Racconti libertini 4
di
AngelicaBella
genere
etero
Il mattino dopo Ginevra si svegliò più tardi del solito. Gli zii la lasciarono dormire dando ordine alla servitù di non disturbarla.
Quando aprì gli occhi si sentì riposata per il lungo sonno.
Ancora nella penombra e sdraiata nel letto chiamo ad alta voce la sua cameriera.
Subito si aprì la porta ma invece della sua fantesca apparve un giovane cameriere biondo. Ginevra lo aveva visto servire qualche volta lo zio. Chiese di Caterina la sua serva e questi rispose che la donna era indisposta e che per ordine dello zio si sarebbe occupato di lei. A Ginevra sovvenne finalmente il nome. Il giovane cameriere si chiamava Paolo.
Paolo chiese il permesso per entrare ed ottenutolo aprì subito le tende per fare entrare luce nella stanza.
Ginevra gli chiese di preparargli un bagno caldo ed il ragazzo uscì per eseguire l’ordine.
Rimasta sola Ginevra ripensò alla sera precedente. Ricordava solo una parte della serata. Fino a quando non aveva bevuto quella bevanda infernale i ricordi erano chiari e limpidi. Dopo il buio.
Paolo rientrò dicendo che il bagno era pronto e tendendo la vestaglia da camera per la ragazza. Ma lei la scostò e si diresse nuda verso la sala da bagno. Il cameriere a quella vista deglutì visibilmente eccitato. Aveva già visto altre donne nude, ma si era trattato di serve neanche troppo giovani che per il loro piacere si erano fatte prendere in piedi nel sottoscala o nelle stalle. Non aveva mai visto una donna dalla pelle così bianca e candida.
Ginevra si accorse dello sguardo del cameriere e per nulla infastidita lo chiamò vicino a sé per farsi aiutare ad entrare nella vasca da bagno. Quando la sua mano toccò quella del giovane sentì come una scossa è un brivido le percorse il corpo fino in mezzo alle cosce. Si immerse nella vasca, lasciando scoperti i bei seni piccoli e sodi. I capezzoli a contatto con l’acqua si indurirono ingrossandosi. Chiese al ragazzo di lavarle la schiena ed egli eseguì senza proferire parola, incantato come era dal corpo della giovane. Quando ebbe terminato Ginevra porse la mano per essere aiutata a sollevarsi. Con i piedi ancora nella vasca chiese a Paolo di asciugarla. Il ragazzo deglutì ancora ed eseguì l’ordine. Trascurava però di avvicinarsi ai seni ed al pube.
Ginevra divertita dall’imbarazzo del giovane, gli prese la mano e se la portò in mezzo alle gambe.
Il volto del giovane divenne rosso per l’imbarazzo e Ginevra non poté fare a meno di notare la sua erezione.
La ragazza uscì dall’acqua e si diresse verso il letto, seguita dal cameriere.
Si sedette ed ordinò al giovane di asciugarle i piedi.
Paolo si inginocchiò davanti a lei che spalancò le gambe mostrando la sua vagina umida.
Ginevra si porse in avanti e presa la testa del giovane la spinse verso di sé costringendolo a poggiare la bocca sul suo sesso. Gli ordinò di leccarla e lui eseguì senza indugio.
Paolo aveva già leccato lo spacco di una donna ma il sapore di Ginevra era diverso. Dolci e profumati gli umori della ragazza colarono nella bocca del giovane che bevve come un assetato nel deserto.
Quando Ginevra raggiunse l’orgasmo un getto dal sapore agrodolce riempì la bocca del giovane che ingoiò avidamente.
Continua
Quando aprì gli occhi si sentì riposata per il lungo sonno.
Ancora nella penombra e sdraiata nel letto chiamo ad alta voce la sua cameriera.
Subito si aprì la porta ma invece della sua fantesca apparve un giovane cameriere biondo. Ginevra lo aveva visto servire qualche volta lo zio. Chiese di Caterina la sua serva e questi rispose che la donna era indisposta e che per ordine dello zio si sarebbe occupato di lei. A Ginevra sovvenne finalmente il nome. Il giovane cameriere si chiamava Paolo.
Paolo chiese il permesso per entrare ed ottenutolo aprì subito le tende per fare entrare luce nella stanza.
Ginevra gli chiese di preparargli un bagno caldo ed il ragazzo uscì per eseguire l’ordine.
Rimasta sola Ginevra ripensò alla sera precedente. Ricordava solo una parte della serata. Fino a quando non aveva bevuto quella bevanda infernale i ricordi erano chiari e limpidi. Dopo il buio.
Paolo rientrò dicendo che il bagno era pronto e tendendo la vestaglia da camera per la ragazza. Ma lei la scostò e si diresse nuda verso la sala da bagno. Il cameriere a quella vista deglutì visibilmente eccitato. Aveva già visto altre donne nude, ma si era trattato di serve neanche troppo giovani che per il loro piacere si erano fatte prendere in piedi nel sottoscala o nelle stalle. Non aveva mai visto una donna dalla pelle così bianca e candida.
Ginevra si accorse dello sguardo del cameriere e per nulla infastidita lo chiamò vicino a sé per farsi aiutare ad entrare nella vasca da bagno. Quando la sua mano toccò quella del giovane sentì come una scossa è un brivido le percorse il corpo fino in mezzo alle cosce. Si immerse nella vasca, lasciando scoperti i bei seni piccoli e sodi. I capezzoli a contatto con l’acqua si indurirono ingrossandosi. Chiese al ragazzo di lavarle la schiena ed egli eseguì senza proferire parola, incantato come era dal corpo della giovane. Quando ebbe terminato Ginevra porse la mano per essere aiutata a sollevarsi. Con i piedi ancora nella vasca chiese a Paolo di asciugarla. Il ragazzo deglutì ancora ed eseguì l’ordine. Trascurava però di avvicinarsi ai seni ed al pube.
Ginevra divertita dall’imbarazzo del giovane, gli prese la mano e se la portò in mezzo alle gambe.
Il volto del giovane divenne rosso per l’imbarazzo e Ginevra non poté fare a meno di notare la sua erezione.
La ragazza uscì dall’acqua e si diresse verso il letto, seguita dal cameriere.
Si sedette ed ordinò al giovane di asciugarle i piedi.
Paolo si inginocchiò davanti a lei che spalancò le gambe mostrando la sua vagina umida.
Ginevra si porse in avanti e presa la testa del giovane la spinse verso di sé costringendolo a poggiare la bocca sul suo sesso. Gli ordinò di leccarla e lui eseguì senza indugio.
Paolo aveva già leccato lo spacco di una donna ma il sapore di Ginevra era diverso. Dolci e profumati gli umori della ragazza colarono nella bocca del giovane che bevve come un assetato nel deserto.
Quando Ginevra raggiunse l’orgasmo un getto dal sapore agrodolce riempì la bocca del giovane che ingoiò avidamente.
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