Nuova esperienza
di
Isapel
genere
gay
Non sono gay, però una volta nella vita ho voluto fare l'esperienza.
Probabilmente non ci avrei pensato, se un mio amico e collaboratore, avevamo 25/26 anni non avesse iniziato a farmi una corte serrata.
Sempre allegro, simpatico, disposto allo scherzo, non saprei dire se fosse il mio tipo di uomo, non mi ero mai posto una simile domanda, eppure in quel frangente sentivo una simpatia mista a curiosità e forse un certo bisogno d'affetto.
Accadde una sera, dopo cena a casa mia, che ci mettemmo comodi sul divano; lui portò il braccio sempre più attorno alle mie spalle, facendomi appoggiare al suo petto, per chiedermi:
Cosa diresti se io adesso ti baciassi?
- perché no? Risposi
Appoggio le labbra sulle mie, che sensazione familiare e nuova al contempo.
Mi carezzava gentile, mi toccava sotto il maglione, fin dentro i pantalocini scoprendo il mio cazzo pronto all'uso in un momento.
Prese a segarmi, con cura e devozione, appoggiando talvolta la punta della lingua sul frenulo oppure tenendo la cappella fra le labbra.
Fui presto estremamente arrapato per cui, per evitare di venire subito, lo fermai dicendo: Dammi il tuo, sono curioso.
Detto fatto si alzò, calò i pantaloni e mi fece trovare il suo cazzo lungo ma snello ad un palmo dal naso, lo guardavo non del tutto sicuro, ma lui venne verso di me, quasi aprendomi le labbra con la punta e lo sentii strusciare il palato, sempre più in fondo, da mozzare il fiato.
Tossii e pensai a mia madre, che tante volte avevo spiato succhiarne due alla volta, e mi chiesi come diavolo facesse.
- tutto ok? Chiese
- si, si...
- Allora andiamo avanti
Me lo ritrovai in faccia di nuovo, mi sfregava la fronte, il naso, mi picchettava gli zigomi con la sua cappella sempre più soda, alternandolo a delle eaplorazioni delle mie tonsille.
Mi fece leccare i coglioni, belli rasati e soffici.
Poi prese un'aria seria: ti senti di girarti?
- non so, proviamo, ma poco però
- va bene
Sentii un dito umido infilarsi nel mio retto, agile e liscio, mi stimolava l'apertura dell'ano con dolcezza.
Io, piegato a pecora, mi menavo l'uccello sempre di più, in attesa del momento decisivo, finché senti un piacere nuovo e sconosciuto insinuarsi dentro di me.
La sua cappella si muoveva alla bocca del mio culo, facendosi avanti e ritraendosi poco per volta.
Sentivo battere il cuore nel cazzo e nel culo, era spaventoso. Dolore e piacere fusi in una lega.
Mi prese le palle mentre entrava sempre di più, finché con uno sforzo di entrambi sentii il mio scroto toccare il suo, fui certo che ero arrivato alla fine di quel pisello sottile, ma lungo.
Fui pronto a sborrare, mi disse:
Aspetta, quella la prendo io.
Si mise in ginocchio davanti a me, che stavo per esplodere, inforcandosi gli occhiali.
Schizzai con veemenza sentii l'impatto della sborra sulla lente, e lui gemeva, tutto contento.
A questo punto gli chiesi se fosse il mio turno, ma con mio stupore disse: no no, guarda.
Si capovolse sulla schiena, la punta del cazzo ciondolava a pochi cm dal suo naso, e le gambe lunghe puntavano verso l'alto.
Comincio una sega forte e vigorosa, che terminò con una sborrata dritta in faccia.
Probabilmente non ci avrei pensato, se un mio amico e collaboratore, avevamo 25/26 anni non avesse iniziato a farmi una corte serrata.
Sempre allegro, simpatico, disposto allo scherzo, non saprei dire se fosse il mio tipo di uomo, non mi ero mai posto una simile domanda, eppure in quel frangente sentivo una simpatia mista a curiosità e forse un certo bisogno d'affetto.
Accadde una sera, dopo cena a casa mia, che ci mettemmo comodi sul divano; lui portò il braccio sempre più attorno alle mie spalle, facendomi appoggiare al suo petto, per chiedermi:
Cosa diresti se io adesso ti baciassi?
- perché no? Risposi
Appoggio le labbra sulle mie, che sensazione familiare e nuova al contempo.
Mi carezzava gentile, mi toccava sotto il maglione, fin dentro i pantalocini scoprendo il mio cazzo pronto all'uso in un momento.
Prese a segarmi, con cura e devozione, appoggiando talvolta la punta della lingua sul frenulo oppure tenendo la cappella fra le labbra.
Fui presto estremamente arrapato per cui, per evitare di venire subito, lo fermai dicendo: Dammi il tuo, sono curioso.
Detto fatto si alzò, calò i pantaloni e mi fece trovare il suo cazzo lungo ma snello ad un palmo dal naso, lo guardavo non del tutto sicuro, ma lui venne verso di me, quasi aprendomi le labbra con la punta e lo sentii strusciare il palato, sempre più in fondo, da mozzare il fiato.
Tossii e pensai a mia madre, che tante volte avevo spiato succhiarne due alla volta, e mi chiesi come diavolo facesse.
- tutto ok? Chiese
- si, si...
- Allora andiamo avanti
Me lo ritrovai in faccia di nuovo, mi sfregava la fronte, il naso, mi picchettava gli zigomi con la sua cappella sempre più soda, alternandolo a delle eaplorazioni delle mie tonsille.
Mi fece leccare i coglioni, belli rasati e soffici.
Poi prese un'aria seria: ti senti di girarti?
- non so, proviamo, ma poco però
- va bene
Sentii un dito umido infilarsi nel mio retto, agile e liscio, mi stimolava l'apertura dell'ano con dolcezza.
Io, piegato a pecora, mi menavo l'uccello sempre di più, in attesa del momento decisivo, finché senti un piacere nuovo e sconosciuto insinuarsi dentro di me.
La sua cappella si muoveva alla bocca del mio culo, facendosi avanti e ritraendosi poco per volta.
Sentivo battere il cuore nel cazzo e nel culo, era spaventoso. Dolore e piacere fusi in una lega.
Mi prese le palle mentre entrava sempre di più, finché con uno sforzo di entrambi sentii il mio scroto toccare il suo, fui certo che ero arrivato alla fine di quel pisello sottile, ma lungo.
Fui pronto a sborrare, mi disse:
Aspetta, quella la prendo io.
Si mise in ginocchio davanti a me, che stavo per esplodere, inforcandosi gli occhiali.
Schizzai con veemenza sentii l'impatto della sborra sulla lente, e lui gemeva, tutto contento.
A questo punto gli chiesi se fosse il mio turno, ma con mio stupore disse: no no, guarda.
Si capovolse sulla schiena, la punta del cazzo ciondolava a pochi cm dal suo naso, e le gambe lunghe puntavano verso l'alto.
Comincio una sega forte e vigorosa, che terminò con una sborrata dritta in faccia.
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