Cercare il seme per fecondarmi e trovare un bull.
di
Amico segreto
genere
dominazione
Mi chiamo Manuela, tra pochi giorni compio 40 anni, ma la storia che vi voglio raccontare è del 2016, con Andrea mio marito ci siamo sposati nel 2012, 29 anni io, e 34 lui, eravamo e siamo molto innamorati.
Dopo il primo anno di matrimonio abbiamo iniziato a cercare di concepire un figlio, siamo andati incontro a una serie di delusioni che ancora oggi ci fanno soffrire, dopo vari esami il responso era che lo sperma di Andrea non era totalmente privo di spermatozoi, ma molto scarso, le possibilità sue di fecondarmi, parole del dottore, erano nell’ordine del 2/3%, quasi nulle.
Provammo anche l’inseminazione artificiale per ben due volte, con il solo risultato di deprimerci ancora di più.
Premetto che scrivo questo racconto, con il consenso di mio marito, e se non l’ho fatto prima è stato solo per rispetto del nostro dolore causato da questa situazione.
Anche sessualmente, le brutte notizie ricevute, non avevano certo migliorato i nostri rapporti, anzi per lui l’erezione durava poco e io spesso facevo finta di godere, per non farlo rimanere male, ero diventata brava a fingere.
Una sera cambiò tutto, un collega di Andrea gli aveva confessato che lui aveva due padri, il biologico e chi l’aveva cresciuto. Oggi situazione frequente, ma il biologico era lo zio del padre, che era impotente, un accordo tra gentiluomini fatto all’interno della famiglia.
Mi ricordo ancora oggi le sue parole: “Manuela io ti amo più della mia vita, se io non riesco ad ingravidarti, dobbiamo trovare un donatore, ma senza donatore, vecchia maniera.”
Gli stampai un bacio che valeva più di mille parole.
Su internet Andrea trovò veramente di tutto, parlammo con tre o quattro possibili donatori, e decisamente tutti e due ci colpì il modo di parlare, l’eleganza, la cultura ed il savoir fare di Alfonso, 45enne Toscano, che confrontato con gli altri sembrava un marziano.
Aiutava le coppie con le nostre difficoltà, voleva prima diventare nostro amico e poi se nessuno dei tre avesse avuto da ridire, sarebbe salito da noi (siamo friulani) i due giorni dell’ovulazione per farmi concepire.
Ci spiegò che non poteva essere solo un atto meccanico, ma come il terreno deve essere preparato per la semina, io dovevo essere preparata per essere più ricettiva. Sarebbe stato importante anche il ruolo anche di Andrea sia in preparazione, sia di supporto al benessere e alla tranquillità della futura puerpera.
Se sceglievamo di affidarci a lui, gli avremmo dovuto dare fiducia per i due mesi precedenti all’inseminazione, raccontandogli tutto, anche i dettagli più personali sia del rapporto di coppia, sia delle reazioni del nostro corpo e della mente.
Insistette perchè non prendessimo una decisione affrettata, ci disse che avremmo dovuto parlare di sesso e cose intime, e fare degli esercizi in preparazione e altri solo allo scopo di unirci maggiormente come coppia.
Ci stupì quando ci disse che solitamente queste difficoltà rendono il sesso meno appagante e più raro, l’erezione è meno potente, la donna inizia a fingere piacere che invece non c’è, ci descrisse esattamente dove eravamo noi.
Gli scrivemmo che eravamo convinti e ci affidavamo a lui, fissammo la prima chiamata per la sera alle 21, ancora una volta ci spiegò che ci avrebbe dato indicazioni e si sarebbe aspettato che noi, sia singolarmente che in coppia, eseguissimo i compiti con impegno e serietà.
Ci disse che non era un dottore, che il suo metodo era stato applicato più di una volta con il 100% dei risultati positivi.
Un suo obiettivo era unirci come coppia, un’esperienza come questa o ci avrebbe unito o ci avrebbe diviso, se non ci impegnavamo con la prima scelta, lui non avrebbe continuato.
Non costava nulla, ma l’avremmo dovuto ospitare a spese nostre due giorni, preferibilmente in casa o eventualmente anche in albergo.
La sera parlammo un sacco, alla fine ci chiese di baciarci e alla buonanotte, di andare a letto e fare l’amore più dolcemente possibile.
Continua.............
Per commenti e suggerimenti: amicosegreto@tutanota.com
Dopo il primo anno di matrimonio abbiamo iniziato a cercare di concepire un figlio, siamo andati incontro a una serie di delusioni che ancora oggi ci fanno soffrire, dopo vari esami il responso era che lo sperma di Andrea non era totalmente privo di spermatozoi, ma molto scarso, le possibilità sue di fecondarmi, parole del dottore, erano nell’ordine del 2/3%, quasi nulle.
Provammo anche l’inseminazione artificiale per ben due volte, con il solo risultato di deprimerci ancora di più.
Premetto che scrivo questo racconto, con il consenso di mio marito, e se non l’ho fatto prima è stato solo per rispetto del nostro dolore causato da questa situazione.
Anche sessualmente, le brutte notizie ricevute, non avevano certo migliorato i nostri rapporti, anzi per lui l’erezione durava poco e io spesso facevo finta di godere, per non farlo rimanere male, ero diventata brava a fingere.
Una sera cambiò tutto, un collega di Andrea gli aveva confessato che lui aveva due padri, il biologico e chi l’aveva cresciuto. Oggi situazione frequente, ma il biologico era lo zio del padre, che era impotente, un accordo tra gentiluomini fatto all’interno della famiglia.
Mi ricordo ancora oggi le sue parole: “Manuela io ti amo più della mia vita, se io non riesco ad ingravidarti, dobbiamo trovare un donatore, ma senza donatore, vecchia maniera.”
Gli stampai un bacio che valeva più di mille parole.
Su internet Andrea trovò veramente di tutto, parlammo con tre o quattro possibili donatori, e decisamente tutti e due ci colpì il modo di parlare, l’eleganza, la cultura ed il savoir fare di Alfonso, 45enne Toscano, che confrontato con gli altri sembrava un marziano.
Aiutava le coppie con le nostre difficoltà, voleva prima diventare nostro amico e poi se nessuno dei tre avesse avuto da ridire, sarebbe salito da noi (siamo friulani) i due giorni dell’ovulazione per farmi concepire.
Ci spiegò che non poteva essere solo un atto meccanico, ma come il terreno deve essere preparato per la semina, io dovevo essere preparata per essere più ricettiva. Sarebbe stato importante anche il ruolo anche di Andrea sia in preparazione, sia di supporto al benessere e alla tranquillità della futura puerpera.
Se sceglievamo di affidarci a lui, gli avremmo dovuto dare fiducia per i due mesi precedenti all’inseminazione, raccontandogli tutto, anche i dettagli più personali sia del rapporto di coppia, sia delle reazioni del nostro corpo e della mente.
Insistette perchè non prendessimo una decisione affrettata, ci disse che avremmo dovuto parlare di sesso e cose intime, e fare degli esercizi in preparazione e altri solo allo scopo di unirci maggiormente come coppia.
Ci stupì quando ci disse che solitamente queste difficoltà rendono il sesso meno appagante e più raro, l’erezione è meno potente, la donna inizia a fingere piacere che invece non c’è, ci descrisse esattamente dove eravamo noi.
Gli scrivemmo che eravamo convinti e ci affidavamo a lui, fissammo la prima chiamata per la sera alle 21, ancora una volta ci spiegò che ci avrebbe dato indicazioni e si sarebbe aspettato che noi, sia singolarmente che in coppia, eseguissimo i compiti con impegno e serietà.
Ci disse che non era un dottore, che il suo metodo era stato applicato più di una volta con il 100% dei risultati positivi.
Un suo obiettivo era unirci come coppia, un’esperienza come questa o ci avrebbe unito o ci avrebbe diviso, se non ci impegnavamo con la prima scelta, lui non avrebbe continuato.
Non costava nulla, ma l’avremmo dovuto ospitare a spese nostre due giorni, preferibilmente in casa o eventualmente anche in albergo.
La sera parlammo un sacco, alla fine ci chiese di baciarci e alla buonanotte, di andare a letto e fare l’amore più dolcemente possibile.
Continua.............
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