Lo riconobbi per caso 2.
di
Batacchione.
genere
etero
Poco dopo sentimmo chiamarci da Giovanna per andare a cena e lì apprezzai moltissimo la bravura della mamma in qualità di cuoca perchè la cena fu squisitissima ed il vinello scelto da Pietro era veramente così leggero, fresco frizzante, che scese nella gola dandmi tanto gusto e piacere. Sembrava che la lingua lo facesse girare nella bocca dandomi molte sensazioni. Dopo un caffè, stabilimmo l'ora del pomeriggio per la quotidiana iniezione ed il seguente studio per gli esami di Simona che volle congedarsi da me con un delicato bacio sulla guancia ma mi fece sentire anche la punta della liguetta facendomi rabbrividire di piacere. Salutai con un abbraccio Pietro e Giovanna mi abbracciò ringraziandomi per l'impegno arduo che mi ero preso di fare studiare Simona che proprio detestava andare a scuola. Stringendo delicatamente Giovanna mi ritrovai i suoi seni con i capezzoli ben duri contro il mio torace e la osservai mentre mi stava facendo l'occhiolino e volli provocarla facendo altrettanto anch'io. Poi salutai uscendo di casa ed il giorno dopo alle quindici ero di nuovo lì e trovai ad aprirmi la porta Simona che casualmente indossava una magliettina aderentissima, una minigonna corta ed i classici calzettoni fino ai polpacci, tipico abbigliamento di "Lolita" romanzo classico di Humbert Humbert ma chiaramente fece centro nella mia attenzione ad osservarla così stimolante e mi piegai un poco per baciarla in bocca e, presala per mano, la condussi alla sua cameretta dove sul comò già era pronto il necessario per la poco gradita puntura ma che però Simona si fece fare subito dopo essersi sdraiata sul letto ed avere abbassato le mutandine ed alzato la minigonna scoprendo così l'eccitante culetto che subito prima di bucarglielo me lo palpai sempre per essere sicuro di non sentire sulla natica i nodini muscolari e chiaramente il povero batacchione s'innalzò poderosamente come una vela sul pennone del veliero. Simona notò subito che ero già eccitatissimo e mi chiese se volevo ricevere da lei un bocchino prima della puntura ma le dissi che prima dovevo fare il mio dovere e poi si poteva anche fare un bel "sessantanove". Preparai quindi la siringa e, dopo un massaggio con cotone ed alcool sulla chiappetta...zaac!...infilai l'ago e Simona non si scompose minimamente perchè anche quel giorno non aveva sentito l'ago entrare bucandole il culetto. Dopo il seguente massaggio, misi a posto siringa e tutto il resto, poi, vedendo la bambolina che si stava spogliando tutta, feci altrettanto ed andai a sdraiarmi sul suo letto e lei mi raggiunse subito dopo cominciando ad impugnarmi il cazzo con la sua manina che mi stava dando sensazioni indescrivibili e mi faceva godere pazzamente ed allora mi detti da fare anch'io infilando un dito nella fighina e stuzzicando con un altro dito il suo già grondante di umori clitoride. Lì non resistetti più e le posi il cazzone davanti alla fiighina un poco già dilatata e spinsi lentamente ma quando lei ebbe delle contrazioni all'utero, diedi un colpetto e zacchete, la penetrai facendola gridare dal dolore ma poi mi confessò che aveva provato dolore e piacere insieme e tra i suoi ragazzetti che la avevano scopata, mai aveva provato un piacere intenso come con me. La scopai penetrandola in crescendo con colpi sempre più decisi e dolorosi per lei ma infine, quando se ne stava per godere, strinse le cosce ai miei fianchi pregandomi di sconquassarle la fighetta assai dolorante ma anche grondante di umori viscidi che poi le leccai riempendomi la bocca slinguandola e mordicchiandole il grilletto. Chiaramente lei non prendeva ancora la pillola ed allora mi rimase il solo sborrarle in bocca mentre la slinguavo dalla figa al culetto. Rimanemmo abbracciati parlando della grandezza del cazzone e ad un certo punto lei mi chiese se il mio cazzone potevo infilarglielo in culo ma senza darle un gran dolore ma lì posi i miei dubbi: Il mio cazzo era assai grosso ed il culetto era ancora troppo stretto per essere penetrato da calibri grossi, così le propsi di iniziare a "fargli un rodaggio" prima infilandoci uno e poi più dita, in seguito si poteva provare con cazzi finti di dimensioni limitate. Una volta che avrebbe sopportato buoni calibri, allora si poteva certamente provare col mio batacchione, sempre col prezioso aiuto della vasellina o del gel. Le suggerii di parlarne con le sue compagne di scuola che sapeva di avere avuto esperienza anali. Tanto per giocarci un poco, le accostai il batacchio al suo buchino vibrante, tremante per la paura del dolore presunto. Non avevo nè vasellina, nè gel ad allora fu Simona a dirmi di provare con la sua crema per le mani e mi unse l'intero cazzone svettante nell'aria ma quando ero penetrato in lei con solo la punta: il glande, appunto la bambolina stringendo i denti emise un gridolino e subito mi fermai smettendo di penetrarla. Dopo carezze, baci per farla distendere mentalmente, le dissi di vestirsi in caso di prossimo arrivo dei suoi genitori in casa e, loro che erano impegnati col proprio lavoro, vennero proprio poco dopo e furono soddisfatti di sentirci leggere in Greco con serietà.
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