Perché no?! 10 - Gli inconfessabili segreti hard di mia madre e mio padre. 🥗💘

di
genere
incesti

Mio padre mi aveva montata in modo divino distesa sul tavolo imbandito ed al momento dell'acme, si era sfilato ed aveva centrato coi suoi fiotti viscidi la macedonia di frutta che io stessa avevo preparato con un arcobaleno di frutti colorati.

In quegli stessi istanti, mio fratello stava godendo, ansimante dentro sua/mia madre che, contorcendosi come una serpe, gemeva a sua volta.


Al termine di quegli schizzi coi quali mio padre aveva striato di bianco la macedonia come fosse una guarnitura di melassa, ci eravamo seduti ed io, che pure avevo goduto, non riuscendo a trattenermi a quell'insolito epilogo, gli avevo chiesto:

-Perché papà? Perché non hai fatto come Marco con la mamma? Perché non mi sei venuto dentro ed hai voluto bagnare la macedonia col tuo sperma?-

Come guidati da un medesimo pensiero, lui e mia madre avevano riso insieme e poi, mentre lei, sollevandosi si sfilava dal cazzo di suo suo figlio, aveva aggiunto:

-Cucciola.. alla fine della cena se tua madre lo vorrà, ti spigheremo ogni cosa.

Per ora accontentati di guardare pensando già al momento in cui mangerai quella bella macedonia che tu hai preparato e che noi abbiamo condito con quella gustosa crema.

Mentre mio padre mi parlava, con le dita sotto il mio mento ed una lieve pressione, mi aveva rivolto il viso verso mia madre nel momento i cui con un bicchiere in mano, stava raccogliendo lo sperma di mio fratello che le colava dalla fica.

Alla fine del "Raccolto" anche lei ne aveva versato il contenuto sulla coppiera di frutta.

Per tutta la cena, la mia mente era fremeva nell'attesa di ciò che ci avrebbero detto i nostri genitori.

La macedonia con quel condimento così speciale era davvero squisita!

Eravamo seduti in salotti, tutti completamente nudi e con un bicchiere di tonificante liquore tra le dita mentre io e mio fratello, aspettavamo in un'atmosfera di tensione palpabile, che qualcuno (Mia madre o mio padre) cominciasse a parlare.

Mio fratello con la mano, stringeva nervosamente quella di sua madre mentre io, con la testa appoggiata alla spalla di mio padre, gli tenevo la mano suo sesso pendulo e molle.

-Andrea.. cominci tu a raccontare ai nostri ragazzi come ci siamo conosciuti?-

Con una certa titubanza la moglie (Andrea) aveva annuito e poi, con una specie di smorfia sul viso, aveva cominciato ad aprire le pagine di un libro dai risvolti incredibili e sconvolgenti per qualunque benpensante.

Lisa e Marco fortunatamente, avevano superato quello scoglio di ipocrita perbenismo che ammorbava la società cattolica dalla quale erano scampati grazie all'apertura mentale dei loro genitori dei quali però, ignoravano quasi completamente la storia.

La mamma:

-Tenetevi forte ragazzi perché da questo momento, la vostra vita subirà un ulteriore salto anche rispetto ai pur grandi cambiamenti di queste ultime ore.

Quando io e vostro padre ci siamo visti la prima volta, io giacevo nuda appoggiata al corpo discinto di una mia amica.

Eravamo entrambe sedute su un tappeto.

Lei mi stringeva a se mentre io a gambe larghe mi concedevo un momento di pausa dopo che alcuni maschi sconosciuti si erano alternati coi loro turgidi attrezzi, nei miei pertugi e tra le labbra della mia bocca.

Grondavo di umori e di sudore ed emanavo con l'espressione del mio viso tutto il piacere sensuale ed esibizionista di quella situazione.

La mia amica che ben mi conosceva, condivideva quel mio stato di sensuale abbandono accarezzandomi i capelli mentre con occhi languidi, mi baciava la fronte.

Quello che doveva essere un tranquillo festeggiamento per una laurea universitaria, si era ben presto trasformato in un'orgia incredibile della quale io e la mia amica Lele, eravamo diventate l'attrattiva principale.

Vostro padre con la sua fidanzata erano arrivati in ritardo proprio quando l'orgia era in pieno svolgimento.

Io ero appoggiata al divano proprio davanti all'ingresso mentre tutt'intorno, gemiti, grida ed odori pungenti, accompagnavano altre intricate scene di sesso.

Neanche il tempo di chiudersi la porta alle spalle che la sua accompagnatrice, dopo aver lanciato un urlo ed aver insultato al fidanzato: "Dove mi hai portata porco schifoso?!" si era girata ed era fuggita grugnendo insulti, a gambe levate.

Vostro padre sorpreso da quella reazione e da quanto appariva davanti ai suoi occhi, era rimasto immobile senza capire neanche lui, cosa fare; rincorrere la fidanzata per spiegarle.. chiederle scusa o farsi perdonare qualcosa di cui non aveva colpa?!

A quel punto, io ero già stata infilzata a candela nel culo col la schiena adagiata sul corpo del maschio e coi seni baldanzosi e la fica aperta e ben esposti verso l'ingresso dove lui, ancora in piedi e vestito, esitava sul da farsi:

"Ehi! Che fai li imbambolato.. non vedi che sto aspettando proprio te per riempire questo vuoto?"

Indicando la fica con un gesto delle mani.

Lui reagendo al mio richiamo, come fosse un automa, si era aperto la patta dei pantaloni e inginocchiandosi davanti a me, me lo aveva messo dentro sborrando quasi subito.

Poi si era alzato e bofonchiando qualcosa di incomprensibile, se lo era rimesso dentro senza pulirsi ed era sparito nelle moltitudine di giovani orgiasti.

Era passata più di un'ora quando, colando umori da ogni anfratto ed accompagnata dalla mia amica, mi ero alzata per andare in cucina a prendere qualcosa da bere prima di riprendere a scopare.

Seduto al tavolo della cucina con una birra davanti a se, vi era proprio lui.

A quella vista, mi ero seduta anch'io a quel tavolo:

"Ehi, ma che fai qui tutto da solo mentre di la c'è la festa?"

lui mi aveva guardata senza rispondere al che io insistendo:

"Lo sai che mi sei piaciuto prima?

Speravo che tu tornassi!

Sai, per quanto tu sia durato poco, ti ho sentito meglio di tutti questi ragazzotti smidollati e speravo proprio di rivederti.. cioè, speravo di risentirti ancora dentro di me."

Lui mi ascoltava guardandomi con un'aria strana.. pensierosa.

"Non dirmi che stai ancora pensando a quella stronza che ti ha lasciato in asso?

Chi è quella li.. la tua fidanzata?

Se è così, lasciala prima che riduca la tua vita ad un inferno!

Scommetto che è frigida!

Scommetto che non te lo succhia e non se la fa neanche leccare!

Lasciala senti a me per il tuo bene!"

Lui continuava a guardarmi e via via che gli parlavo, la sua espressione sembrava meno tesa.. più rilassata.. ad un certo punto, mi aveva persino sorriso!

Cogliendo al balzo quell'attimo favorevole, gli avevo stretto le mani tra le mie e gli avevo detto:

"Ascolta, io non so neanche come ti chiami ma se vuoi, adesso vado in bagno a sistemarmi e poi andiamo a casa mia dove ti preparo un bel piatto di spaghetti per conoscerci meglio."

"Giorgio! Mi chiamo Giorgio!"

Aveva finalmente risposto ed io:

-Andrea.. io sono Andrea e lei è Lele la mia amica del cuore.-

A casa, durante la cena, avevamo parlato a lungo e poi, avevamo fatto l'amore per tutta la notte.

Lele essendo lesbica, ci aiutava nella monta e nei momenti in cui vostro padre doveva riprendersi, si dedicava a me, regalandomi favolosi orgasmi saffici con la sua lingua di velluto e le sue dita di seta.-

Pazzesco!

Che storia!

I miei si erano conosciuti mentre mia madre faceva la troia in mezzo ad una torva di maschi arrapati.

Io e mio fratello ogni tanto ci scambiavamo degli sguardi nella fremente attesa di conoscere il seguito di quella incredibile storia.

segue


scritto il
2024-05-31
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