Prima volta cornuto - Umiliato dalla cameriera
di
iosonoimmaginario
genere
dominazione
Rimango in piedi qualche secondo, senza sapere bene cosa fare, in imbarazzo, aspettando una tua parola. Tu invece sei tranquillo, mi lasci lì così, finché fai un cenno, "Siediti."
Io stupidamente ringrazio, è già chiara la dinamica fra noi due, proprio come nelle nostre chat. Tu sei quello che si farà mia moglie ma sono io quello che ti ringrazia, desideroso e grato con te per poter finalmente vivere questa esperienza.
Rimani in silenzio ed io ancora una volta non so come comportarmi, e per rompere il ghiaccio ti ringrazio di nuovo. "La ringrazio per essere venuto all'incontro."
"Non manco mai alla parola data."
"Si, certo, non intendevo…"
"Non importa, sei agitato, lo capisco. Per te è la prima volta, e stai incontrando l'uomo che si scoperà tua moglie. Un po' di nervosismo è comprensibile, non preoccuparti."
"Si, mi scusi…"
"Mi scusi, signor Diego."
Ci metto un attimo a capire.
"Si, mi scusi, Signor Diego."
“Perlomeno sei arrivato in orario. Ti ho riconosciuto subito, per via delle foto.”
Arrossisco, ripensando al tipo di immagini che hai voluto ti mandassi, prima di acconsentire all’incontro.
“E li’ sotto? C’hai gia’ il cazzo in tiro per l’eccitazione, come negli scatti che mi hai inviato?”
Aumenta ancora l’imbarazzo, mi volto per sincerarmi che non ci sia nessuno nel locale che ci stia ascoltando. “Ecco…”
“Non essere imbarazzato, non c'è da vergognarti. O forse si, che uomo sei che ti diventa duro quando pensi a tua moglie che scopa e ti fa le corna?”
“...”
"Dai che è facile. Sei un cornuto. E non solo, visto che la cosa ti eccita, non è vero?"
Arrossisco dalla vergogna, ci hai messo davvero un attimo ad umiliarmi. Per fortuna si avvicina la cameriera, giovane e sorridente. Indulgo ad osservarla per qualche secondo, e’ carina. Indossa una mini attillata, la camicetta aperta sulla generosa scollatura che lascia intravedere il reggiseno bianco.
“Signor Diego, le porto qualcosa da bere?”
“Ciao Simona. Una piccola chiara va benissimo. Anche qualche stuzzichino, per favore, rimarremo qua un po’ a fare quattro chiacchiere."
“Certamente. E per il suo amico?”
“Lui e’ Marco, di cui ti parlavo prima. Quello con la moglie che vuole farsi una bella scopata.”
“Ah, e’ lui. Ma e’ un tipo carino. Che cos’ha, il cazzo moscio?”
“Ahah, sei sempre la solita impertinente! Non prendere in giro il cornuto, e’ gia’ abbastanza in imbarazzo cosi’.”
Mentre scherzate le cingi la vita, e poi scendi lentamente con la mano, ad accarezzarle il culetto. Io non posso fare a meno di seguire con gli occhi il tuo movimento, che la cameriera sembra accettare con disinvoltura.
“Beh, e’ lui lo sfigato con le corna, io che colpa ne ho?”
“Devi sapere, Simona, che per alcuni uomini e’ eccitante, mostrare la propria moglie, ed offrirla agli amici. Non sono in tanti, ma qua abbiamo un classico esempio, non e’ vero Marco? Non vuoi farti scopare tua moglie dagli amici?”
Tu continui ad accarezzare il culo di Simona, io non so bene cosa rispondere, e mi limito a dire la verità'. “Si…”
“Simona, a Marco porta un po’ d’acqua, mi sembra molto accaldato. E senti come parla sottovoce, forse ha la gola secca.”
“Perfetto, faccio in un attimo.”
Rubo un’ultima occhiata al culo di Simona mentre torna al banco, quando mi volto tu ridacchi.
“Non male eh?”
“Si’, proprio carina.”
“Mi riferivo al suo culo.”
“E’ molto bello, sexy, le dona la mini.”
“Ti piacerebbe toccarglielo, come ho fatto io?”
Arrossisco ancor di più, se possibile. “Beh, certo, e’ molto attraente, mi piacerebbe.”
“E allora perche’ non glielo chiedi?”
Simona ha fatto veloce, spillata la tua piccola ce la porta assieme al mio bicchier d’acqua.
“Ecco a voi, ora torno con qualcosa da sgranocchiare.”
“Grazie Simona. Marco qua voleva chiederti una cosa.”
La cameriera si ferma e si volta verso di me. Mi guarda. Io esito.
“Si? Cosa c’e’?”
“Forza, non essere timido. Chiedile quello che mi hai appena confidato. Simona non morde, al massimo ti rifila un ceffone.”
“Mi scusi, mi chiedevo… Potrei toccarle anch’io il culo, per favore?”
“Ah-ah, che maiale! Certo che no! Ci siamo conosciuti da due minuti, per chi mi hai preso? E poi a me piacciono gli uomini come Diego, che sanno come ottenere quello che vogliono, senza bisogno di chiedere per favore. Dai cornuti come te il culo non me lo faccio toccare.”
Mi parla e mi guarda con disprezzo, facendo l'offesa.
“Mi scusi…”
Tu scoppi a ridere. “Dai, poteva andarti peggio. Almeno non ti ha preso a schiaffi. Grazie Simona, e perdona il mio amico, e’ un po’ confuso oggi con tutta questa eccitazione che si ritrova addosso. Trovera’ il modo di farsi perdonare.”
Sono mortificato, ma tu non ti fermi, ed ogni volta che torna Simona a portarci qualcosa non fai mancare una battutina per umiliarmi ancora di più di fronte a lei, che sta al gioco e rincara la dose.
Intanto al tavolo mi fai domande su mia moglie, sui suoi gusti sessuali, su come si veste, sulle sue abitudini, sulle sue fantasie.
Ed intanto organizzi il nostro futuro incontro a tre. Ti inviteremo a cena, a casa nostra. Mi descrivi cosa dovra’ indossare Silvia, come dovremo comportarci quando ti accogliamo. Mi ripeti più volte se mi e’ tutto chiaro, e mi dici che se voglio proseguire le cose dovranno andare esattamente come vuoi tu.
“Ma cosa dico a Silvia, che si deve preparare a…?”
“A cosa?”
“... Ad essere scopata?”
“Vedremo. Se mi piace, e se si comportera’ correttamente, facendomi capire chiaramente quanto vuole il mio cazzo. Capisci?”
“Si, ho capito.”
“Ottimo. Abbiamo chiacchierato abbastanza. Per farti perdonare da Simona lascia qua sul tavolino 50 euro di mancia. E vai al banco a saldare il conto. E gia’ che ci sei aggiungici un'altra media. Scusati ancora con lei tenendo lo sguardo basso, a terra, e cerca di non guardarle le tette. Chiaro?”
“Si, va bene.”
Cerco il contante nel portafogli e lo lascio al nostro tavolo mentre faccio per alzarmi.
“Da quel che ti conosco, sarai molto eccitato. Mi sbaglio?"
"È vero signor Diego, non sbaglia."
"E allora quando torni in macchina ti fai una sega sborrandoti nelle mutande, pensando a quanto e’ appena successo e a cosa faro’ a tua moglie. Quando stasera arrivi a casa le racconterai tutto. Di come ci siamo conosciuti, e di questo incontro. E le dirai di avere le mutande tutte sporche di sborra per la sega che ti sei fatto in macchina. Poi le spieghi per bene come prepararsi per la nostra cena a tre. Ora vai, ci vediamo venerdì."
Riprendi il giornale in mano, e non fai più caso a me. Sembriamo tornati a quando sono arrivato al bar, io li in piedi con te seduto al tavolino. Ed ancora una volta, scioccamente, non trovo di meglio che ringraziarti.
“Grazie dell’incontro Signor Diego, a venerdi’.”
Vado da Simona, le chiedo scusa. Lei neanche risponde, e allora pago, e vado in macchina a segarmi.
(Continua. Per suggerimenti e due chiacchiere mi trovate a iosonoimmaginario @ protonmail.me
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Io stupidamente ringrazio, è già chiara la dinamica fra noi due, proprio come nelle nostre chat. Tu sei quello che si farà mia moglie ma sono io quello che ti ringrazia, desideroso e grato con te per poter finalmente vivere questa esperienza.
Rimani in silenzio ed io ancora una volta non so come comportarmi, e per rompere il ghiaccio ti ringrazio di nuovo. "La ringrazio per essere venuto all'incontro."
"Non manco mai alla parola data."
"Si, certo, non intendevo…"
"Non importa, sei agitato, lo capisco. Per te è la prima volta, e stai incontrando l'uomo che si scoperà tua moglie. Un po' di nervosismo è comprensibile, non preoccuparti."
"Si, mi scusi…"
"Mi scusi, signor Diego."
Ci metto un attimo a capire.
"Si, mi scusi, Signor Diego."
“Perlomeno sei arrivato in orario. Ti ho riconosciuto subito, per via delle foto.”
Arrossisco, ripensando al tipo di immagini che hai voluto ti mandassi, prima di acconsentire all’incontro.
“E li’ sotto? C’hai gia’ il cazzo in tiro per l’eccitazione, come negli scatti che mi hai inviato?”
Aumenta ancora l’imbarazzo, mi volto per sincerarmi che non ci sia nessuno nel locale che ci stia ascoltando. “Ecco…”
“Non essere imbarazzato, non c'è da vergognarti. O forse si, che uomo sei che ti diventa duro quando pensi a tua moglie che scopa e ti fa le corna?”
“...”
"Dai che è facile. Sei un cornuto. E non solo, visto che la cosa ti eccita, non è vero?"
Arrossisco dalla vergogna, ci hai messo davvero un attimo ad umiliarmi. Per fortuna si avvicina la cameriera, giovane e sorridente. Indulgo ad osservarla per qualche secondo, e’ carina. Indossa una mini attillata, la camicetta aperta sulla generosa scollatura che lascia intravedere il reggiseno bianco.
“Signor Diego, le porto qualcosa da bere?”
“Ciao Simona. Una piccola chiara va benissimo. Anche qualche stuzzichino, per favore, rimarremo qua un po’ a fare quattro chiacchiere."
“Certamente. E per il suo amico?”
“Lui e’ Marco, di cui ti parlavo prima. Quello con la moglie che vuole farsi una bella scopata.”
“Ah, e’ lui. Ma e’ un tipo carino. Che cos’ha, il cazzo moscio?”
“Ahah, sei sempre la solita impertinente! Non prendere in giro il cornuto, e’ gia’ abbastanza in imbarazzo cosi’.”
Mentre scherzate le cingi la vita, e poi scendi lentamente con la mano, ad accarezzarle il culetto. Io non posso fare a meno di seguire con gli occhi il tuo movimento, che la cameriera sembra accettare con disinvoltura.
“Beh, e’ lui lo sfigato con le corna, io che colpa ne ho?”
“Devi sapere, Simona, che per alcuni uomini e’ eccitante, mostrare la propria moglie, ed offrirla agli amici. Non sono in tanti, ma qua abbiamo un classico esempio, non e’ vero Marco? Non vuoi farti scopare tua moglie dagli amici?”
Tu continui ad accarezzare il culo di Simona, io non so bene cosa rispondere, e mi limito a dire la verità'. “Si…”
“Simona, a Marco porta un po’ d’acqua, mi sembra molto accaldato. E senti come parla sottovoce, forse ha la gola secca.”
“Perfetto, faccio in un attimo.”
Rubo un’ultima occhiata al culo di Simona mentre torna al banco, quando mi volto tu ridacchi.
“Non male eh?”
“Si’, proprio carina.”
“Mi riferivo al suo culo.”
“E’ molto bello, sexy, le dona la mini.”
“Ti piacerebbe toccarglielo, come ho fatto io?”
Arrossisco ancor di più, se possibile. “Beh, certo, e’ molto attraente, mi piacerebbe.”
“E allora perche’ non glielo chiedi?”
Simona ha fatto veloce, spillata la tua piccola ce la porta assieme al mio bicchier d’acqua.
“Ecco a voi, ora torno con qualcosa da sgranocchiare.”
“Grazie Simona. Marco qua voleva chiederti una cosa.”
La cameriera si ferma e si volta verso di me. Mi guarda. Io esito.
“Si? Cosa c’e’?”
“Forza, non essere timido. Chiedile quello che mi hai appena confidato. Simona non morde, al massimo ti rifila un ceffone.”
“Mi scusi, mi chiedevo… Potrei toccarle anch’io il culo, per favore?”
“Ah-ah, che maiale! Certo che no! Ci siamo conosciuti da due minuti, per chi mi hai preso? E poi a me piacciono gli uomini come Diego, che sanno come ottenere quello che vogliono, senza bisogno di chiedere per favore. Dai cornuti come te il culo non me lo faccio toccare.”
Mi parla e mi guarda con disprezzo, facendo l'offesa.
“Mi scusi…”
Tu scoppi a ridere. “Dai, poteva andarti peggio. Almeno non ti ha preso a schiaffi. Grazie Simona, e perdona il mio amico, e’ un po’ confuso oggi con tutta questa eccitazione che si ritrova addosso. Trovera’ il modo di farsi perdonare.”
Sono mortificato, ma tu non ti fermi, ed ogni volta che torna Simona a portarci qualcosa non fai mancare una battutina per umiliarmi ancora di più di fronte a lei, che sta al gioco e rincara la dose.
Intanto al tavolo mi fai domande su mia moglie, sui suoi gusti sessuali, su come si veste, sulle sue abitudini, sulle sue fantasie.
Ed intanto organizzi il nostro futuro incontro a tre. Ti inviteremo a cena, a casa nostra. Mi descrivi cosa dovra’ indossare Silvia, come dovremo comportarci quando ti accogliamo. Mi ripeti più volte se mi e’ tutto chiaro, e mi dici che se voglio proseguire le cose dovranno andare esattamente come vuoi tu.
“Ma cosa dico a Silvia, che si deve preparare a…?”
“A cosa?”
“... Ad essere scopata?”
“Vedremo. Se mi piace, e se si comportera’ correttamente, facendomi capire chiaramente quanto vuole il mio cazzo. Capisci?”
“Si, ho capito.”
“Ottimo. Abbiamo chiacchierato abbastanza. Per farti perdonare da Simona lascia qua sul tavolino 50 euro di mancia. E vai al banco a saldare il conto. E gia’ che ci sei aggiungici un'altra media. Scusati ancora con lei tenendo lo sguardo basso, a terra, e cerca di non guardarle le tette. Chiaro?”
“Si, va bene.”
Cerco il contante nel portafogli e lo lascio al nostro tavolo mentre faccio per alzarmi.
“Da quel che ti conosco, sarai molto eccitato. Mi sbaglio?"
"È vero signor Diego, non sbaglia."
"E allora quando torni in macchina ti fai una sega sborrandoti nelle mutande, pensando a quanto e’ appena successo e a cosa faro’ a tua moglie. Quando stasera arrivi a casa le racconterai tutto. Di come ci siamo conosciuti, e di questo incontro. E le dirai di avere le mutande tutte sporche di sborra per la sega che ti sei fatto in macchina. Poi le spieghi per bene come prepararsi per la nostra cena a tre. Ora vai, ci vediamo venerdì."
Riprendi il giornale in mano, e non fai più caso a me. Sembriamo tornati a quando sono arrivato al bar, io li in piedi con te seduto al tavolino. Ed ancora una volta, scioccamente, non trovo di meglio che ringraziarti.
“Grazie dell’incontro Signor Diego, a venerdi’.”
Vado da Simona, le chiedo scusa. Lei neanche risponde, e allora pago, e vado in macchina a segarmi.
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