La nostra crociera-1
di
Lane1902
genere
etero
Ciao. Mi piace “provare” a scrivere racconti erotici.
Finalmente partiamo! La nostra prima crociera. Ci laureammo da poco, Margherita e io, migliori amici dalle medie, fidanzati dall’inizio dell’università. Entrambi 25enni e con i nostri risparmi maturati con i lavoretti svolti pari passo con lo studio ci regalammo una settimana attorno al mediterraneo.
Siamo due ragazzi normali: sono moro, altezza media, vado in palestra ma non posso certo dire di essere un bodybuilder; lei bionda, occhi verdi, una decina di centimetri più piccola di me, fisico atletico e un gran bel corpo.
Sfortunatamente non siamo molto attivi sessualmente, abitando ancora con i nostri genitori capita raramente di essere soli e poter scopare in santa pace. Organizzammo questo viaggio sia per premiarci per la fine degli studi sia per avere la più intimità possibile.
Alle 9 arrivammo in porto a Venezia e dopo circa 30 minuti ci imbarcarono dicendoci che la cabina sarebbe stata agibile dalle 12 in poi.
Ne approfittammo per fare un giro della nave guardandoci attorno per vedere cosa fare in quella settimana, facemmo un giro nei negozi e pranzammo.
Alle 13 circa entrammo in camera, la perlustrammo rimanendo sbalorditi, la vista sul mare sarà magnifica una volta salpati, pensai.
Abbracciai Marghe, ci baciammo, “Che la nostra vacanza abbia inizio” dissi, lei riprese a baciarmi spingendomi alla porta d’ingresso, limonammo duramente, mi slacció la cintura, mi abbassó i pantaloni e lo prese in mano senza mai smettere di baciarmi.
Le sbottonai gli shorts in Jeans, lei stringendo le gambe li fece scivolare alle caviglie, spostai lo spago degli slip e la trovai bagnata.
La presi in braccio, mi sfilai i pantaloni lasciandoli per terra e andai nel letto, lei sdraiata sotto di me con le nostre lingue che ancora si intrecciano.
Lei mi segò con la mando destra, io mi fermai e la guardai, lei mi guardó, con la mano posizionó la cappella sulla sua figa, io spinsi lentamente facendo entrare la punta. Marghe ha da sempre la figa stretta, anche solo la punta la sente bene, premettendo che io non sono super dotato, anzi.
Con la punta al suo interno, la baciai per poi lentamente spingermi il più in profondità possibile.
M:”Cazzo fottimi!” disse a bassa voce, cominciai a muovermi piano iniziando a farla gemere. Le pareti della sua figa mi avvolsero il cazzo e lottai per trattenere il più possibile la sborrata.
Il ritmo aumentó, le sue tette ballavano ma vennero tenute dal reggiseno.
Mi tolsi, le tolsi le mutandine e andai a leccarle la figa, non c’era l’ombra di un pelo, totalmente liscia, la lingua scorreva senza freno nella calda figa di Margherita.
Si alzó e si tolse la maglia e il reggiseno, mi fece sedere, si inginocchiò e prese il cazzo tra la sua quarta misura di seno, le tette strizzavano il mio cazzo muovendosi rapidamente su e giù.
Marghe mi strizzó l’occhio e mi fece la linguaccia.
Tolse le tette e rapidamente mi diede una bella leccata al cazzo, duró poco, qualche manciata di secondi. Si alzó dandomi le spalle e fece scivolare il cazzo dentro di se, mi cavalcó alla grande, diedi qualche sberla ai suoi due bei glutei, il ritmo era forsennato, M”Cazzo vengo”, si alzó facendo uscire il cazzo, da dietro infilai la mano nella sua figa masturbandola, tremó leggermente e liberó l’orgasmo.
Qualche secondo di pausa, tornó a cavalcarmi, il suo culo roteava sul mio cazzo, “Cazzo che stretta che sei”, le toccai due volte il sedere per avvisare dell’imminente sborrata, in un secondo si inginocchiò portandomi in piedi, mi bació le palle e mi prese il cazzo con una mano, mi segó delicatamente facendomi eruttare tutto Io sperma sulle sue tette.
Ogni singola goccia cadde sul suo seno, gemetti un sacco, portai il cazzo alla sua bocca e me lo bació in punta.
Marghe si gettò sopra di me, limonammo ancora con le sue tettone ancora sporche di sperma. Andammo in bagno a lavarci accorgendoci solitamente in quel momento che la nave era già salpata.
M:”Sarà una settimana bagnata, ci divertiremo un sacco” mi disse, “Non vedo l’ora!”.
Il resto della giornata lo passammo a perlustrare quel colosso di nave continuando a stuzzicarci di tanto in tanto.
Finalmente partiamo! La nostra prima crociera. Ci laureammo da poco, Margherita e io, migliori amici dalle medie, fidanzati dall’inizio dell’università. Entrambi 25enni e con i nostri risparmi maturati con i lavoretti svolti pari passo con lo studio ci regalammo una settimana attorno al mediterraneo.
Siamo due ragazzi normali: sono moro, altezza media, vado in palestra ma non posso certo dire di essere un bodybuilder; lei bionda, occhi verdi, una decina di centimetri più piccola di me, fisico atletico e un gran bel corpo.
Sfortunatamente non siamo molto attivi sessualmente, abitando ancora con i nostri genitori capita raramente di essere soli e poter scopare in santa pace. Organizzammo questo viaggio sia per premiarci per la fine degli studi sia per avere la più intimità possibile.
Alle 9 arrivammo in porto a Venezia e dopo circa 30 minuti ci imbarcarono dicendoci che la cabina sarebbe stata agibile dalle 12 in poi.
Ne approfittammo per fare un giro della nave guardandoci attorno per vedere cosa fare in quella settimana, facemmo un giro nei negozi e pranzammo.
Alle 13 circa entrammo in camera, la perlustrammo rimanendo sbalorditi, la vista sul mare sarà magnifica una volta salpati, pensai.
Abbracciai Marghe, ci baciammo, “Che la nostra vacanza abbia inizio” dissi, lei riprese a baciarmi spingendomi alla porta d’ingresso, limonammo duramente, mi slacció la cintura, mi abbassó i pantaloni e lo prese in mano senza mai smettere di baciarmi.
Le sbottonai gli shorts in Jeans, lei stringendo le gambe li fece scivolare alle caviglie, spostai lo spago degli slip e la trovai bagnata.
La presi in braccio, mi sfilai i pantaloni lasciandoli per terra e andai nel letto, lei sdraiata sotto di me con le nostre lingue che ancora si intrecciano.
Lei mi segò con la mando destra, io mi fermai e la guardai, lei mi guardó, con la mano posizionó la cappella sulla sua figa, io spinsi lentamente facendo entrare la punta. Marghe ha da sempre la figa stretta, anche solo la punta la sente bene, premettendo che io non sono super dotato, anzi.
Con la punta al suo interno, la baciai per poi lentamente spingermi il più in profondità possibile.
M:”Cazzo fottimi!” disse a bassa voce, cominciai a muovermi piano iniziando a farla gemere. Le pareti della sua figa mi avvolsero il cazzo e lottai per trattenere il più possibile la sborrata.
Il ritmo aumentó, le sue tette ballavano ma vennero tenute dal reggiseno.
Mi tolsi, le tolsi le mutandine e andai a leccarle la figa, non c’era l’ombra di un pelo, totalmente liscia, la lingua scorreva senza freno nella calda figa di Margherita.
Si alzó e si tolse la maglia e il reggiseno, mi fece sedere, si inginocchiò e prese il cazzo tra la sua quarta misura di seno, le tette strizzavano il mio cazzo muovendosi rapidamente su e giù.
Marghe mi strizzó l’occhio e mi fece la linguaccia.
Tolse le tette e rapidamente mi diede una bella leccata al cazzo, duró poco, qualche manciata di secondi. Si alzó dandomi le spalle e fece scivolare il cazzo dentro di se, mi cavalcó alla grande, diedi qualche sberla ai suoi due bei glutei, il ritmo era forsennato, M”Cazzo vengo”, si alzó facendo uscire il cazzo, da dietro infilai la mano nella sua figa masturbandola, tremó leggermente e liberó l’orgasmo.
Qualche secondo di pausa, tornó a cavalcarmi, il suo culo roteava sul mio cazzo, “Cazzo che stretta che sei”, le toccai due volte il sedere per avvisare dell’imminente sborrata, in un secondo si inginocchiò portandomi in piedi, mi bació le palle e mi prese il cazzo con una mano, mi segó delicatamente facendomi eruttare tutto Io sperma sulle sue tette.
Ogni singola goccia cadde sul suo seno, gemetti un sacco, portai il cazzo alla sua bocca e me lo bació in punta.
Marghe si gettò sopra di me, limonammo ancora con le sue tettone ancora sporche di sperma. Andammo in bagno a lavarci accorgendoci solitamente in quel momento che la nave era già salpata.
M:”Sarà una settimana bagnata, ci divertiremo un sacco” mi disse, “Non vedo l’ora!”.
Il resto della giornata lo passammo a perlustrare quel colosso di nave continuando a stuzzicarci di tanto in tanto.
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