La suocera puritana 3

di
genere
incesti

Racconto tratto da una storia vera.
La riaccompagnai a casa in macchina e mi ribadi' che quel che era successo non avrebbe mai più dovuto succedere sia perché eravamo sposati sia perché eravamo genero e suocera.
Le risposi letteralmente, si ma hai goduto come una troia e deciderò io comunque cosa fare in futuro, sarò bruttino ma ti ho trombato proprio bene vero?
Scese dalla macchina senza rispondere.
Nei giorni successivi ci vedemmo più volte sia insieme a mia moglie che a mio suocero, lei faceva finta di niente ma vedevo che con me presente era imbarazzata. Ma io volevo battere il chiodo finché era caldo.
Una mattina quindi chiesi due ore di permesso dal lavoro ed andai a casa di mia suocera che sapevo sola, mi portai in un sacchetto una vecchia ma funzionante polaroid. Suonai alla porta, ma appena vide che ero io non volle aprire, allora cominciai a suonare con insistenza e dopo un po', probabilmente per evitare che sentissero i vicini, aprì la porta.
Cosa vuoi mi chiese, te risposi. No ora basta disse, siamo in casa mia, non ti permettere.
Non le lasciai il tempo di dire altro, la presi la piegai sul tavolo di sala, le alzai la gonna sulla testa e le strappai le mutande dalle cosce, cercava di divincolarsi ma mi sbottonai i pantaloni e riuscii a metterle il cazzo dentro dopo alcuni tentativi.
Stavolta era già bagnata, la sua fica ragionava meglio della sua testa.
Cominciai a fotterla duramente ma senza farle male, la troia colincio' a godere e mugolare.
Gli dissi ho fatto e farò di te la mia troia, come con tua figlia, non potrai fare a meno di questo cazzo. Dopo qualche minuto mi sbrodo' sul cazzo e si accascio' sul tavolo continuai però a fotterla lentamente, nel contempo presi la polaroid e la chiamai, mentre si girava le scattai una foto dove le si vedeva parte del culo nudo e la sua faccia, capì e si mise a piangere, bastardo, bastardo mi diceva mi vuoi rovinare.
No le risposi, non la vedrà mai nessuno, ma mi dovrai far godere come io ti ho fatto e ti farò godere. Tirai fuori il cazzo dalla fica, la misi in ginocchio e le dissi comincia con un bel pompino, non come quello dell'altra volta però.
Annichilita prese il cazzo tra le labbra e cominciò a spompinarmi, era inesperta e le dicevo io come fare, migliorò alla svelta ma io volevo di più, le volevo fare il servizio completo, come dicevo è facevo a mia moglie, cioè bocca, fica e culo.
Le levai il cazzo di bocca, la rimisi a pecora sul tavolo e ricominciai a trombarla.
Dopo un po' comincio' a mugolare, allora cominciai a carezzarle il forellino anale, lo stimolavo con il dito bagnato di saliva fino a spingerlo dentro, non voleva ma continuai a forzarlo con le dita mentre la scopavo, poi tirai fuori il cazzo dalla fica grondante umori e ben lubrificato glielo abboccai al culo e con una spinta decisa lo inforcai fino a metà.
Urlò come se la scannassi ma io le dissi non urlare che ti sentono i vicini e devi stare ferma e rilassata se no senti più male.
Lubrificai bene il cazzo con la saliva e attingendo anche le dita nella sua fica e piano piano ma con spinte decise conquistai lo sfintere finché il cazzo non sparì tutto dentro.
Si lamentava e gemeva ma io le dicevo di stare tranquilla e soprattutto di rilassare il culo che il dolore sarebbe cessato presto, nel contempo le titillavo il clitoride.
Prima cosa assestai bene il cazzo nel suo culo, dandole il tempo di abituarsi o almeno di far diminuire il dolore, poi cominciai a muovermi piano piano in su' ed in giù, l'avevo sverginata.
Dopo qualche minuto il cazzo comincio' a fotterla nel culo abbastanza agevolmente aiutato da saliva e umori vaginali. Aveva perso un po' di sangue ma cominciava ad abituarsi ed a godere, finalmente lo sfintere si rilasso' e cominciai ad incularla agevolmente mentre le carezzavo la fica. Nel frattempo le dicevo: vedi troia come godi mentre ti inculo, d'ora in poi sarai la mia puttana e godrai ad esserlo.
Non me lo aspettavo ma a quelle parole ebbe un orgasmo lungo e travolgente al quale non resistetti pienandole il culo di sborra.
Dopo un po' sfilai il cazzo moscio dallo sfintere era rigato di sangue, residui fecali e umori, non persi comunque l'occasione per un'altra foto di quei due buchi, fica e culo, slabbrati e grondanti.
Dopo un po' si riprese e mi disse testualmente: maledetto sei il diavolo.
Sarò il tuo padrone le dissi e te la mia troia, d'ora in poi quando saprai che il tuo padrone verrà a casa a fotterti ti farai trovare senza mutande.

Segue.
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scritto il
2023-03-07
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