Quattro donne. 5. Charlotte

di
genere
saffico

5. Charlotte
Quando rientro in camera di Martin e Mayumi, li trovo tutte e due sdraiati carponi.
Martin sembra addormentato, mentre Mayumi quando mi sente arrivare apre gli occhi e mi sorride.
Si solleva lentamente per non svegliare l’uomo.
Si avvicina a me, mi prende per mano e andiamo in bagno.
Una grande vasca occupa quasi metà della stanza e Mayumi apre i due rubinetti miscelando l’acqua fredda con quella calda.
Quando è sufficientemente calda e piena chiude i rubinetti e mi porge la mano perché l’aiuti ad entrare.
Quando è dentro lei aiuta me.
Siamo una di fronte all’altra.
Due corpi completamente diversi uno dall’altro ma che si attraggono come calamite.
Mayumi mi mette le mani sui seni titillando i miei capezzoli.
Io vorrei fare altrettanto ma lei mi sussurra di lasciarla fare.
Obbedisco.
Il massaggio ai capezzoli sta risvegliando la mia voglia di sesso.
Lascia andare i capezzoli e con entrambe le mani mi accarezza i fianchi fino ad arrivare al pube.
Il tocco leggero delle sue dita mi dà i brividi.
Lei si abbassa e si mette in ginocchio.
Il suo viso è proprio davanti al mio pube.
Lo avvicina senza toccarlo.
Sento il suo respiro caldo sulla mia pelle.
Ancora un brivido di piacere mi percorre la schiena fino alle cosce.
Poggia le mani sulle mie natiche e le accarezza delicatamente e finalmente sento le sue labbra sul mio corpo.
Il contatto mi provoca un gemito inaspettato.
Sento i miei umori colarmi sulle cosce.
La sua lingua si insinua e trova il mio piccolo pene già duro ed eccitato.
Lei lo lecca facendomi sentire il ruvido della sua lingua.
Lo tiene tra il labbro superiore e la lingua strusciandolo leggermente.
La mia erezione aumenta e lei soddisfatta del risultato lo prende finalmente in bocca ed inizia a succhiarlo con sapiente lentezza.
Sto per raggiungere l’orgasmo lo sento.
Lei se ne accorge ed infila indice e medio dentro la mia figa.
Sento le sue dita salire ed allargo le gambe per agevolare il suo movimento.
La sua bocca continua a succhiare.
Le sue dita escono per poi rientrare.
Ora sento che ha inserito anche l’anulare.
La sento spingere dentro di me e quando sento le nocche della sua mano entrare un gemito di piacere mi sfugge.
La sua mano ora è stretta a pugno e cerca di entrare dentro di me.
È piccola e penetra agevolmente fino al polso.
Gli umori abbondanti le semplificano i movimenti e quando la ruota non sento alcun dolore.
Sento la mano aprirsi dentro di me e le dita mi sembrano tentacoli che esplorano il mio sesso.
Trova il punto del piacere con il dito indice e si concentra su di esso rendendo di nuovo affusolata la mano.
Aiutata dai miei umori muove la mano avanti ed indietro come a simulare la penetrazione di un pene.
Ogni volta che la spinge in avanti un piccolo tratto del suo avambraccio entra dentro di me.
Prende ad entrare ed uscire più velocemente.
Stacca la bocca dal mio clitoride e si concentra sulla penetrazione della sua mano e del suo braccio.
In poco tempo raggiungo l’orgasmo riempiendole la mano di umori caldi.
Lei la estrae e la porta alla bocca leccando i miei succhi.
Mi abbasso anche io ed ora sono seduta.
La bacio e sento il mio sapore sulle sue labbra.
“Grazie”, le sussurro.
Lei mi sorride.
I suoi piccoli denti bianchi le illuminano il viso e i suoi occhi a mandorla splendono lucidi.
Restiamo per un tempo indefinito con le nostre bocche incollate e le nostre lingue intrecciate.
La mia mano cerca il suo sesso e quando lo trova le mie dita entrano dentro di lei.
Il suo gemito mi riempie la bocca ed un brivido di piacere arriva intenso e inaspettato.
L’acqua si sta raffreddando e ci stacchiamo.
Lei esce per prima e mi aiuta a fare altrettanto.
Indossiamo gli accappatoi e torniamo in camera.
Martin dorme ancora e decidiamo di spostarci in salotto.
Ci sediamo sul grande divano e ci abbracciamo.
Lei appoggia la sua testa sulla mia spalla.
“Grazie”, mormora.
“Di cosa?”, le domando.
“Di aver fatto l’amore con noi.”
“Perché è così importante per te?”.
“Come avrai notato Martin è un po’ troppo veloce”.
“Ho visto” confermo.
“Ed io ho visto come lo hai fatto durare di più e vorrei imparare da te come fare”.
“Certo, tesoro” le sussurro accarezzandole il viso.
“Perché non hai sposato Martin?”, le domando.
“Perché io sono di sua proprietà. I miei genitori mi hanno venduta in cambio del pagamento di prestito che non riuscivano ad onorare”.
“Ma la schiavitù è vietata in America” obietto.
“Si, ma Martin ha un documento che dice che, se io me ne vado o non gli obbedisco, il debito dei miei genitori riprende con interessi per oltre il doppio.”
Resto in silenzio a riflettere sulla situazione e cerco di immaginare come possa tornare a nostro vantaggio.
“Potrei chiedere a Martin di donarti a me?”, mormoro.
“Lo faresti?”, mi chiede lei con un sorriso di speranza.
“Devo parlarne con Rejna, ma credo non avrà nulla da obiettare”.
Mi abbraccia e mi bacia sulla bocca.
Ricambio il bacio.
Sentiamo la voce di Martin chiamare Mayumi che si solleva di scatto e corre da lui.
Mi alzo anche io e, mentre mi avvicino alla camera, sento la voce di Martin rivolgersi alla donna con disprezzo ed arroganza.
La voce dolce e flebile di lei mi suscita tenerezza.
Entro dentro e quando Martin mi vede sorride.
Non sa che ho sentito il modo in cui tratta la ragazza ed io non faccio cenno alla cosa.
Mi sdraio al suo fianco.
Mayumi ai suoi piedi gli sta massaggiando gli alluci.
“Dovresti, farti fare un massaggio da Mayumi”, dice.
La ragazza solleva la testa e mi guarda.
Nei suoi occhi intuisco la sua speranza.
Martin mi prende la mano e la porta alla bocca.
È stato bello, sai?”, mi dice sorridendomi con gli occhi.
È uno stronzo ma non devo essere arrabbiata con lui.
Ricambio il sorriso.
“C’è una cosa che volevo chiederti”, sussurro.
“Tutto quello che vuoi”, risponde lui.
Attendo a rispondere e lo lascio penare.
“No, nulla di importante”, finisco con il dire.
Lui mi guarda negli occhi.
Sembra incuriosito e divertito.
Conosco quello sguardo, tipico degli uomini come lui.
Arrogante e fintamente accondiscendente fino a quando non ha ottenuto ciò che vuole.
Decido di soprassedere con la richiesta di ricevere in dono la ragazza.
È tanto tempo che stai con Mayumi?”, domando.
“Un po’”, risponde lui evasivo rivolgendo lo sguardo alla ragazza che tiene sempre il viso chino.
“Dovresti sposarla”, dico io con un sorriso.
“Sposarmi? non ci penso proprio a riprendere moglie”.
“L’unica che forse potrei sposare sei tu”, mi dice in tono canzonatorio.
“Sposarmi? rispondo io con il medesimo tono, “non ci penso proprio”, e scoppio in una risata forse un po’ troppo sguaiata.
Se conosco bene gli uomini, da adesso farà di tutto per farmi cambiare idea.
Lascerò a Rejna decidere se è il caso.
Non ci tengo a diventare moglie di questo buzzurro, ma se serve alla nostra causa mi sacrificherò.
Intuisco dal suo sguardo che è rimasto deluso dalla mia risposta e voglio dargli una speranza.
“Sono rimasta vedova pochi mesi fa. Ho bisogno di un po' di tempo prima di valutare un nuovo matrimonio”.
Lui mi bacia ancora le nocche della mano.
“Aspetterò”, mi dice.
Continua
scritto il
2024-07-11
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