La villa sul lago

di
genere
etero

Il telegramma della signora Chartroux nel quale accettava di ospitarlo per una settimana nella sua villa sul lago era giunto quella mattina, Nöel le aveva risposto e stava preparando i bagagli per il viaggio, il treno partiva dalla stazione a mezzogiorno, avrebbe impiegato circa due ore per giungere nella ridente località, quello che non immaginava era che gli ci sarebbero volute altre due ore di cammino per raggiungere la piccola costruzione, posta proprio sul lago, con tanto di piccolo molo dove poter attraccare.
Lo spettacolo del crepuscolo lo colpì piacevolmente, quando entrò dal piccolo cancello di legno azzurro posto sulla strada sterrata e ghiaiosa, la signora Chartroux lo stava aspettando.
“Buonasera, lei dev’essere il signor Thibou?” disse una donna dai capelli corvini che poteva avere poco più di trent’anni, alzandosi dalla sedia di vimini nella quale era immersa a leggere un romanzo russo.
“Si” rispose l’uomo “e lei deve essere la signora Chartroux” concluse allungando la mano per stringere la sua.
“Venga pure dentro, le farò vedere la casa. Non è grande ma molto confortevole” pronunciando queste parole fece strada all’uomo, che raccolse la valigia ed entrò in casa.
La signora Chartroux, lo condusse per la cucina, dove solo lei era ammessa, per il confortevole salotto, dove la sera avrebbero potuto parlare, leggere o ascoltare il grammofono, per la stanza da bagno, dotata di una bellissima vasca smaltata e di una nuova invenzione idraulica attraverso la quale si poteva attingere direttamente l’acqua da un serbatoio esterno e riscaldarla all’interno, senza che fosse necessario andare continuamente fuori.
Infine lo condusse nella stanza dove avrebbe dovuto alloggiare, si trovava sul retro della casa e quindi si affacciava sul lago, c’era un armadio, un letto comodo e robusto, un lume a olio posto sul comodino e una piccola scrivania.
La padrona di casa, si sincerò della soddisfazione del cliente e lo lasciò solo perché si sistemasse e si rinfrescasse prima della cena, che sarebbe stata servita alle sette.
Nöel chiuse la porta e aprì le imposte azzurre, godendosi lo straordinario spettacolo del tramonto, poi si spogliò si diresse in bagno e si rinfrescò.
Alle sette meno qualche minuto scese e si accomodò in salotto, aprì il giornale acquistato alla stazione ma dopo qualche minuto sentì la campanella che annunciava la cena.
La stanza da pranzo era un ambiente confortevole e arredato con gusto anche se troppo pesantemente.
La cena fu gradevole e ricca, tanto che dovette rifiutare qualche pietanza, parlarono di arte e di ciò che Nöel faceva per vivere, la signora Chartroux che di nome faceva Charlotte, era curiosa e chiese cosa avesse portato in quel piccolo paese un uomo di città.
Nöel raccontò del lavoro di fotografo e della ricerca di nuovi paesaggi per i suoi scatti, da qui la scelta di un luogo così bello e particolare.
Continuarono a parlare anche dopo cena, nel salotto, fu allora che la donna confessò all’uomo di soffrire di sonnambulismo. Dalla morte di suo marito, la notte si aggirava per casa senza meta, chiamando il defunto consorte. Si raccomandò a Nöel di non essere svegliata per nessun motivo, perché sarebbe potuta morire all’istante.
Quella notte stessa, l’uomo sentì la donna alzarsi e vagare per le stanze della casa, fino a quando non entrò nella sua, vestita di una camicia da notte di cotone bianco lavorato, chiamava a voce sostenuta il nome del marito: Chistoph.
Nöel si sedette sul letto, osservando i comportamenti della donna, fino a quando lei davanti ai suoi occhi non lasciò cadere la sottile veste per rimanere completamente nuda, l’uomo si accorse di avere la gola asciutta, avrebbe voluto svegliarla, ma si ricordò dell’avvertimento ricevuto e non si mosse, Charlotte salì sul letto e cominciò a baciarlo, chiamandolo col nome del marito, l’uomo cercò di rimanere immobile ma poi non potè resistere all’elegante bellezza della donna e assecondò i suoi gesti. Fecero l’amore in molte posizioni e alla fine, lei si alzò, raccolse la veste da terra e tornò in silenzio nella sua stanza.
La mattina seguente, mentre faceva colazione, Nöel cercò di capire attraverso i gesti e le parole della donna se aveva memoria di ciò che era accaduto fra loro ma Charlotte era normale e cordialmente distaccata come al momento del suo arrivo.
Dopo colazione Nöel, prese i suoi attrezzi da lavoro e s’incamminò sulle rive del lago, aveva intenzione di fotografare la natura circostante e così cominciò a cercare anfratti e luoghi pittoreschi particolarmente ispiratori. Non sarebbe tornato per pranzo, la signora Chartroux gli aveva preparato dei panini e dopo un lungo camminare e qualche scatto, Nöel si sdraiò in una piccola radura poco lontana dalle rive del bellissimo lago, vicino ad un canneto, cominciando a mangiare il suo pranzo, quando sentì dei rumori e delle risa, si alzò lentamente e nascosto fra le canne si avvicinò alle voci. Alcune ragazze completamente nude stavano facendo il bagno, scherzavano fra loro schizzandosi l’acqua, Nöel tornò indietro a prendere la macchina fotografica, montò velocemente il cavalletto e scattò, ma le ragazze si accorsero di lui e fuggirono raccogliendo i vestiti sulla riva.
La visione delle ragazze nude aveva risvegliato in lui il ricordo della notte precedente, Charlotte era una donna magnifica, i suoi capelli corvini sciolti lungo le spalle, i seni sodi e torniti, le gambe affusolate, le natiche morbide e un vello scuro che avvolgeva il ventre della donna, come un mantello avvolge le spalle, eccitato fece ritorno verso casa.
La donna era seduta come sempre sulla sua sedia di vimini, Nöel, aprì il cancello azzurro con il cavalletto in spalla insieme alla giacca, era accaldato.
“Buonasera signor Thibou, ha trovato qualche paesaggio che la ispirasse?” Mormorò la donna alzando lo sguardo dal libro che stava leggendo.
“Direi di si.” Sorrise l’uomo “E’ stata una giornata molto proficua, sono accaldato mi permetta di andare a rinfrescarmi, se poi vorrà le parlerò delle mie interessanti foto.” Concluse Nöel entrando in casa.
“Certo, a più tardi.”
A cena l’uomo raccontò a Charlotte della sua piccola avventura e ne rise, mentre la donna non gradì la sua curiosità.
“Trovo molto sconveniente ciò che ha fatto.”
“Io no, un fotografo deve essere curioso, rubare ogni situazione e quelle donne erano perfette.” Ribattè Nöel.
“Ignoravano la sua presenza.”
“Certo che si, altrimenti non si sarebbero fatte mai fotografare, proprio questo ha reso le foto migliori, perché naturali.” Concluse l’uomo.
“Bè, io non sono d’accordo signor Thibou e spero che lei non lo faccia con me.”
“Non mi giudichi male, signora Chartroux, non farei mai una cosa simile con lei, nonostante mi piacerebbe farle delle foto perché la trovo molto bella.”
“Vedremo signor Thibou, vedremo. Grazie per il complimento.” Mormorò la donna arrossendo.
Nel salotto, dopo cena, Nöel le spiegò come funzionava la sua macchina e le mostrò alcune foto, la donna rimase affascinata e promise che avrebbe posato per lui, prima che fosse partito.
Era quasi l’alba, quando Nöel fu svegliato dai rumori della notte scorsa e dopo pochi minuti, Charlotte entrò nella sua stanza, vestita come la notte precedente, ripetè il nome del marito e poi si avvinghiò all’uomo sul letto, di nuovo fecero l’amore godendo più volte e di nuovo lei se ne andò appena ebbero terminato.
La mattina seguente nessun accenno a ciò che era accaduto e così continuò per tutta la settimana, l’ultimo giorno, quando Nöel fu pronto per la partenza, uscì in giardino dove trovò Charlotte seduta sulla sua sedia.
“E’stata una settimana molto bella, sono stato bene e la sua ospitalità delle migliori, allora adesso poserà per me?” Chiese l’uomo.
“Ma certo, prima regoliamo il conto e poi poserò per lei come promesso.”
“Certo, dunque si era detto due franchi al giorno, per sette giorni fanno quattordici franchi, giusto?” Mormorò Nöel.
“In realtà sono trentacinque franchi signor Thibou.” Disse la donna.
“Trentacinque franchi!” Disse sorpreso l’uomo.
“Si, signor Thibou, quattordici franchi per il vitto e l’alloggio e ventuno franchi sono per non avermi svegliata durante le notti.” Mormorò maliziosa la donna “Andiamo signor Thibou, le facciamo queste foto?”
Mentre Nöel camminava verso la stazione, pensò che il prossimo anno sarebbe potuto ritornare, dopotutto il prezzo era buono. [giugno 2003]

amanuense@blu.it
scritto il
2024-07-25
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