La Conduttrice. II Parte
di
Sir Wilfred
genere
etero
...E la domenica era finalmente giunta.
Accompagnata "Lady Wilfred" al mercatino, ed "armatomi" di tutte le precauzioni possibili ed immaginabili, alle undici in punto bussavo, in modo quasi impercettibile, alla porta dell'appartamento 4/b del "Condominio Le Rose".
La porta si aprì, senza che alcuno comparisse nel riquadro del corridoio, immerso nella più totale penombra, si richiuse e, finalmente, la Signora Luisa apparve, in tutto il suo splendore.
Indossava uno "string" ed un reggiseno, entrambi di colore nero.
Lo "string" sottolineava, più che coprire, i suoi soldi glutei ed il suo pube bombato.
Il reggiseno, completamente trasparente, copriva solo in parte le mammelle, essendo le sue coppe di forma triangolare.
Il tutto era completato da un paio di sandaletti, neri, allacciati alla caviglia e da una catenina girovita.
Infine, la Signora Luisa, aveva, magistralmente, completato la sua "mise" indossando un trucco molto leggero, ma che, incredibilmente, sottolineava, all'inverosimile, portandola alla perfezione assoluta, la regale sensualità dell'intero insieme.
Infatti, nulla evocava le atmosfere, squallidamente lubriche, delle "case allegre", invece, tutto richiamava alla mente gli ambienti di antichi, nobiliari, palazzi, discretamente deputati al più assoluto piacere, ove aleggiava, vieppiù, un leggero aroma di mistero.
Le baciai, subito, la mano.
- Mia regina...- mormorai e, mano nella mano, entrammo in camera da letto.
Giunti di fronte allo specchio del cassettone, mi collocai alle sue spalle.
Così, ammirando contemporaneamente l'intero corpo, cominciai ad accarezzare, simmetricamente, le braccia con entrambi i medi mentre la mia lingua le omaggiava l'orecchio destro.
- Hai il corpo di una dea - mormorai, per poi passare ad un robusto succhiotto tra collo e spalla destra.
La Signora Luisa taceva ma, dal suo respiro, dalle sue labbra socchiuse, sentivo che la sua eccitazione stava aumentando in modo costante.
Passarono alcuni, roventi, minuti, poi mi decisi a slacciarle il reggiseno ed a sfilarle lo "string".
Volli ammirarla ancora una volta, prima di denudarmi anch'io e guidarla sul letto.
Iniziammo a baciarci, alla francese, e la Signora Luisa congiunse le sue labbra alle mie, comunicandomi un bisogno di piacere e, vieppiù, di amore, che mi apparve decisamente disperato.
Presi ad accarezzare tutto il corpo, che iniziava ad imperlarsi di sudore, mai smettendo di baciarla.
Passarono numerosi minuti, nei quali, l'indice ed il medio della mia mano destra avevano, diligentemente, esplorato il suo ano, con il suo pieno consenso, espresso tramite ripetuti mugolii.
Finalmente, mi staccai dalla sua bocca per scendere al suo pube, senza cessare, neppure per un minuto secondo, di leccare la sua pelle, cui il suo sudore conferiva un gusto leggermente salato.
- Hai il corpo di una dea, ed una dea va adorata.
Le allargai le labbra per poggiare la punta della lingua sul suo clitoride: sembrava una primaverile gemma pronta ad esplodere a nuova vita.
Le sue secrezioni, dolci - salate, colavano a cascata, ed io le suggevo, beandomi del loro sapore.
I minuti passavano: scesi, dunque, dal letto, e le alzai le gambe, portandole "a squadra".
Subito, la donna impugnò il mio scettro, guidandoli verso la sua vagina, ormai "al calor bianco".
Entrai, senza attrito alcuno, mi fermai, feci uno o due respiri, le misi le mani sui fianchi e partii "alla carica".
In quel momento, la Signora Luisa, venne percorsa come da una scossa elettrica, mi mise le mani sulle braccia e disse:
- Dai prendimi, prendimi, come se fossi, ad un tempo, la tua Regina e la tua schiava...prendimi... prendimi...porta il mio corpo, e la mia mente, in un'altra dimensione!
Memore degli insegnamenti delle mie "maestre", alternavo accelerazioni e rallentamenti, fino al momento in cui la feci passare alla posizione "a la levrette".
- Se prima ti ho preso come una regina, ora ti prendo come una schiava...come la mia schiava addetta al piacere...
Passai, quasi subito, ad agire sul clitoride e subito un grido, come di vittoria, si levò dalla gola della donna, seguito da una catena di:
- Si, si si, ancora, non ti fermare.
Il "secondo canale" era pronto, ed io vi entrai, trionfante.
- Quest'oggi morirò, ne sono sicura...- gridò la Signora Luisa.
Intanto, il tempo di "esplodere" si avvicinava, ed io feci appena in tempo ad uscire dal suo orifizio e a farla mettere supina...
Infine,esplosi.
Una quantità di sperma, sorprendente per un cinquantenne, uscì dal mio corpo anche se, la forzata "castità coniugale" giustificava, ampiamente, il tutto.
Mi sdraiai accanto a lei, e giacemmo per un oretta; fu lei che, riavutasi, mi baciò e mi disse:
- Facciamo una doccia?
Entrammo nella cabina ed iniziammo il lavacro, quando il mio scettro inizio' a "sollevare" le sue brave obiezioni.
L'abbracciai di nuovo, ci baciammo e lei, di nuovo, si aprì.
Entrai in lei, entrai ancora una volta, ancora una volta la feci mia, come una dea, come una schiava, come una donna che, esercitando i suoi diritti, sia di "donna" che di "femmina", portava il suo "partner" sull'orlo della follia e, forse, della morte, data l'"annosita'" del mio certificato di nascita.
Luisa di accorse dell'approssimarsi dell'eiaculazione e, spontaneamente, si inginocchiò e mi prese in bocca il sesso.
Non ricordo quanto durò la "fellatio": ricordo che, quando venni, venni come, e quanto, un quattordicenne ai suoi primi rapporti sessuali.
Più tardi, in cucina, sorseggiando una bibita ghiacciata, Luisa mi domando':
- Sono proprio una zoccola, vero?
- No, assolutamente: sei la vittima di un marito egoista che, comunque, ti ha dato due bellissimi cuccioli...
- Già...
- Quando partirai?
- Domenica prossima...
- Allora giovedì?...
- Per me va benone...anzi, sai che ti dico? Giovedì avrai qualcosa di speciale...vedrai...ti va bene?
- Ma...
- Non temere, niente sadismo: faremo "il rito pagano"...ti piacerà...
Accompagnata "Lady Wilfred" al mercatino, ed "armatomi" di tutte le precauzioni possibili ed immaginabili, alle undici in punto bussavo, in modo quasi impercettibile, alla porta dell'appartamento 4/b del "Condominio Le Rose".
La porta si aprì, senza che alcuno comparisse nel riquadro del corridoio, immerso nella più totale penombra, si richiuse e, finalmente, la Signora Luisa apparve, in tutto il suo splendore.
Indossava uno "string" ed un reggiseno, entrambi di colore nero.
Lo "string" sottolineava, più che coprire, i suoi soldi glutei ed il suo pube bombato.
Il reggiseno, completamente trasparente, copriva solo in parte le mammelle, essendo le sue coppe di forma triangolare.
Il tutto era completato da un paio di sandaletti, neri, allacciati alla caviglia e da una catenina girovita.
Infine, la Signora Luisa, aveva, magistralmente, completato la sua "mise" indossando un trucco molto leggero, ma che, incredibilmente, sottolineava, all'inverosimile, portandola alla perfezione assoluta, la regale sensualità dell'intero insieme.
Infatti, nulla evocava le atmosfere, squallidamente lubriche, delle "case allegre", invece, tutto richiamava alla mente gli ambienti di antichi, nobiliari, palazzi, discretamente deputati al più assoluto piacere, ove aleggiava, vieppiù, un leggero aroma di mistero.
Le baciai, subito, la mano.
- Mia regina...- mormorai e, mano nella mano, entrammo in camera da letto.
Giunti di fronte allo specchio del cassettone, mi collocai alle sue spalle.
Così, ammirando contemporaneamente l'intero corpo, cominciai ad accarezzare, simmetricamente, le braccia con entrambi i medi mentre la mia lingua le omaggiava l'orecchio destro.
- Hai il corpo di una dea - mormorai, per poi passare ad un robusto succhiotto tra collo e spalla destra.
La Signora Luisa taceva ma, dal suo respiro, dalle sue labbra socchiuse, sentivo che la sua eccitazione stava aumentando in modo costante.
Passarono alcuni, roventi, minuti, poi mi decisi a slacciarle il reggiseno ed a sfilarle lo "string".
Volli ammirarla ancora una volta, prima di denudarmi anch'io e guidarla sul letto.
Iniziammo a baciarci, alla francese, e la Signora Luisa congiunse le sue labbra alle mie, comunicandomi un bisogno di piacere e, vieppiù, di amore, che mi apparve decisamente disperato.
Presi ad accarezzare tutto il corpo, che iniziava ad imperlarsi di sudore, mai smettendo di baciarla.
Passarono numerosi minuti, nei quali, l'indice ed il medio della mia mano destra avevano, diligentemente, esplorato il suo ano, con il suo pieno consenso, espresso tramite ripetuti mugolii.
Finalmente, mi staccai dalla sua bocca per scendere al suo pube, senza cessare, neppure per un minuto secondo, di leccare la sua pelle, cui il suo sudore conferiva un gusto leggermente salato.
- Hai il corpo di una dea, ed una dea va adorata.
Le allargai le labbra per poggiare la punta della lingua sul suo clitoride: sembrava una primaverile gemma pronta ad esplodere a nuova vita.
Le sue secrezioni, dolci - salate, colavano a cascata, ed io le suggevo, beandomi del loro sapore.
I minuti passavano: scesi, dunque, dal letto, e le alzai le gambe, portandole "a squadra".
Subito, la donna impugnò il mio scettro, guidandoli verso la sua vagina, ormai "al calor bianco".
Entrai, senza attrito alcuno, mi fermai, feci uno o due respiri, le misi le mani sui fianchi e partii "alla carica".
In quel momento, la Signora Luisa, venne percorsa come da una scossa elettrica, mi mise le mani sulle braccia e disse:
- Dai prendimi, prendimi, come se fossi, ad un tempo, la tua Regina e la tua schiava...prendimi... prendimi...porta il mio corpo, e la mia mente, in un'altra dimensione!
Memore degli insegnamenti delle mie "maestre", alternavo accelerazioni e rallentamenti, fino al momento in cui la feci passare alla posizione "a la levrette".
- Se prima ti ho preso come una regina, ora ti prendo come una schiava...come la mia schiava addetta al piacere...
Passai, quasi subito, ad agire sul clitoride e subito un grido, come di vittoria, si levò dalla gola della donna, seguito da una catena di:
- Si, si si, ancora, non ti fermare.
Il "secondo canale" era pronto, ed io vi entrai, trionfante.
- Quest'oggi morirò, ne sono sicura...- gridò la Signora Luisa.
Intanto, il tempo di "esplodere" si avvicinava, ed io feci appena in tempo ad uscire dal suo orifizio e a farla mettere supina...
Infine,esplosi.
Una quantità di sperma, sorprendente per un cinquantenne, uscì dal mio corpo anche se, la forzata "castità coniugale" giustificava, ampiamente, il tutto.
Mi sdraiai accanto a lei, e giacemmo per un oretta; fu lei che, riavutasi, mi baciò e mi disse:
- Facciamo una doccia?
Entrammo nella cabina ed iniziammo il lavacro, quando il mio scettro inizio' a "sollevare" le sue brave obiezioni.
L'abbracciai di nuovo, ci baciammo e lei, di nuovo, si aprì.
Entrai in lei, entrai ancora una volta, ancora una volta la feci mia, come una dea, come una schiava, come una donna che, esercitando i suoi diritti, sia di "donna" che di "femmina", portava il suo "partner" sull'orlo della follia e, forse, della morte, data l'"annosita'" del mio certificato di nascita.
Luisa di accorse dell'approssimarsi dell'eiaculazione e, spontaneamente, si inginocchiò e mi prese in bocca il sesso.
Non ricordo quanto durò la "fellatio": ricordo che, quando venni, venni come, e quanto, un quattordicenne ai suoi primi rapporti sessuali.
Più tardi, in cucina, sorseggiando una bibita ghiacciata, Luisa mi domando':
- Sono proprio una zoccola, vero?
- No, assolutamente: sei la vittima di un marito egoista che, comunque, ti ha dato due bellissimi cuccioli...
- Già...
- Quando partirai?
- Domenica prossima...
- Allora giovedì?...
- Per me va benone...anzi, sai che ti dico? Giovedì avrai qualcosa di speciale...vedrai...ti va bene?
- Ma...
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