorare, la sua occhiata intensa mi accompagna. Mi fa sentire spiata, messa a nudo e questo mi eccita da impazzire.
Vorrei tanto raggiungerlo e sedermi sulla sua scrivania, sbottonarmi la camicia e sollevarmi la gonna, farmi vedere nuda, sentire le sue mani sul mio corpo, la sua bocca sulla mia pelle, il suo cazzo gonfiarsi, il… smetto di fantasticare e mi accorgo di avere un'aria assorta con la matita nella bocca.
“ Sara non fare la sciocca!” mi dico, lui mi guarda interessato lo è davvero o solo frutto di una perversa fantasia?
Voglio provocarlo.
Continuo a giocare mentre il mio sguardo è fisso sul monitor. “ Dai su guardami, guarda le mie labbra aperte mentre mordicchio la matita. Immagini altro vero? “
I miei occhi azzurri incontrano i suoi, sbatto le lunghe ciglia intrise di mascara, accenno dei sorrisi. Di tanto delineo la sua figura, statuaria, elegante, mi soffermo sui pantaloni. Dopo della resistenza inizia a guardarmi spesso. Quello sguardo, ve l'ho detto che mi spoglia? si, si scusate continuo... Non è che si sia accorto? per non destare scompiglio torno al lavoro e per la maggior parte del tempo non do modo alla fantasia di averla vinta.
-Sara può portarmi un caffè?- la sua voce mi richiama.
-Si, vado subito.-
Esco ancheggiante dalla stanza passandogli accanto, non so perché ma credo che i suoi occhi siano puntati sul mio fondoschiena, è una sensazione.
Ritorno poco dopo.
-Prego- dico gentile piegando il busto, il tanto da mostrare i seni dalla scollatura. Poso la tazza di caffè sul ripiano.
Il suo sguardo è caduto sulle tette?
Sorrido e vado a sedermi al mio posto.
Continuo il lavoro ma la mia fantasia galoppante prende il sopravvento.
Come sarà farmi sbattere come una lurida puttana di strada? E il suo cazzo, sarà grande, piccolo? Me lo immagino con una cappella larga e rossa, l'asta dura e massiccia, le vene in rilievo. Lo immagino impugnarlo e segarsi per me mentre mi guarda, mentre guarda la mia figa gocciolante, aperta per lui.

Sono umida e non riesco a lavorare. Mi prendo una pausa e vado nel bagno. Mi fermo al lavandino, appoggio le mani su esso e mi guardo allo specchio. Sono bella, giovane, devo piacergli per forza, eppure ho dei timori, ho paura di esagerare e perdere il mio lavoro. Mi mordo le labbra guardando il mio riflesso. Sono arrabbiata con me stessa per essere così puttana e volere un uomo che non ha il mio stesso interesse.
Vado a sedermi sul wc sollevando la gonna abbassando il perizoma sino alle caviglie. Allargo le cosce, affondo le dita nella carne, mi riempio fino in fondo. Mordo il labbro per non urlare. Sono calda, bagnata. Le muovo lentamente come a godermi l'attimo con occhi socchiusi. Immagino prenderlo in bocca, succhiarlo e farmi sborrare in gola. Il piacere sale lento, estenuante come è estenuante la voglia che ho di lui, di farmi prendere ovunque e di godere come una troia. Il mio corpo si tende, le mie gambe tremano. Come una fontanella la mia figa spruzza umori che colpiscono la bianca ceramica del bagno.
Quando esco e torno in ufficio, passo accanto la sua scrivania, l'odore del mio sesso è evidente, profumo di orgasmo. Se n'è accorto, gli piace?
-Sara?-
-Si?-
- Può trattenersi in ufficio questa sera? Devo parlarle.-
- Va bene.-
di
scritto il
2022-05-09
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