La vera storia di CLAUDIA (la pista)
di
Occhi di Smeraldo
genere
etero
Claudia ha sempre avuto la passione per l’atletica, ma il suo impegno agonistico non l’ha mai portata ai vertici delle classifiche nazionali. Si allena tutti i giorni nella sua specialità: il salto in alto.
Il mio campo da tennis è accanto alla pista di atletica dove Claudia corre.
Ormai la conosco da qualche mese, ma e guardarla ora d’estate, quando in pista indossa sempre dei pantaloncini attillati cortissimi, che le coprono a stento le chiappe compatte, è uno spettacolo da non perdere: la stoffa elasticizzata finisce un bel po’ sopra la curva delle natiche, come una brasiliana, lasciando scoperti i glutei rotondi visibilmente tonici. Le cosce lunghe e definite scattano con un’ampia falcata. I pantaloncini hanno tutti la vita bassa, un vezzo sexy forse poco sportivo, ma a Claudia piace farsi guardare gli addominali che sbucano da sopra il pube appena coperto: le due fasce parallele verticali sono talmente evidenti da creare un solco che d’estate è coperto da goccioline di sudore che scorrono fermandosi sull’elastico dei minipants. Lo stesso accade per i dorsali divisi su cui faccio scorrere lo sguardo sempre più in basso fino ad immaginare come si congiungono tra le chiappe, eccitandomi quel tanto che basta a farmelo venire un po’ duro. Porta sempre reggiseni sportivi troppo stretti che fanno sembrare piccolo il suo seno aggraziato, ma in compenso sono sottili e lasciano così sempre intravedere i suoi capezzoli perennemente gonfi.
La vedo arrivare in tuta, sul suo scooter scassato, e qualche volta ci siamo incrociati a bordo pista, lei ansante ed io sudato: scambiamo chiacchere da sportivi, ma sguardi intensi.
Claudia tiene sempre i capelli neri con un elastico in una coda alta e compatta e le mette in evidenza la fronte ampia e gli occhi luminosi che però tiene spesso aggrottati per concentrarsi prima dei salti. Allora tiene anche le labbra sottili serrate in una buffa smorfia. Sorride ai miei scherzi: ha un sorriso timido in contrasto con il suo bel corpo sempre così esposto, impudicamente in mostra.
In questi giorni non riesco più a giocare concentrato: vederla saltare e ricadere con il culo così in bella mostra è una droga.
Ho deciso di chiederle di uscire, così, mentre mi avvio verso gli spogliatoi, l’avvicino con un bel sorriso e le propongo di vederci più tardi per bere un aperitivo in un locale che ha aperto all’inizio dell’estate.
Lei non lo conosce così, per vedere com’è il locale, accetta. Se ne va appollaiata sul sedile dello scooter con il borsone tra le gambe.
A casa mi preparo con cura, facendomi una lunga doccia, radendomi di nuovo ed indossando una bella camicia.
Sono in anticipo e forse anche un po’ nervoso. Penso che dalla fretta che non ho nemmeno parcheggiato bene l’auto.
Eccola che arriva: vestita sempre molto semplicemente in maglietta, jeans e sneakers.
Certo è che con il suo fisico snello e allenato i jeans stretti riescono lo stesso ad evidenziare i muscoli sporgenti delle natiche, che fanno per giunta capolino dalla vita bassissima dietro, e la maglietta grigia è corta lasciando un’ampia parte degli addominali a tartaruga bene in vista inoltre scoperti dalla vita bassissima davanti.
Il seno giovane e sodo è libero senza reggipetto e si intravede bene sotto la maglietta attillata.
Mi verrebbe voglia di toccarla per vedere quanto è tonica.
Il locale all’aperto è simpatico, con tanta gente e musica.
Con due bottiglie di birra in mano ci avviamo verso i tavoli. Lei mi cammina davanti e non posso a meno di guardarle lo spacco delle natiche che sbuca dai pantaloni: ha proprio due chiappe sode. Sceglie una posizione un po’ appartata, perché qui la musica è meno forte anche se, in effetti, è forte anche qui.
È senza un filo di trucco, come sempre, e porta sempre i capelli raccolti in una coda decretando che è una sportiva anche nella vita di tutti i giorni.
Mi racconta degli allenamenti incessanti, della dieta attentissima e dei sacrifici che le hanno precluso una vita privata soddisfacente. I ragazzi non riescono a starle accanto, perché ha poco tempo per loro e dopo un po’ si stufano.
Confesso che la trovo un pochino noiosa e vacua visto che non parla d’altro che di sé e di sport.
Ma ormai sono in ballo e i suoi addominali mi distraggono continuamente.
Non so se lei li metta in mostra apposta sta di fatto che sono sempre in bella vista.
Mi sto lievemente stufando di star qua a dire banalità, ma per fortuna è lei che mi dice che non ne può più di questa musica forte e della gente così rumorosa. Pago e ci avviamo a piedi per le strade del centro.
Il tenore della conversazione è sempre monotono e quando lei mi chiede di accompagnarla al parcheggio ho due pensieri contrapposti: da una parte sono quasi contento che se ne vada a casa, perché la conversazione era scialba, ma dall’altra non mi sarebbe dispiaciuto affatto mettere le mani sul suo bel culo stretto e duro da atleta.
Arrivato al suo scooter sto per salutarla quando mi dice che è meglio andare a bere qualcos’altro da lei e non fuori, perché non vuol guidare quando ha bevuto troppo.
La seguo in macchina e cerco di immaginami come possa evolversi la serata: lei è stata carina, ma senza dimostrazioni di grande interesse nei miei confronti.
Sono incerto se sia ingenua e solo timida oppure assolutamente non interessata.
Da come si muove flessuosa sembrerebbe voler far colpo sugli uomini, ma a me non ha dato l’impressione di voler concretizzare nulla. Oggettivamente è una gran bella figa e lo spiraglio che si è aperto mi eccita.
La casa è un casino totale piena di borsone sportive, decine di scarpe allineate nel corridoio e pile di magliette lavate sul tavolo.
Le non si scusa nemmeno per la confusione, si toglie le scarpe e, a piedi nudi, si infila in cucina e torna con due lattine di birra. Anche io sto a piedi nudi e, seduti sul divano, ci scoliamo velocemente le birre fredde per mitigare il gran caldo che fa in quell’appartamento anche con le finestre aperte: purtroppo niente aria condizionata.
Altre due birre e lei è già diversa, più allegra e sorridente, ma soprattutto esplicita: non ha tempo per i ragazzi, ma il sesso le piace e se trova un ragazzo che le piace è disponibile a farlo.
Non me lo sono fatto dire due volte e penso a come avvicinarmi senza apparire indelicato.
Mi giro per posare la lattina tra le cianfrusaglie sul tavolino e me la ritrovo senza maglietta in ginocchio sul divano accanto a me con i capezzoli svettanti davanti ai miei occhi: che spettacolo di tettine! Vicine, rotonde, compatte e con i capezzoli dritti.
Si siede su di me a cavallo tenendomi la testa con entrambe le mani e mi bacia la bocca con le sue labbra sottili, senza frapporre nessun tipo di filtro tra il dire e il fare: ora si scopa!
Evidentemente rientro nella categoria dei ragazzi che le vanno a genio.
Non sono i bacetti che la interessano e così scivola via rapidamente e, prendendomi per mano, mi porta in camera ridendo.
Accende la luce: le due lampade, ai lati del letto basso, sono forse un po’ troppo luminose, poco romantiche, ma qui non siamo venuti per sussurri sdolcinati.
Si sbottona i pantaloni e li toglie rapidamente. Vederla in correre pista è una cosa, ma vederla ora in piedi sul letto con solo il perizoma bianco semplicissimo di stoffa liscia che saltella a piedi uniti è proprio un’altra cosa.
Le ombre create dalle luci sono radenti e nette e conferiscono alle sue forme una voluminosità superiore.
Le tette non sobbalzano, ma restano solidali al corpo da quanto sono aderenti e le chiappe serrate tra di loro devono essere di una consistenza inaudita: mi viene una voglia folle di toccare il suo culo duro.
Ogni muscolo è disegnato e visibile: fa quasi impressione, ma il culo… che culo!!!
Lei mi incita a fare presto, a spogliarmi in fretta: mentre mi sfilo i boxer neri lei si sfila, con una specie di rapido inchino, il perizoma bianco.
Ha il pube quasi completamente rasato con una striscia verticale sottile di peli nerissimi che si interrompe di netto poco sopra la giuntura delle labbra. Che pancia modellata: un fisico veramente tonico e definito: ne ho visti veramente pochi così.
Con il suo modo diretto e pratico di comunicare quasi mi ordina di sdraiarmi, si inginocchia tra le mie gambe divaricandomele con determinazione e, con la schiena arcuata, schiacciata verso il basso ed il culo svettante verso l’alto, comincia a succhiarmi il cazzo con una precisione ed una risolutezza mai viste.
Sono quasi scioccato dalla velocità con cui mi sono trovato dal parcheggio al letto con l’uccello nella sua bocca.
Tra l’altro è pure brava e diligente me lo sta lavorando bene, carezzandomi la pancia e tastandomi con cura anche le palle, ma la cosa che mi sta facendo veramente arrapare di più è la visione del suo iperbolico culo ritto mentre la sua coda di cavallo nera scivola ora a destra ora a sinistra della testa: mi eccita molto vedere la schiena che finisce in quelle due chiappe così toste. La sua bocca sa come farmelo venire duro in pochi istanti e guardale le guance incavate e le labbra sottili serrate sul mio cazzo mi fa pensare che mi verrà duro, al massimo della potenza, a breve.
Non è un pompino lungo, di quelli ricchi di piacevoli divagazioni, gustosi e ricchi di sfumature: è un riscaldamento preparatorio per la prestazione sessuale. Claudia me lo succhia forte, per bene, con foga mirata, aiutandosi con la mano per non dovere ingoiarlo fino in fondo: mi piace questo modo un po’ ruvido e spiccio e mi ritrovo con il cazzo duro e pronto in tempi da record.
Soddisfatta, mi dà un bacio a schiocco sul glande, si alza in piedi e si accovaccia davanti a me per porgermi la sua fica depilata ed esortandomi a darle “qualche bacetto”. Altro che “bacetto”: vedrai cosa ti do tra poco!
Finalmente posso toccarle quelle chiappe così sode che quasi ci rimango male: sono così dure da sembrare inumane. Non riesco a strizzarle ed anche se le stringo con forza non cedono. Che culo duro, penso mentre la tiro verso la mia bocca per leccargliela a dovere.
Decido di procedere senza indugi e le lecco subito il clitoride con determinazione, facendo saettare la punta vibrante della lingua come quella di un serpente. “Così, sì!” mi incita Claudia tirandosi forte i capezzoli con entrambe le mani, tanto forte da allungarli all’inverosimile, quasi da farmi quasi impressione. Le sue tette perfette, le areole scure e piccole con quei due capezzoli così allungati e rigidi mi fanno impazzire. Le succhio la fica che sembra solida e compatta come i suoi addominali scolpiti. I capezzoli sono lunghi e tesi e non riesco a smettere di guardarli ed eccitarmi sempre più, all’idea di succhiarglieli voracemente il prima possibile.
In certi istanti alza la testa come se guardasse il soffitto e dicendo “Sì, sì!” mostrandomi la gola .
Accovacciata con la fica pulsante sulla mia bocca, sta perfettamente in equilibrio senza sostenersi, appoggiandosi sulle mani, come fanno molte ragazze. I muscoli delle cosce non cedono di un millimetro e mantiene la posizione anche mentre comincia godere con la mia lingua che le scorre tra le labbra turgide della fica.
Mentre la lecco lei continua a sussurrare: “Dai! Così! Sì! Dai!” La lingua si muove veloce sul clitoride mentre la mia bocca si serra sulle sue labbra facendole gonfiare di voglia. La fica si è rapidamente bagnata: anch’io non scherzo se mi ci metto. Con un piccolo balzo arretra senza preavviso e, come un fulmine, cala la sua fica calda e grondante, madida di saliva e dei suoi umori, sul mio cazzo eretto tenendo una mano sul pube e tirandolo verso l’alto per scoprire il clitoride e poter guardare meglio il mio cazzo che la sta penetrando.
Non stacca gli occhi dal cazzo: sembra che guardarlo, mentre le entra dentro così teso ed esce lucido, la ecciti terribilmente.
In effetti eccita molto anche me guardare la sua fica danzante e aperta che accoglie ritmicamente il mio uccello immobile.
Il clitoride proteso, tenuto bene in vista dalle dita che allargano le labbra per poterlo carezzare con l’altra mano, è di un rosa chiaro e sembra indurirsi ad ogni passaggio delle dita. Sicuramente il mio cazzo sta diventando incredibilmente sempre più duro mentre le guardo le tette dai capezzoli arrapatissimi e gli addominali che si contraggono ad ogni movimento. Tiene le sue lunghe cosce completamente divaricate e il bacino ruotato in avanti e la visione del mio uccello nella fica è sublime. Due cosce splendide, allenate e instancabili, che le permettono movimenti precisi ed efficaci. Lei si muove veloce, su e giù seguendo i suoi desideri senza curarsi ormai di cosa stia provando io. La lascio fare volentieri, perché questo ritmo veloce mi fa eccitare.
Guardo la sua fica che si riempie del mio cazzo mentre si abbassa ritmicamente su di me. I suoi addominali sono un’armonia di contrazioni sotto le sue tettine dai capezzoli scuri e protesi.
Mi cavalca senza guardare me, ma guardandosi la fica, masturbandosi velocemente con entrambe le mani. (Ma come fa a masturbarsi, godere e tenersi in equilibrio così saldamente?) Le sue dita scivolano rapide e sapienti sul grilletto teso. Le afferro le tette dure con entrambe le mani e le strizzo bene con decisione, più volte, perché vedo il suo volto che dà segnali di piacere. Ogni volta che le stringo le tette, il mio cazzo ha una pulsione e mi fa godere vedere che le piace. Poi con le dita le tiro i capezzoli, come le ho visto fare prima, e così c’è l’apoteosi: “Sì! Sì! Così!” Lei si picchietta il clitoride, lo strofina forte. Ogni volta che le tiro i capezzoli con le dita lei inarca la schiena e più glieli tiro e li strapazzo e più geme. Ho paura di farle male, ma lei mi incita fino a che si scuote in un orgasmo repentino, quasi improvviso.
Grondante di piacere, si placa e si appoggia con i palmi delle mani sui pettorali per stringermeli tanto forte da farmi quasi male (ho la pelle sensibile io…).
Si affloscia e si china poggiando le sue tette calde sul mio petto e baciandomi mi sussurra ad un orecchio “Bravo!”.
Sto pensando che questa ragazza è un’atleta in tutto e raggiunge i risultati che si prefigge, ma io sono ancora qui con il cazzo in tiro che chiama urgentemente la sua fica per venire.
La sposto e la faccio sdraiare di pancia accanto a me, perché vorrei tenerle ancora le chiappe tra le mani e guardarle il culo mentre scopiamo, ma Claudia non è di questo avviso e con destrezza fa una mezza giravolta e me la ritrovo in un attimo sopra di me con le mani che mi stringono le caviglie ed il suo bel culo stretto puntato verso la mia faccia.
Il cazzo le guizza nella fica come un pesce nell’acqua e, come prima, lei prende la situazione in pugno (o meglio prende il mio gran cazzo nella sua bella fica) e comincia a scoparmi di nuovo, solo che questa volta lo spettacolo del suo culo portentoso è superbo: le chiappe sono vive e saltano su e giù mentre lei mi cala la fica sull’uccello con foga rinnovata. Che spettacolo di culo! Ho il cazzo in fiamme e la mente travolta. Lei non si volta mai e si concentra solo sul mio cazzo muovendosi con dei veri tecnicismi. La fica sembra più stretta o forse meno lubrificata e comincio a sentirla di più con la cappella che reagisce e pulsa ad ogni spinta. Io resto ipnotizzato dai suoi dorsali perfetti che dividono con un solco preciso la schiena e le chiappe solide, attaccate tra loro, che afferro (ma quanto cazzo sono dure!?) con decisione per accompagnarle in un ritmo a me più congeniale. Le libero dall’elastico la coda e i bei capelli lunghi e neri si sparpagliano sulla sua meravigliosa schiena allenata.
Claudia capisce e mi asseconda: con il culo serrato la tiro a mio piacimento sul mio cazzo fremente mentre lei oscilla e scuote la testa: mi basta la visione di questa criniera ondeggiante che sovrasta il culo superlativo che tengo ben stretto, per fami esplodere in un orgasmo che mi scuote le viscere e mi svuota completamente le palle.
Lei si abbassa ansante e si ferma per accogliere nella sua fica esausta la mia sborrata copiosa.
Poi si solleva e aspetta che il mio sperma goccioli sulla mia pancia, per poi girarsi e leccarlo tutto, senza lasciarne nemmeno una goccia.
Claudia continua a correre in pista, a saltare l’asticella e a scoparmi ogni tanto, sempre nello stesso modo come una routine sportiva.
Per ora va bene così…
Il mio campo da tennis è accanto alla pista di atletica dove Claudia corre.
Ormai la conosco da qualche mese, ma e guardarla ora d’estate, quando in pista indossa sempre dei pantaloncini attillati cortissimi, che le coprono a stento le chiappe compatte, è uno spettacolo da non perdere: la stoffa elasticizzata finisce un bel po’ sopra la curva delle natiche, come una brasiliana, lasciando scoperti i glutei rotondi visibilmente tonici. Le cosce lunghe e definite scattano con un’ampia falcata. I pantaloncini hanno tutti la vita bassa, un vezzo sexy forse poco sportivo, ma a Claudia piace farsi guardare gli addominali che sbucano da sopra il pube appena coperto: le due fasce parallele verticali sono talmente evidenti da creare un solco che d’estate è coperto da goccioline di sudore che scorrono fermandosi sull’elastico dei minipants. Lo stesso accade per i dorsali divisi su cui faccio scorrere lo sguardo sempre più in basso fino ad immaginare come si congiungono tra le chiappe, eccitandomi quel tanto che basta a farmelo venire un po’ duro. Porta sempre reggiseni sportivi troppo stretti che fanno sembrare piccolo il suo seno aggraziato, ma in compenso sono sottili e lasciano così sempre intravedere i suoi capezzoli perennemente gonfi.
La vedo arrivare in tuta, sul suo scooter scassato, e qualche volta ci siamo incrociati a bordo pista, lei ansante ed io sudato: scambiamo chiacchere da sportivi, ma sguardi intensi.
Claudia tiene sempre i capelli neri con un elastico in una coda alta e compatta e le mette in evidenza la fronte ampia e gli occhi luminosi che però tiene spesso aggrottati per concentrarsi prima dei salti. Allora tiene anche le labbra sottili serrate in una buffa smorfia. Sorride ai miei scherzi: ha un sorriso timido in contrasto con il suo bel corpo sempre così esposto, impudicamente in mostra.
In questi giorni non riesco più a giocare concentrato: vederla saltare e ricadere con il culo così in bella mostra è una droga.
Ho deciso di chiederle di uscire, così, mentre mi avvio verso gli spogliatoi, l’avvicino con un bel sorriso e le propongo di vederci più tardi per bere un aperitivo in un locale che ha aperto all’inizio dell’estate.
Lei non lo conosce così, per vedere com’è il locale, accetta. Se ne va appollaiata sul sedile dello scooter con il borsone tra le gambe.
A casa mi preparo con cura, facendomi una lunga doccia, radendomi di nuovo ed indossando una bella camicia.
Sono in anticipo e forse anche un po’ nervoso. Penso che dalla fretta che non ho nemmeno parcheggiato bene l’auto.
Eccola che arriva: vestita sempre molto semplicemente in maglietta, jeans e sneakers.
Certo è che con il suo fisico snello e allenato i jeans stretti riescono lo stesso ad evidenziare i muscoli sporgenti delle natiche, che fanno per giunta capolino dalla vita bassissima dietro, e la maglietta grigia è corta lasciando un’ampia parte degli addominali a tartaruga bene in vista inoltre scoperti dalla vita bassissima davanti.
Il seno giovane e sodo è libero senza reggipetto e si intravede bene sotto la maglietta attillata.
Mi verrebbe voglia di toccarla per vedere quanto è tonica.
Il locale all’aperto è simpatico, con tanta gente e musica.
Con due bottiglie di birra in mano ci avviamo verso i tavoli. Lei mi cammina davanti e non posso a meno di guardarle lo spacco delle natiche che sbuca dai pantaloni: ha proprio due chiappe sode. Sceglie una posizione un po’ appartata, perché qui la musica è meno forte anche se, in effetti, è forte anche qui.
È senza un filo di trucco, come sempre, e porta sempre i capelli raccolti in una coda decretando che è una sportiva anche nella vita di tutti i giorni.
Mi racconta degli allenamenti incessanti, della dieta attentissima e dei sacrifici che le hanno precluso una vita privata soddisfacente. I ragazzi non riescono a starle accanto, perché ha poco tempo per loro e dopo un po’ si stufano.
Confesso che la trovo un pochino noiosa e vacua visto che non parla d’altro che di sé e di sport.
Ma ormai sono in ballo e i suoi addominali mi distraggono continuamente.
Non so se lei li metta in mostra apposta sta di fatto che sono sempre in bella vista.
Mi sto lievemente stufando di star qua a dire banalità, ma per fortuna è lei che mi dice che non ne può più di questa musica forte e della gente così rumorosa. Pago e ci avviamo a piedi per le strade del centro.
Il tenore della conversazione è sempre monotono e quando lei mi chiede di accompagnarla al parcheggio ho due pensieri contrapposti: da una parte sono quasi contento che se ne vada a casa, perché la conversazione era scialba, ma dall’altra non mi sarebbe dispiaciuto affatto mettere le mani sul suo bel culo stretto e duro da atleta.
Arrivato al suo scooter sto per salutarla quando mi dice che è meglio andare a bere qualcos’altro da lei e non fuori, perché non vuol guidare quando ha bevuto troppo.
La seguo in macchina e cerco di immaginami come possa evolversi la serata: lei è stata carina, ma senza dimostrazioni di grande interesse nei miei confronti.
Sono incerto se sia ingenua e solo timida oppure assolutamente non interessata.
Da come si muove flessuosa sembrerebbe voler far colpo sugli uomini, ma a me non ha dato l’impressione di voler concretizzare nulla. Oggettivamente è una gran bella figa e lo spiraglio che si è aperto mi eccita.
La casa è un casino totale piena di borsone sportive, decine di scarpe allineate nel corridoio e pile di magliette lavate sul tavolo.
Le non si scusa nemmeno per la confusione, si toglie le scarpe e, a piedi nudi, si infila in cucina e torna con due lattine di birra. Anche io sto a piedi nudi e, seduti sul divano, ci scoliamo velocemente le birre fredde per mitigare il gran caldo che fa in quell’appartamento anche con le finestre aperte: purtroppo niente aria condizionata.
Altre due birre e lei è già diversa, più allegra e sorridente, ma soprattutto esplicita: non ha tempo per i ragazzi, ma il sesso le piace e se trova un ragazzo che le piace è disponibile a farlo.
Non me lo sono fatto dire due volte e penso a come avvicinarmi senza apparire indelicato.
Mi giro per posare la lattina tra le cianfrusaglie sul tavolino e me la ritrovo senza maglietta in ginocchio sul divano accanto a me con i capezzoli svettanti davanti ai miei occhi: che spettacolo di tettine! Vicine, rotonde, compatte e con i capezzoli dritti.
Si siede su di me a cavallo tenendomi la testa con entrambe le mani e mi bacia la bocca con le sue labbra sottili, senza frapporre nessun tipo di filtro tra il dire e il fare: ora si scopa!
Evidentemente rientro nella categoria dei ragazzi che le vanno a genio.
Non sono i bacetti che la interessano e così scivola via rapidamente e, prendendomi per mano, mi porta in camera ridendo.
Accende la luce: le due lampade, ai lati del letto basso, sono forse un po’ troppo luminose, poco romantiche, ma qui non siamo venuti per sussurri sdolcinati.
Si sbottona i pantaloni e li toglie rapidamente. Vederla in correre pista è una cosa, ma vederla ora in piedi sul letto con solo il perizoma bianco semplicissimo di stoffa liscia che saltella a piedi uniti è proprio un’altra cosa.
Le ombre create dalle luci sono radenti e nette e conferiscono alle sue forme una voluminosità superiore.
Le tette non sobbalzano, ma restano solidali al corpo da quanto sono aderenti e le chiappe serrate tra di loro devono essere di una consistenza inaudita: mi viene una voglia folle di toccare il suo culo duro.
Ogni muscolo è disegnato e visibile: fa quasi impressione, ma il culo… che culo!!!
Lei mi incita a fare presto, a spogliarmi in fretta: mentre mi sfilo i boxer neri lei si sfila, con una specie di rapido inchino, il perizoma bianco.
Ha il pube quasi completamente rasato con una striscia verticale sottile di peli nerissimi che si interrompe di netto poco sopra la giuntura delle labbra. Che pancia modellata: un fisico veramente tonico e definito: ne ho visti veramente pochi così.
Con il suo modo diretto e pratico di comunicare quasi mi ordina di sdraiarmi, si inginocchia tra le mie gambe divaricandomele con determinazione e, con la schiena arcuata, schiacciata verso il basso ed il culo svettante verso l’alto, comincia a succhiarmi il cazzo con una precisione ed una risolutezza mai viste.
Sono quasi scioccato dalla velocità con cui mi sono trovato dal parcheggio al letto con l’uccello nella sua bocca.
Tra l’altro è pure brava e diligente me lo sta lavorando bene, carezzandomi la pancia e tastandomi con cura anche le palle, ma la cosa che mi sta facendo veramente arrapare di più è la visione del suo iperbolico culo ritto mentre la sua coda di cavallo nera scivola ora a destra ora a sinistra della testa: mi eccita molto vedere la schiena che finisce in quelle due chiappe così toste. La sua bocca sa come farmelo venire duro in pochi istanti e guardale le guance incavate e le labbra sottili serrate sul mio cazzo mi fa pensare che mi verrà duro, al massimo della potenza, a breve.
Non è un pompino lungo, di quelli ricchi di piacevoli divagazioni, gustosi e ricchi di sfumature: è un riscaldamento preparatorio per la prestazione sessuale. Claudia me lo succhia forte, per bene, con foga mirata, aiutandosi con la mano per non dovere ingoiarlo fino in fondo: mi piace questo modo un po’ ruvido e spiccio e mi ritrovo con il cazzo duro e pronto in tempi da record.
Soddisfatta, mi dà un bacio a schiocco sul glande, si alza in piedi e si accovaccia davanti a me per porgermi la sua fica depilata ed esortandomi a darle “qualche bacetto”. Altro che “bacetto”: vedrai cosa ti do tra poco!
Finalmente posso toccarle quelle chiappe così sode che quasi ci rimango male: sono così dure da sembrare inumane. Non riesco a strizzarle ed anche se le stringo con forza non cedono. Che culo duro, penso mentre la tiro verso la mia bocca per leccargliela a dovere.
Decido di procedere senza indugi e le lecco subito il clitoride con determinazione, facendo saettare la punta vibrante della lingua come quella di un serpente. “Così, sì!” mi incita Claudia tirandosi forte i capezzoli con entrambe le mani, tanto forte da allungarli all’inverosimile, quasi da farmi quasi impressione. Le sue tette perfette, le areole scure e piccole con quei due capezzoli così allungati e rigidi mi fanno impazzire. Le succhio la fica che sembra solida e compatta come i suoi addominali scolpiti. I capezzoli sono lunghi e tesi e non riesco a smettere di guardarli ed eccitarmi sempre più, all’idea di succhiarglieli voracemente il prima possibile.
In certi istanti alza la testa come se guardasse il soffitto e dicendo “Sì, sì!” mostrandomi la gola .
Accovacciata con la fica pulsante sulla mia bocca, sta perfettamente in equilibrio senza sostenersi, appoggiandosi sulle mani, come fanno molte ragazze. I muscoli delle cosce non cedono di un millimetro e mantiene la posizione anche mentre comincia godere con la mia lingua che le scorre tra le labbra turgide della fica.
Mentre la lecco lei continua a sussurrare: “Dai! Così! Sì! Dai!” La lingua si muove veloce sul clitoride mentre la mia bocca si serra sulle sue labbra facendole gonfiare di voglia. La fica si è rapidamente bagnata: anch’io non scherzo se mi ci metto. Con un piccolo balzo arretra senza preavviso e, come un fulmine, cala la sua fica calda e grondante, madida di saliva e dei suoi umori, sul mio cazzo eretto tenendo una mano sul pube e tirandolo verso l’alto per scoprire il clitoride e poter guardare meglio il mio cazzo che la sta penetrando.
Non stacca gli occhi dal cazzo: sembra che guardarlo, mentre le entra dentro così teso ed esce lucido, la ecciti terribilmente.
In effetti eccita molto anche me guardare la sua fica danzante e aperta che accoglie ritmicamente il mio uccello immobile.
Il clitoride proteso, tenuto bene in vista dalle dita che allargano le labbra per poterlo carezzare con l’altra mano, è di un rosa chiaro e sembra indurirsi ad ogni passaggio delle dita. Sicuramente il mio cazzo sta diventando incredibilmente sempre più duro mentre le guardo le tette dai capezzoli arrapatissimi e gli addominali che si contraggono ad ogni movimento. Tiene le sue lunghe cosce completamente divaricate e il bacino ruotato in avanti e la visione del mio uccello nella fica è sublime. Due cosce splendide, allenate e instancabili, che le permettono movimenti precisi ed efficaci. Lei si muove veloce, su e giù seguendo i suoi desideri senza curarsi ormai di cosa stia provando io. La lascio fare volentieri, perché questo ritmo veloce mi fa eccitare.
Guardo la sua fica che si riempie del mio cazzo mentre si abbassa ritmicamente su di me. I suoi addominali sono un’armonia di contrazioni sotto le sue tettine dai capezzoli scuri e protesi.
Mi cavalca senza guardare me, ma guardandosi la fica, masturbandosi velocemente con entrambe le mani. (Ma come fa a masturbarsi, godere e tenersi in equilibrio così saldamente?) Le sue dita scivolano rapide e sapienti sul grilletto teso. Le afferro le tette dure con entrambe le mani e le strizzo bene con decisione, più volte, perché vedo il suo volto che dà segnali di piacere. Ogni volta che le stringo le tette, il mio cazzo ha una pulsione e mi fa godere vedere che le piace. Poi con le dita le tiro i capezzoli, come le ho visto fare prima, e così c’è l’apoteosi: “Sì! Sì! Così!” Lei si picchietta il clitoride, lo strofina forte. Ogni volta che le tiro i capezzoli con le dita lei inarca la schiena e più glieli tiro e li strapazzo e più geme. Ho paura di farle male, ma lei mi incita fino a che si scuote in un orgasmo repentino, quasi improvviso.
Grondante di piacere, si placa e si appoggia con i palmi delle mani sui pettorali per stringermeli tanto forte da farmi quasi male (ho la pelle sensibile io…).
Si affloscia e si china poggiando le sue tette calde sul mio petto e baciandomi mi sussurra ad un orecchio “Bravo!”.
Sto pensando che questa ragazza è un’atleta in tutto e raggiunge i risultati che si prefigge, ma io sono ancora qui con il cazzo in tiro che chiama urgentemente la sua fica per venire.
La sposto e la faccio sdraiare di pancia accanto a me, perché vorrei tenerle ancora le chiappe tra le mani e guardarle il culo mentre scopiamo, ma Claudia non è di questo avviso e con destrezza fa una mezza giravolta e me la ritrovo in un attimo sopra di me con le mani che mi stringono le caviglie ed il suo bel culo stretto puntato verso la mia faccia.
Il cazzo le guizza nella fica come un pesce nell’acqua e, come prima, lei prende la situazione in pugno (o meglio prende il mio gran cazzo nella sua bella fica) e comincia a scoparmi di nuovo, solo che questa volta lo spettacolo del suo culo portentoso è superbo: le chiappe sono vive e saltano su e giù mentre lei mi cala la fica sull’uccello con foga rinnovata. Che spettacolo di culo! Ho il cazzo in fiamme e la mente travolta. Lei non si volta mai e si concentra solo sul mio cazzo muovendosi con dei veri tecnicismi. La fica sembra più stretta o forse meno lubrificata e comincio a sentirla di più con la cappella che reagisce e pulsa ad ogni spinta. Io resto ipnotizzato dai suoi dorsali perfetti che dividono con un solco preciso la schiena e le chiappe solide, attaccate tra loro, che afferro (ma quanto cazzo sono dure!?) con decisione per accompagnarle in un ritmo a me più congeniale. Le libero dall’elastico la coda e i bei capelli lunghi e neri si sparpagliano sulla sua meravigliosa schiena allenata.
Claudia capisce e mi asseconda: con il culo serrato la tiro a mio piacimento sul mio cazzo fremente mentre lei oscilla e scuote la testa: mi basta la visione di questa criniera ondeggiante che sovrasta il culo superlativo che tengo ben stretto, per fami esplodere in un orgasmo che mi scuote le viscere e mi svuota completamente le palle.
Lei si abbassa ansante e si ferma per accogliere nella sua fica esausta la mia sborrata copiosa.
Poi si solleva e aspetta che il mio sperma goccioli sulla mia pancia, per poi girarsi e leccarlo tutto, senza lasciarne nemmeno una goccia.
Claudia continua a correre in pista, a saltare l’asticella e a scoparmi ogni tanto, sempre nello stesso modo come una routine sportiva.
Per ora va bene così…
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