Ramona

di
genere
etero

Sono arrivato a casa sua alle 8 di mattina. Era la prima volta che andavo a trovarla a quell’ora.
Ho suonato al citofono. Il portone si è aperto. Sono entrato e l’ho chiuso.
Sono salito al I piano e ho premuto il pulsante del campanello. Quando la porta si è aperta, mi è apparsa Ramona col suo naso aquilino. Stava in accappatoio e con i capelli sciolti e un po’ bagnati. Era scalza.
Attraverso lo spacco le ho visto i tatuaggi sulle cosce: disegnavano una striscia intorno alla coscia e sembravano dei reggicalze.

L'ho baciata sulle mani.
Mi ha preso per mano e siamo andati in camera da letto. Le tapparelle erano abbassate per due terzi e c’era penombra.
-Sei pulito? Ti puoi spogliare- mi ha detto.
Allora io mi sono svestito e mi sono sdraiato a letto.
Mi ha chiesto di girarmi di lato sulla destra. Lei si è sdraiata dietro di me. Ha detto che dovevo rilassarmi e chiudere gli occhi e io così ho fatto.

Ha cominciato ad abbracciarmi per le spalle e a strusciarsi dietro di me.
Poi ha messo la gamba sopra il mio bacino e con la mano sinistra ha cominciato a toccarmi e ad accarezzarmi il pacco.
Ha sentito che mi stavo eccitando e mi ha detto di stare calmo.
Mi sono messo supino. Lei, mentre mi segava con la destra, con l'altra mano mi ha accarezzato e pizzicato un capezzolo. Poi ha cominciato a baciarmi sulla bocca.
Le ho preso l’indice della sinistra e gliel'ho succhiato.
-Mi scopi? Sono eccitata- mi ha detto.
-Baciami ancora un po' mentre mi seghi- le ho risposto.

Dopo qualche minuto si è piegata, mi ha scappellato tutto il cazzo e se lo è preso in bocca.
Mentre lo succhiava, metteva la lingua nel meato urinario.
-Siii... Fatti leccare la figa- le ho sussurrato.
Sì è spostata col bacino verso di me, l'ho afferrata per le anche a me la sono portata sopra la bocca per fare un 69.
Le infilavo la lingua dentro e poi le succhiavo la clitoride. Lei me lo aveva scappellato e lo succhiava forte.
-Girati, puttana scrofa-
-Sí, fammi grugnire!- mi ha risposto. Allora si è posizionata col tronco perpendicolarmente a me facendo cadere la figa a picco sul cazzo. Ha messo i palmi delle mani sul mio petto, si è alzata un po’, quindi si è seduta sul cazzo in posizione accovacciata e ha cominciato a muoversi su e giù mentre le accarezzavo i piedi che aveva piantato sul materasso all’altezza dei miei fianchi.

-Hoh… sii, così, mungimi le tette, stringimele!- mi ha detto con gli occhi abbassati e la bocca aperta come chi dorme e non respira bene col naso.
Quando entrava, piegava un po’ la testa indietro.
Mentre mi muovevo dentro di lei, con le mani ho lasciato le tette e le ho accarezzato la pancia ma lei le ha afferrate e me le ha riportate sul seno spingendocele.
-toccami le tette… così… di più, hah… hoh….-
Le ho pizzicato i capezzoli e ha cominciato a muoversi più velocemente spostando la testa anche di lato oltre che indietro.
-Ah, ssii, toccami il culo- mi ha chiesto con gli occhi chiusi.
Ho allungato le braccia e l’ho come uncinata con le mani per spingerla dal culo sul cazzo. Mi teneva per i polsi. Poi ha poggiato di nuovo le mani sul petto. Ondeggiava col bacino e si strusciava con il monte di Venere sopra l’ipogastrio ungendomelo con le sue secrezioni.
-Buongiorno, comunque- le ho detto.
-Cazzo a colazione- ha risposto ridendo.
-Ti piace il cazzo, Puttana!-
-Ssih…-
Si è piegata e poggiata sul letto con le ginocchia, mi ha messo le tette addosso e abbiamo cominciato a slinguare. Poi si è un po’ rialzata piegando la testa verso il soffitto e ansimando. Abbiamo aumentato la frequenza delle botterelle. Le ho dato un paio di cazzotti sulla natica. Si mordeva il labbro inferiore. Dopo si è rimessa a candela, mi ha preso le mani e ha cominciato a sfregarsele sulla pancia. Le ho infilato l'indice e medio in bocca, fino alla gola.
Ha avuto un conato.
-Vomitami addosso, amore mio- ho chiesto.
-Sto venendo- ha risposto.
Ha appoggiato i palmi delle mani sullo sterno e io le mie sul suo seno.
Quando è venuta, oltre a emettere versi di lamento, ha spalancato gli occhi, ha aggrottato le ciglia, arricciato la fronte e aperto la bocca, da cui è colata della saliva che mi è gocciolata sul petto. Ne ho preso qualche goccio con le dita e me le sono leccate.
-Sto per venire anche io- le ho detto. Lei mi ha guardato e mi ha sorriso con gli occhi semichiusi.
-Tutto ok?- le ho chiesto.
-Sì.
Ha continuato a ondeggiarsi col cazzo dentro. Ha preso in mano un capezzolo come per mungerselo e me lo ha messo in bocca. Mentre glielo leccavo e ciucciavo, ha di nuovo socchiuso gli occhi e tenuta la bocca semiaperta per una quarantina di secondi.
Dopo si è riposizionata col tronco a perpendicolo e ha ripreso a scopare. Non voleva staccarsi dal cazzo che, per fortuna, anche se era molliccio, non si è rimpicciolito.
Poi si è adagiata appoggiando una guancia sullo sterno come per dormire e col bacino si è fermata. Dopo un po’ si è rimessa dritta. Il cazzo è fuoriuscito. Si è toccata il basso ventre e si è sfregata i palmi delle mani sui miei fianchi e sulle sue cosce.
-Scusa ma ti ho annaffiato- mi ha detto guardandomi imbarazzata negli occhi.
-Ho visto-
Mi ha dato dei baci sulla bocca.
-Ma tu devi venire di nuovo o no?- ha chiesto.
-Stessa posizione o cambiamo?- le ho chiesto.
-Come vuoi tu-
-Resta sopra di me ché ti voglio tenere dal culo-.
Dopo circa un minuto le ho afferrato il viso e le ho detto:
-Ssi… Così vengo anch’io!
-Vieni!
-Sì, vengo…!
-Vieni!
-Aah, Ooh, ti sto venendo di nuovo dentro…
-Sì Sì….
Ho sborrato mentre la tenevo per la nuca. Aveva di nuovo socchiuso gli occhi. Poi si è sollevata un po’ e il cazzo è uscito assieme a del liquido che mi si è riversato fra l’inguine e i coglioni. Si è riseduta poco sotto il cazzo con le gambe spalancate.
Ha preso il cuscino e mi ha picchiato due volte sul viso. Dopo ci siamo alzati e ci siamo diretti in bagno.
Ci siamo lavati ed io mi sono vestito.
Ho tirato fuori il portafogli e le ho mollato 60 euro.
-Sono 90, Tesoro-
-Ma al telefono mi ci siamo messi d’accordo per 60 rose!- Ho obiettato io.
-Sì, è vero, però oggi lo abbiamo fatto scoperto, sei venuto due volte e mi sono fatta baciare in bocca. A un altro avrei chiesto di più. Te ti conosco e ti ho fatto un prezzo di favore.

Le ho dato il resto senza guardarla in faccia. Le ha squillato il telefonino.
-Ti apro, sali al primo piano, esci dall’ascensore e vieni alla seconda porta a sinistra- ha risposto.
Poi mi ha detto di andare un attimo a chiudermi in bagno. Ho obbedito. Ho sentito la porta d’ingresso aprirsi e richiudersi, ho percepito dei passi e poi il rumore di un’altra porta che si chiudeva. Dopo è tornata in bagno, mi ha fatto segno col dito di stare zitto e mi ha accompagnato all’uscita. Ho oltrepassato l’uscio. Mi stavo girando per salutarla e per mandarle un bacio con un soffio, quando ho giusto sentito la porta sbattere con un colpo che ha rimbombato nel corridoio e nella tromba delle scale.

scritto il
2023-08-15
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