La svolta - Capitolo 8
di
duke69
genere
dominazione
Rimasi distesa almeno un’ora sul pavimento della camera da letto, adagiata su un grande tappeto, per cercare di recuperare le forze, incapace di sollevarmi anche solo per andare a lavarmi dal sudore e dallo sperma, ormai rappreso, che era colato dal sedere lungo le cosce. Anche Ettore infiacchito dalla cavalcata anale era rimasto disteso sul letto per riprendersi.
Quando decidemmo di alzarci e mi accinsi ad andare a fare una doccia, Ettore mi bloccò:
“No! Voglio che rimanga così, sporca del mio sperma. Mi piace l’idea che il mio seme faccia parte della tua pelle e che il tuo gran culo sia ancora pieno!”
“Ma io vorrei ripulirmi…ti piace davvero la compagnia di una donna maleodorante?”
“Certo che no! Ma oggi sarà un’eccezione…ora scegliti un plug anale e vestiti da troia che usciamo e andiamo anche a mangiare qualcosa!”
“…oddio…di nuovo il plug?”
“Si! e cerca di abituarti, quando usciamo insieme devi avere sempre il culo pieno…lascio a te la scelta, ma sono sicuro che te lo riempirai con uno di discrete dimensioni…non vorrai deludermi?”
Ne presi uno medio, lo bagnai con la saliva e lo ficcai dentro. Indossai un perizoma, un reggiseno push-up, una minigonna rossa scelta da Ettore, una camicia bianca abbondantemente scollata da mettere ancor più in evidenza il decolté e ovviamente delle calze a rete con un paio di scarpe con tacco 12.
Ettore era vestito casual con dei pantaloni neri e una camicia di lino bianca.
Uscimmo di casa che quasi tremavo dall’eccitazione per quello che sarebbe successo: non chiesi ad Ettore quale fosse la destinazione e quali fossero le sorprese in programma per quel pomeriggio e per la successiva serata. Mi stavo lasciando andare, volevo sentirmi come un oggetto nelle mani di Ettore, il mio padrone.
“Prima di andare a mangiare qualcosa dobbiamo fare qualche acquisto!”
…qualche acquisto…? Mi chiesi che cosa avesse in mente e una mezz’ora dopo ci ritrovammo all’interno di un sexy shop.
“Tra dieci minuti devo chiudere, se avete necessità di più tempo apro nel pomeriggio dalle 16.30!”
Il commesso era un ragazzo smilzo sulla trentina vestito in jeans e polo verde a maniche lunghe.
“Non si preoccupi faremo in fretta, anzi se potesse darci un consiglio…”
“Certamente come posso esservi utile?”
“Barbara, mostra al signore che cosa indossi e che cosa vorresti avere…”
Mi aspettavo una simile situazione, ma non riuscii a non essere imbarazzata, mi girai dando le terga al ragazzo, sollevai la minigonna e mostrai il plug anale.
“Accidenti!!!”
La reazione sorpresa del ragazzo fu seguita da una incredulità orientata a capire se si trattasse o meno di uno scherzo.
“Ehi, non è che sono vittima di una candid-camera?”
“No assolutamente! Lei è la mia troia e vorrebbe sostituire il suo plug con qualcosa di diverso, di alternativo…non so se ha afferrato l’idea?”
Nel frattempo, levai il plug spingendolo al di fuori e prendendolo con la mano.
“Oh, cazzo!!! Certo ne vedo tanti in video e poi sono pieno di accessori, ma così dal vivo…con una cliente, non mi era mai capitato…”
Il commesso era ancora a bocca aperta e non aveva dato risposta alla domanda di Ettore.
“Come ti chiami?”
“Giulio!”
“Allora Giulio che cosa ci proponi?”
“Beh, qui abbiamo anal-plug di diverso tipo e materiale e poi ci sono questi dilatabili a pompetta!”
“Uh!! Ma erano proprio quelli che cercavo Giulio!”
“Quale di questi volete? si differenziano per la dimensione”
“Beh, direi di far rispondere a Barbara!”
A quel punto ero eccitatissima perché stavamo giocando con quel ragazzo, che pur trovandosi a lavorare in un sexy shop sembrava alquanto intimidito.
“Mi piacerebbe provare quello più grosso, sarebbe possibile?”
Il volto del ragazzo divenne quasi dispiaciuto per la domanda ricevuta:
“In realtà, questi non si potrebbero togliere dalle confezioni…”
Ormai ero entrata nella parte e divertita dalla piega che stava prendendo quella situazione, mi venne fuori una frase del tipo:
“Io vorrei che mi aiutassi tu a provarlo, Giulio!”
Non ci pensò due volte a scartarlo e immediatamente dopo prese un tubetto di lubrificante. Quando si apprestò a cospargere il gel sul fallo, Ettore uscì fuori con un'altra inaspettata trovata:
“No Giulio, sarà il tuo uccello a lubrificare il culo della troia…mettiti il gel direttamente sul cazzo e inculala! Poi quando la riempirai di sborra proveremo il plug a pompetta.”
Il commesso, ancor più sbalordito da quanto era già accaduto si calò i pantaloni e le mutande in un lampo, mettendo in mostra una splendida erezione: non aveva un uccello grosso, anzi…ma la lunghezza era notevole, forse più di 20 centimetri. Vedere quel pene eretto a causa mia mi aveva fatto bagnare considerevolmente!
Dopo aver lubrificato il suo membro, mi penetrò senza troppe cortesie arrivando a porre il gel fino in fondo alle mie viscere. Pompava eccitatissimo e non sarebbe durato molto. Infatti, dopo 5 minuti sentii il flusso di sperma dentro di me.
“Oh, siiii …cazzo!!! Che culo fantastico, per niente stretto, sembrava di scopare una fica!”
“Wow!!! Giulio! vedo che ti è piaciuto scopare il culo della mia troia! …e tu, ringrazia lo stallone che ti ha inculata e ringrazialo per averti farcito il culo di sborra!”
“Grazie Giulio! Mi hai fatta sentire una vera cagna!”
Subito dopo, Ettore porse a Giulio il plug anale a pompetta:
“Forza Giulio, ora che hai ben lubrificato il culo della nostra cagna, facci vedere come funziona il nuovo plug!”
Giulio prese il fallo e me lo inserì agevolmente fino in fondo, dentro il mio sedere.
“Ecco, ora si prende la pompetta e…”
“Va bene così Giulio! Sappiamo come funziona… piuttosto, dai qualche pompata, quanto basta per tenerlo bene all’interno: abbiamo un po’ di fame, dobbiamo andare a mangiare e credo tu debba chiudere il negozio!”
“…eh si! Certo!”
Dopo tre pompate sentivo la plastica che dilatava le pareti anali, arrivò a sette colpi e pareva che esplodesse. Rispetto ai soliti plug che lavoravano sullo sfintere l’effetto di pressione era ben distribuito lungo gran parte del canale.
Salutato il giovane che aveva ancora un sorriso beato stampato sulla faccia, ci dirigemmo verso l’auto alla ricerca di un ristorante dove mangiare. Mentre camminavo la pompetta era penzolante all’altezza delle ginocchia; benché fossi lontano da casa, avrei potuto comunque incontrare qualche conoscente, sarebbe bastato anche un genitore di un mio alunno e per me sarebbe stato un disastro. Chiesi ad Ettore come fare per nasconderla ma lui prese tempo e mi disse che ce ne saremo occupati in auto.
“Fai passare il tubicino tra le gambe e mettilo a far compagnia alla passera…se ci riesci ficcatelo dentro!”
Lo nascosi come potevo. Seduta in auto, mentre ci dirigevamo a pranzare in un ristorante, sentivo il fastidio continuo di plug, tubo e pompetta.
Una ventina di minuti dopo Ettore ed io eravamo accomodati in un tavolino di un locale elegante e raffinato, costituito da diverse salette che garantivano privacy e silenzio, caratteristiche spesso rare per un ristorante.
“Ti senti piena Barbara?”
“Oh si! Cazzo la pressione è continua…è una sensazione diversa dai soliti plug ai quali ero abituata, con questo la pressione è più interna!”
“Metti la pompetta sul tavolo…se ci arriva!”
Presi il tubo e lo srotolai riuscendo a malapena a poggiare la pompetta sul bordo del tavolo.
“Non vorrai mica lasciarla lì? Se passa il cameriere?”
“Il cameriere penserà che sono un uomo fortunato ad essere in compagnia di una signora tanto bella quanto zoccola! E magari gli faremo dare qualche pompata…”
Ettore rise dopo aver ipotizzato un “ménage à trois”, mentre io arrossivo all’idea del materializzarsi di una situazione potenzialmente compromettente lontano dalle pareti di casa, dove fino a quel momento si erano concentrate tutte le perversioni ideate da Ettore, fatta eccezione per il sexy shop che però rappresentava un caso a parte.
Quando stavamo cominciando a leggere il menù, Ettore prese in mano la pompetta:
“Vorrei godermi questo pranzo con te in condizioni…normali, senza condizionamenti sessuali, in modo da poter discutere delle esperienze che hai vissuto”
Con mia sorpresa, Ettore stava sgonfiando il plug! Mi sentivo sporca, avvertivo la presenza dello sperma rinsecchito sulla pelle e di quello ancora fresco che dal sedere colava sulla sedia.
“Raccontami Barbara: che cosa hai provato al sexy shop?”
“In un primo momento pensavo di vivere una scena di un film erotico, una di quelle situazioni che talvolta sogni ma pensi siano irrealizzabili…la visione di quel commesso eccitato e incredulo, quando mi guardava il sedere e il plug che lo occupava, mi ha fatto eccitare non poco. Mi sembrava di giocare come un gatto con il topo, e gesto dopo gesto, avevo la sensazione che quel ragazzo fosse completamente nelle mie mani, incapace di decidere diversamente da quanto gli veniva proposto.”
“Beh, avevi una faccia e soprattutto un sorriso alquanto perverso; quando ha capito che poteva avere di più non ci ha pensato due volte a scartare la confezione!”
“È vero! Non vedeva l’ora di ficcarmelo dentro e di pompare: era agitatissimo e sudava terribilmente!”
“Ti ha inculata per bene?”
La conversazione con Ettore era più un interrogatorio…le sue domande dirette si susseguivano con naturalezza, ed io con altrettanta naturalezza rispondevo senza troppo imbarazzo.
“Diciamo che è durato poco! Probabilmente si trattava della sua prima esperienza del genere. Sentirlo dentro completamente dopo aver rimosso il plug è stato bellissimo, istintivamente avrei voluto prendere il comando di quella inculata e governare il suo uccello, muovendomi e godendomelo più lentamente. Tuttavia il ragazzo era troppo eccitato e preso dalla frenesia di poter sodomizzare una donna sconosciuta, ha condotto un ritmo talmente indiavolato che ha raggiunto l’orgasmo troppo presto.”
“Ti è piaciuto sentire il suo sperma dentro di te?”
“Mi è piaciuto tantissimo sentire il flusso potente del suo sperma che mi riempiva. Certo, avrei voluto durasse di più per avere anch’io la possibilità di un orgasmo”
“Come ti sei sentita, dopo che hai vissuto quella situazione?”
“Sporca! sicuramente sessualmente appagata, più mentalmente che fisicamente!”
“Che troia! Sei una vacca da monta, Barbara!”
“Si, mi sento come una bambola nelle tue mani, pronta a ricevere qualsiasi ordine e a realizzare perversioni che mai prima erano balenate nella mia testa. E questo…devo ammettere che mi piace: non pensavo sarei arrivata a tanto!”
Ettore sembrava alquanto compiaciuto delle mie risposte.
Intanto avevamo ordinato e stavamo già consumando il primo piatto.
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
Quando decidemmo di alzarci e mi accinsi ad andare a fare una doccia, Ettore mi bloccò:
“No! Voglio che rimanga così, sporca del mio sperma. Mi piace l’idea che il mio seme faccia parte della tua pelle e che il tuo gran culo sia ancora pieno!”
“Ma io vorrei ripulirmi…ti piace davvero la compagnia di una donna maleodorante?”
“Certo che no! Ma oggi sarà un’eccezione…ora scegliti un plug anale e vestiti da troia che usciamo e andiamo anche a mangiare qualcosa!”
“…oddio…di nuovo il plug?”
“Si! e cerca di abituarti, quando usciamo insieme devi avere sempre il culo pieno…lascio a te la scelta, ma sono sicuro che te lo riempirai con uno di discrete dimensioni…non vorrai deludermi?”
Ne presi uno medio, lo bagnai con la saliva e lo ficcai dentro. Indossai un perizoma, un reggiseno push-up, una minigonna rossa scelta da Ettore, una camicia bianca abbondantemente scollata da mettere ancor più in evidenza il decolté e ovviamente delle calze a rete con un paio di scarpe con tacco 12.
Ettore era vestito casual con dei pantaloni neri e una camicia di lino bianca.
Uscimmo di casa che quasi tremavo dall’eccitazione per quello che sarebbe successo: non chiesi ad Ettore quale fosse la destinazione e quali fossero le sorprese in programma per quel pomeriggio e per la successiva serata. Mi stavo lasciando andare, volevo sentirmi come un oggetto nelle mani di Ettore, il mio padrone.
“Prima di andare a mangiare qualcosa dobbiamo fare qualche acquisto!”
…qualche acquisto…? Mi chiesi che cosa avesse in mente e una mezz’ora dopo ci ritrovammo all’interno di un sexy shop.
“Tra dieci minuti devo chiudere, se avete necessità di più tempo apro nel pomeriggio dalle 16.30!”
Il commesso era un ragazzo smilzo sulla trentina vestito in jeans e polo verde a maniche lunghe.
“Non si preoccupi faremo in fretta, anzi se potesse darci un consiglio…”
“Certamente come posso esservi utile?”
“Barbara, mostra al signore che cosa indossi e che cosa vorresti avere…”
Mi aspettavo una simile situazione, ma non riuscii a non essere imbarazzata, mi girai dando le terga al ragazzo, sollevai la minigonna e mostrai il plug anale.
“Accidenti!!!”
La reazione sorpresa del ragazzo fu seguita da una incredulità orientata a capire se si trattasse o meno di uno scherzo.
“Ehi, non è che sono vittima di una candid-camera?”
“No assolutamente! Lei è la mia troia e vorrebbe sostituire il suo plug con qualcosa di diverso, di alternativo…non so se ha afferrato l’idea?”
Nel frattempo, levai il plug spingendolo al di fuori e prendendolo con la mano.
“Oh, cazzo!!! Certo ne vedo tanti in video e poi sono pieno di accessori, ma così dal vivo…con una cliente, non mi era mai capitato…”
Il commesso era ancora a bocca aperta e non aveva dato risposta alla domanda di Ettore.
“Come ti chiami?”
“Giulio!”
“Allora Giulio che cosa ci proponi?”
“Beh, qui abbiamo anal-plug di diverso tipo e materiale e poi ci sono questi dilatabili a pompetta!”
“Uh!! Ma erano proprio quelli che cercavo Giulio!”
“Quale di questi volete? si differenziano per la dimensione”
“Beh, direi di far rispondere a Barbara!”
A quel punto ero eccitatissima perché stavamo giocando con quel ragazzo, che pur trovandosi a lavorare in un sexy shop sembrava alquanto intimidito.
“Mi piacerebbe provare quello più grosso, sarebbe possibile?”
Il volto del ragazzo divenne quasi dispiaciuto per la domanda ricevuta:
“In realtà, questi non si potrebbero togliere dalle confezioni…”
Ormai ero entrata nella parte e divertita dalla piega che stava prendendo quella situazione, mi venne fuori una frase del tipo:
“Io vorrei che mi aiutassi tu a provarlo, Giulio!”
Non ci pensò due volte a scartarlo e immediatamente dopo prese un tubetto di lubrificante. Quando si apprestò a cospargere il gel sul fallo, Ettore uscì fuori con un'altra inaspettata trovata:
“No Giulio, sarà il tuo uccello a lubrificare il culo della troia…mettiti il gel direttamente sul cazzo e inculala! Poi quando la riempirai di sborra proveremo il plug a pompetta.”
Il commesso, ancor più sbalordito da quanto era già accaduto si calò i pantaloni e le mutande in un lampo, mettendo in mostra una splendida erezione: non aveva un uccello grosso, anzi…ma la lunghezza era notevole, forse più di 20 centimetri. Vedere quel pene eretto a causa mia mi aveva fatto bagnare considerevolmente!
Dopo aver lubrificato il suo membro, mi penetrò senza troppe cortesie arrivando a porre il gel fino in fondo alle mie viscere. Pompava eccitatissimo e non sarebbe durato molto. Infatti, dopo 5 minuti sentii il flusso di sperma dentro di me.
“Oh, siiii …cazzo!!! Che culo fantastico, per niente stretto, sembrava di scopare una fica!”
“Wow!!! Giulio! vedo che ti è piaciuto scopare il culo della mia troia! …e tu, ringrazia lo stallone che ti ha inculata e ringrazialo per averti farcito il culo di sborra!”
“Grazie Giulio! Mi hai fatta sentire una vera cagna!”
Subito dopo, Ettore porse a Giulio il plug anale a pompetta:
“Forza Giulio, ora che hai ben lubrificato il culo della nostra cagna, facci vedere come funziona il nuovo plug!”
Giulio prese il fallo e me lo inserì agevolmente fino in fondo, dentro il mio sedere.
“Ecco, ora si prende la pompetta e…”
“Va bene così Giulio! Sappiamo come funziona… piuttosto, dai qualche pompata, quanto basta per tenerlo bene all’interno: abbiamo un po’ di fame, dobbiamo andare a mangiare e credo tu debba chiudere il negozio!”
“…eh si! Certo!”
Dopo tre pompate sentivo la plastica che dilatava le pareti anali, arrivò a sette colpi e pareva che esplodesse. Rispetto ai soliti plug che lavoravano sullo sfintere l’effetto di pressione era ben distribuito lungo gran parte del canale.
Salutato il giovane che aveva ancora un sorriso beato stampato sulla faccia, ci dirigemmo verso l’auto alla ricerca di un ristorante dove mangiare. Mentre camminavo la pompetta era penzolante all’altezza delle ginocchia; benché fossi lontano da casa, avrei potuto comunque incontrare qualche conoscente, sarebbe bastato anche un genitore di un mio alunno e per me sarebbe stato un disastro. Chiesi ad Ettore come fare per nasconderla ma lui prese tempo e mi disse che ce ne saremo occupati in auto.
“Fai passare il tubicino tra le gambe e mettilo a far compagnia alla passera…se ci riesci ficcatelo dentro!”
Lo nascosi come potevo. Seduta in auto, mentre ci dirigevamo a pranzare in un ristorante, sentivo il fastidio continuo di plug, tubo e pompetta.
Una ventina di minuti dopo Ettore ed io eravamo accomodati in un tavolino di un locale elegante e raffinato, costituito da diverse salette che garantivano privacy e silenzio, caratteristiche spesso rare per un ristorante.
“Ti senti piena Barbara?”
“Oh si! Cazzo la pressione è continua…è una sensazione diversa dai soliti plug ai quali ero abituata, con questo la pressione è più interna!”
“Metti la pompetta sul tavolo…se ci arriva!”
Presi il tubo e lo srotolai riuscendo a malapena a poggiare la pompetta sul bordo del tavolo.
“Non vorrai mica lasciarla lì? Se passa il cameriere?”
“Il cameriere penserà che sono un uomo fortunato ad essere in compagnia di una signora tanto bella quanto zoccola! E magari gli faremo dare qualche pompata…”
Ettore rise dopo aver ipotizzato un “ménage à trois”, mentre io arrossivo all’idea del materializzarsi di una situazione potenzialmente compromettente lontano dalle pareti di casa, dove fino a quel momento si erano concentrate tutte le perversioni ideate da Ettore, fatta eccezione per il sexy shop che però rappresentava un caso a parte.
Quando stavamo cominciando a leggere il menù, Ettore prese in mano la pompetta:
“Vorrei godermi questo pranzo con te in condizioni…normali, senza condizionamenti sessuali, in modo da poter discutere delle esperienze che hai vissuto”
Con mia sorpresa, Ettore stava sgonfiando il plug! Mi sentivo sporca, avvertivo la presenza dello sperma rinsecchito sulla pelle e di quello ancora fresco che dal sedere colava sulla sedia.
“Raccontami Barbara: che cosa hai provato al sexy shop?”
“In un primo momento pensavo di vivere una scena di un film erotico, una di quelle situazioni che talvolta sogni ma pensi siano irrealizzabili…la visione di quel commesso eccitato e incredulo, quando mi guardava il sedere e il plug che lo occupava, mi ha fatto eccitare non poco. Mi sembrava di giocare come un gatto con il topo, e gesto dopo gesto, avevo la sensazione che quel ragazzo fosse completamente nelle mie mani, incapace di decidere diversamente da quanto gli veniva proposto.”
“Beh, avevi una faccia e soprattutto un sorriso alquanto perverso; quando ha capito che poteva avere di più non ci ha pensato due volte a scartare la confezione!”
“È vero! Non vedeva l’ora di ficcarmelo dentro e di pompare: era agitatissimo e sudava terribilmente!”
“Ti ha inculata per bene?”
La conversazione con Ettore era più un interrogatorio…le sue domande dirette si susseguivano con naturalezza, ed io con altrettanta naturalezza rispondevo senza troppo imbarazzo.
“Diciamo che è durato poco! Probabilmente si trattava della sua prima esperienza del genere. Sentirlo dentro completamente dopo aver rimosso il plug è stato bellissimo, istintivamente avrei voluto prendere il comando di quella inculata e governare il suo uccello, muovendomi e godendomelo più lentamente. Tuttavia il ragazzo era troppo eccitato e preso dalla frenesia di poter sodomizzare una donna sconosciuta, ha condotto un ritmo talmente indiavolato che ha raggiunto l’orgasmo troppo presto.”
“Ti è piaciuto sentire il suo sperma dentro di te?”
“Mi è piaciuto tantissimo sentire il flusso potente del suo sperma che mi riempiva. Certo, avrei voluto durasse di più per avere anch’io la possibilità di un orgasmo”
“Come ti sei sentita, dopo che hai vissuto quella situazione?”
“Sporca! sicuramente sessualmente appagata, più mentalmente che fisicamente!”
“Che troia! Sei una vacca da monta, Barbara!”
“Si, mi sento come una bambola nelle tue mani, pronta a ricevere qualsiasi ordine e a realizzare perversioni che mai prima erano balenate nella mia testa. E questo…devo ammettere che mi piace: non pensavo sarei arrivata a tanto!”
Ettore sembrava alquanto compiaciuto delle mie risposte.
Intanto avevamo ordinato e stavamo già consumando il primo piatto.
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La svolta - Capitolo 7racconto sucessivo
La svolta - Capitolo 9
Commenti dei lettori al racconto erotico