Il colleggio

di
genere
gay

Come un buon numero di rampolli, di famiglie benestanti, fui messo sin da giovanissimo in un collegio, amministrato dai soliti preti, era, ed è ancora usanza, mandare i propri figli in questi collegi, dove regnava sovrana la disciplina, per prepararci alla futura università.
Io ci finii dopo le elementari, e così, passai i primi trè anni di medie, nel rigore più assoluto, con orari precisi, e tranne per le ferie e le feste Natalizie, non uscii mai da quelle mura.
Devodire che feci molte amicizie, maschili ovviamente, e i preti, alle medie, erano gentili tutto sommato, e molto protettivi, la cosa cambiò alle superiori.
Dal primo anno notai la differenza di trattamento e di comportamento, sia neigli anziani, che nei preti giovani, intanto dormivamo in camere singole, e non più, nelle camere a due o quattro, e iniziavo a sentire una vicinanza più interessato di alcuni professori, il loro atteggiamento, lo sfregarsi di continuo, le domande sempre più personali, aggiungete poi, la ubertà, e i primi risvegli sessuali, il gioco è pressochè fatto.
Io in particolare, sin da giovanissima, ho dato segni di non essere totalmente maschio, gracile, un poco effemminato, e attratto dalla figura dominante, che diventò poi il mio mentore.
Fù verso la fine del primo trimestre, che notai un forte interessamento, del mio professore di latino, scherzava con mè, mi accarezzava, e mi regalava fumetti o cose simili, e al secondo anno, successe l'inevitabile.
Era inverno, e una sera dopo cena, sentii bussare alla porta, si cenava presto, io ero sul letto, in slip e maglietta, e poco dopo entra il mio professore, si avvicina, e si siede al bordo del mio letto, indossa la solita tunica nera, ma a differenza del solito, era molto slacciata, e quando si sedette, notai, che fuoriuscivano le sue gambe, fino all'altezza del bacino, e notai che non aveva gli slip.
Iniziò a chiacchierare, di cose scolastiche, e poi, iniziò a farmi dei complimenti per la mia buona volontà, e poi della mia simpatia, della mia bellezzaandrogina, così disse, e lentamente la sua mano, scivolò sulla mia coscia, per poi lentamente salire agli slip, io ero bloccato, non capivo, ma nemmeno mi dava fastidio, anzi.
Poi la mano si intrufolò sotto lo slip, fino ad arrivare ad accarezzare il mio giovane cazzo, che subito divenne duro, iniziai a socchiudere gli occhi, sentivo la sua voce, sempre più calda e autoritaria, e dopo alcuni minuti mi disse di mettermi comodo, e mi fece stendere, e poco dopo mi aiutò a togliermi la maglietta e gli slip, rimanendo nudo.
Mi accarezzo il piccolo seno, e i capezzoli, con una mano, mantre con l'altra, mi scappellava il cazzo, e poco dopo, si inginocchiò, e me lo prese in bocca, fù il mio primo pompino, le sue calde labbra, avvolgevano il mio giovane pene, e naturalmente in pochi minuti scaricai io mio sperma nella sua bocca.
Ero frastornato, poi il professore si alzo, e finì di slacciare la tonaca e la lasciò cadere a terra, mostrandosi nudo, un uomo possente, con una buona pancia, molto peloso a differenza mia, e trà le gambe vidi penzolare un cazzo di tutto rispetto, non del tutto duro, mi disse di inginocchiarmi e si sedette sul letto, mi avvicninò la testa e mi disse di leccarlo, come se fosse un gelato, lo feci, aveva un sapore forte, incontrò subito il mio interesse.
Poi lentamente lo presi in bocca, e mi ritrovai un vero cazzo turgido trà le mani, ero abituato a vedere il mio e quello dei miei compagni, piccoli cazzi di giovani ragazzi, il suo era enorme, e così mi diedi da faretra bocca e mano.
Dopo una ventina di minuti, mi schiacciò la testa sul suo cazzo e venne, faticai a bere il suo sperma era tanto, caldo e salato, ma ci riuscii.
Poi, dopo averlo ripulito, come mi aveva ordinato, mi attirò a sè, ci stendemmo a letto, e iniziò a bacirmi, in bocca la sua calda lingua mi fece quasiperdere i sensi, e nel frattempo mi palpava il culetto.
rimanemmo abbracciati a lungo, e poi raggiunse la sua camera, non prima di avermi fatto promettere di non dire nulla ad anima viva.
Così, tutte le sere, mi veniva a trovare, e giocavamo come una coppia di amanti, iniziò a presentarsi in reggicalze, calze, slip di pizzo, e col tempo, parlando mi disse, che era gay, e amava travestirsi, e spesso indossva anche di giorno sotto la tonaca, e mi disse, che col tempo sarei diventata la sua donna, che mi avrebbe trasformato, ne eroprofondamente attratto.
Dopo le ferie al mio rientro, la sera stessa, mi disse di raggiungerlo in camera sua, intamto avevo notato nei mesi precedenti molto andirivieni dalle stanze dei miei compagni, scoprii poi, che eravamo diventati le femmine dei nostri precettori.
Lo raggiunsi verso le 21, entrai e lo trovai, in reggicalze calze slip e tacchi, truccato con un rossetto molto acceso alle labbra, mi baciò, e mi spogliò, mi fece un pompino pazzesco, e poi, mi disse che era ora di perdere la mia verginità, non aspettavo altro, mi mise comodo sul letto a pancia sopra, sollevò le mie gambe e mi leccò a lungo, infilando la sua lingua nel mio ano, e poi, iniziò a infilarmi un dito, con molta crema, aveva le dita affusolate e molto lunghe, poi due dita, e mi lavorava il culetto, e poi trè dita, mi stavo bagnando, si preparò, lo vidio spalmare la crema su tutto il cazzo, e poi si avvininò, appoggiò la cappella, e diede un colpo secco, e mi penetrò, da subito un forte bruciore, e un dolore, si fermò, io emisi un urlo soffocato velocemente dalla sua mano, e poi mi baciò, e poco dopo lo sentii scivolare dentro, sentii allargarmi l'intestino, e scivolò fino a sentire i suoi testicoli contro le mie chiappe.
Era dentro, io sentivo caldo e un forte bruciore, tranquilla teso mi disse, ti ho resa donna, la mia donna, e io sono il tuo uomo, e iniziò a scoparmi.
Lentamente il bruciore divenne più accettabile, e iniziai a godermi l'inculata, per sentirlo meglio lo avvinsi con le mie gambe dando più comodità, e lui mi scopò con dolcezza, e poi mi vennedentro, sentii i flotti di sperma colpirmi le pareti dell'intestino, e rimase dentro di mè, abbracciandomi forte, e baciandomi.
Scivolò furi quando perse consistenza, e lo seguì un fiume di sperma, misto a sangue e ad altro, mi rimase il buco aperto, sembrava una caverna, tranquilla amore si richiuderà, e rimasi a dormire nel suo letto trà i mieie i suoi umori.
La mattina dopo, feci una doccia e il mio ano si era richiuso, era dolorante ma era normale, raggiunsi la mia camera, e nel mentre, vidi uscire due miei compagni da altrettante stanze, uno mi si avvicinò, sei diventata la sua donna annuii col capo, brava a presto, e così, iniziò una fantastica avventura.
Col passare del tempo, mi abituai al suo cazzo, anzi lo bramavo, amavo il suo sperma il suo sapore, amavo fargli pompini, e nel frattempo, iniziò a travestirmi, con intimo e vestiti da ragazza, tacchi ecc, e mi insegnò a truccarmi, così passavo i fine settimana travestita con lui a fare sesso.
Poi un lunedì, mi disse che qualche tempo sarei andato a lezione, in un'altra ala del collegio, e serei stata vestita da ragazza, ecosi feci, mi preparai e mi venne a prendere lui, per mano mi accompagnò in un'aula molto defilata, e una volta dentro, trovai una decina di allieve, capii che non ero l'unica ad essere diventata l'amate di un professore, e poco dopo, entrò l'insegnante di turno, tacchi a spillo, reggicalze, reggiseno, una vestaglia di pizzo, truccata pesantemente, e trà le gambe spiccava un cazzo notevole, capii poi, che a turno i nostri professori diventavano professoresse, e noi alunne.
Le lezioni erano uguali ale solite, ma con l'aggiunta di molto sesso, se sbagliavamo, venivamo punite, una di noi inculava il malcapitato, e ogni mattina dovevamo segarci e sborrare in un bicchiere, e alla fine delle lezioni, chi si era comportato male, o non aveva raggiunto la sufficenza, beveva il contenuto, io che amavo lo sperma, spesso mi facevo punire.
Poi iniziammo a fare delle piccole orge, due coppie nello stesso letto, per poi arrivare, tutti e venti, nella stessa stanza, e venivamo cedute ad altri professori, così scopai con tutti e dieci, nei mesi successivi.
Poi una domenica, ci fecero mettere in intimo e tacchi, e nella stanza entrò il rettore, un anziano molto deciso, si spogliò, e rimase il reggicalze, e tacchi, aveva un cazzo sproporzionato trà le gambe, e fui scelta io per prima per esse scopata, il mio uomo, mi mise comoda a pecora, mi tenne la mano, mi unse per bene il culetto, e spalmò il cazzo del rettore, e poi lo aiutò ad avvicinarsi al mio culo, trattieni il fiato amore mi disse il mio uomo, e poi il cazzo del rettore entrò in mè, fù pazzesco, e stupendo allo stesso momento, mi trafisse, io urlai, e poi svenni, mi ripresi che mi stava montando con vigore, ripresi i sensi e iniziai a godere, lo incitai a sfondarmi, e lui lo fece mi prese per i fianchi, e mi montò, mi distrusse ma godetti come non mai.
scritto il
2023-10-31
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