La Signora Claudia - Capitolo 1
di
duke69
genere
etero
La vicenda che racconto nasce da un problema assai comune che riguarda la separazione di tante coppie e in particolare quelle legate da oltre vent’anni. Tra le cause più frequenti c’è il tradimento che spesso è solo la punta dell’iceberg di una situazione già compromessa; nel mio caso, mio marito aveva trovato una più giovane di me! Certo io avevo la mia parte di colpa, avevo fatto poco per ravvivare la passionalità del nostro rapporto e mi ero lasciata andare, in generale avendo meno cura del mio aspetto fisico; anche il suo lavoro aveva contribuito ad indebolire la nostra vita di coppia: viaggiava spesso e ci vedevamo poco. Ormai sono trascorsi tre anni da quando mi ha lasciata.
Marco, il nostro unico figlio, ventiseienne, andò via di casa poco prima della separazione per preparare la tesi di Laurea a Lisbona, dove lo avrebbe atteso il suo primo impiego.
Un anno dopo la separazione, anno che trascorsi al limite della depressione, decisi che era il momento di riappropriarmi della mia vita, così cominciai a seguire una dieta ferrea e iniziai a fare ginnastica: ogni sera al rientro da lavoro mi recavo presso una palestra distante pochi minuti dall’appartamento in cui vivevo.
Già dopo un anno si vedevano i risultati, avevo perso quasi dieci chili, il ventre era quasi piatto, e i glutei e le cosce si erano rassodate: ero una splendida milf cinquantenne! Chiaramente non avevo più il fisico di una ventenne: il sedere era bello tondo ma un po’ abbondante, con qualche traccia di cellulite, mentre i seni cominciavano a scendere e il reggiseno era d’obbligo, d’altra parte avevo una taglia terza sovrabbondante. Avevo ricominciato ad andare regolarmente da estetista e parrucchiera. Le mie mani ed i miei piedi avevano le dita affusolate e perfette, a detta della manicure, e inoltre erano sempre smaltate. Per meglio definire la descrizione del mio aspetto, potrei dire che in tanti dicevano di vedere una somiglianza con il volto della Folliero.
Nonostante tutti i miei sforzi, dopo tre anni mi ritrovavo ancora single.
Casualmente un giorno decisi di andare a fare spesa presso un centro commerciale più distante da casa e fu lì che incontrai Loris, un amico di Marco e suo compagno alle scuole superiori. Mi trovavo all’uscita della cassa e mi apprestavo ad imbustare la spesa.
“Salve Signora Claudia!”
“Ciao Loris!”
“È un piacere ritrovarla! Saranno quasi due anni che non ci vediamo, più o meno da quando è partito Marco!”
“Si è vero e ti trovo bene!”
“Beh devo dire che lei è in una gran bella forma!!!”
“Grazie Loris! Da un po’ di tempo mi sono data una regolata e sono abbastanza assidua anche nel frequentare una palestra”
“Come mai da queste parti?”
“Così, non c’è un motivo razionale, ho voluto semplicemente cambiare i programmi e rompere la routine, sperimentando qualcosa di alternativo”
“Brava! Io credo che sia sempre utile e interessante cambiare abitudini... Aspetti! la aiuto ad imbustare la spesa…”
“Grazie Loris, intanto io pago”
Loris era un ragazzo dal viso dolce, alto 1.80, sportivo, precisamente nuotatore, quindi ben piazzato e con due spalle da paura, tipico di chi fa nuoto, con capelli castani lunghi e la frangetta che andava quasi a coprire gli occhi.
Mi aiutò a caricare le buste nel cofano della macchina e poi si offrì gentilmente di aiutarmi a portare la spesa al terzo piano in cui vivevo.
“Non si preoccupi, oggi è il mio giorno di relax e non ho altri impegni prima di pranzo, e poi mi fa piacere aiutarla, altrimenti avrebbe dovuto fare due viaggi per portare su tutta la spesa. In cambio le chiedo solo un caffè o una tazza di tè!”
“Grazie Loris! Ma certo! caffè o tè aggiudicato!”
Trasportata la spesa nel mio appartamento, preparai la caffettiera e la misi sul fornello chiedendo la cortesia a Loris di chiudere la manopola del gas non appena il caffè fosse uscito, io sarei andata a mettermi più comoda con dei pantaloni da ginnastica e una maglietta.
Rimanemmo a parlare per una mezzora circa dopo aver sorseggiato il caffè.
“Lei è proprio una bella donna, mi sorprende che non abbia un compagno”
“Dammi pure del tu, Loris. Purtroppo alla mia età non è facile trovare un uomo disponibile ad avere una relazione duratura: ci ho provato, ma finora ho fallito, o si è trattato di uomini sposati oppure di uomini che ricercavano una donna più giovane”
“E tu sei impegnato?
“No, al momento non voglio avere legami, preferisco divertirmi…”
“…e l’Università, mi pare avessi abbandonato all’inizio…?
“Si, avevo necessità di soldi per cui ho preferito consolidare la professione di elettricista ed entrare subito nel mondo del lavoro mettendomi in proprio dopo una breve esperienza come dipendente in una società del settore. E tu invece sempre nella filiale centrale?”
“Si, ho sempre rifiutato trasferimenti e quindi rinunciato ad una poco probabile carriera per rimanere vicino casa”
Continuammo a discutere del più e del meno, del suo lavoro e dei nostri hobby. Durante la conversazione notai che spesso mi guardava il seno: la maglietta in effetti era un po’ aderente e il reggiseno pompava i miei seni un po’ in alto contribuendo a gonfiare la maglia. Questa cosa mi piaceva, era come sentirsi desiderata; così, in preda a questa euforia, decisi maliziosamente di metterlo alla prova e capire se anche il mio fondoschiena era di suo interesse: mi alzai con l’intento di lavare le tazzine e gli diedi le spalle osservando da uno specchio poco distante se il suo sguardo finiva sul mio culo. E così fu’! Wow come mi sentivo eccitata! Loris era un ragazzo assai carino e il solo pensare di essere desiderata suscitava in me pensieri sconci. Tuttavia poteva essere mio figlio e questo frenava i miei istinti di donna in astinenza.
“Loris, se posso approfittare avrei qualche piccolo lavoretto da fare sul mio impianto di casa, se mi lasci il numero di telefono ti invio un messaggio WhatsApp nei prossimi giorni e concordiamo un incontro…”
“Va bene, questo è il mio biglietto, non appena mi chiami registro il tuo numero di telefono, e in ogni caso mi farebbe piacere rivederti per un’altra gradevole chiacchierata”
Ci salutammo, e questa volta fui io a guardare il suo gran bel sedere mentre usciva di casa e si avviava per le scale. Quella sera, come tante altre, mi ritrovai a sgrillettarmi di fronte a un video porno scaricato dalla rete, non facevo altro che fantasticare su Loris e anche quando reprimevo questa mia fantasia il suo volto continuava ad apparire davanti al mio, mentre mi scopava furiosamente. Dopo aver raggiunto l’orgasmo mi vennero i sensi di colpa, o meglio mi guardavo allo specchio e mi vergognavo per i miei pensieri sconci: si trattava di un amico di Marco, un ragazzo che praticamente avevo visto crescere dai tredici anni in poi.
Pochi giorni dopo lo contattai e sulla base dei miei e dei suoi impegni lavorativi fissammo un appuntamento di lavoro.
Era un venerdì pomeriggio, io avevo smontato da lavoro alle 14.00 e lui aveva chiuso in mattinata un lavoro importante e si era liberato da altri impegni. Non so che cosa mi prese, ma anziché comportarmi razionalmente seguendo la mia coscienza pudica, non appena rientrai mi misi in libertà indossando dei mini-shorts elasticizzati che mettevano in bella evidenza le natiche lasciandole anche un po’ scoperte e una canottiera anch’essa aderente senza reggiseno. L’eccitazione per il suo arrivo mi aveva fatto inturgidire i capezzoli che risaltavano vergognosamente nel tessuto della canotta: quando me ne resi conto era troppo tardi il campanello suonò e non ebbi il tempo di andare a cambiarmi.
“Buon pomeriggio, Claudia!”
“Ciao Loris, vieni accomodati…”
Cazzo! I suoi occhi furono subito catturati dalle mie tette: come potevo essere stata così stupida? La mia mise da perfetta maiala era come un invito a scoparmi!
Inizialmente fece finta di niente concentrandosi sul lavoro e sulle piccole migliorie da fare man mano che lo accompagnavo per l’appartamento. Alcune cose le sistemò subito mentre per altre sarebbe dovuto ritornare dopo aver approvvigionato il materiale necessario.
Per tutto il tour della casa con la sottoscritta che faceva strada, i suoi genitali stavano sicuramente scoppiando dentro le mutande soprattutto quando ci ritrovammo in camera da letto e sotto il letto Loris intravide un fallo in silicone (cazzo! Che figura di merda! …ecco dove era finito!!!):
“Wow! Ti dai proprio da fare in tutti i sensi cara Claudia! Sei proprio uno spettacolo, hai un fisico bestiale…è impossibile ignorare le tue forme, e poi questi capezzoli sembra stiano comunicando qualcosa…”
Con quest’ultima imbarazzante affermazione Loris aveva preso il mio capezzolo sinistro tra le sue dita premendo delicatamente. Oddio!!! Ero oscenamente bagnata! Ma che cavolo stavo combinando: fantasia si, tutta quella che volevo, ma a quel punto si stava andando oltre.
“...ehm si, stavo per cambiare maglietta ma poi sei arrivato tu e …non ho fatto in tempo…”
Loris si avvicino al mio orecchio e bisbigliò:
“Bugiarda! Volevi mostrarmi le tue prosperose forme, forse eri anche combattuta se farlo o meno, ma poi me le hai spiattellate in faccia”
Così dicendo prese anche il capezzolo destro con l’altra mano, questa volta stringendo lievemente.
La fantasia diventava realtà, ero eccitatissima come da tanto tempo non mi capitava, chiusi gli occhi godendomi quel momento e subito dopo sentii le sue labbra sopra le mie. Un bacio dolce iniziale si trasformava in qualcosa di più spinto con le nostre lingue infuocate che si incrociavano dentro e fuori dalla bocca. Nel frattempo mi tirava a sé sempre stringendo i capezzoli fino al limite della sopportazione. Poi si staccò dalla mia bocca ma non dai capezzoli e continuò a sussurrare:
“Lo sai che sei vestita come una zoccola?”
“Si, lo so”
Rispondevo con un filo di voce.
“…e perché mi aspettavi vestita così?”
“…ehm, perché …”
“Forza di la verità altrimenti continuo a stringere!”
“Ok, volevo fare colpo su di te, sei un bel ragazzo…”
“Ah, così va meglio!”
Mollò la presa sui capezzoli e riprese a baciarmi con trasporto. Io tenevo sempre gli occhi chiusi e rispondevo al bacio con la stessa foga, mentre le sue mani afferravano i miei glutei stringendoli fortemente e tirandoli prima verso l’esterno e poi contemporaneamente verso l’alto con l’intento di aprirmi la passera.
Cavolo quanto ero eccitata! la mia passera era un lago e Loris se ne sarebbe accorto molto presto.
Continua… (per eventuali commenti o suggerimenti - dukeduke1069@yahoo.com)
Marco, il nostro unico figlio, ventiseienne, andò via di casa poco prima della separazione per preparare la tesi di Laurea a Lisbona, dove lo avrebbe atteso il suo primo impiego.
Un anno dopo la separazione, anno che trascorsi al limite della depressione, decisi che era il momento di riappropriarmi della mia vita, così cominciai a seguire una dieta ferrea e iniziai a fare ginnastica: ogni sera al rientro da lavoro mi recavo presso una palestra distante pochi minuti dall’appartamento in cui vivevo.
Già dopo un anno si vedevano i risultati, avevo perso quasi dieci chili, il ventre era quasi piatto, e i glutei e le cosce si erano rassodate: ero una splendida milf cinquantenne! Chiaramente non avevo più il fisico di una ventenne: il sedere era bello tondo ma un po’ abbondante, con qualche traccia di cellulite, mentre i seni cominciavano a scendere e il reggiseno era d’obbligo, d’altra parte avevo una taglia terza sovrabbondante. Avevo ricominciato ad andare regolarmente da estetista e parrucchiera. Le mie mani ed i miei piedi avevano le dita affusolate e perfette, a detta della manicure, e inoltre erano sempre smaltate. Per meglio definire la descrizione del mio aspetto, potrei dire che in tanti dicevano di vedere una somiglianza con il volto della Folliero.
Nonostante tutti i miei sforzi, dopo tre anni mi ritrovavo ancora single.
Casualmente un giorno decisi di andare a fare spesa presso un centro commerciale più distante da casa e fu lì che incontrai Loris, un amico di Marco e suo compagno alle scuole superiori. Mi trovavo all’uscita della cassa e mi apprestavo ad imbustare la spesa.
“Salve Signora Claudia!”
“Ciao Loris!”
“È un piacere ritrovarla! Saranno quasi due anni che non ci vediamo, più o meno da quando è partito Marco!”
“Si è vero e ti trovo bene!”
“Beh devo dire che lei è in una gran bella forma!!!”
“Grazie Loris! Da un po’ di tempo mi sono data una regolata e sono abbastanza assidua anche nel frequentare una palestra”
“Come mai da queste parti?”
“Così, non c’è un motivo razionale, ho voluto semplicemente cambiare i programmi e rompere la routine, sperimentando qualcosa di alternativo”
“Brava! Io credo che sia sempre utile e interessante cambiare abitudini... Aspetti! la aiuto ad imbustare la spesa…”
“Grazie Loris, intanto io pago”
Loris era un ragazzo dal viso dolce, alto 1.80, sportivo, precisamente nuotatore, quindi ben piazzato e con due spalle da paura, tipico di chi fa nuoto, con capelli castani lunghi e la frangetta che andava quasi a coprire gli occhi.
Mi aiutò a caricare le buste nel cofano della macchina e poi si offrì gentilmente di aiutarmi a portare la spesa al terzo piano in cui vivevo.
“Non si preoccupi, oggi è il mio giorno di relax e non ho altri impegni prima di pranzo, e poi mi fa piacere aiutarla, altrimenti avrebbe dovuto fare due viaggi per portare su tutta la spesa. In cambio le chiedo solo un caffè o una tazza di tè!”
“Grazie Loris! Ma certo! caffè o tè aggiudicato!”
Trasportata la spesa nel mio appartamento, preparai la caffettiera e la misi sul fornello chiedendo la cortesia a Loris di chiudere la manopola del gas non appena il caffè fosse uscito, io sarei andata a mettermi più comoda con dei pantaloni da ginnastica e una maglietta.
Rimanemmo a parlare per una mezzora circa dopo aver sorseggiato il caffè.
“Lei è proprio una bella donna, mi sorprende che non abbia un compagno”
“Dammi pure del tu, Loris. Purtroppo alla mia età non è facile trovare un uomo disponibile ad avere una relazione duratura: ci ho provato, ma finora ho fallito, o si è trattato di uomini sposati oppure di uomini che ricercavano una donna più giovane”
“E tu sei impegnato?
“No, al momento non voglio avere legami, preferisco divertirmi…”
“…e l’Università, mi pare avessi abbandonato all’inizio…?
“Si, avevo necessità di soldi per cui ho preferito consolidare la professione di elettricista ed entrare subito nel mondo del lavoro mettendomi in proprio dopo una breve esperienza come dipendente in una società del settore. E tu invece sempre nella filiale centrale?”
“Si, ho sempre rifiutato trasferimenti e quindi rinunciato ad una poco probabile carriera per rimanere vicino casa”
Continuammo a discutere del più e del meno, del suo lavoro e dei nostri hobby. Durante la conversazione notai che spesso mi guardava il seno: la maglietta in effetti era un po’ aderente e il reggiseno pompava i miei seni un po’ in alto contribuendo a gonfiare la maglia. Questa cosa mi piaceva, era come sentirsi desiderata; così, in preda a questa euforia, decisi maliziosamente di metterlo alla prova e capire se anche il mio fondoschiena era di suo interesse: mi alzai con l’intento di lavare le tazzine e gli diedi le spalle osservando da uno specchio poco distante se il suo sguardo finiva sul mio culo. E così fu’! Wow come mi sentivo eccitata! Loris era un ragazzo assai carino e il solo pensare di essere desiderata suscitava in me pensieri sconci. Tuttavia poteva essere mio figlio e questo frenava i miei istinti di donna in astinenza.
“Loris, se posso approfittare avrei qualche piccolo lavoretto da fare sul mio impianto di casa, se mi lasci il numero di telefono ti invio un messaggio WhatsApp nei prossimi giorni e concordiamo un incontro…”
“Va bene, questo è il mio biglietto, non appena mi chiami registro il tuo numero di telefono, e in ogni caso mi farebbe piacere rivederti per un’altra gradevole chiacchierata”
Ci salutammo, e questa volta fui io a guardare il suo gran bel sedere mentre usciva di casa e si avviava per le scale. Quella sera, come tante altre, mi ritrovai a sgrillettarmi di fronte a un video porno scaricato dalla rete, non facevo altro che fantasticare su Loris e anche quando reprimevo questa mia fantasia il suo volto continuava ad apparire davanti al mio, mentre mi scopava furiosamente. Dopo aver raggiunto l’orgasmo mi vennero i sensi di colpa, o meglio mi guardavo allo specchio e mi vergognavo per i miei pensieri sconci: si trattava di un amico di Marco, un ragazzo che praticamente avevo visto crescere dai tredici anni in poi.
Pochi giorni dopo lo contattai e sulla base dei miei e dei suoi impegni lavorativi fissammo un appuntamento di lavoro.
Era un venerdì pomeriggio, io avevo smontato da lavoro alle 14.00 e lui aveva chiuso in mattinata un lavoro importante e si era liberato da altri impegni. Non so che cosa mi prese, ma anziché comportarmi razionalmente seguendo la mia coscienza pudica, non appena rientrai mi misi in libertà indossando dei mini-shorts elasticizzati che mettevano in bella evidenza le natiche lasciandole anche un po’ scoperte e una canottiera anch’essa aderente senza reggiseno. L’eccitazione per il suo arrivo mi aveva fatto inturgidire i capezzoli che risaltavano vergognosamente nel tessuto della canotta: quando me ne resi conto era troppo tardi il campanello suonò e non ebbi il tempo di andare a cambiarmi.
“Buon pomeriggio, Claudia!”
“Ciao Loris, vieni accomodati…”
Cazzo! I suoi occhi furono subito catturati dalle mie tette: come potevo essere stata così stupida? La mia mise da perfetta maiala era come un invito a scoparmi!
Inizialmente fece finta di niente concentrandosi sul lavoro e sulle piccole migliorie da fare man mano che lo accompagnavo per l’appartamento. Alcune cose le sistemò subito mentre per altre sarebbe dovuto ritornare dopo aver approvvigionato il materiale necessario.
Per tutto il tour della casa con la sottoscritta che faceva strada, i suoi genitali stavano sicuramente scoppiando dentro le mutande soprattutto quando ci ritrovammo in camera da letto e sotto il letto Loris intravide un fallo in silicone (cazzo! Che figura di merda! …ecco dove era finito!!!):
“Wow! Ti dai proprio da fare in tutti i sensi cara Claudia! Sei proprio uno spettacolo, hai un fisico bestiale…è impossibile ignorare le tue forme, e poi questi capezzoli sembra stiano comunicando qualcosa…”
Con quest’ultima imbarazzante affermazione Loris aveva preso il mio capezzolo sinistro tra le sue dita premendo delicatamente. Oddio!!! Ero oscenamente bagnata! Ma che cavolo stavo combinando: fantasia si, tutta quella che volevo, ma a quel punto si stava andando oltre.
“...ehm si, stavo per cambiare maglietta ma poi sei arrivato tu e …non ho fatto in tempo…”
Loris si avvicino al mio orecchio e bisbigliò:
“Bugiarda! Volevi mostrarmi le tue prosperose forme, forse eri anche combattuta se farlo o meno, ma poi me le hai spiattellate in faccia”
Così dicendo prese anche il capezzolo destro con l’altra mano, questa volta stringendo lievemente.
La fantasia diventava realtà, ero eccitatissima come da tanto tempo non mi capitava, chiusi gli occhi godendomi quel momento e subito dopo sentii le sue labbra sopra le mie. Un bacio dolce iniziale si trasformava in qualcosa di più spinto con le nostre lingue infuocate che si incrociavano dentro e fuori dalla bocca. Nel frattempo mi tirava a sé sempre stringendo i capezzoli fino al limite della sopportazione. Poi si staccò dalla mia bocca ma non dai capezzoli e continuò a sussurrare:
“Lo sai che sei vestita come una zoccola?”
“Si, lo so”
Rispondevo con un filo di voce.
“…e perché mi aspettavi vestita così?”
“…ehm, perché …”
“Forza di la verità altrimenti continuo a stringere!”
“Ok, volevo fare colpo su di te, sei un bel ragazzo…”
“Ah, così va meglio!”
Mollò la presa sui capezzoli e riprese a baciarmi con trasporto. Io tenevo sempre gli occhi chiusi e rispondevo al bacio con la stessa foga, mentre le sue mani afferravano i miei glutei stringendoli fortemente e tirandoli prima verso l’esterno e poi contemporaneamente verso l’alto con l’intento di aprirmi la passera.
Cavolo quanto ero eccitata! la mia passera era un lago e Loris se ne sarebbe accorto molto presto.
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