Le ali del piacere

di
genere
etero

“Mi avete fatto chiamare, Reverenda Madre?” Suori Rita pronunciò la frase, mentre ancora richiudeva la porta alle sue spalle.
“Oh, Suor Rita! Sì, ti cercavo.” l'anziana donna si avvicinò all'altra di qualche passo, tenendo le mani incrociate sotto l'abito, “Il nostro buon amico Oreste ha trovato un altro benefattore che vorrebbe consegnarci una donazione per i bisogni del convento. Sai che Oreste ci tiene alla forma e che non si limiterebbe mai a prendere l'assegno per consegnarcelo.” Suor Rita restava ad ascoltarla senza lasciar trasparire alcuna emozione. “Questa sera verrà a prenderti per portarti a casa sua, dove cenerete con questa persona generosa. Lo farei io, ma non ho più l'età!”
Suor Rita rimase a guardarla un istante, con quei suoi due bottoni neri incastonati in due asole perfette. La superiora non era indifferente al fascino di quella donna dal volto bellissimo ed un corpo che, pur sacrificato nella tonaca, si indovinava ricco di sorprese, con un seno ed un culo prosperoso. Meravigliosa donna intorno ai 40!
“Nessun problema, madre! Solo volevo chiederle il solito permesso.”
“Sì, sì, certo!” la voce della superiora era ora incrinata da una nota di desiderio e, forse di invidia, “Un filo di trucco e tutto il resto che serve. Mi raccomando solo di non esagerare col trucco: siamo sempre suore!”
“Naturalmente, madre!” e si accomiatò da lei.

La sala era arredata con mobili di pregio e illuminata intensamente. Suor Rita, seduta sulla poltrona, conversava tranquillamente con l'uomo che le passava un bicchiere di prosecco, quando suonarono alla porta. Oreste andò ad aprire e tornò accompagnando un ragazzo di una ventina d'anni, alto e muscoloso, ben vestito e profumato.
“Guglielmo! Suor Rita!” li presentò il padrone di casa, affrettandosi a riempire un bicchiere di vino anche per il nuovo arrivato.
“All'uomo!” disse Oreste, alzando il suo calice!
“Alla donna!” gli fece eco Guglielmo,
“Al sesso!” chiosò suor Rita. Aprendosi in un sorriso.
“Al sesso!” confermarono gli altri 2.
“Per la verità, non mi aspettavo un ragazzo così giovane.” riprese la suora, prendendo da una ciotola sul tavolo un'oliva infilzata in uno stuzzicadenti.
“E' un problema?” Chiese il giovane.
“Tutt'altro! Mi piacciono i giovani e, se sono belli come te, anche di più!” avvicinò l'oliva alle labbra di Guglielmo che si schiusero per accoglierla. Dopo una manciata di secondi, la bocca del giovane si aprii di nuovo, e la suora tirò fuori l'oliva, ancora intatta. L'avvicinò alla sua bocca e, tirando fuori la lingua, l'avviluppò, indugiando in quel atteggiamento lussurioso.
“Mi permette una domanda?” azzardò il ragazzo.
“Solo se cominciamo a darci del tu!”
“Ok! Perché lo fai?”
“Non brilli di fantasia. Comunque ti dirò che potrei accampare mille scusa, ma lo faccio perchè mi piace. Soddisfatto?”
“Ed il voto?”
“Diciamo che sono categorica nel rispetto degli altri e. prima che tu me lo chieda, il mio confessore è disposto a chiudere un occhio! Ma... Vuoi passare l serata parlare? Potresti cominciare a motrarmi i tuoi argomenti!”
Il giovane non se lo fece ripetere e, con pochi veloci movimenti, fece scivolare ai piedi pantaloni e mutande, esibendo un cazzo che, nonostante fosse a riposo, si presentava di notevoli dimensioni.
“Ah, però!” esclamò la suora, rimanendo a guardare rapita quel meraviglioso pezzo di carne. “Resta da vedere come argomenterai!” gli sussurrò all'orecchio, avvicinandosi ed impugnando quel cazzo, che prontamente reagì al tocco.
“Ho avuto una bravissima insegnante, fin da piccolo!”
“Magari dentro casa!” provocò suor Rita.
“Sei molto perspicace! Se sei brava a scopare, come a pensare faremo una scopata magnifica.”
“Tu cosa dici?” la lingua di lei roteava sul lobo dell'orecchio del ragazzo, che non stava più nella pelle.
Cominciò ad arrotolare lentamente la tonaca, scoprendo due gambe tornite ed inguainate in due calze di Nylon color melanzana, tenute su da una guepiere dello stesso colore.
“Vi spiace se mi siedo qui a guardare?” chiese Oreste, come una figura che riemergesse dall'oblio.
“Quel segaiolo lo chiede tutte le volte: a me on dà fastidio!”
“Neanche a me!”
“Ottimo, allora. Continuiamo semplicemente ad ignorarlo: ora ho solo voglia di saggiare la consistenza del tuo cazzo e vedere quanto è stata brava la tua maestra!”
Senza rispondere, il ragazzo si lasciò scivolare ai piedi della donna, le divaricò le gambe e si intrufolò tra questa, scoprendo che non c'era altra barriera. La sua lingua saettò veloce sul clitoride, stimolandolo e portandolo fuori: 2 centimetri abbondanti, pensò. Lo mordicchiò tra identi, strappando un gridolino alla suora, poi tornò a leccarlo. Poi si dedicò alle labbra della fica, succhiandole, prima di cominciare a masturbarla a colpi di lingua. Il respiro della suora si era fatto pesante ed in breve fu scossa dal primo orgasmo, mentre un getto copioso di umori si riversava nella bocca del giovane.
“La prima volta che ho un orgasmo in questa maniera! Ci sai fare davvero.” gli disse, abbracciandolo e offrendogli la propria bocca. Fu un bacio lungo, appassionato, che denotava una sintonia ben lontana da un rapporto occasionale. Eppure era la prima volta.
Poi, Guglielmo le sfilò la tonaca, la fece piegare sul tavolo e, tornato ad inginocchiarsi, riprese a leccarla. Stavolta fu la volta del culo: le allargava i glutei e spingeva la lingua più dentro che poteva, mentre una mano aveva cominciato a perlustrarle la fica: un dito alla volta, fino a metterci tutta la mano. Rita si contorceva, sconvolta dagli spasmi del godimento, Guglielmo muoveva la mano ad un ritmo lento, che contrastava con la rapidità con cui la lingua continuava a saettare dentro e fuori quella rosa grinzosa. Poi, d'improvviso, il volto del ragazzo si allontanò dal culo della suore e la mano prese velocità sempre più forte. Suor Rita si dimenava e mugolava oscenamente, continuando a secernere umori copiosi, al punto da formare una pozza sul pavimento. Con un urlo liberatorio, raggiunse il suo secondo orgasmo: fu talmente violento che la donna perse per alcuni istanti i sensi, scivolando lentamente a terra, sorretta dalle braccia di lui.
Riaprì gli occhi, ancora ansimante, con il corpo che vibrava, come percorso da corrente elettrica. Il viso di lui era a pochi centimetri dal suo e due occhi limpidi la guardavano estasiati. Tese le mani a passarle dietro la nuca del giovane e lo tirò a se, fino a condurlo in un bacio che era un tango appassionato di movimenti di lingue e di labbra.
“Con la bocca e le mni ci sai davvero fare. Ma io non sono da meno, vedrai!” il ragazzo si lasciò accompagnare fino a stendersi per trra e lei le fu sopra. La sua bocca, la sua lingua presero a percorrere ogni centimetro del corpo di lui con consumata esperienza e con movimenti così lenti da far sembrare il tempo inutile. Sapeva dove indugiare, attenta ad ogni minima vibrazione del corpo di lui, che, totalmente abbandonato alla sua volontà, si sarebbe lasciato fare di tutto. Sfiorò il pube, leccò dolcemente lo scroto, per poi scendere ancora, fino a succhiare una per una le ditadei piedi. Poi il percorso inverso risalendo: che il cazzo di lui finisse nella sua bocca sembrò la naturale conclusione. Ma, invece di cominciare un veloce pompino, lei si limitò a tenerlo in bocca, alitando il suo fiato caldo, mentre una mano massaggiava i coglioni ed un dito dell'aaltra lo penetrava, fino a sentire la prostata e massaggiare anche quella. Il ragazzo si contorceva, pur cercando di non intralciare i desideri di lei. Nessuna lo aveva mai portato ad un tale stato di eccitazione. Nessuna er mai riuscita a farlo sperare che quel momento durasse all'infinito. Lei si accorse che qualcosa cambiava, che l'orgasmo di lui montava. Puntò gli occhi in quelli di lui in un invito tacito a lasciarsi andare e lui lo accolse. Riversò tutto il piacere nella bocca di lei: quasi la soffocò con i suoi potenti schizzi di sborra che finivano dritti in gola, o dopo aver rimbalzato sul palato. Senza fermarsi, lei riprese a succhiare e leccare con una tale perizia che il membro del giovane quasi non si ammosciò.
Erano passati pochi minuti e lui era di nuovo pronto. Ed anche lei!
“Che ne dici di fare sul serio?” chiese.
Lui, senza rispondere, la prese per i fianchi e, messa alla pecorina, la penetrò senza altro. Le dita martoriavano i capezzoli, mentre con ritmo lento, ma con colpi studiati, le procurava un piacere quasi nuovo. Poi, senza alcun preavviso, lo tirò fuori dalla fica e la inculò quasi con violenza. Lei si lasciò sfuggire un lamento, che durò lo spazio di un fiat, poi si adeguò al ritmo di lui, accompagnandolo quasi come in una danza. Lui prese ad alternare: un po' nella fica, poi nel culo, poi ancora nella fica ed ancora nel culo. Lei non si tirava mai indietro. Proseguirono così per un tempo indefinito, prima che lui prendesse ad accelerare i colpi, rendendoli ad un tempo più violenti. L'orgasmo, l'ennesimo, arrivò contemporaneamente per entrambi: sembravano volare, con le braccia aperte, intrecciate ed il capo di uno che si piegava in avanti a cercare il collo di lei che, per agevolarlo, spingeva il suo all'indietro. Non avevano alcuna voglia di scrivere la parola fine, rimanendo lui dentro di lei, fino a che il suo cazzo, esausto, non abbandonò il suo corpo. Ed anche allora rimasero avvinghiati in un abbraccio tenero, costellato di baci e carezze: non c'era cenno di mercimonio. Solo un uomo ed una donna felici di aver fatto l'amore.
Quando si staccarono e lui prese a rivestirsi, le disse:
“Mi farebbe piacere rivederti!”
“Sarà un piacere per entrambi. Quando vuoi, sai come contattare Oreste! Ma, se vuoi, puoi anche venire a trovarmi: non l'ho mai permesso a nessuno!” gli occhi parlavano di sincerità. Lui sorrise, la tirò a sé e la baciò ancora una volta.
Quando il ragazzo se ne fu andato, Oreste, che era rimasto a segarsi tutto il tempo, guardò la suora rivestirsi. Poi prese un assegno e glielo diede.
“Questo è per i bisogni del convento!”
“Poi prese una banconota da 100 euro e la infilò nel seno della donna.
“Questi, invece, sono per le tue spese personali! A proposito, ci sono due giovanotti che vorrebbero incontrarti, domani sera. Problemi?”
“Nessuno!” rispose lei.
“Poi, ce n'è un altro. Ma è più portato per una donna matura... diciamo sulla sessantina...”
“Conosci bene a quale argomento Suor Rosa, la superiora, non sa dire di no. Vedrai che non ti sarà difficile convincerla a tornare in gioco.”




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scritto il
2022-07-16
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