Dentifricio nel culo
di
Heroindio
genere
bisex
Avevo cercato il suo profilo su Facebook per vedere che fine avesse fatto e se fosse ancora chiavabile. Avevamo chattato un paio di volte e lei mi aveva proposto di vederci a metà strada.
Abbiamo deciso di incontrarci a Napoli, che è equidistante da Catanzaro (dove abito io) e Firenze (ci lavora lei).
Su Messenger mi aveva confessato che, quando l’avevo contattata sul Social Network chiedendole l'amicizia, aveva fatto un giro sul mio profilo. Mi aveva rivisto in foto e le era venuta un po’ di nostalgia.
Nel frattempo si era sposata con un medico come lei e ci aveva fatto due figli.
Adesso entrambi avevamo quarantasette anni ed erano passati 22 anni da quando ci eravamo lasciati e offesi per l'ultima volta.
Ci siamo dati appuntamento al Bar Messico per un caffè. Quando sono arrivato e l'ho vista, l'ho salutata stringendole la mano e dandole un bacio sulla guancia. Aveva un tailleur beige e i piedi senza calze sui tacchi a spillo.
Ci siamo accomodati al tavolino fuori.
Si è seduta di fianco, ha accavallato le gambe e ha (ri)cominciato a bombardarmi di parole. L'ho lasciata parlare. Le guardavo di sottecchi la coscia che fuoriusciva dallo spacco della gonna che, per la posizione, si era ritirata fino a metà coscia.
Carmen ciarlava e io pensavo a quando mi faceva ubriacare per non farmi venire subito e poi si faceva afferrare per le caviglie. La penetravo piegandola e premendole le cosce sulla pancia. Allora mi mettevo un piede in bocca e lei ansimava al ritmo delle botte che le davo col cazzo. Poi mi penetrava la bocca e con l’alluce mi toccava/schiacciava l'ugola facendomi venire i conati di vomito. Quando lei mi diceva che stava venendo, io lo tiravo fuori e le sborravo intorno all’ombelico. Poi cadevo a peso morto sopra di lei e ci addormentavamo per qualche minuto. Al risveglio, la baciucchiavo sul viso, la leccavo sul collo e sulle parti del corpo che erano rimaste appiccicate a me durante il sonnellino: sapevano di salato.
Poi sono tornato al presente perché lei ha terminato il monologo chiedendomi:
-tu che ne pensi, Vì?-
-Guarda, Ca', io la penso come te-.
Il cameriere ha portato i caffè. Mi sono alzato per andare alla cassa a pagare. Non volevo essere anticipato da lei.
Sono tornato al tavolo.
Carmen stava girando il caffè nelle tazzine con il cucchiaino, presumo per mescolare lo zucchero. Poi ha sorseggiato il suo. Mi fissava sorridendo con una espressione che mi ha eccitato.
-E così ti è venuta la nostalgia di quando stavamo insieme?- Ho chiesto.
-Ti ricordi quanta vodka bevevamo?- ha detto lei.
-Come no!- Ho risposto -lo rifarei volentieri, Ca’!
-Ti andrebbe di farlo con me e mio marito insieme?
Ho avuto un capogiro e ho risposto sì:
-purché ci stia sempre tu con noi. Con un maschio mi eccito solo se c’è una donna almeno a guardarmi. Anche lui è a Napoli?
-Ci sta aspettando già in Motel, caro.
Abbiamo levato le chiappe dalle sedie e siamo andati via.
Abbiamo parcheggiato a pochi metri dall’ingresso della struttura e siamo entrati.
Il signore della Hall ha salutato Carmen.
-Frequenti questo posto?- le ho chiesto.
-Certo che sì- mi ha risposto
-Ma quanti amanti hai?
-Uno solo, l’amico di mio marito- mi ha detto senza guardarmi.
-Aaazzz- mi è uscito dalla bocca.
Ha preso la card della camera 219 e siamo andati all’ascensore.
Le porte si sono chiuse a mi ha detto di pigiare il 2. Mi ha preso il pacco e me lo ha stretto. L’ho baciata in bocca. Mi è sembrato però di muovermi al rallentatore e ho detto a Carmen che mi sentivo strano.
-È normale, sei eccitato, Vi’. Non ci toccavano da più di 20 anni.
L'ascensore è arrivata al secondo piano e si è aperta.
La Carmen mi ha preso per mano e siamo usciti. Mi ha trascinato a sinistra, in fondo al corridoio sulla destra. Ci siamo trovati davanti una porta che aveva affisso il numero 219.
Ha aperto la porta e siamo entrati. Era una matrimoniale. Poi mi ha detto di prendere la vodka che era nel frigo. C’erano quattro bicchieri sulla consolle.
-Faccio io, tu vai pure a spogliarti e lavarti in bagno- mi ha detto.
-Ok, grazie.
In bagno mi sono guardato allo specchio che mi sembrava si stesse muovendo verso sinistra. Non riuscivo a fissarlo con lo sguardo.
Mi sono spogliato e ho fatto la doccia. Era calda. Mi sono rilassato.
Poi ho chiuso l’acqua, mi sono asciugato con l’accappatoio e sono tornato in camera. Carmen era nuda, seduta davanti alla consolle di fianco al frigo e di fronte al letto. Aveva accavallato le gambe e teneva con entrambe le mani due bicchieri pieni di vodka. Uno me lo ha porto.
-Alla nostra, Vi’.
-Alla nostra, Principessa.
Ho bevuto tutto ad un sorso mentre lei sorseggiava e mi guardava con le palpebre semi-abbassate.
Le ho detto che avevo voglia di sdraiarmi sul letto. Ho tolto via l’accappatoio e mi sono disteso. Lei si è alzata dalla sedia ed è venuta verso di me, ha preso in mano il cazzo e me lo ha succhiato per qualche minuto.
Oltre a essere già ubriaco, mi sentivo le braccia e le gambe mosce.
Non riuscivo a parlare bene. Ero eccitato però il cazzo era un po’ molliccio. Carmen mi ha messo supino e mi ha sollevato le gambe, si è avvicinata col muso al buco del culo e ci ha sputato, poi mi ha infilato un dito nel retto e mi ha detto di contrarre lo sfintere mentre lei faceva avanti e indietro. Così avrei provato piacere. Se lo è messo in bocca continuando a sodomizzarmi con l’indice. Era un piacere nuovo. Mi sentivo una puttana. La puttana della mia ex. Ha smesso di spompinarmi ed ha sputato di nuovo sull'ano, si è alzata ed è scesa dal letto, mi ha afferrato per le cosce e mi ha trascinato fino all'orlo del letto. Mi ha infilato l’indice e il medio e mi ha fatto scorreggiare. Con l’altra mano mi ha preso il cazzo. Ci ha sputato sopra mentre mi segava. Ha tolto per pochi secondi le dita dal buco del culo per sputarci. Io sentivo un po’ di dolore quando rilassavo per un po’ l’ano. Dolore che si trasformava in piacere quando lo restringevo di nuovo.
Mi ha strizzato per un paio di volte le palle. Nonostante avessi bevuto della vodka per non venire subito, ho sborrato sulle lenzuola. Allora lei mi ha detto di rimettermi supino, è salita in piedi sopra il letto e mi ha chiesto di aprire la bocca. Mi ci si è seduta sopra. Faticavo a respirare. Con le mani mi stringeva la testa, spingeva la mia bocca sulla fica e si strusciava muovendo il bacino. Mi ha pisciato in bocca ed io ho ingoiato la pipì. Poi si è rigirata e si è messa a sfregarsi con l'ano sul naso e sulla bocca e si è piegata per succhiarmelo. Ho infilato la lingua nell'ano e ho sentito del gas maleodorante che usciva dall'intestino.
-Amore, beviamo un altro po’?- Mi sembra che mi abbia detto.
Ho detto sì. L’ho vista andare al frigo e prendere una bottiglia di vodka, ne ha versato un po' in un bicchiere, poi ha preso una boccettina e ne ha svuotato il contenuto nel bicchierino.
-Ma è Valium, Ca?!
-In ospedale lo facciamo assumere ai pazienti prima di fargli la colonscopia.
È venuta al mio fianco, mi ha sollevato il capo tenendomi per la nuca, mi ha chiesto di aprire la bocca e mi ci ha portato il bicchiere. Lo ha inclinato e io ho ingurgitato tutto.
Mi ha riposto la testa sul cuscino.
Era di spalle seduta sul letto e alla mia destra. Con una mano me lo segava e con l’altra teneva lo smartphone. Dopo un po’ è scesa dal letto ed è andata ad aprire la porta della stanza. È entrato un tizio che aveva una bottiglia in mano. Sembrava di spumante.
Ha baciato Carmen sulla bocca. Doveva essere il marito. Era alto, magro, chiaro di carnagione, stempiato e aveva l’accento lombardo. Si è avvicinato al letto, mi ha squadrato e si è spogliato. Aveva un po’ di pancetta ed era arrapato. Si è rivolto a Carmen e ha detto:
-È sballato?
Non ce la facevo ad alzarmi né a rispondere. Mi girava la testa e avevo tanta voglia di dormire.
Ha avvicinato al mio viso il cazzo che teneva in mano. Carmen glielo ha scappellato e ci ha sputato sopra. Poi mi ha alzato il capo e lui me lo ha messo in bocca. Carmen mi guardava a mi stava tenendo per la nuca, ha cominciato a leccarmi prima il collo e poi il capezzolo sinistro.
Invece di disgustarmi, ho provato piacere a spompinare lo sconosciuto, specialmente quando sua moglie mi succhiava la tetta. Mi eccitavo al pensiero di essere la puttana del marito della mia ex.
Dopo 5 minuti mi hanno girato e disposto carponi.
Li ho pregati di lubrificarmi onde evitare che mi strappassero le pareti dell’ano e del retto. Ho sentito lui che ha sghignazzato e mi ha detto che sarebbe andato in bagno a passare del dentifricio sul cazzo. Quando è tornato mi ha detto che avrei dovuto io spalmare e diluire la pasta dentifricia sulla cappella. Glielo ho spompinato e insalivato per bene, poi mi sono girato e gli ho chiesto di scoparmi. Intanto Carmen era stesa davanti a me e si faceva leccare i piedi.
Stringevo l’ano e provavo piacere soprattutto quando lui sfilava il cazzo. Il dentifricio però mi provocava un po' di bruciore. Lei si è avvicinata col bacino e gliela ho leccata. Dopo pochi secondi ho sentito il marito emettere un sospiro e spingermi forte, poi mi sono sentito un liquido caldo dentro e ho immerso con forza il muso nella vagina di Carmen. Lui, quando ha tolto il cazzo, mi ha ordinato di pulirglielo con la bocca. Mi ha preso per la nuca e me lo ha fatto succhiare. Carmen si è accovacciata a osservarmi a 15/20cm di distanza. Teneva gli occhi semichiusi e si stava toccando. Poi ha detto che stava venendo. Allora ho lasciato il cazzo del marito e mi sono messo supino con la testa fra le sue gambe a bocca aperta sotto la figa. Mi ha pisciato in faccia. Ho cercato di bere più piscio possibile però mi sono anche accorto che il tipo mi stava anche lui pisciando addosso.
Carmen mi ha baciato sulla guancia e mi ha detto che loro avevano finito. Si sono vestiti mentre io li guardavo sdraiato sul letto e mi segavo.
Dopo lei mi ha salutato con un bacio in bocca e lui mi ha detto, fermo, sulla porta, arrivederci. Hanno sbattuto la porta mentre sborravo tra le lenzuola. Sono rimasto steso per mezzora in dormiveglia, dopo mi sono alzato e sono andato in bagno. Mi sono seduto sul tazzone. Ho cagato una cremina liquida che sembrava yogurt alla nocciola. Ho anche pisciato in quella posizione. Poi ho fatto la doccia. Mi sono rivestito e sono andato giù a pagare. Il portiere mi ha detto che i signori avevano pagato tutto.
Ho chiesto quanto costasse pernottare lì. Mi ha risposto che erano 50 euro compresa la colazione. Riposarmi sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Avevo una sbornia e il valium da smaltire. E il buco del culo da sbollire.
Abbiamo deciso di incontrarci a Napoli, che è equidistante da Catanzaro (dove abito io) e Firenze (ci lavora lei).
Su Messenger mi aveva confessato che, quando l’avevo contattata sul Social Network chiedendole l'amicizia, aveva fatto un giro sul mio profilo. Mi aveva rivisto in foto e le era venuta un po’ di nostalgia.
Nel frattempo si era sposata con un medico come lei e ci aveva fatto due figli.
Adesso entrambi avevamo quarantasette anni ed erano passati 22 anni da quando ci eravamo lasciati e offesi per l'ultima volta.
Ci siamo dati appuntamento al Bar Messico per un caffè. Quando sono arrivato e l'ho vista, l'ho salutata stringendole la mano e dandole un bacio sulla guancia. Aveva un tailleur beige e i piedi senza calze sui tacchi a spillo.
Ci siamo accomodati al tavolino fuori.
Si è seduta di fianco, ha accavallato le gambe e ha (ri)cominciato a bombardarmi di parole. L'ho lasciata parlare. Le guardavo di sottecchi la coscia che fuoriusciva dallo spacco della gonna che, per la posizione, si era ritirata fino a metà coscia.
Carmen ciarlava e io pensavo a quando mi faceva ubriacare per non farmi venire subito e poi si faceva afferrare per le caviglie. La penetravo piegandola e premendole le cosce sulla pancia. Allora mi mettevo un piede in bocca e lei ansimava al ritmo delle botte che le davo col cazzo. Poi mi penetrava la bocca e con l’alluce mi toccava/schiacciava l'ugola facendomi venire i conati di vomito. Quando lei mi diceva che stava venendo, io lo tiravo fuori e le sborravo intorno all’ombelico. Poi cadevo a peso morto sopra di lei e ci addormentavamo per qualche minuto. Al risveglio, la baciucchiavo sul viso, la leccavo sul collo e sulle parti del corpo che erano rimaste appiccicate a me durante il sonnellino: sapevano di salato.
Poi sono tornato al presente perché lei ha terminato il monologo chiedendomi:
-tu che ne pensi, Vì?-
-Guarda, Ca', io la penso come te-.
Il cameriere ha portato i caffè. Mi sono alzato per andare alla cassa a pagare. Non volevo essere anticipato da lei.
Sono tornato al tavolo.
Carmen stava girando il caffè nelle tazzine con il cucchiaino, presumo per mescolare lo zucchero. Poi ha sorseggiato il suo. Mi fissava sorridendo con una espressione che mi ha eccitato.
-E così ti è venuta la nostalgia di quando stavamo insieme?- Ho chiesto.
-Ti ricordi quanta vodka bevevamo?- ha detto lei.
-Come no!- Ho risposto -lo rifarei volentieri, Ca’!
-Ti andrebbe di farlo con me e mio marito insieme?
Ho avuto un capogiro e ho risposto sì:
-purché ci stia sempre tu con noi. Con un maschio mi eccito solo se c’è una donna almeno a guardarmi. Anche lui è a Napoli?
-Ci sta aspettando già in Motel, caro.
Abbiamo levato le chiappe dalle sedie e siamo andati via.
Abbiamo parcheggiato a pochi metri dall’ingresso della struttura e siamo entrati.
Il signore della Hall ha salutato Carmen.
-Frequenti questo posto?- le ho chiesto.
-Certo che sì- mi ha risposto
-Ma quanti amanti hai?
-Uno solo, l’amico di mio marito- mi ha detto senza guardarmi.
-Aaazzz- mi è uscito dalla bocca.
Ha preso la card della camera 219 e siamo andati all’ascensore.
Le porte si sono chiuse a mi ha detto di pigiare il 2. Mi ha preso il pacco e me lo ha stretto. L’ho baciata in bocca. Mi è sembrato però di muovermi al rallentatore e ho detto a Carmen che mi sentivo strano.
-È normale, sei eccitato, Vi’. Non ci toccavano da più di 20 anni.
L'ascensore è arrivata al secondo piano e si è aperta.
La Carmen mi ha preso per mano e siamo usciti. Mi ha trascinato a sinistra, in fondo al corridoio sulla destra. Ci siamo trovati davanti una porta che aveva affisso il numero 219.
Ha aperto la porta e siamo entrati. Era una matrimoniale. Poi mi ha detto di prendere la vodka che era nel frigo. C’erano quattro bicchieri sulla consolle.
-Faccio io, tu vai pure a spogliarti e lavarti in bagno- mi ha detto.
-Ok, grazie.
In bagno mi sono guardato allo specchio che mi sembrava si stesse muovendo verso sinistra. Non riuscivo a fissarlo con lo sguardo.
Mi sono spogliato e ho fatto la doccia. Era calda. Mi sono rilassato.
Poi ho chiuso l’acqua, mi sono asciugato con l’accappatoio e sono tornato in camera. Carmen era nuda, seduta davanti alla consolle di fianco al frigo e di fronte al letto. Aveva accavallato le gambe e teneva con entrambe le mani due bicchieri pieni di vodka. Uno me lo ha porto.
-Alla nostra, Vi’.
-Alla nostra, Principessa.
Ho bevuto tutto ad un sorso mentre lei sorseggiava e mi guardava con le palpebre semi-abbassate.
Le ho detto che avevo voglia di sdraiarmi sul letto. Ho tolto via l’accappatoio e mi sono disteso. Lei si è alzata dalla sedia ed è venuta verso di me, ha preso in mano il cazzo e me lo ha succhiato per qualche minuto.
Oltre a essere già ubriaco, mi sentivo le braccia e le gambe mosce.
Non riuscivo a parlare bene. Ero eccitato però il cazzo era un po’ molliccio. Carmen mi ha messo supino e mi ha sollevato le gambe, si è avvicinata col muso al buco del culo e ci ha sputato, poi mi ha infilato un dito nel retto e mi ha detto di contrarre lo sfintere mentre lei faceva avanti e indietro. Così avrei provato piacere. Se lo è messo in bocca continuando a sodomizzarmi con l’indice. Era un piacere nuovo. Mi sentivo una puttana. La puttana della mia ex. Ha smesso di spompinarmi ed ha sputato di nuovo sull'ano, si è alzata ed è scesa dal letto, mi ha afferrato per le cosce e mi ha trascinato fino all'orlo del letto. Mi ha infilato l’indice e il medio e mi ha fatto scorreggiare. Con l’altra mano mi ha preso il cazzo. Ci ha sputato sopra mentre mi segava. Ha tolto per pochi secondi le dita dal buco del culo per sputarci. Io sentivo un po’ di dolore quando rilassavo per un po’ l’ano. Dolore che si trasformava in piacere quando lo restringevo di nuovo.
Mi ha strizzato per un paio di volte le palle. Nonostante avessi bevuto della vodka per non venire subito, ho sborrato sulle lenzuola. Allora lei mi ha detto di rimettermi supino, è salita in piedi sopra il letto e mi ha chiesto di aprire la bocca. Mi ci si è seduta sopra. Faticavo a respirare. Con le mani mi stringeva la testa, spingeva la mia bocca sulla fica e si strusciava muovendo il bacino. Mi ha pisciato in bocca ed io ho ingoiato la pipì. Poi si è rigirata e si è messa a sfregarsi con l'ano sul naso e sulla bocca e si è piegata per succhiarmelo. Ho infilato la lingua nell'ano e ho sentito del gas maleodorante che usciva dall'intestino.
-Amore, beviamo un altro po’?- Mi sembra che mi abbia detto.
Ho detto sì. L’ho vista andare al frigo e prendere una bottiglia di vodka, ne ha versato un po' in un bicchiere, poi ha preso una boccettina e ne ha svuotato il contenuto nel bicchierino.
-Ma è Valium, Ca?!
-In ospedale lo facciamo assumere ai pazienti prima di fargli la colonscopia.
È venuta al mio fianco, mi ha sollevato il capo tenendomi per la nuca, mi ha chiesto di aprire la bocca e mi ci ha portato il bicchiere. Lo ha inclinato e io ho ingurgitato tutto.
Mi ha riposto la testa sul cuscino.
Era di spalle seduta sul letto e alla mia destra. Con una mano me lo segava e con l’altra teneva lo smartphone. Dopo un po’ è scesa dal letto ed è andata ad aprire la porta della stanza. È entrato un tizio che aveva una bottiglia in mano. Sembrava di spumante.
Ha baciato Carmen sulla bocca. Doveva essere il marito. Era alto, magro, chiaro di carnagione, stempiato e aveva l’accento lombardo. Si è avvicinato al letto, mi ha squadrato e si è spogliato. Aveva un po’ di pancetta ed era arrapato. Si è rivolto a Carmen e ha detto:
-È sballato?
Non ce la facevo ad alzarmi né a rispondere. Mi girava la testa e avevo tanta voglia di dormire.
Ha avvicinato al mio viso il cazzo che teneva in mano. Carmen glielo ha scappellato e ci ha sputato sopra. Poi mi ha alzato il capo e lui me lo ha messo in bocca. Carmen mi guardava a mi stava tenendo per la nuca, ha cominciato a leccarmi prima il collo e poi il capezzolo sinistro.
Invece di disgustarmi, ho provato piacere a spompinare lo sconosciuto, specialmente quando sua moglie mi succhiava la tetta. Mi eccitavo al pensiero di essere la puttana del marito della mia ex.
Dopo 5 minuti mi hanno girato e disposto carponi.
Li ho pregati di lubrificarmi onde evitare che mi strappassero le pareti dell’ano e del retto. Ho sentito lui che ha sghignazzato e mi ha detto che sarebbe andato in bagno a passare del dentifricio sul cazzo. Quando è tornato mi ha detto che avrei dovuto io spalmare e diluire la pasta dentifricia sulla cappella. Glielo ho spompinato e insalivato per bene, poi mi sono girato e gli ho chiesto di scoparmi. Intanto Carmen era stesa davanti a me e si faceva leccare i piedi.
Stringevo l’ano e provavo piacere soprattutto quando lui sfilava il cazzo. Il dentifricio però mi provocava un po' di bruciore. Lei si è avvicinata col bacino e gliela ho leccata. Dopo pochi secondi ho sentito il marito emettere un sospiro e spingermi forte, poi mi sono sentito un liquido caldo dentro e ho immerso con forza il muso nella vagina di Carmen. Lui, quando ha tolto il cazzo, mi ha ordinato di pulirglielo con la bocca. Mi ha preso per la nuca e me lo ha fatto succhiare. Carmen si è accovacciata a osservarmi a 15/20cm di distanza. Teneva gli occhi semichiusi e si stava toccando. Poi ha detto che stava venendo. Allora ho lasciato il cazzo del marito e mi sono messo supino con la testa fra le sue gambe a bocca aperta sotto la figa. Mi ha pisciato in faccia. Ho cercato di bere più piscio possibile però mi sono anche accorto che il tipo mi stava anche lui pisciando addosso.
Carmen mi ha baciato sulla guancia e mi ha detto che loro avevano finito. Si sono vestiti mentre io li guardavo sdraiato sul letto e mi segavo.
Dopo lei mi ha salutato con un bacio in bocca e lui mi ha detto, fermo, sulla porta, arrivederci. Hanno sbattuto la porta mentre sborravo tra le lenzuola. Sono rimasto steso per mezzora in dormiveglia, dopo mi sono alzato e sono andato in bagno. Mi sono seduto sul tazzone. Ho cagato una cremina liquida che sembrava yogurt alla nocciola. Ho anche pisciato in quella posizione. Poi ho fatto la doccia. Mi sono rivestito e sono andato giù a pagare. Il portiere mi ha detto che i signori avevano pagato tutto.
Ho chiesto quanto costasse pernottare lì. Mi ha risposto che erano 50 euro compresa la colazione. Riposarmi sarebbe stata la cosa migliore da fare.
Avevo una sbornia e il valium da smaltire. E il buco del culo da sbollire.
3
voti
voti
valutazione
9.7
9.7
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Consumazione a pagamentoracconto sucessivo
Ramona
Commenti dei lettori al racconto erotico