Jenny sadica a Bangkok 4 - fino alla fine!

di
genere
dominazione

ATTENZIONE - RACCONTO MOLTO CRUDO e SADICO - se sensibili evitate !!!
Stava lì a terra senza muoversi, gli occhi fissi nel vuoto, il corpo bruciato dalla cera fusa, alcuni punti ustionati con la pelle chiaramente raggrinzita, un capezzolo le sanguinava dopo che Jenny lo aveva schiacciato di peso con la punta del tacco, aveva ancora il dildo gonfiato estremo nella figa completamente aperta e slabbrata.Io e Lee stavamo bevendo una birra fresca,  Jenny si guardava attorno, alle pareti del dungeon per prendere ispirazione.Prendete quelle corde, ci disse e fatevi aiutare dalla mistress a bondarle la tettina sinistra, la destra lasciatela libera.Stringevamo con tutta la nostra forza quella corda grezza attorno a quella povera tettina, tre giri, solo tre giri ma stretta all'inverosimile, aveva la forma di una pera rovesciata, il capezzolo sembrava staccarsi e la tetta esplodere da un momento all'altro, la povera schiavetta si lamentava dal dolore. La mistress che aveva capito le intenzioni di Jenny ci aiuto' a fare un piccolo cappio al termine della legatura.Jenny stava azionando il meccanismo di discesa della carrucola, quando il gancio arrivo' all'altezza giusta si fermo', si avvicino' alla puttanella e lo aggancio' al cappio della corda. Su suggerimento della mistress diede due colpi secchi e forti per riavvolgere la catena, col primo la troietta ando' in punta di piedi, col secondo i piedi si sollevarono lasciandola sospesa, urlo' di dolore.
Un altro strattone verso l'alto e poi la riabbasso' fino a terra'.Ripeti, disse la mistress, cosi' possiamo verificare se regge.Lo fece altre tre volte, la bondatura alla tettina reggeva, la schiavetta urlava forte di dolore, la parte gonfia della tettina era gia' rosso scuro, quasi viola.Ok, adesso puoi tirarla su e lasciarla.
La povera tettina, da sola, teneva su tutto il suo peso, lei piangeva e si lamentava, roteava su se stessa a dieci cm dal pavimento.La tettina era dura come un sasso, provando a strizzarla a mano si deformava appena, allargando solamente l'areola del capezzolo. Il capezzolo era quello in precedenza schiacciato, faceva piccole goccioline di sangue.Io e Lee, mentre Jenny parlava con la mistress ci alternavamo a darle colpi coi frustini, nelle chiappe, sulla pancia, alcuni, quelli ben assestati le lasciavano i segni rossastri, ad ogni colpo lei emetteva un urletto, e le sue contrazioni la facevano dondolare di piu' provocando maggiore pressione sull'unica tetta che la sorreggeva, provocandole altro dolore. Aveva ormai il sedere e la pancia segnati dai nostri colpi alcuni avevano abraso la pelle e avevano punti di sangue.Jenny si avvicino' a lei, le guardava la figa, ancora con le corde che tenevano dentro il dildo gonfio, guardo' per un po', noi ci eravamo fermati.Prendete quegli spilloni che ho messo sulla mensola, erano 6 spilloni appuntiti di circa 10 cm, larghi qualche millimetro. Dovrebbero andare, disse Jenny, con la mistress che confermava con la testa. Io e Lee seguivamo le sue indicazioni, non sapendo cosa avesse in mente, Spostate le corde (quelle che tenevano in dildo dentro) in modo che le labbra vaginali siano libere. Non fu difficile, tirando con forza, la schiavetta urlava, liberammo le labbra, le corde ora le dividevano perfettamente, premendo solo e direttamente nella parte del dildo. Le sue labbra molto scure, erano sode, non cadenti, per cui dovemmo tirarle verso il basso per allungarle, io una, Lee l'altra mentre Jenny inseri' perforandole il primo spillone, non fu una cosa veloce, impiego del tempo, entro' da una parte ma faticava ad uscire dall'altra, poi sempre spingendo lo fece passare attraverso l'altro labro vaginale. Questo spillone era conficcato attraverso le due labbra al centro. Ripete' l'azione trafiggendo le labbra sotto il precedente, aveva preso pero' poco tessuto stavolta, la mistress lo fece notare, c'era il rischio che si strappasse. Jenny la guardo' annuendo, ma ando' avanti trapassando le labbra, come le precedenti, sopra a quello centrale.
Proviamo subito se si strappa, disse con tono sadico. Prese un piccolo secchiello, aggancio' una catenella con alle estremità un doppio gancio, lo aggancio' allo spillone e comincio' a versare dell'acqua. Capimmo il suo gioco, aggiungere peso che avrebbe gravato sulla tettina e contemporaneamente deformarle le grandi labbra. Al secondo litro d'acqua di colpo il secchiello cadde' a terra, lo spillone aveva strappato di netto quella parte delle labbra, urlo' in modo straziante. Aveva ragione, disse Jenny rivolgendosi alla mistress e ridendo. Raccolse lo spillone da terra, senza né pulirlo e disinfettarlo, ci chiese di tirare nuovamente le labbra vaginali e le trafisse nuovamente poco sopra a dove erano strappate. Aggancio' nuovamente il secchiello e lo riempi' con  3 litri. Aggancio' un secondo secchiello al secondo spillone e anche questo lo riempi' con 3 litri La tettina stava diventando sempre piu' scura, piu' tirata, ma reggeva. Aggancio' anche al terzo spillone un secchiello, le labbra vaginali si protendevano verso il basso, cedendo al peso si stavano deformando, verso' 3 bottiglie da 1,5 litri per un tot di 4,5 litri, piu' pesante degli altri, questa parte delle labbra, si slabbrava ancora di piu'.Aggiunse un'altra bottiglia ad ogni secchiello. 13,5 litri per circa lo stesso peso si erano aggiunti al peso della schiavetta che era sostenuto dalla sua tettina, ormai nera. Prese un spillone e provo' a conficcarlo nella tettina nera, era durissima, lo spillone si piegava, Jenny si stava innervosendo,...ci scappava da ridere, ci ghiaccio' con uno sguardo truce. Ridemmo di piu'.Lee si alzo' dal divano, Jenny, se proprio vuoi piantarglielo li ti aiuto, ma a mano nuda e da sola non ci si riesce. Prese un martelletto, tieni ben puntato lo spillone, che era appena entrato di qualche millimetro, ora col martello piantalo. La schiavetta guardava quello che stavano facendo, ma forse la tettina era quasi insensibile perché non si lamentava. Ci vollero molti colpi di martello per far si che lo spillone passasse da parte a parte (dall'interno verso l'esterno) Ne piantarono un'altro con la stessa metodica dall'alto verso il basso. Alcuni aghi chirurgici li passarono da parte a parte nell'areola, un paio di qualche cm li piantarono direttamente nel capezzolo, verso l'interno. Come detto, la puttanella non si lamentava. Adesso la lasciamo appesa qualche ora, cosi' poi vediamo la differenza tra una e l'altra. Dicendolo, Jenny diede un tirotto verso il basso alla puttanella sospesa, quasi aggrappandosi a lei, facendola urlare. Le diede alcune frustate veramente forti con la frusta lunga, quella che avvolge tutto il corpo avvinghiandosi. Asportimole il capezzolo buono adesso, disse, sogghignando e prendendo in mano un bisturi chirurgico. Ero sicuro al 90%, anzi..al 50 % che fosse una mossa psicologica, per terrorizzare la povera puttanella appesa, le si avvicino' al capezzolo col bisturi e lo appoggio' alla base del capezzolino sul areola. La mistress era in piedi al suo fianco, in allerta, io e Lee, ci stavamo preoccupando. Pianto' la prima parte del bisturi che entro' come fosse burro nel capezzolo e taglio' qualche millimetro'. la schiavetta urlando si dimenava, muovendosi la tettina sembrava strapparsi, il sangue gocciolava dal taglietto che aveva fatto. Lo tolse e rise. Non te lo taglio via, dai, disse ridendo, ma le fece un altro taglio proprio in mezzo al capezzolo dall'alto verso il basso, come ad aprirlo a meta'. Aprendolo a meta'! Ago e filo e 5 punti per ricucirlo, passandolo da parte a parte, la schiavetta piangeva di dolore, se lo guardava e piangeva ancor più forte. Non ci rimane che distruggere definitivamente il culo a sta puttana. Un treno ci deve passare. Abbasso' leggermente la catena che la sospendeva, io e Lee le prendemmo le gambe e piegandole su se stesse verso la sua testa e quindi all'indietro, le fissammo alla catena principale, sempre gravando sull'unica tettina, ogni movimento era uno strappo che subiva e sosteneva. Era un po' storta, ma si poteva usare, il buco del culo era ben esposto e ben utilizzabile. Jenny la colpi' proprio nell'orifizio anale a pugno chiuso, facendola dondolare, il pugno colpi' con un suono sordo il suo ano ma non entro'.Un secondo pugno ed un terzo. Lee, aprile le natiche, voglio entrare con un pugno, disse Jenny rivolgendosi a Lee. Jenny, rispose Lee, vorrei scoparle il culo prima, una risata di Jenny, accomodati, abbassammo la catena all'altezza giusta, Lee le entro' facilmente, non era particolarmente dotato, ed il buco del culo della troietta era gia' stato precedentemente aperto ed era molto "elastico" Venne dentro dopo qualche minuto che la scopava facendola dondolare molto, provocandole sempre maggiore tensione alla tettina che aveva gia' visibilmente cambiato forma, molto piu' allungata rispetto a prima. Jenny mi chiese se volevo anche io, 
preferisco te Jenny.
Jenny si piegò in avanti aprendo le sue gambe e proponendosi, dai Joe, scopami, ho voglia anche io. La presi da dietro, un po' nel culo, un po' nella figa, alternavo, Jenny era fradicia, le colavano i suoi umori, era eccitatissima, urlava di piacere. venne prima di me. Continua Joe, scopami ancora, le venni dentro, una ejaculata che non mi ricordavo da tanto, potente e tanta, tanta sborra che prese a colare dalla figa immediatamente. Joe, fammi finire ancora, ti prego, presi il primo dildo che trovai sotto mano, era abbastanza grosso, glielo misi dentro allargandole la figa, lei gemette, cazzo, Joe, e' grosso questo, dai spingilo dentro, allargami, sfondami, urlo' di piacere e spruzzo' dopo poco. Si sedette sul divano soddisfatta.
Presi lo stesso dildo e lo infilai direttamente, ancora sporco della mia sborra e degli umori di Jenny nel culo dell troia, entro' facilmente, il suo culo era pieno della sborra di Lee, ben lubrificato. Era un bel dildo di legno, duro come il legno, diametro 6/7, almeno 30 cm lo spinsi dentro senza sosta, una spinta continua e decisa, entrava, entrava senza trovare resistenza. Lo spinsi dentro tutto. il suo ano si richiuse dietro al dildo completamente dentro inghiottendolo. La schiavetta ansimava, piangeva, si lamentava, dolore, piacere tutto insieme. Jenny a mano aperta le entro' nel culo, spinse piu' su il dildo, entro' anche con 'altra mano e prese a divaricarle il buco, lo allargava con tutta la forza che aveva, Dai datemi una mano, disse ridendo, anzi due...ridendo ancora.io misi dentro le mie 4 dita, il pollice fuori, Lee fece uguale e mentre Jenny tirava le membrane per aprirle il culo in senso alto basso, io e Lee lo aprivamo tirando io a destra e lui a sinistra. Il buco si era aperto in modo incredibile, la puttana urlava, parlava ormai solo in cambogiano, forse solo la mistress capiva, o forse neanche lei. Le stavamo aprendo talmente tanto il culo che il dildo che le avevamo appena messo dentro stava uscendo. Jenny col ginocchio lo rispinse dentro, Lee prese un plug veramente grosso, allungatogli dalla mistress. Bloccatelo con questo. Con la mano sinistra Lee lo inseri'.Era talmente grosso che nonostante noi le stessimo tenendo apertissimo l'ano, dovette spingere, allargarlo ancora di piu', e spingendo con tutta la forza che aveva lo inseri' dentro, lasciammo la presa, l'ano si richiuse tenendo dentro il plug, restava comunque aperto. almeno 8 cm e la base lo tappava. La schiavetta si lamentava. Eravamo soddisfatti. Jenny sorrideva, mi faceva piacere vederla divertirsi, so che aveva avuto una vita difficile, e forse tutta sta cattiveria e sadismo che stava tirando fuori sfogandosi contro una povera ragazzina inerme era frutto di quello che aveva sopportato e subito. Abbassatele le gambe e fissatele aperte.
Con l'aiuto della mistress fissammo una barra alle caviglie della ragazza, altro peso che andava a gravare sulla tettina e gambe divaricate al massimo, appesa, leggermente storta. Jenny attacco nuovamente la pompetta alla valvola del dildo gonfiabile che aveva inserito nella figa, pompo' diverse volte allargandola ulteriormente, pur essendo dentro e tenuta dalle corde si poteva comunque vedere di quanto fosse dilatata, incredibile se non si vede, non ci si crede, certo, dalla vagina escono i bambini, ma questa era di piu' della testa di un  bambino. La pompoa faticava a fare entrare piu' aria, il dildo probabilmente era all'estensione massima, diede comunque altre 3 pompate, La schiavetta era sospesa per la sua povera tettina ormai deformata, dondolava, Jenny prese una sbarra, tipo mazza e la colpi' dal basso verso l'alto in mezzo alle gambe, colpendo perfettamente gli spilloni che ancora facevano da peso, si strapparono, strapparono di netto le labbra vaginali, sangue gocciolava dalle labbra, i secchi caddero a terra. La colpi' sempre in mezzo alle grandi labbra, che ora erano slabbrate e cadenti verso il basso, strappate con tagli verticali, colpi' ripetutamente piu' e piu' volte, la schiavetta sobbalzava ad ogni colpo urlava in modo straziante, alcuni colpi la facevano addirittura alzare e poi ricadere di peso sempre sulla sola tettina. Jenny ansimava di stanchezza, e figuriamoci la povera ragazzina, ci disse di continuare con i calci. Io e Lee ci alterniamo a darle calci di piatto e di punta in mezzo alla figa che sanguinava copiosamente ora, ma anche nel culo, colpi forti e decisi, alcuni arrivavano perfettamente, altri no, ma erano veramente tanti, La mistress ci richiamo', la puttana era svenuta. Ci fermammo il tempo per farla riprendere. Fu Jenny a continuare, il secondo calcio che le diede di punta nella figa, le entro' dentro, il dildo gonfio, troppo gonfio, esplose lacerandole le membrane interne, un fiume di sangue colava dalla sua figa. Fermi, disse la mistress. Ci fermammo, la shiavetta era svenuta. Dobbiamo tirarla giu' disse la mistress. NO, disse Jenny, non ho finito, e dicendolo si aggrappo' con tutto il suo peso ai fianchi della povera ragazzina, vedemmo la tettina allungarsi ancora, le corde stavano strappando la pelle che diventava sanguinolenta, ma ancora reggeva tutto il peso, Jenny si fece dondolare, udimmo un sordo rumore di qualcosa che si strappava, impossibile da spiegare, la pelle della tettina rimase in parte attaccata alle corde, Jenny appoggio le gambe e rimase a chinino, la povera ragazzina cadde' a terra sbattendo il culo gia' rotto, la tettina nera si affloscio' su se stessa mezza sanguinante con la pelle strappata, lacerata. Dalla posizione col culo a terra si piego' su se stessa cadendo a terra e sbattendo la testa, senza sensi. La figa le sanguinava, le togliemmo le corde e quello che restava del dildo esploso dentro, si vedevano le membrane interne rotte, il buco era rimasto aperto, non si richiudeva. Le togliemmo non senza fatica il plug anale, era veramente tanto grosso che le membrane dell'ano si strapparono. Le demmo da bere, con calma, la facemmo sedere sul divano, la coccolavamo accarezzandola. Ci aveva fatto divertire, si era data tutta, ci aveva dato il suo corpo e noi lo avevamo usato, abusato. Pingeva, ma apprezzava la stessimo coccolando. Lee le promise una cospicua mancia, solo per lei, oltre al dovuto per il club. Non riusciva a sorridere per il troppo dolore che aveva ovunque, ma con un filo di voce ringrazia. In ultimo, Jenny, la mette seduta, appoggiata comoda sul sofa' con la schiena appoggiata. La tettina per la quale era rimasta appesa nelle ultime 3 ore era devastata rispetto all'altra, era floscia, una era soda, l'altra molliccia, cadente, piu' bassa di almeno 5 cm. Jenny rise, ringrazio' e le diede un bacio sulla bocca.

Se volete potete contattarmi tramite email
mirrijoe@gmail.com


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2024-04-10
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