L'occasione (e l'idraulico) fa puttana la signora

di
genere
tradimenti


Sto aspettando annoiata e irritata che un artigiano venga a casa per alcune riparazioni non più dilazionabili. Mio marito, da consumato stratega, è riuscito a far coincidere questo appuntamento con suoi impegni irrinunciabili e così è toccato a me anticipare la mia uscita dal lavoro.
Son giunta a casa da venti minuti quando sento suonare alla porta.
È un quarantenne, Ruggero dall’imponente struttura e dotato di una virile fascino.
Appena mi inquadra non nasconde la sua meraviglia e ammirazione. Indosso un vestitino rosa sopra il ginocchio - che con il suo, pur discreto in verità, décolleté mi valorizza - sandali e persino lo smalto delle unghie dei miei piedi in pendant.
Ci presentiamo; mi gratifica di un largo sorriso mentre mi valuta da intenditore, ed esclama entusiasta:
- Mi aspettavo di trovare suo marito, ma non mi posso certo lagnare del cambio.
Sorrido a mia volta al complimento spontaneo che mi lusinga.
- Lui aveva un impegno, e così è toccato a me. - Mi giustifico.
Gli elenco i lavori da svolgere e, mentre lui inizia, rispondo ad alcune mail e telefonate di lavoro. Vado a chiedere a Ruggero, che sta lavorando nel bagno, se gradisce un caffè.
- Gentilissima signora Sandra la ringrazio ma sono a posto così.
Inizia fra noi una conversazione e lui si rivela un tipo politicamente scorretto, ma decisamente simpatico.
- Ormai questo mondo non lo comprendo più: tutti vegani, vegetariani e se non lo sei ti devi sentire in colpa allorché mangi anche una semplice salsiccia., invece di essere alla moda e succhiare un sedano. Argomenta con passione e condisce i suoi discorsi con delle buffe espressioni che mi strappano il riso, tanto sono esilaranti.
Il tipo ha un suo fascino originale e dispone di una facondia non comune e mescola sapientemente un linguaggio elegante e persino ricercato a frasi buffe e rustiche. Incoraggiato dal mio accondiscendente ascolto ai suoi argomenti abbandona ogni precauzione che una assennata educazione gli imporrebbe.
- Quello che poi succede in materia di costumi sessuali, poi è sconcertante. Certo ognuno può esprimere e inseguire i suoi gusti, ma rimango comunque perplesso. A me le donne piacciono troppo e non comprendo come si fa non apprezzarle. Adoro tutto di loro, il loro aspetto, i loro odori e sapori. Quando prendo una femmina - e qui mi guarda con occhi concupiscenti - tutti i miei sensi devono essere coinvolti, voglio godere a tutto tondo. Dopo una breve pausa, dovuta all’attenzione che una fase del suo lavoro impone, riparte all’attacco.
- Nel mio lavoro incontro tante donne, alcune disponibili altre no, ma tutte hanno qualcosa di buono. E non disdegno nulla - ho una esperienza notevole ormai - ma mica tutti i giorni si incontra una bella donna, una signora di classe come lei.
Un nuovo apprezzamento. Da come mi guarda, e dalla piega inequivocabile che stanno prendendo i discorsi, è evidente che sta saggiando il terreno per capire se può affondare i colpi, oppure battere in ritirata. Lo lascio lì, nel limbo, per ora. Non si rassegna:
- Il rosa le dona moltissimo. Quei sandaletti poi, sono proprio sexy. Credo che suo marito sia molto fortunato, mi intende, no?
Sorrido senza proferir verbo.
- Mi perdoni se son stato zotico. Sono un impulsivo e dico le cose così come mi vengono in mente. Certo è, e non mi pento di aver affermato, che lei è veramente molto affascinante.
Rido e lo rassicuro:
- Lei è simpaticissimo, non ha nulla da farsi scusare.
Scuote la testa e mi fissa, con sguardo sensuale, e sospira. Il lavoro da svolgere in questo momento non è la sua principale preoccupazione, La situazione mi diverte e son curiosa di vederne gli sviluppi. Con apparente noncuranza atteggio la mia postura spingendo in avanti il seno, così da esaltarne le forma procaci e facendo bene attenzione che lui possa notarlo.
- Comunque la lascio lavorare in pace. Lo richiedo, posso offrirle una bibita fresca?
Mi fa un cenno di diniego, e poi mi radiografa dalla testa ai piedi, spogliandomi, mentre io comprendo molto bene che se gli offrissi una certa cosa, certo accetterebbe con entusiasmo. Sono blandita per gli apprezzamenti, solleticata nella mia vanità, finanche eccitata ma incerta sul da farsi. È palese che ormai Ruggero si è spinto molto avanti. Sta a me farlo progredire o respingerlo. Sono a un bivio nel decidermi fra il cogliere questa opportunità da cui mi sento attratta, oppure da sposa fedele rinunciare ai piccanti sviluppi e chiuderla qui. Tuttora indecisa mi volgo, mi allontano un po’ ancheggiando provocatoriamente, percependo fisicamente il suo sguardo fissato sulle mie terga, quando uno dei tacchi scivola e sto per cadere:
- Oddio - penso - stavolta la la caviglia fa crack!
Due braccia possenti mi sorreggono e mi salvano dalla possibile caduta. Una delle mani posizionata all’attaccatura del mio seno ne approfitta, per un apparentemente fortuita, palpata esplorativa.
- Tutto bene, bella signora?
- Grazie a lei, si. Mi sembra tutto a posto.
- Mi ci faccia dare un’occhiata, me ne intendo un po’, facendo attività sportiva. Mi slaccia il cinturino alla caviglia del sandalo e il mio piede scompare dentro quella manona d’acciaio inaspettatamente delicata e calda. Quel contatto mi piace, stabilisce una certa intimità rompendo definitivamente il ghiaccio fra noi.
- Il suo piedino è bellissimo - lo contempla sensualmente, lo accosta al suo volto, lo sfiora galantemente con le labbra.
Noto che le sue narici si dilatano.
- Bello e saporito -. Esplode in una risata.
- Mi fa provare vergogna - affermo arrossendo al pensiero delle lunghe ore della giornata in cui i miei piedi accaldati sono stati in contatto con il cuoio delle calzature.
- Ma non c’è ragione di provare imbarazzo! I miei amici sostengono che sono feticista e forse corrisponde al vero, ma come le accennavo poco fa, l’odore di una bella femmina è un valore aggiunto, da qualsiasi parte provenga e stimola i miei sensi. Certo a questo profumo eccitante dei suoi piedini c’è di meglio, potendo…
Per scacciare il mio disagio, rido civettuola, socchiudo gli occhi e apro allusivamente le labbra: è un invito. Ho deciso che una scappatella, in fondo, possa concedermela.
Ruggero non aspetta altro. La sua mano ora, abbandonato il mio piede, si sposta sotto la gonna. Mi palpa e può percepire l’umido della mia figa che bagna le mutandine.
Mi bacia e con la lingua oltrepassa le mia labbra e cerca la mia lingua e duella con essa. E’ sul mio collo provocandomi brividi; nel contempo le sue dita, scostati di lato gli slip, s’immergono nella mia intimità fuoriuscendone gocciolanti dei miei succhi e del cui sapore inebriante possiamo deliziarci entrambi.
Mi sta piacendo, ma ipocritamente fingo una pudica resistenza.
- No, no basta così! Ci siamo spinti troppo fin là. Poi sono sposata. - Tutto di me dice il contrario, però e realizzo che, se anche volessi ripensarci, a questo punto arrestare un treno in piena corsa costituirebbe un’impresa impossibile!
Le sue mani si muovono velocemente e con impazienza mi sfilano l’abito e rimango in lingerie.
- Guarda che rigoglio, che opulenza di forme!
Il reggiseno è strappato via e le mie prosperose mammelle, ora libere, si muovono, ondeggiando morbidamente; le sue mani ora le impastano, le strizzano.
- Queste belle tette non mentono, non c’è silicone, son tutte naturali, soffici.
I capezzoli sembrano schizzare via tanto son turgidi. Le natiche vengono afferrate saldamente e piacevolmente palpeggiate.
Lo conduco, emozionata, nelle mia camera da letto. Mi tolgo gli slip e sono nuda, a sua completa disposizione, eccitata e impaziente. Voglio essere perfetta e dopo tante ore di lavoro fuori casa esprimo una mia esigenza:
- Ti prego consentimi di rinfrescarmi un attimo.
- Te lo faccio io il bidet -, mi stende sul letto, allarga le gambe e comincia con la lingua a spennellarmi, fra le mie cosce bollenti.
- Come potrei perdermi questo tripudio di odori e sapori? Chi non sa apprezzare tutto questo, come può definirsi un vero maschio?
Voglio divertirmi e mi abbandono completamente alla sua lingua che lecca e assapora quel nettare stillante e quando titilla il bottoncino clitorideo, fa irradiare ed esplodere tutto il mio piacere.
- Sei bravo! - ansimo nel mio primo orgasmo.
Ora tocca a me. Lo aiuto a svertirsi e gli afferro il cazzo, davvero notevole. Glielo accarezzo , palpeggio, lo bacio.
- Ooh, accidenti, che magnifico esemplare!
S’insuperbisce al complimento. Lecco lo scroto sensualmente. Sostengo dolcemente i due testicoli e con l’altra mano, alternativamente stringo e rilascio il pene. Finalmente la mia bocca corre per tutta la lunghezza dell’asta e la mia lingua lecca tutte le sue superfici. Il glande è scoperto e in attesa, ma prima di prenderlo nella mia bocca, continuo a leccare l’asta. Infine con movimenti di risucchio lo faccio scendere verso la gola e quindi risalire. Continuo, apprezzando le dimensioni ulteriormente lievitate, e la consistenza durissima. Non ho intenzione di farlo venire perché c’è ancora tanto da divertirsi.
- Sei un’artista, è un bocchino imperiale; così non me lo aveva mai fatto nessuna.
Il suo scettro, al massimo dell’erezione, si erge maestoso, lucido della mia saliva e ora lo voglio dentro me, bramo intensamente quella carne ardente.
- Adesso sbattimi, fammi vedere quanto vali, maschio, oppure se sei tutto chiacchiere.
Solleticato nel suo amor proprio spinge con decisione il suo grosso membro, duro come un sasso dentro di me. Sono tutta bagnata e così il voluminoso cazzo scivola abbastanza agevolmente fra le pareti vaginali che, dilatate, si contraggono, lo avvolgono aumentando il piacere mio e suo. Mi prende selvaggiamente, variando le posizioni, concludendo con una penetrazione profonda da dietro, da dominatore. Sono rullata, sto per raggiungere un secondo orgasmo. Con voce roca di piacere bisbiglio:
- Più forte con quel bell’uccello duro, non fermarti.
Non posso urlare per via dei vicini, ma gemo e ansimo.
- Sborrami dentro che sto venendo, godo, oh, oh.
Ruggero mi segue a ruota con la sua estasi, eiaculandomi dentro la figa il suo liquido cremoso, caldo, lanciando mugolii di godimento. Ci riprendiamo dalle fatiche amorose rimanendo stesi sul letto. Mi piace l’odore del sesso e l’afrore di maschio del suo corpo sudato. Dalla mia vagina il liquido del piacere del mio amante fuoriesce gocciolando sui lenzuoli. Ruggero guarda il mio corpo nudo con occhi che brillano, non ancora sazi. Volendo anch’io assecondare la sua brama, lo prendo per mano; mi segue, non certo recalcitrante, in bagno.
Finiamo insieme sotto la doccia. Allegra, cinguetto:
- Così verifichiamo se funziona bene l’impianto -, lo stimolo maliziosa.
Sotto i getti caldi, le carezze, e i baci, si rifà strada l’eccitazione. Lui gioca voluttuosamente con le mie burrose tette, rese scivolose dall’acqua frammista a bagnoschiuma, mi allarga i glutei, si diverte a esplorare ogni anfratto del mio corpo. I miei gemiti e miagolii sono testimoni della mia voglia ritrovata. La sua verga si innalza nuovamente, superba.
- Sembra che il tuo impianto funzioni egregiamente - esclamo, saggiandone con le mani la consistenza - ma forse ti senti un po’ stanco -.
Lo guardo con sarcastica commiserazione per provocarlo.
- Ehi madame, per chi mi prendi? Adesso ti faccio vedere io.
Sono priva di inibizioni. La stimolazione del mio buchetto, durante i giochi sotto la doccia, mi ha suscitato una voglia irresistibile e cerco il nuovo piacere.
- Non vorrai essere noioso e sfruttare ancora la stessa strada; c’è una via nuova da percorrere. Forse non gradisci la mia proposta?
Capisce al volo e incredulo e felice esclama:
- Insomma mi stai dicendo che vuoi offrirmi il tuo bel didietro? Non avrei osato chiedertelo, tuttavia l’idea mi esalta.
- Bene, affare fatto! Ma concedimi un secondo.
Accendo la radio a tutto volume, afferro un tubetto di lubrificante e glielo porgo.
Mi prepara coscienziosamente il buchetto, accolgo la spinta che mi apre lo sfintere e così posso impalarmi su quel pezzo di carne insaziabile, mentre getti di acqua calda cadono sui nostri corpi.
Mi mancava da tempo una bella scopata del culo e me la sto proprio godendo.
Un altro fantastico orgasmo! Non sono costretta a trattenermi e, grazie alla copertura della musica ad alto volume, posso gemere e strillare liberamente, senza il timore di essere udita dai vicini.
- Spingilo quel bell’uccello su, su dentro il mio culo, insisti, non fermarti -. Lo invito, oscenamente,
È bello sentirsi riempita da quella verga che mi palpita dentro facendomi sentire deliziosamente soggiogata. Voglio finire in bellezza, da consumata puttana:
- Cerca di venirmi in faccia, ti prego.
Un attimo prima di esplodere Ruggero estrae il cazzo dal mio culo, strappandomi un grido e me lo avvicina al volto.
E cosi, a conclusione, apro le labbra per ricevere il suo fiotto di sperma che trattengo in bocca, assaporo, in parte lascio gocciolare lungo il collo fino sui seni e, in parte, inghiotto perché il mio stallone, che mugola per il piacere fisico, sia soddisfatto completamente nel suo orgoglio di dominatore.
- Anche l’ingoio, mi vuoi far morire? Sei il massimo!
Il pomeriggio, che nelle sue premesse appariva sprecato, è stato fantastico e son stata ricompensata con gli interessi.
Come sovente mi era capitato, dopo il sesso anale ho necessità di svuotare il mio intestino così ruvidamente sollecitato.
Mentre ci risistemiamo in bagno, Ruggero, entrato in intimità piena, ride compiaciuto:
- Signora Sandra, ti ho dato una bella alesata, non è vero?
- Non c’è che dire, mi hai colmata e dilatata per bene - confermo ridendo lasciva.
Poi mi osserva ammirato e con sguardo vissuto, da intenditore sentenzia:
- Sei una gran bella figa e le tue stupende forme mi hanno fatto godere; soprattutto esprimi una carica, una forza sessuale indescrivibili. Quello che abbiamo fatto oggi lo metto al primo posto nella mia personale classifica e voglio sperare che tu abbia apprezzato la mia prestazione tanto da sperare di poter prestare la mia opera in altre occasioni. Ci son sempre e per te saprò ritagliarmi, in qualunque momento, uno spazio.
- Non dubitare. Se non si fosse fatto tardi ricomincerei anche adesso…..
Esagero volutamente: non lo penso affatto in realtà, ritenendo irripetibile il combinarsi delle condizioni verificatesi oggi e inoltre non mi interessano relazioni extraconiugali durature.
Terminato il lavoro Ruggero se ne va compiaciuto ed io mi immagino che magari racconterà agli amici di questo bollente pomeriggio, delle sue prestazioni amatorie, delle mie lussuriose voglie, descrivendo in termini entusiasti il mio corpo. Mi accorgo, all’idea, di provare un sottile, perverso godimento.
Constato che l’idraulico mi ha fatto anche un prezzo straordinariamente di favore - ne devo convenirne.
- Forse ha detratto la mia prestazione da puttana dal conto finale - considero divertita fra me e me.
Rassetto il letto, cambiando le lenzuola bagnate dei nostri umori, arieggio la stanza che ancora odora dei nostri giochi sconci. Ora che tutto è a posto mi rilasso con i miei sensi appagati. Mentre attendo il ritorno del mio uomo, che ho appena tradito, languidamente ripercorro, in sequenza, le fasi esaltanti di questo pomeriggio seduta in poltrona ad gli occhi chiusi. Quando li riapro già un tramonto infuoca l’orizzonte, e una brezza straordinariamente dolce mi accarezza e mette in fuga i miei scrupoli impedendo loro di divenire rimorsi.
di
scritto il
2023-02-12
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