Tra le foto di mamma 1

di
genere
voyeur

Qualche mese fa ho trovato una scatola fra gli averi di mia madre, che andò a completare la raccolta di foto nell'hardisk raccolte nel tempo.

Tolto il coperchio mi resi conto che si trattava di una raccolta di vecchie foto su pellicola, alcune addirittura in bianco e nero.
Fu in quelle immagini senza colori che riconobbi mio padre, alla fine degli anni 80 amava fotografare, e spesso in bianco e nero.

Il primo album aveva un'etichetta: estate 87, l'anno in cui i miei genitori si conobbero, durante la stagione estiva sul Garda.

Paesaggi, spiagge, barche e moli.
Niente del genere!
La prima foto mostrava mia madre di mezzobusto con le tette tenute fra le mani, il taglio di capelli alla moda e gli occhiali dalle lenti ampie.
Seguiva una carrellata di pose erotiche della mamma, fino a quella che me l'ha fatto indurire in un lampo.
Non avevo mai visto la figa di mamma.
Stava sdraiata, a gambe aperte, su un materassino da campeggio, con le dita impegnate ad allargare la figa sempre di più, immortalata.
Avevo scoperto una raccolta di foto erotiche di mamma e papà.
L'album seguente diceva: inverno/natale 87.
Mamma compariva in varie foto, in un interno di montagna.
Le gambe nude, i suoi adorabili piedi, uscivano da un maglione di lana.
Due dita aperte a V sul pelo della figa.
La bocca semiaperta a simulare un bocchino.
Lei che tiene in mano una racchetta da neve, col manico fagocitato dalla figa.
Seguiva "Polonia 88": nell'Europa dei due blocchi, papà e mamma andarono in campeggio vicino Cracovia l'estate seguente.
Mamma era ritratta a tette al vento davanti la tenda.
I capelli più lungi e il corpo snello e affusolato.
Compare di nuovo, a pecorina, lo spacco fondo della figa sorride all'obiettivo di papà.
La stessa posa, stavolta mamma si sta infilando il dito medio nel culo.
Primo piano di una terra da vicino.
Vari primi piani della figa di mamma, pelosa, incolta, fitta è folta.
Compare poi una bustina con delle foto si taglio più piccolo, forse una macchina portatile. Strano, papà non amava quel tipo di apparecchi.
Capisco al volo il senso di quel dettaglio curioso, quando nella prima piccola immagine vedo lo sguardo di mia mamma su di me, con più di metà del cazzo di mio padre in bocca.
Lo stesso piano con posizioni diverse in sequenza, fino all'ultimo, più sfocato, di mamma arrivata alla radice del pene di mio padre, che sembra non esistere più.
Segue primo piano di bocca e denti, lingua e naso, cosparsi di sborra, inconfondibile anche con la luce scura della tenda.
Seguono pacchetti di foto analoghe per ogni anno e per tante occasioni, nel periodo in cui i miei genitori furono fidanzati e poi sposati.
Dal 1987 al 1995.
A partire dal 1991 cominciarono a comparire foto strane, a colori, molto meno precise di quelle fare fin lì da mio padre.
La risposta venne alla terza foto: papà stava cavalcando la mamma di profilo. Chi diavolo aveva scattato la fotografia?
Mio padre non usava l'autoscatto, dubito che l'avrebbe applicato a un caso simile.
Dovetti convincermi mano a mano che le foto scorrevano, che quella volta , Berlino 91, papà e mamma non erano soli.
Un tipo muscoloso e alto, il tipo del tedesco, aveva mezzo cazzo in bocca a mamma, che teneva una mano su di una tetta, nell'altra le palle del crucco.
Seguiva pecorina, segone con leccata di palle, lei che lo cavalca di spalle, e tra le ultime, un fuggevole scatto di mamma con un cazzo in una mano e quello del fotografo nell'altra.
Per la prima volta compariva uno schizzetto di sperma tra il collo e la spalla sinistra.

Segue...

scritto il
2022-07-11
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