Il racconto della mia vita

di
genere
trans

Sin da giovanisima, per ragioni di lavoro, fui affidata dopo la scuola, a una coppia di amici di famiglia, fino al rientro di mamma, e così, passavo i pomeriggi a casa di Carla e Piero.
Dopo alcuni anni, accadde che Carla, iniziò a fare dsei mestieri ad una coppia del palazzo, e quindi, rimanevo a casa sola, o capitava, che Piero, turnista in fabbrica, rimanesse con mè.
Cpsì, un giorno successe che uscito dal bagno, dopo la doccia, passando vicino la sala, dove ero intento a giocare dopo i compiti, gli scivolasse la cintura che chiudeva l'accappatoio, mostrandomi, il suo cazzo.
Ora posso dire, fosse un cazzo normalissimo, ma allora, ragazzino, comparandolo al mio, che non aveva ancora avuto erezioni, sembrava enorme, e chiaramente, sgranai gli occhi, e Piero se ne accorse, ma tutto finì lì.
Il giorno dopo, la scena si ripetè, ma questa volta Piero uscì dal bagno, con l'accappatoio già aperto, mostrandomi il suo cazzo già bello duro, e quindi per mè, ancora più enorme del giorno prima, mi sorrise, e se lo toccò, lo scappellò un paio di volte, e io chiaramente curioso e attratto, lo guardavo a bocca aperta, e poi andò in camera sua.
La settimana finì, e per il sabato e la domenica ritornai dai mie.
La settimana dopo Piero faceva un turno diverso, e così, rimasi a casa con Carla, che spostava il suo lavoro di donna delle pulizie, a secondo dei turni del marito, per non lasciarmi solo.
Così la settimana dopo, Piero, riprese il turno con il pomeriggio libero, ero impaziente, Carla andò dai vicini, e Piero in doccia, e poi uscì, ma questa volta si avvicinò, e mi chiese se volessi toccarlo, era stupendo, dritto, duro, era la prima volta che avevo l'opportunità di toccare un vero cazzo, annuii e allungai la mano, lo toccai, era caldo, e appena lo toccai, si mosse e vibrò, era stupendo, toccai i testicoli, erano duri, poi la cappella, morbida, lo feci per alcuni minuti, sentivo Piero ansimare, e poi andò in camera, doe, come seppi dopo, si masturbò scoppiando in una sborrata pazzesca.
I giorni seguenti, si ripetè la scena, ma Piero, nel frattempo mi spiegò cosa fare, e così, il giovedì, gli feci la mia prima sega, facendolo sborrare sul pavimento, fù bello vederlo chiudere gli occhi, e schizzare il suo sperma per casa, mi ringraziò, e andò in camera sua.
La settimana dopo, era ancora a casa, e quindi per tutta la settimana, lo masturbai, facendolo godere.
Con l'alternanza dei turni il gioco continuò, fino al giorno, che mi convinse a spogliarmi, e nudi mi iniziò ad altri giochi, mi disse che il suo cazzo aveva un buon sapore, così lo presi in bocca, era vero, e così, pazientemente, mi insegnò a fargli un bel pompino, arrivai a farlo godere, leccandolo e succhiandolo, e al momento della sborrata, lo tolse dalla mia bocca.
Nel frattempo, mi toccava il cazzetto, i capezzoli, il culetto, iniziammo a baciarci, la sua lingua in bocca mi piaceva, iniziò a succhiarmi il cazzettino, e leccarmi il bchetto del culetto, infilandoci piano piano la lingua.
Poi mi convinse ad assaggiare il suo sperma, che ritenni ottimo, salato, ma buono, e così, dopo alcune settimane i pompini, finivano con l'ingoio del suo sperma.
Passò circa un anno e mezzo, dal primo giorno in qui lo vidi nudo, e i nostri giochi, procedevano sempre meglio, iniziò a farmi indossare gli slip di Carla, e le sue calze, anche se mi andavano un pò larghe, ma davano l'idea di una donna in erba.
Il toccarmi, leccarmi, il culetto, iniziava ad eccitarmi, mi bagnavo,e dal mio cazzetto usciva un poco di licquido, fino al giorno, che iniziai ad avere le prime erezioni, e fù stupendo, Piero mi disse che ero diventata una ragazza, e mi spiegò ridendo, che il mio clittoride si era svegliato.
Fù lui un pomeriggio a farmi la prima sega, non prima di avermelo scappellato, lo prese in bocca, lo bagnò per bene, e poi con un colpo secco e doloroso lo scappellò.
Mi fece venire con pochi colpi, e vidi per la prima volta il mio sperma, e così, imparai a masturbarmi, e a conoscere il mio corpo.
E poi, successe la cosa più bella della mia vita, accadde in concomitanza di un viaggio di Carla, un'urgenza, dovette raggiungere una parente al paese, e sarebbe rimasta via per trè giorni, lo disse a mia madre, e le aggoinse che Piero avrebbe preso trè giorni di ferie per accudirmi, e così tutti erano felici.
Era lunedì, rientrai da scuola e raggiunsi Piero, e la prima cosa che fece, fù di truccarmi leggermente gli occhi e mettermi il rossetto, poi slip e calze, e un vestitino corto di Carla, che per mè, era come un vestito sotto le ginocchia, stavo crescendo e anche velocemente, e così, ci trasferimmo in camera, avevamo il lettone per noi.
Iniziò con baciarmi delicatamente, per poi togliermi il vestito, succhiarmi i capezzoli, e scendere al ventre sentivo le sua lingua scorrere sul mio corpo, ero teso come una corda di violino, mipiaceva, e poi scese al mio cazzo ormai che quasi scoppiava, lo prese in bocca e iniziò a spompinarmi, fino a farmi venire nella sua bocca, per poi baciarmi e garmi gustare il mio seme.
Poi mi guardò, i suoi occhi erano pieni d'amore, io nel frattempo mi ero innamorato di lui, mi guardò e mi disse, vuoi diventare la mia donna?, essere mia, fare all'amore con mè, lo vuoi?, lo abbracciai e dissi di sì, allora tesoro, da oggi devi avere un nome femminile, e mi rivolgerò a tè al femminile quando saremo soli, annuii, non avevo parole dalla contentezza.
Da oggi sarai Paola ok?, sì un bel nome decisi, mi và, ora, ti devo rendere donna, mi sverginerai gli chiesi? si amore, guardai il suo cazzo duro, ma me lo metterai nel culetto amore mio? si piccola, mi farai male? un pochino, ma vedrai che passerà presto, lo baciai, si amore lo voglio.
Piero, mi mise comoda, con dei cuscini sotto al ventre, e allargatomi leggermente le cosce, iniziò a baciarmi il culetto, bagnandolo a dovere, e infilandoci la lingua, mi aveva rilassata, poi prese della crema, e ci giocò con le sue dita, era bello e dolce allo stesso tempo.
Poi si unse per bene il cazzo, lo sentii avvicinarsi, e appoggiare la sua cappella al mio forellino, chiusi gli occhi, il respiro si fece più pesante e il cuore iniziò a battere veloce, calmati amore mi disse Piero, tranquilla, e spinse, di colpo la sua cappella era in mè, bruciò un poco, e sentii un leggero strappo, e poco dopo un pò di calore, e poi spinse un pochino e scivolò un poco dentro, il dolore arrivò, con un forte bruciore, gli chiesi di uscire, iniziai a spaventarmi e a piangere, ma lui mi accarezzò e spinse inesorabile.
Entrò tutto sentii i suoi testicoli appoggiarsi alle mie chiappe, si fermò, e iniziò a baciarmi, e mi calmai.
Poi lo estrasse fino a lasciare dentro solo la cappella, e rientrò, il dolore persisteva ma il bruciore scemava, e iniziò lentamente a scoparmi, e pochi minuti dopo, rilassando lo sfintere il dolore iniziò a diminuire fino quasi a scomparire.
Ecosì iniziò a scoparmi lentamente, sentivo il suo cazzo muoversi nel mio intestino, diventò piacevole, e dopo una ventina di minuti, mi venne dentro.
Sentii gli schizzi di sperma sulle pareti del mio intestino, nel frattempo io mio cazzo era tornato duro, e schizzavo piccoli flotti di sperma, stavo godendo.
Esausto estrasse il cazzo, e notai che era sposco di sangue, si amore ti ho rotto il culo, ti ho sverginata, e hai perso sangue come tutte le ragazze, e mi baciò.
Rimanemmo abbracciati a lungo, poi mi portò in doccia e mi lavò, mi guardai il buchetto, era arrossato e un poco mi dolorava, ma non era importante, mi misi a piangere, lo abbracciai, e lo ringraziai d avermi resa donna, la sua donna.
I trè giorni che passammo insieme, furono fantastici, mi abituò al suo cazzo, e nei mesi successivi, non passava giorno, che non mi scopasse.
Crescendo, mi acquistò intimo, scarpe e qualche vestitino, che nascondevamo in garage, e crescendo i nostri giochi crebbero.
Divenni una bella ragazza, con un fisico esile, e un volta truccata, non sembravo assolutamente un maschietto, e così, potendo uscire di sera, o il fine settimana, mi convinse a incontrare altri uomini.
Andavamo a casa di un suo amico, e nel letto incontravamo altri amici, e un paio d'anni dopo, ero pronta al passo successivo.
Ai miei un giorno confessai la mia natura omosessuale, non fù facile farla digerire, specialmente a mio padre, ma con calma e con l'aiuto di mamma, superò la delusione e accettò il mio stato, e grazie a mamma, potei cambiare il mio guardaroba, sostituendolo con capi femminili.
Finita la scuola, cambiai paese, trovai un lavoro come segretaria, nel frattempo avevo cambiato nome al femminile, ma fù solo una copertura per i miei, pochi mesi dopo lasciai il lavoro, e Piero mi affittò un appartamento, dove, iniziai il mio nuovo lavoro, iniziai a prostituirmi, e ad aiutarmi, c'era il mio amore.
Ma visto che non erano molti quelli che potevano permettersi la tariffa a casa, allora non era come ora, Piero conosceva un Calabrese, che aveva un buon numero di battone da strada, e per il trentapercento della mia marchetta, accettò di mettermi in strada.
Ero trà i primi trans a Milano, e così, iniziai a lavorare, scopavo in auto, appoggiata al muro, ovunqje, mi arrestarono parecchie volte, e venni segnalata come proffessionista del sesso, ho bevuto, e preso tanta di quella sborra che avrei potuto riempire una vasca da bagno.
Ora Piero ha quasi ottant'anni, io non batto più in strada, lavoro a casa, e spesso vado a trovarlo, la moglie ha sempre saputo della nostra storia, sesso mi accarezza, e mi chiede se non ne fossi pentita, rispondo che rifarei tutto subito, che Piero l'ho sempre amato, e se non fosse stato per lei lo avrei sposato.
Papà non c'è più, e mamma mi tratta come una figlia, non mi chiede del lavoro, sà che sono una puttana, ma non le interessa.
Ho molti clienti, un bel corpo, un bel seno, un bel cazzo durissimo, e un culetto ben aperto, ho un ragazzo che mi adora, ma non posso fare a meno di prostituirmi, amo il cazzo, lo amo troppo.
scritto il
2024-01-09
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