La svolta - Capitolo 12

di
genere
dominazione

Finalmente liberai la bocca da quell’impasto divenuto sempre più denso e riempii il bicchiere fino a un quarto della sua capacità.
Romeo quindi si rivolse ad Ettore:
“Credo sia arrivato il momento di brindare!”
Ognuno prese la propria bottiglia di birra ed Ettore rivolgendosi a me:
“Prendi il tuo bicchiere Barbara, brinderai con noi, ma devi sorseggiare e ingoiare lentamente”
Era arrivato il momento! Per darmi forza non osai guardare il miscuglio che si era formato dentro il bicchiere.
Mandai giù, sorso dopo sorso, contenendo a fatica ogni conato di vomito: ce l’avevo fatta!!!
Ettore era sorridente e soddisfatto dei miei progressi; questo mi rallegrava e mi dava energia per continuare, perché sapevo bene che sia Ettore che Romeo non si erano ancora svuotati... Nell’arco di tempo in cui andai a fare una doccia (ero sudicia da far schifo!) Stefano, Giulio e Franco andarono via lasciandomi in compagnia di Ettore e del padrone di casa, Romeo: loro entrambi vestiti ed io completamente nuda in attesa che il tubino e l’intimo asciugassero.
Si erano fatte le 22.30 quando Romeo fece qualche bistecca in padella e finalmente mangiai qualcosa, avevo pranzato con Ettore al ristorante e, oltre ad essere stanchissima, avevo una fame da lupi! Dovevo recuperare le energie e a conti fatti me ne servirono proprio, perché Ettore e Romeo mi lavorarono per altre due interminabili ore! Inutile dilungarsi in dettagli, ma mi scoparono e mi incularono a turno alternandosi e non dandomi tregua: uno dei miei buchi era costantemente occupato. Poi iniziarono le doppie penetrazioni, uno in vagina e l’altro in culo: si scambiavano con una cadenza talmente regolare da farmi pensare che i due dovessero conoscersi da parecchio, visto il feeling a dir poco perfetto che si manifestava durante gli amplessi: quando uno entrava in un canale l’altro usciva, e quando volevano intensificare l’azione per farmi venire, entravano contemporaneamente spingendo i loro uccelli fino a fine corsa. A parte le mie grida di piacere, nella stanza riecheggiavano le esternazioni di Romeo che si esaltava parecchio quando schizzavo in preda ad un orgasmo, infatti ridacchiava e continuava a ripetermi che “pisciavo la mia sborra sul suo cazzo”. Mi hanno fatto raggiungere l’orgasmo veramente tante volte e ho goduto da matti, benché il sedere mi bruciasse da piangere… Alle due del mattino mi trovavo distesa sul letto completamente nuda e senza la minima intenzione di alzarmi, così anche Ettore da una parte e Romeo dall’altra, che stavano rifiatando dopo la lunga cavalcata. Entrambi erano venuti direttamente nella mia bocca, si erano assicurati che tutto il loro seme fosse finito nel mio stomaco e si erano fatti ripulire i propri membri con un doppio pompino. Le lenzuola erano zuppe, probabilmente anche il materasso doveva essere bagnato.
Era notte fonda quando ci salutammo con Romeo:
“Sei una troia eccezionale, spero ci siano altre occasioni in futuro perché mi piacerebbe ospitarti per un intero weekend…avrei molte altre fantasie da farti sperimentare…pensa che da poco ho comprato diverse corde…”
“Forse, ci rincontreremo…”
Trascorremmo il viaggio di ritorno senza che io ed Ettore scambiassimo una parola: eravamo stanchi e comunque era iniziata la pausa di riflessione.
Verso le tre del mattino aprii la porta di casa, pensando che Fabio stesse dormendo, feci tutto nel massimo silenzio e mezzora dopo andai a letto facendo luce con la torcia dello smartphone. Dopo tanti anni passati insieme, mi accorsi subito che Fabio non era addormentato, ma che faceva finta: sapevo bene che il mio rientro a notte fonda lo aveva tenuto sveglio causandogli l’insonnia.
Al mattino, ancora pesantemente assonnati ci stavamo preparando freneticamente per andare a lavoro; avevamo le facce gonfie e non parlammo più di tanto, avremo discusso alla sera. A scuola ero uno zombi! Dovetti prendere una aspirina per far passare il mal di testa e a metà mattina andai in bagno per cospargermi una crema antinfiammatoria nell’ano: facevo fatica anche a sedermi, mi sentivo il culo aperto come quando si è in presenza di emorroidi.
La fine delle lezioni fu una liberazione! In quel momento mi fu chiaro che l’intensa vita sessuale che poteva aspettarmi con Ettore non mi avrebbe consentito di continuare ad insegnare e probabilmente avrei dovuto accettare la sua proposta di lavoro.
Alle cinque del pomeriggio dopo aver riposato per due orette, io e Fabio ci ritrovammo uno di fronte all’altro per chiarire la nostra situazione e decidere del nostro futuro.
“Ieri ti ho aspettato fino a notte fonda…non me la sento di passare altre notti così! Posso immaginare quello che ti hanno fatto fare, non so con quanti uomini sei stata ma le corna me le sento tutte!”
“Mi dispiace che tu abbia atteso il mio rientro, ti era stato detto che sarei rientrata in nottata e non era la prima volta che tornavo tardi…solo che questa volta non eri in compagnia di una di quelle due zoccole e …se proprio vuoi parlare di corna… credo che anche tu ti sia divertito…”
“Ok, va bene, va bene… la cosa è reciproca, ma credo che tu abbia esagerato: inizialmente doveva essere Ettore da una parte e le due porcone dall’altra, e poi? … che cosa è successo? Per esempio, ieri con quanti uomini te la sei fatta?”
“E tu pensi ci sia differenza? Uno, due, tre partners, sempre di scopate e tradimenti si parla! Comunque se proprio lo vuoi sapere, ieri sono stata con sei uomini diversi, compreso Ettore”
“Cazzo! Che puttana sei diventata!”
“O forse lo sono sempre stata, se così vuoi chiamarmi…invece tu come ti sentivi quando le due vacche ti facevano sborrare???”
Un breve periodo di silenzio spezzò la nostra discussione. Ci calmammo un po’ dopo esserci sfogati.
“Mi ami ancora Barbara?”
“Non lo so! So che ti voglio ancora bene, ma forse non ti amo più da molto prima che iniziasse questa esperienza”
“Lo immaginavo… anch’io provo il tuo stesso sentimento, credo che la passione tra noi due sia finita da tempo. Speravo che dall’ingresso in quella mostra d’arte qualcosa sarebbe potuta cambiare e che questa esperienza sarebbe stata la chiave per uscire dalla crisi, crisi che nessuno di noi due ha mai ammesso di esistere…invece…”
La nostra relazione si stava chiudendo, e nonostante tutto mi dispiaceva e mi veniva da piangere ripensando ai tanti anni passati insieme.
“Sinceramente devo dirti che alcune situazioni che mi vedevano sottomesso mi sono piaciute molto e che in certi casi mi sono sentito sessualmente appagato, come da tanto tempo non accadeva!”
“Beh, io mi vergogno un po’, ma più mi sentivo dominata e più godevo! Sono arrivata a fare cose che non ho nemmeno il coraggio di raccontare…posso soltanto dire che dopo aver fatto certe esperienze mi sono sentita meglio, soddisfatta e felice!”
Continuammo a scambiarci qualche altra impressione e bevemmo del mirto, quindi Fabio mi disse che aveva affittato temporaneamente un appartamento vicino alla biblioteca e che si sarebbe trasferito li, già da quella sera, in attesa di una sistemazione definitiva. Io potevo rimanere in quello che fino a quel momento era stato il nostro appartamento, in attesa di decidere quale fosse stata la mia destinazione. In settimana avrebbe trasferito tutti i suoi effetti personali.
Nelle due settimane successive mi concentrai sul lavoro per chiudere l’anno scolastico nel modo più professionale possibile. In quei giorni presi piena coscienza di quello che realmente volevo: mi mancava Ettore e mi mancava il suo farmi sentire sottomessa. Nei pomeriggi e alla sera mi masturbavo con qualsiasi oggetto avevo a disposizione fino a raggiungere orgasmi esplosivi. Trascorsa la prima settimana, durante la quale curai l’infiammazione anale procurata dagli eccessi di sesso con Ettore e amici, nella seconda settimana ripresi a chiudermi il sedere con plug sempre più grossi: volevo ritornare da Ettore pronta, con il buco del culo aperto e predisposto alle sue sodomizzazioni. Questa “preparazione” mi faceva sentire porca e allo stesso tempo fiera di essere la donna che stavo diventando, perché sapevo che il mio percorso si sarebbe inoltrato in sentieri sempre più perversi. Circa quindici giorni dopo il nostro ultimo incontro arrivò la telefonata di Ettore: lo stato di sottomissione passava anche da questo, io non potevo chiamarlo, ma dovevo attendere la sua chiamata.
“Buongiorno Barbara! Come stai?”
“Buongiorno Ettore! Sto bene grazie, e attendevo con impazienza la tua chiamata!”
“Bene! Allora la tua fica è mia?”
“Si, è tua. Io e Fabio ci siamo lasciati”
“Ottimo! Nel primo pomeriggio devo sbrigare un po’ di faccende, ma più tardi possiamo vederci…stai sempre nel tuo appartamento?”
“Si, mi raggiungi tu?”
“Certo! Fatti trovare in biancheria intima sexy, perfettamente depilata come sai, oliata completamente fin dentro il buco del culo e con un bel plug anale…mi raccomando bello grosso da faticare a toglierlo. Ci divertiremo un po’ e poi ti porto a cenare in un ottimo ristorante, dove lavora un mio amico cuoco di colore con trenta centimetri di cazzo.”
Non appena chiuse mi ritrovai a fantasticare…santo cielo! Ero proprio cambiata: il solo pensiero di avere tra le mani un grosso bastone nero mi eccitava tantissimo! …e poi non ero mai stata con un uomo di colore e probabilmente sarebbe stato il primo di una lunga serie, perché Ettore mi avrebbe sicuramente fatta aprire per bene da quei grossi uccelli che avevo potuto ammirare solo in qualche film porno.
Mi preparai alla perfezione: dapprima perfezionai la depilazione su tutto il corpo e in special modo sulla mia passera rendendola perfettamente liscia. Poi mi cosparsi completamente di olio, ero talmente affamata di cazzo, avendo trascorso due settimane senza uomo o meglio senza Ettore, che utilizzai un dildo per spingere l’olio dentro i miei due canali. Successivamente passai al trucco, aggressivo ma non troppo, usai del rossetto ad hoc per avere delle labbra rosso fuoco, e applicai dello smalto rosso alle dita delle mani e dei piedi.
Quindi indossai una lingerie nera: un reggiseno a balconcino, che metteva in risalto i miei grossi seni, un perizoma, un reggicalze con calze velate trasparenti e un paio di scarpe con tacco dodici. Quando mi osservai allo specchio rimasi colpita da quanta carica sexy emanavo e quanto avessi l’aspetto di una porca pronta a prendere tanti tanti cazzi. E infine il plug anale: l’allenamento dei giorni precedenti mi consentì di sceglierne uno molto grosso con il gioiello rosso che avrebbe risaltato sotto il tessuto scarso del perizoma.
Un fremito di eccitazione percorse tutta la mia schiena quando Ettore arrivò alla porta e suonò il campanello.
Aprii la porta con quella mise da capogiro e vidi immediatamente gli occhi di Ettore che si illuminarono.
“Wow!! Cazzo quanto sei fica e …che porca!!! Non vedo l’ora di strapazzarti per far sciogliere tutto il trucco e strapparti la biancheria di dosso mentre ti inculo e ti percuoto le chiappe!”
“Non vedo l’ora anch’io…”
Ci scambiammo un bacio lungo e appassionato, quindi Ettore prese qualcosa da un sacchetto di carta:
“Per impreziosire la tua bellezza e anche per ricordarti che sei la mia cagna, ti ho portato un paio di orecchini speciali, una cavigliera che rivela chi sei e una collana che indica l’appartenenza”.
Gli orecchini erano caratterizzati dal classico cerchietto con appeso un simbolo fallico, la cavigliera riportava la scritta “troia” e la collana aveva un ciondolo raffigurante la lettera “E” stilizzata”. Quegli ornamenti gli avrei messi più tardi e sarebbero stati in bella vista.
Continua…
di
scritto il
2022-09-05
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