Arrivò a chiamarmi zio 2.

di
genere
etero

Passarono molti giorni senza che potessi di nuovo incontarmi con Danielina perchè venivo chiamato spesso per rilevamenti oppure sondaggi sul posto, così una mattina decisi di chiamarla per sapere intanto come stava e lei mi rispose trovandomi impreparato poi a risponderle a mia volta, che le mancava tanto il mio pisellone ma quando cercavo di riprendermi dal suo commento, allora fu lei a dirmi che aveva pensato a fondo al farsi fare da me il culetto ed era arrivata a decidere di sottomettersi al mio "assalto" al suo baluardo. A quel punto non capii più nulla, trovandomi al centro dell'attenzione della bambolina ed al pensiero che quel meraviglioso culetto, tondo e sodo, da accarezzare, acciuffare con vigore, mi faceva già risvegliare il povero cazzone. Già mi vedevo ad accarezzarle il bel suo mappamondo, leccarglielo, mordicchiandoglielo...ragazzi che roba; se mi fossi trovato oltre oceano, per la mia Danielina sarei volato subito per giungere da lei! Le dissi che ci saremmo potuti incontrare quando voleva lei che io spostavo i miei appuntamenti di lavoro. Al sentirmi dire così la sentii a mia volta schioccarmi un bacio telefonico che subito mi diede tanta energia, gioia, piacere! Le dissi di chiamarmi il giorno prima di incontrarci, così mi liberavo da eventuali impegni al giorno dopo. Passarono per me due lunghissimi giorni di attesa che non finivano mai, poi, finalmente, Danielina telefonò avvisandomi che poteva venire anche subito ed io allora diedi la disdetta ad un impegno di lavoro per "problemi di salute" ( un classico sistema sempre però valido!) e richiamai lei per dirle di raggiungermi subito. Mi feci trovare con solo indossando la vestaglia da camera e quando suonò alla mia porta e la vidi indossare una minigonna così provocante, eccitante da fare girare la testa, la abbracciai subito palpandole il culetto che già sentivo come il mio secondo trofeo della mia collezione. La tenni stretta ai miei fianchi e salimmo lentamente, impegnati a camminare ma anche a baciarci in bocca con una foga che mi faceva sentire come un ragazzino suo coetaneo, desiderioso di possederla, amarla, farla gioire, godere, prima scopandola in figa, per almeno due o tre volte così da stancarla un poco ed affronare il doloroso atto di sverginamento del dolcissimo per me culetto. Quando arrivammo alla mia camera lei si spogliò subito, lasciando da oarte la seduzione tanto io la avevo già vista tutta nuda e così passammo subito a baciarci in tutti i nostri corpi, per poi chiaramente rivolgere il tutto ad un sano "sessantanove" dove io diedi il meglio a leccargliela, succhiargliela fino a sentire che se ne era già venuta godendo e sbattendo le coscette e poi arrivare a sentirsi sfinita...la avevo posseduta per due volte una di seguito dall'altra e mi mancava solo la terza perbruciarle un pò le energie e poterla possedere analmente senza quasi che se ne accorgesse del cazzone che la stava sfondando. La rigirai perciò solo quando vidi che si stava sentendo sazia del riceverlo in figa e le divaricai nuovamente le cosce lasciandole aperte per possedere con la lingua il forellino che sentivo aprirsi allentandosi un poco per poi stringersi di nuovo come a difesa del suo essere posseduto dal mio attacco. Le feci scorrere dentro un dito come se stessi scavando sempre di più ed infine, togliendo poi il dito, glielo innondai col gel in grande quantità; La sentii gemere un poco ma dopo che mi ero ben lubrificato il glande sempre col gel, allora la rigirai per mandare la sua attenzione ai miei baci che le avrei dato in bocca, sui seni, alla fighina ed infine la avrei nuovamente rigirata a pancia sotto ed accostato il glande al forellino. Quindi le slinguai molto in bocca e poi in figa ma subito dopo le misi il cazzo spingendolo dentro l'ano e lei subito si irrigidì stringendo fortemente il buco ma mi misi a spingere con decisione senza curarmi del suo dolore e lei ad un certo punto urlò un poco ed io mi fermai, però subito dopo continuai la penetrazione facendola gridare ma anche poi gemera perchè le ero quasi tutto dentro e, dopo che sentii sbattere il tronco del cazzo alle sue chiappe, allora feci subito un marcia indietro per ripartire e penetrarla fino in fondo senza tralasciare nulla, nessun elemento per farla godere molto e soffrire il solo necessario. Fui dentro di lei così bene che fu lei stessa a congratularsi con me per averla sverginata così bene ed il dolore che immaginava straziante, si tramutò in un sopportabile formicolio nel suo culetto. Rimanemmo stretti abbracciati avidamente, dolcemente...cribbio che gioia nell'essere riuscito a non farla gridare di dolore straziatamente. Dopo la breve pausa Danielina mi chiese se era vero che" conveniva lavorare ancora il ferro caldo, prima che si raffreddasse" e quindi, indirettamente ma con chiarezza mi disse che voleva essere nuovamente inculata per adattare al batacchione mio il suo ormai rodato culetto. Allora mi diedi da fare andando a leccarglielo ben bene, poi, senza l'aiuto del gel, la penetrai lentissimamente dandole così solo e solamente piacere. Che grande soddisfazione nel sentirla gemere di solo piacere. Ad un certo punto le volli dare un colpo deciso di penetrazione per saggiare quanto ancora si sentiva abituata a quel gioco ma lì fui un poco troppo deciso e lei gridò e si lamentò però le spiegai che volevo vedere quanto si era assuefatta al nuovo gioco con me! La baciai a lungo in bocca ma poi sentii il desiderio di possederla ancora in figa e, quando le sborrai a lungo tutto dentro, allora le dissi se voleva sentirselo ancora nel culetto e non si rifiutò affatto, anzi, mi chiese quella volta di essere ancora più penetrante con decisione tale da farla eventualmente ancora gridare un poco che lei pensava che il dolore di oggi sarebbe stato poi solo piacere...ed aveva proprio ragione: la sodomizzai gacendola gridare e poi gemere solo di dolore, infine continuai la penetrazione lentamente, dolcemente e poi...poi crollai nell'esaurimento delle energie.
scritto il
2023-03-20
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