La prof di ripetizioni
di
Lane1902
genere
etero
Ciao, mi piace “provare” a scrivere racconti erotici.
Non sono mai stato bravissimo a scuola e più volte ho dovuto ricorrere a ripetizioni di alcune materie.
Ero in quinta superiore e stavo preparando la maturità e due volte la settimana facevo ripetizioni con Sara, professoressa di ripetizioni alle prime esperienze di insegnamento, 28enne, piccolina, rossa naturale, portava gli occhiali, gambe e culo ottimi e due bellissimi piedini.
Erano circa due mesi che Sara passava a casa mia per aiutarmi a studiare, durante le ore con lei non facevo che guardarla, si vestiva sempre con camicetta accompagnata o da un pantalone o da una gonna con i collant neri, davvero arrapanti.
Le occhiate alle sue gambe non mancavano mai e credo se ne fosse accorta a lungo andare, spesso mi ritrovavo imbambolato a fantasticare su di lei. Il nostro rapporto era diventato molto amichevole e scherzoso, passando parecchie ore a studiare qualche battuta per spezzare il ritmo la si faceva, oppure qualche chiacchiera. Le battute non si trattenevano e da entrambi le parti si facevano senza timori.
Un pomeriggio di maggio Sara arrivó, era un periodo piuttosto caldo per cui si cominciava a vestire molto più estivo, indossava la solita camicetta bianca, una gonna rossa e, con mia grande sorpresa, le gambe erano totalmente libere dai collant e ai piedi indossava dei sandali infradito, i suoi piedini smaltati di nero erano mozzafiato: piccoli, dita bellissime, una cavigliera sulla gamba destra e un tatuaggio sulla parte alta del collo del piede sinistro.
Mia mamma la fece entrare e io e Sara andammo di sopra di camera mia dove siamo solito studiare.
Chiusi la porta e ci mettemmo a fare qualcosa. Tutto procedeva bene finché il mio sguardo cadde sotto la scrivania, Sara aveva accavallato le gambe, la gamba accavallata era rivolta verso di me e scioccato notai il piede di Sara totalmente nudo. Il mio cervello si staccó dai libri e andó solo su quel piede e sulle gambe di Sara.
Ero imbambolato, S:”Tutto ok? Ooooo, mi senti?”, non capii subito, mi feci sgamare. “Scusa Sara, solo che io…” non mi fece finire la frase, S:”…Mi guardavi il piede e le gambe, come hai sempre fatto. Non sono scema, mi sono accorta”. Non sapevo che dire o fare, mi aveva beccato in lungo e in largo.
Tornammo a studiare, verso la fine e dopo infiniti minuti di silenzio, S:”Insomma, che ci trovi di così bello in dei piedi?”, spiazzato, “Mi piacciono, sono carini e molto sexy se ben curati”, S:”Sarà, non sei il primo che mi fa un discorso simile”, “Bhe Sara, ovvio che non sono il primo che trovi, hai dei bellissimi piedi, piccoli piccoli, curati e con le forme giuste. Sono super sexy”, Sara giró la sedia, poggió i piedi, entrambi nudi, sulle mie ginocchia, S:”Li trovi davvero così belli?”, “Si, hai bei piedi e tu sei una bella ragazza”.
Sara ridacchio e mi strizzó l’occhio e allungó i piedi verso di me. Li presi in mano e li massaggiai, li toccai in ogni punto, li guardai bene e passai alcuni minuti solo accarezzandoli.
La mia mente era in stato confusionale e pregavo che mia mamma non entrasse in camera, la situazione mi eccitava da morire.
Sara alzó un piede, lo bloccó ad altezza della mia faccia, lo presi in mano e lo baciai, lo leccai e lo ribaciai. La gamba del piede libero si allargó permettendomi di vedere le sue mutandine nere ed immaginare la figa di Sara, poi la gamba libera si richiuse e il piede si posó sul mio pacco, S:”Direi di sì, hanno fatto effetto” ridacchio di gusto compiaciuta.
Io non mi fermai mai di leccarle il piede e non feci molto caso a cosa disse.
Mi tolse il piede dalle mani, puntó i piedi sulla sua sedia e allargó le gambe per mostrami velocemente di nuovo le mutande.
S:”Per oggi può bastare così, anche perché devo scappare. Ci vediamo fra due giorni ok?”, “Si, come da accordi”, S:”Perfetto”.
La accompagnai alla porta, S:”Riesci a venire tu da me stavolta?” Chiese strizzandosi l’occhio, richiesta insolita ma non così tanto, annuii con il capo e ci salutammo.
Appena andó via mi feci una sega paurosa, sborrai tantissimo e cominciai il conto alla rovescia per l’incontro successivo.
I due giorni passarono, alle 15 in punto suonai a casa di Sara, mi aprì il portone, feci 5 piani di scale, trovai la porta aperta ed entrai, S:”Vieni vieni, sono in cucina”, mi diressi verso la cucina, visione celestiale, maglietta ha aderente con pancia scoperta, occhiali da vista belli grossi neri, shorts e piedi nudi. Il culo di Sara sembrava mi parlasse.
Mi accomodai al tavolo della cucina, Sara versó il caffè e lo bevemmo chiacchierando, anche se la mia testa era fissa su di lei.
Cominciai a tirare fuori i libri, S:”C’è tempo per quelli”, mi prese per mano e andammo in salone, mi spinsè sul divano e mi salì sopra, prese la mia testa con le mani e mi bació togliendomi il respiro. Non mi aspettai tutta questa passione, ma subito mi abituai.
La strinsi con le braccia e mi girai da un lato ritrovandomi con Sara distesa sotto di me, mi tirai indietro, presi i piedi e li portai alla mia faccia, li baciai e li leccai, annusai e ribaciai quei piedini.
Dopo alcuni minuti allargai le gambe a Sara, le sfilai gli shorts e mi fiondai a leccarle la figa, era bagnata e leccandola inizió a gemere, era una bellissima figa, un leggerissimo pelo rosso e un gusto molto delicato.
La sditalinai e con l’altra mano allungai un dito, Sara lo prese in bocca dandomi un’anteprima di cosa potrebbe fare dopo. Gemeva ad un tono altissimo e questo mi fece eccitare alla grande.
Le diedi un bacio, S:”Liberiamo la bestia”, mi fece sedere di nuovo, mi prese i pantaloni e li sfiló, guardó il cazzo da brevissima distanza, spalancó la bocca e il mio cazzo sparì al suo interno. Un pompino bellissimo, il cazzo spariva e appariva dalla bocca di Sara, la sua lingua scorreva su tutto il cazzo, dalla punta alle palle facendomi avere i brividi che percorrevano tutta la schiena.
Il momento atteso arrivó, Sara si sedette per terra, alzó i piedi afferrando il cazzo alla base, inizió un footjob clamoroso, non era di certo il primo che faceva, i suoi piedini con smalto nero stringevano il mio cazzo con maestria, “Sara sei stratosferica”.
Si alzó, mi diede le spalle e si infiló il cazzo dentro la figa, era caldissima ma anche abbastanza larga, mi scopó ad un ritmo molto pacato ma che la fecero godere un sacco, gemette e urló ad ogni movimento. Diedi qualche bella pacca su quel bel culone che Sara sembró apprezzare.
La feci alzare e mettere a pecora sul divano, il cazzo rientró nella sua figa cominciando a scoparla a ritmo forsennato, il rumore dei nostri corpi a contatto era ingombrante nella stanza e ogni colpo era seguito da un suo gemito.
Tolsi il cazzo e lo poggiai sulle piante dei suoi piedini, lo strusciai e la picchiettai su di esse.
S:”Fermo, lascia che ti seghi”, lasciai il cazzo e lo prese con i piedi, un altro footjob davvero ottimo.
Non volli venire, la fermai dopo poco e la feci girare, le spalancai le gambe e la scopai di nuovo.
Non resistetti più, tolsi il cazzo e portai i suoi piedi uniti praticamente sopra di lei, le imbrattai i piedi con grandi fiotti di sperma, molta cadde anche sull’addome di Sara facendola sussultare e ridacchiare, finita la sborrata lo rigettai dentro la sua figa, mi abbassai con il busto e la baciai.
Dopo alcuni minuti la portai in bagno dove si ripulì. Ripulitasi mi abbracció e mi diede un gran bacio, S:”Una grande scopata, il finale molto eccitante, da rifare” concluse la frase con il mio cazzo in mano.
Grazie.
Non sono mai stato bravissimo a scuola e più volte ho dovuto ricorrere a ripetizioni di alcune materie.
Ero in quinta superiore e stavo preparando la maturità e due volte la settimana facevo ripetizioni con Sara, professoressa di ripetizioni alle prime esperienze di insegnamento, 28enne, piccolina, rossa naturale, portava gli occhiali, gambe e culo ottimi e due bellissimi piedini.
Erano circa due mesi che Sara passava a casa mia per aiutarmi a studiare, durante le ore con lei non facevo che guardarla, si vestiva sempre con camicetta accompagnata o da un pantalone o da una gonna con i collant neri, davvero arrapanti.
Le occhiate alle sue gambe non mancavano mai e credo se ne fosse accorta a lungo andare, spesso mi ritrovavo imbambolato a fantasticare su di lei. Il nostro rapporto era diventato molto amichevole e scherzoso, passando parecchie ore a studiare qualche battuta per spezzare il ritmo la si faceva, oppure qualche chiacchiera. Le battute non si trattenevano e da entrambi le parti si facevano senza timori.
Un pomeriggio di maggio Sara arrivó, era un periodo piuttosto caldo per cui si cominciava a vestire molto più estivo, indossava la solita camicetta bianca, una gonna rossa e, con mia grande sorpresa, le gambe erano totalmente libere dai collant e ai piedi indossava dei sandali infradito, i suoi piedini smaltati di nero erano mozzafiato: piccoli, dita bellissime, una cavigliera sulla gamba destra e un tatuaggio sulla parte alta del collo del piede sinistro.
Mia mamma la fece entrare e io e Sara andammo di sopra di camera mia dove siamo solito studiare.
Chiusi la porta e ci mettemmo a fare qualcosa. Tutto procedeva bene finché il mio sguardo cadde sotto la scrivania, Sara aveva accavallato le gambe, la gamba accavallata era rivolta verso di me e scioccato notai il piede di Sara totalmente nudo. Il mio cervello si staccó dai libri e andó solo su quel piede e sulle gambe di Sara.
Ero imbambolato, S:”Tutto ok? Ooooo, mi senti?”, non capii subito, mi feci sgamare. “Scusa Sara, solo che io…” non mi fece finire la frase, S:”…Mi guardavi il piede e le gambe, come hai sempre fatto. Non sono scema, mi sono accorta”. Non sapevo che dire o fare, mi aveva beccato in lungo e in largo.
Tornammo a studiare, verso la fine e dopo infiniti minuti di silenzio, S:”Insomma, che ci trovi di così bello in dei piedi?”, spiazzato, “Mi piacciono, sono carini e molto sexy se ben curati”, S:”Sarà, non sei il primo che mi fa un discorso simile”, “Bhe Sara, ovvio che non sono il primo che trovi, hai dei bellissimi piedi, piccoli piccoli, curati e con le forme giuste. Sono super sexy”, Sara giró la sedia, poggió i piedi, entrambi nudi, sulle mie ginocchia, S:”Li trovi davvero così belli?”, “Si, hai bei piedi e tu sei una bella ragazza”.
Sara ridacchio e mi strizzó l’occhio e allungó i piedi verso di me. Li presi in mano e li massaggiai, li toccai in ogni punto, li guardai bene e passai alcuni minuti solo accarezzandoli.
La mia mente era in stato confusionale e pregavo che mia mamma non entrasse in camera, la situazione mi eccitava da morire.
Sara alzó un piede, lo bloccó ad altezza della mia faccia, lo presi in mano e lo baciai, lo leccai e lo ribaciai. La gamba del piede libero si allargó permettendomi di vedere le sue mutandine nere ed immaginare la figa di Sara, poi la gamba libera si richiuse e il piede si posó sul mio pacco, S:”Direi di sì, hanno fatto effetto” ridacchio di gusto compiaciuta.
Io non mi fermai mai di leccarle il piede e non feci molto caso a cosa disse.
Mi tolse il piede dalle mani, puntó i piedi sulla sua sedia e allargó le gambe per mostrami velocemente di nuovo le mutande.
S:”Per oggi può bastare così, anche perché devo scappare. Ci vediamo fra due giorni ok?”, “Si, come da accordi”, S:”Perfetto”.
La accompagnai alla porta, S:”Riesci a venire tu da me stavolta?” Chiese strizzandosi l’occhio, richiesta insolita ma non così tanto, annuii con il capo e ci salutammo.
Appena andó via mi feci una sega paurosa, sborrai tantissimo e cominciai il conto alla rovescia per l’incontro successivo.
I due giorni passarono, alle 15 in punto suonai a casa di Sara, mi aprì il portone, feci 5 piani di scale, trovai la porta aperta ed entrai, S:”Vieni vieni, sono in cucina”, mi diressi verso la cucina, visione celestiale, maglietta ha aderente con pancia scoperta, occhiali da vista belli grossi neri, shorts e piedi nudi. Il culo di Sara sembrava mi parlasse.
Mi accomodai al tavolo della cucina, Sara versó il caffè e lo bevemmo chiacchierando, anche se la mia testa era fissa su di lei.
Cominciai a tirare fuori i libri, S:”C’è tempo per quelli”, mi prese per mano e andammo in salone, mi spinsè sul divano e mi salì sopra, prese la mia testa con le mani e mi bació togliendomi il respiro. Non mi aspettai tutta questa passione, ma subito mi abituai.
La strinsi con le braccia e mi girai da un lato ritrovandomi con Sara distesa sotto di me, mi tirai indietro, presi i piedi e li portai alla mia faccia, li baciai e li leccai, annusai e ribaciai quei piedini.
Dopo alcuni minuti allargai le gambe a Sara, le sfilai gli shorts e mi fiondai a leccarle la figa, era bagnata e leccandola inizió a gemere, era una bellissima figa, un leggerissimo pelo rosso e un gusto molto delicato.
La sditalinai e con l’altra mano allungai un dito, Sara lo prese in bocca dandomi un’anteprima di cosa potrebbe fare dopo. Gemeva ad un tono altissimo e questo mi fece eccitare alla grande.
Le diedi un bacio, S:”Liberiamo la bestia”, mi fece sedere di nuovo, mi prese i pantaloni e li sfiló, guardó il cazzo da brevissima distanza, spalancó la bocca e il mio cazzo sparì al suo interno. Un pompino bellissimo, il cazzo spariva e appariva dalla bocca di Sara, la sua lingua scorreva su tutto il cazzo, dalla punta alle palle facendomi avere i brividi che percorrevano tutta la schiena.
Il momento atteso arrivó, Sara si sedette per terra, alzó i piedi afferrando il cazzo alla base, inizió un footjob clamoroso, non era di certo il primo che faceva, i suoi piedini con smalto nero stringevano il mio cazzo con maestria, “Sara sei stratosferica”.
Si alzó, mi diede le spalle e si infiló il cazzo dentro la figa, era caldissima ma anche abbastanza larga, mi scopó ad un ritmo molto pacato ma che la fecero godere un sacco, gemette e urló ad ogni movimento. Diedi qualche bella pacca su quel bel culone che Sara sembró apprezzare.
La feci alzare e mettere a pecora sul divano, il cazzo rientró nella sua figa cominciando a scoparla a ritmo forsennato, il rumore dei nostri corpi a contatto era ingombrante nella stanza e ogni colpo era seguito da un suo gemito.
Tolsi il cazzo e lo poggiai sulle piante dei suoi piedini, lo strusciai e la picchiettai su di esse.
S:”Fermo, lascia che ti seghi”, lasciai il cazzo e lo prese con i piedi, un altro footjob davvero ottimo.
Non volli venire, la fermai dopo poco e la feci girare, le spalancai le gambe e la scopai di nuovo.
Non resistetti più, tolsi il cazzo e portai i suoi piedi uniti praticamente sopra di lei, le imbrattai i piedi con grandi fiotti di sperma, molta cadde anche sull’addome di Sara facendola sussultare e ridacchiare, finita la sborrata lo rigettai dentro la sua figa, mi abbassai con il busto e la baciai.
Dopo alcuni minuti la portai in bagno dove si ripulì. Ripulitasi mi abbracció e mi diede un gran bacio, S:”Una grande scopata, il finale molto eccitante, da rifare” concluse la frase con il mio cazzo in mano.
Grazie.
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