El Elisabetta e il prof......il naufragar cì è dolce in questo nuovo amore........4capitolo/scritto insieme a Davide Sebastiani
di
Idea Clito
genere
dominazione
Quinto episodio
ELISABETTA
Fa già molto caldo o sono io ad essere troppo agitata? Penso che neanche a 16 anni con il primo filarino o a 20 quando ebbi il primo appuntamento con quello che sarebbe diventato mio marito ero così nervosa.
Ma a 16 anni non pensavo al sesso. O almeno al sesso inteso come penetrazione. Erano solo bacetti e carezze anche se il lui del momento cercava di raggiungere con le sue mani lunghe i miei tesori nascosti e ancora virginali e cercava altresì di farsi fare carezze dentro le sue mutande. Cosa che io sdegnosamente rifiutavo. Quel dolce ricordo di tanti anni orsono mi fa sorridere e questo stempera un po’ le mie inquietudini. Ora però sono ben diversa da quella ragazzina. Ora sono una donna e so quello che voglio. O forse sarebbe più esatto dire che vorrei. Daniele mi piace e questo è fuori di dubbio. Mi piace fisicamente, mi intriga molto e soprattutto eccita la mia fantasia. Già, la mia fantasia… A prima vista lui sembra sensibile, persino sottomesso. E al solo pensiero che lui possa esserlo davvero mi sento scombussolare e la mia eccitazione sale alle stelle, come è accaduto la sera precedente quando ho dovuto far ricorso ai miei giocattolini erotici per sfogare i miei istinti. Nello stesso tempo però, per quel poco che l’ho potuto conoscere al parco, mi ha dato la sensazione di essere anche forte e capace alla necessità. Sembrerebbe il mio uomo perfetto ma ho il terrore di essere me stessa e farlo scappare a gambe levate.
Quando gli ho quasi imposto che avrebbe dovuto portarmi a cena, l'ho fatto con voce dura e dominante proprio per vedere la sua reazione. Mi è sembrato sconvolto e stupito ma anche molto dolce e accomodante. Forse sto semplicemente idealizzando una persona che non ha niente a che fare con le mie sensazioni e sono incredibilmente combattuta. Da una parte vorrei mostrarmi per come sono realmente e dall’altra penso che con un uomo del genere potrei accontentarmi anche di vivere una vita normale. Eppure il mio cuore mi dice che è LUI. Non lo conosco nemmeno visto che ci ho scambiato poche parole ma sento che LUI è quello che cerco da sempre. Ma ho paura di fare la mossa sbagliata stasera e credo che forse è meglio dare tempo al tempo. Alla prima uscita presentarmi come dominatrice potrebbe scioccarlo e lo perderei irrimediabilmente. Se lui è la mia mezza mela, ci arriveremo.
Lo squillo del cellulare mi distoglie da quei pensieri e sul display mi appare il nome di mia figlia Flavia. La donna dominante, quella che vuole sedurre l’uomo col quale sta per uscire e che vorrebbe sottometterlo lascia immediatamente il posto alla nonna ansiosa
" Amore, è successo qualcosa ai bambini" le dico infatti ansiosa appena rispondo
" Tranquilla mamma stanno benone. Volevo soltanto sapere come va. Puoi parlare tranquillamente? Sei sola?"
" Ehh? Ma certo che sono sola. Perché mi fai una domanda del genere?"
" Perché i tuoi nipotini mi hanno raccontato una storia e non ho capito se è reale o di loro fantasia. Dicono che la nonna ha vinto una cena col nonno della loro amica Martina"
Accidenti che impiccioni! Non credevo fossero stati così attenti a quello che ci dicevamo io e Daniele. Ma sì, tanto non devo nascondere niente a nessuno
" Ehm, in effetti si. Ho conosciuto una persona e abbiamo deciso di andare a cena. Non vi ho detto niente perché ancora non c'è niente da raccontare".
" Mamma sono molto felice. Vai e sii te stessa"
" Cooooosaaaaa?? " Sono allibita. Cosa intende mia figlia Flavia? Cosa sa lei delle mie sensazioni? Beh, ha vissuto con me e il mio ex e sa che sono una donna che ama prendere il comando della situazione. Forse inconsciamente ho lasciato trapelare qualcosa. Ma sono sicura che nemmeno lei immagina quali siano realmente i miei desideri e pensa solamente a qualcosa che riguarda la vita a due
" Mamma ti conosco” mi dice infatti “So come sei fatta e so che tu e papà non eravate fatti l’uno per l’altra. Lui tutto perfettino e tu… Insomma, tu sei nata per stare al centro delle attenzioni di un uomo e non in secondo piano dopo il lavoro. E dopo chissà cos’altro. Tu sei stata una buona mamma ma io so che tu vorresti altro dalla vita. E forse è arrivato il momento giusto. Non nascondere tua vera natura. O almeno, fa’ in modo che lui la capisca. E chissà che questo nonno non sia la persona giusta”
Sono sconvolta
“ Io… Io non so cosa dire”
“ E allora non dire niente. Vai tranquilla. E fatti bellissima. Non avrà scampo”
" Grazie, tesoro mio, ti voglio bene. Dà un bacione ai bambini"
“ Ti voglio bene anch’io. E naturalmente dovrai informarmi della situazione. Voglio sapere tutto” conclude ridendo prima di troncare la conversazione.
La mia Flavia, che ragazza intelligente! Beh, d’altronde è mia figlia. Non faccio in tempo a fare un passo che sento un nuovo squillo del cellulare. E stavolta si tratta del maschio, mio figlio Marco
" Ciao mamma, ho appena parlato con Flavia. Mi ha detto che hai un appuntamento"
Sbuffo un po’
“ Fra un po’ lo metto pure sulla mia pagina facebook così lo sapranno tutti”
“ Beh, pensavo di aver il diritto di sapere se mia madre ha un altro uomo”
“ Cosa c’è? Sei geloso?” Lo sento ridere
“ Un po’. Ho una mamma ancora bellissima e… Insomma, geloso proprio no ma volevo solo esserti vicino”
“ Grazie del complimento, tesoro. Ma comunque è solo il nostro primo appuntamento. Se ci dovesse essere un seguito tu e Flavia lo verrete a sapere”
“ D’accordo mamma e… In bocca al lupo”
“ Viva il lupo” rispondo troncando anche questa conversazione. Chissà se anche Marco ha scoperto qualcosa delle mie sensazioni e se le tiene per sé. Forse, come tutti gli uomini, è stato meno attento alla situazione che c’era tra me e il mio ex e non ha captato ciò che invece Flavia ha recepito. O forse ha pensato bene di non intromettersi per delicatezza.
Ad ogni modo, adesso che ho la benedizione dei miei figli posso dedicarmi a come vestirmi e truccarmi.
Guardo il mio armadio. Adesso che vivo da sola non ho più motivo di nascondere quegli abiti come ho fatto per tanto tempo.
Per questo appuntamento vorrei vestirmi subito con i miei abiti preferiti in latex e tacco 15, una bella catsuit rossa fiammante e stivali al ginocchio con tacco a stiletto, ma otterrei soltanto il risultato di farlo scappare. Proprio come faceva mio marito quando mi vedeva vestita in quel modo. Ricordo la sua paura, il suo tremore al mio cospetto e invece la mia eccitazione che diventava man mano sempre più consistente. Più lui aveva paura di me e maggiore era la mia eccitazione. Sapeva che non avrebbe potuto far nulla per sfuggirmi e mi supplicava. Poi invece si arrabbiava dicendomi che ero una pazza esaltata. Non capiva che non gli avrei mai fatto veramente del male ma per me quello strano gioco era essenziale per sentirmi me stessa. Volevo che lui stesse al gioco, che mi dicesse che ero la sua padrona, che ero bellissima e invece non è mai riuscito a immedesimarsi. Cercavo di spiegargli che avrebbe reso il sesso spettacolare e che non sarei stata una padrona per 24 ore al giorno con lui ma erano parole buttate al vento. Addirittura mi consigliò di andare in terapia. Mah, acqua passata. Meglio pensare a Daniele. No, un abbigliamento del genere è sconsigliabile anche perché immaginerebbe che voglia mangiarmi lui e non il cibo che ci porteranno in tavola. Cosa comunque non lontana dalla realtà considerando che sono in astinenza sessuale da troppo tempo ormai e le mie uniche soddisfazioni sessuali le ho solo con i miei giocattolini.
Ovviamente mentre penso a un uomo che sia il mio schiavo.
L'ultima volta che ho fatto sesso, tra l’altro, è stato totalmente insoddisfacente. E’ stato con un mio ex compagno di liceo durante una rimpatriata. Avevamo bevuto forse un po' troppo o forse cercavamo di consolarci a vicenda visto che anche lui si era separato. Insomma, non ho un buon ricordo di quella serata. Rimane il fatto che i miei desideri sessuali sono rimasti per troppo tempo repressi. Mi dicevo che forse una donna non più giovanissima come me non dovrebbe pensare troppo alla mancanza di sesso ma… Io ne ho ancora bisogno. Così come sento il bisogno di un uomo che mi dia tutto ciò che cerco. Sesso, amore e sottomissione. Non posso farci niente, è la mia natura.
Continuo a guardare nel mio armadio e finalmente trovo ciò che cerco. Il vestito nero è piuttosto semplice ma abbastanza aderente. Mi arriva al ginocchio con una scollatura a cuore e vedo che mi sta un incanto, proprio come quando lo comprai per andare a una festa. Sotto ci ho messo un intimo viola di pizzo che ha sul reggiseno una balza che copre il decolletè e fa tanto sexy. Il classico vedo non vedo. Ho messo poi le autoreggenti sempre viola e infine dei sandali gioiello col tacco a spillo di 10 cm. Cerco poi tra gli oggetti d’oro e opto per un ciondolo a cuore con catenina semplice e orecchini intonati mentre per il trucco decido di andarci leggera. Meglio non esagerare e quindi un po' più di mascara, un po' di ombretto verde per accentuare il colore degli occhi e sono pronta visto che i capelli sono perfetti dopo la messa in piega appena effettuata e rende i miei ricci castani e morbidi perfetti per l’occasione.
Mi riguardo allo specchio. Dio santo, non ho mai passato tanto tempo a rimirarmi come stasera. Ma voglio essere perfetta e credo di esserlo. Vedo che sono ancora leggermente in anticipo e mi siedo sul letto accendendomi una sigaretta. Do un paio di boccate poi un rumore improvviso mi fa sobbalzare.
Cosa diavolo è? Oddio, è semplicemente il citofono e quindi deve essere Daniele. Mi alzo sorridendo pensando che alla mia età debbo essere rincoglionita per trasalire al semplice squillo del citofono. Mi alzo e vado di corsa a rispondere
" Sì, chi è?" chiedo spingendo il pulsante che mi mette in comunicazione con l’esterno
" Ciao Elisabetta… Sono Daniele. Scusa forse sono in anticipo ma ho pensato che… Insomma, ormai sono qui. Però se non sei pronta non ti preoccupare. Aspetto"
Dio quanto è dolce. E’ tremendamente impacciato e a me piace da impazzire vedere un uomo impacciato in mia presenza
" Sono quasi pronta. Devo solo mettermi le scarpe. Vuoi salire nel frattempo?" Lo sento sospirare
" Mi piacerebbe ma non riesco a trovare un parcheggio e sono in seconda fila. Non ti preoccupare e fai con comodo, ti aspetto qui senza problemi. Anche perché non vorrei che il nostro primo appuntamento iniziasse con una multa o una litigata per il parcheggio"
Sorrido
" D’accordo, giusto cinque minuti e arrivo" concludo. Mi rimetto seduta e mi infilo i sandali, mi do l’ennesimo sguardo allo specchio e, soddisfatta, decido di scendere. E scopro di avere il batticuore.
Accidenti, una donna con le mie caratteristiche non deve averlo. Devo avere il pieno possesso delle mie facoltà. Faccio un respiro lungo, chiudo gli occhi per alcuni secondi.
Dai Elisabetta, ci siamo.
DANIELE
Sono nervoso come un ragazzino. Non è tanto per l’appuntamento con una donna. Dopo essermi lasciato con Laura ho avuto altre storie ed ero tranquillissimo. E’ Elisabetta a farmi quest’effetto. Ripenso per l’ennesima volta a quando mi ha detto che per contraccambiare avrei dovuto invitarla a cena. Sembrava… Sembrava un ordine. La sua voce era sicura e… quasi dominante tanto che il mio cuore si è messo a fare le bizze. In quel momento mi sarei voluto inginocchiare ai suoi piedi per quanto l’ho vista e sentita dominante. Avrei voluto dirle che avrei fatto tutto quello che mi avesse ordinato quando probabilmente è solo la mia immaginazione. La mia solita immaginazione. Ogni donna attraente sa essere sicura dei propri mezzi, soprattutto quando non si è più ragazzine ed Elisabetta è davvero molto attraente. Ha detto di avere 55 anni, uno in meno di me che però continuo a ragionare come un ragazzino coi brufoli e il testosterone a mille. Probabilmente è solo una donna che ha visto un certo interesse nei miei occhi e ha deciso di farsi avanti lei stessa. Niente di anormale, tutto sommato. Anche perché per mia fortuna non sono ancora decrepito e non è la prima volta che suscito un certo interesse in donne aver 50. Con tutti questi divorzi e di conseguenza divorziate che ci sono in giro, quelli come me sono diventati merce rara. E già. Mentre a vent’anni le ragazze erano attratte da quello duro, dal bad boy, a 50 fanno gli occhioni dolci a quelli come me, rassicuranti. Insomma, dopo aver penato una vita vogliono un uomo calmo, tranquillo in grado di instaurare una nuova relazione. E un uomo come me diventa quindi il target ideale per quel tipo di donna. E allora, visto e considerato che Elisabetta non è la prima donna con la quale esco, la mia eccitazione da cosa dipende? Dal fatto che spero che lei sia davvero una donna dominante o semplicemente per il fatto che sto per incontrare una donna che mi piace tantissimo? E quando parlo di eccitazione intendo una vera e propria erezione, cosa che non mi capitava in modo istintivo da… Ho perso il conto. Da almeno un decennio, suppongo. Forse è vero che superata una certa età si ritorna a ragionare come quando si era adolescenti. Comunque, il fatto che lei abbia fatto il primo passo mi regala la certezza che io non gli sono indifferente e questo un po’ mi tranquillizza. Ma come diavolo dovrò vestirmi? Dunque, ovviamente credo che giacca e cravatta sia necessaria. Vediamo un po’… Completo blu e camicia celeste? Oddio, troppo classico. Vediamo un po’… Completo nero e camicia bianca? Col completo nero non sbaglio di sicuro ma con la camicia bianca sembro un invitato a un matrimonio. E se optassi per la camicia grigio perla per darmi un tocco di modernità? Perché no! Ho anche una bella cravatta che mi ha fatto per regalo mia figlia qualche anno fa. Dove diavolo l’ho messa? Eccola! Sì, mi sembra perfetta, grigia e nera anch’essa. Mi do una lieve pettinata. I miei capelli sono corti ma ce li ho ancora tutti come ai vecchi tempi anche se ho qualche spruzzata di bianco intorno alle basette. E i miei capelli ancora intatti sono un bel punto a vantaggio che pochi uomini della mia età possono sfoggiare. Posso andare? Direi di sì. Vediamo se ho preso tutto quello che mi occorre. Oh cazzo! Ho addirittura un lieve tremore. Se mi vedessero i miei allievi si farebbero un sacco di risate. Guardo l’orologio e mi rendo conto che sono ancora molto in anticipo ma penso che sia ugualmente meglio scendere. Male che vada attenderò qualche minuto sotto casa sua. A proposito, dove ho messo l’indirizzo? Ah sì, sul cellulare. Io faccio parte della generazione analogica e non ho l’abitudine di mettere tutto sul telefonino e vado in giro ancora coi pezzi di carta come appunti ma avrei fatto una figura di merda di fronte a Elisabetta e quindi me lo sono scritto appunto sul cellulare come ormai fanno tutti. Vedo sulla mappa che dista non più di una ventina di minuti da casa mia e manca ancora un’ora all’appuntamento. Va beh, chi se ne importa. Sono troppo nervoso per rimanere a casa e forse l’aria della sera mi renderà un po’ più calmo. Monto in macchina e inserisco il navigatore. La voce guida mi indica quindi la strada migliore per giungere sotto casa di Elisabetta. Sbuffo. Se pensavo che il mio nervosismo si calmasse sono caduto in errore. Ho bisogno di prendermi qualcosa al bar. Tanto sono in netto anticipo. Ordino un succo di frutta. Meglio non abusare con l’alcool perché presumo che un paio di bicchieri me li berrò durante la cena. Mentre sorseggio il succo di frutta penso ancora ad Elisabetta. Che dovrò fare dopo la cena? Invitarla a casa? Oppure da perfetto gentiluomo riaccompagnarla e aspettare un secondo appuntamento? Non ne ho la minima idea e propendo di prendere la decisione quando sarà il momento facendomi guidare dall’istinto. O forse sperando che sia lei a prendere la decisione. Mi rimetto in macchina e sono ancora leggermente in anticipo quando arrivo a destinazione. Diamine! Non c’è un parcheggio nemmeno a pagarlo oro. Lascio un attimo la macchina in seconda fila e scendo. Ecco, quello dovrebbe essere il suo portone. Dove ho messo il suo cognome? Ah sì, sempre sul cellulare, ovviamente insieme all’indirizzo. Eccolo qui. Mi faccio coraggio e spingo il pulsante. Mi risponde dopo pochi istanti e le spiego che sono un po’ in anticipo ma che non si preoccupasse che attenderò senza problemi. Mi invita a salire ma accidenti, ho la macchina in seconda fila e sono costretto a declinare l’invito. La sento sorridere e poi mi dice che devo solo aspettare pochi minuti e mi metto di fianco al portone ad attendere e poi la vedo. Dio, è bellissima. Non è una ragazzina, non ha la classica bellezza del somaro, come viene chiamata quella bellezza adolescenziale. E’ una bellezza matura che personalmente ammiro molto di più in una donna. Ha indosso un abito nero con un’ampia scollatura, abbastanza aderente da delineare il suo corpo. Ed è un corpo notevole, con le curve al punto giusto e due tette… Decisamente ben fatte. Ai piedi un paio di sandali con un bel tacco a spillo che le fanno superare di un bel po’ la mia altezza. Cosa che mi fa stare in imbarazzo ma che nello stesso tempo mi eccita notevolmente in quanto mi fa sentire una sorta d’inferiorità nei suoi confronti. Porta i capelli sciolti che sono ondulati e di un bel castano chiaro e ha il viso truccato non intensamente ma comunque in modo accurato. Le prendo la mano
“ E’ valsa la pena aspettarti. Sei una visione paradisiaca” le dico per poi avvicinarmi per darle i due classici bacetti. Oddio, forse ho esagerato col complimento. Ma poi vedo che sorride e mi tranquillizzo
“ Grazie. Per fortuna esistono ancora uomini galanti. E comunque anche tu non sei niente male. E vedo che abbiamo scelto gli stessi colori”
In effetti faccio caso che entrambi abbiamo scelto il grigio e il nero per il nostro outfit”
“ E’ vero. Grigio e nero” confermo
“ Proprio come Batman, il mio supereroe preferito”
“ Beh, non avevo molta scelta. Il mio guardaroba non prevede l’uso di colori cangianti” mi schernisco. Vedo che mi guarda accennando un lieve sorriso
“ Beh, direi di iniziare la nostra serata. Che ne dici?”
Annuisco. Le apro la portiera della macchina e la faccio salire per poi accomodarmi accanto a lei. Difficile distogliere lo sguardo dalle sue belle gambe ma cerco di evitare di farmi cogliere in fallo
“ Allora Elisabetta, a parte essere una giovane e affascinante nonna, cosa fai di bello?”
Mi guarda accennando un sorriso e si inumidisce le labbra
“ E cosa vorresti sapere?” mi chiede allargando il suo sorriso
“ Ad esempio, di cosa ti occupi. Qual è il tuo lavoro, i tuoi hobby, queste cose qui”
“ Il mio lavoro o come mi guadagno da vivere?” La guardo spalancando gli occhi
“ Pensavo che fosse la stessa cosa” Il suo sorriso enigmatico si trasforma in una sana risata
“ Non sempre. Di sicuro non per me. Diciamo che mi guadagno da vivere con un centro sportivo. L’ho aperto subito dopo il divorzio e adesso se ne occupa mio figlio anche se io rimango la titolare. E’ piccolo ma stiamo crescendo. Mi permette di avere una vita tranquilla e fare dei regali ai miei nipoti quando ne ho voglia senza dover elemosinare qualcosa dal mio ex”
“ Interessante. E invece per lavoro?”
“ Prima dimmelo tu”
“ Ok. Il mio lavoro è di una banalità incredibile. Non servo più a nessuno. Le hai presenti le cassette per videoregistratore? Quelle che nessuno usa più ormai? Ecco, io mi sento come dovrebbero sentirsi quelle cassette se avessero un’anima: inutile. Sono professore di latino e greco al liceo classico. Praticamente l’ultima ruota del carro degli insegnanti”
“ Perché dici così? Una volta al liceo classico latino e greco erano considerati tantissimo”
“ Hai detto bene Elisabetta. Una volta. Adesso è cambiato. A nessuno interessa le origini della nostra lingua. I ragazzi non sanno scrivere e non hanno nessun interesse a imparare. Questi maledetti telefonini hanno rivoluzionato tutto. Si scrivono i messaggi in modo abbreviato ma se tu chiedi a un giovane di scrivere qualche frase di senso compiuto… Non ne sono capaci. Se lo sanno fare in due su cento è un successo, credimi”
“ E tu devi puntare su quei due, farli diventare ancora più bravi”
“ E’ quello che faccio. Ma non voglio angosciarti con le problematiche del mio lavoro. Dimmi tu. Abbiamo appurato che ti guadagni il pane con un centro sportivo ma anche che c’è qualcos’altro che consideri come tuo vero lavoro”
“ Alleno una squadra femminile”
mi dice dopo alcuni secondi, sempre con quel sorriso stampato in faccia. Sembra che mi stia studiando e questa sensazione non mi mette a mio agio. Come se non bastassero quelle gambe che lei sta offrendo generosamente alla mia vista che mi hanno azzerato la salivazione. Cerco pertanto di rimanere impassibile
“ Ah che bello! Una squadra di pallavolo? Di basket?” La vedo scuotere la testa
“ Di rugby” Per fortuna che siamo fermi a un semaforo altrimenti dallo stupore avrei corso il rischio di tamponare qualcuno
“ Come? Una squadra femminile di rugby? Ma non è uno sport tipicamente maschile?”
“ Ti sembro un maschio?” mi domanda.
Ha cambiato leggermente tono e mi sembra un pizzico risentita. Accidenti a me. Dovevo evitare di fare una domanda del genere
“ Assolutamente no. Sei il ritratto della femminilità” Lo penso realmente anche se mi sembra una strana passione sportiva per una donna
“ Beh, meno male. E ciononostante ho giocato a rugby per vent’anni. Diciamo anche a un livello piuttosto alto. Molto alto. Almeno per quanto concerne questo gioco in Italia che è di nicchia. E quando ho smesso, ho voluto fare l’allenatrice. Ecco, quello lo considero il mio vero lavoro anche se economicamente ho appena un rimborso spese e non uno stipendio. Ma è la mia passione”
La guardo.
“ Ed è meraviglioso avere una passione. Scusami se ti ho fatto quella domanda stupida ma, come puoi immaginare, sono tutt’altro che uno sportivo”
“ Beh, però hai un corpo atletico”
“ Oh beh, qualche chilometro in bicicletta lo faccio ma il mio connubio con lo sport finisce lì. Invece tu… Sai, lo immaginavo che facessi qualche sport o che l’avessi fatto a livello professionale. Si vede che sei atletica e in gran forma. Certo, non avrei mai pensato al rugby e immaginavo che tu fossi una ex nuotatrice”
“ Per le spalle grosse?”
Ahi, mi sono dato la zappa sui piedi. In effetti ha le spalle un po’ più grosse del normale ma non glie le vedo certo come un difetto. Devo comunque cercare una via di scampo
“ Oh no, non per le spalle. Era evidente che tu fossi una sportiva per… Per il tuo fisico tonico. Insomma, per l’insieme e non per un particolare” Mi sorride e questo mi fa pensare di essermela cavata
“ E invece amo il rugby. E augurati che non ti debba mai placcare perché altrimenti sarebbero problemi tuoi”
“ Oh, non lo metto in dubbio” concludo proprio mentre siamo finalmente arrivati al ristorante che ho scelto per questa serata.
Fermo la macchina e faccio il giro per aprire lo sportello ad Elisabetta che sorride per questo mio gesto cavalleresco. E’ evidente che le deve essere piaciuto. Le porgo la mano per farla scendere e lei si avvicina quel tanto da permettermi di inebriarmi del suo profumo. Per un istante avrei voglia di prenderla per la vita e baciarla appassionatamente ma ovviamente devo frenare il mio istinto. Elisabetta sembra aver compreso quello che avevo in mente. Glie lo leggo negli occhi. Però non dice nulla su questo. Mi prende sottobraccio e mi sorride di nuovo
“ Beh, andiamo. Ho una fame incredibile” mi dice dopo alcuni secondi.
Io annuisco e avanzo verso il ristorante.
Credo proprio che sarò invidiato da diversi uomini
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