Smalto

È stato un mese di dolore, di sventure, di distacco da te.
È stato un periodo del cazzo che migliora troppo timidamente.

Mercoledì ho tinto le unghie. Ocra dorato: come l’estate, come la copertina del libro che sto leggendo. Guardo le dita muoversi, mi accarezzo le cosce. Basta un piccolo gesto e mi sento carica di erotismo. La vanità mi eccita.
Ripenso al sesso fra di noi, a come nel bene e nel male mi hai fatto scoprire un mondo. E mi viene voglia di provare ancora. Abbiamo avuto troppo poco, maldestra e insicura io, impaziente e impetuoso tu. E adesso ho voglia.
Mi guardo il seno allo specchio, lo accarezzo con queste unghie luccicanti, sensuali. I capezzoli si inturgidiscono. Rosei e vivi.
Essere nuda davanti a te era così naturale. Come era naturale avere la tua irruenza addosso. Stringerti più forte mentre mi affondavi dentro. Anche se non ci riusciva bene, anche se ho sanguinato. Siamo stati maledettamente umani.
E adesso ho voglia di scopare.
Continuo a guardare le dita che scorrono sensuali sulla pancia, sulla morbidezza scura del monte di Venere. Attendo con cura di sciogliermi.
Poi finalmente mi tocco, sporco le unghie dorate con i miei umori, le affondo nella carne. Cerco di placare i vuoti che mi hai lasciato. Decisa sul clitoride cerco il piacere. Cerco di non pensare al tuo corpo, alla tua mano sul mio collo, alle tue spinte.
Mi hai lasciato e non ti odio.
Voglio solo l’orgasmo, voglio solo riappropriarmi di me.
Voglio scopare ma non posso essere di nuovo maledettamente umana con nessuno in questo periodo.
Solo con le mie unghie dorate, solo con me.