La società segreta seconda parte

di
genere
dominazione

Davanti a casa ci aspetta un’autovettura nera. Sembra una di quelle del noleggio con conducente. Mario mi apre la portiera posteriore e mi fa entrare, poi si sposta dall’altro lato e sale a fianco a me. Mi rendo conto solo in quel momento che indossa un abito nero elegante e sobrio e non porta la cravatta. Dalla tasca estrae una benda. Mi dice che è costretto a farlo. Si tratta di una precauzione a mio favore. Se non verrò ammessa al club non potrò raccontare a nessuno dove sono stata e chi ho incontrato. Comprendo il motivo di tanta precauzione e mi lascio bendare senza opporre resistenza. La macchina parte e una musica rilassante si diffonde nell’abitacolo. Mario mi prende la mano e me la stringe. Avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra di stare tranquilla, che non mi accadrà nulla di male. Devo ammettere che non ho alcuna paura, anzi sono abbastanza eccitata e per dimostrare a mio cognato che va tutto bene , gli tocco la gamba e con le dita salgo fino al punto in cui la sua erezione segna il pantalone. Appoggio la mia mano e sento il suo cazzo indurirsi. Sento che apre la zip del pantalone e pochi istanti dopo mi trovo a fargli una sega. Faccio con lentezza, partendo dall’altro verso il basso e ruotando leggermente il polso. Scopro che è circonciso. Mia sorella non me lo aveva mai detto. La mano di mio cognato si appoggia sulla mia nuca e spinge la mia testa verso il basso. Non ha bisogno di forzarmi, lo desidero anche io. Tengo stretto il suo uccello ed appoggio le mie labbra sulla sua cappella. Ha un buon sapore. Gli faccio un lavoro di bocca da primo premio al festival mondiale del pompino. Lo sento che si ingrossa nella mia bocca e la sua mano ora mi spinge ad ingoiarlo tutto. Faccio appena in tempo a toccare con la punta del naso il lembo dei suoi pantaloni che un getto di sborra calda mi riempie la bocca. Non lascio uscire nemmeno una goccia e mando giù tutta quella crema dolce e salata al tempo stesso. Mi sollevo leggermente ed aspiro forte. Mario geme ed un ultimo spruzzo mi entra in bocca. Mario mi prende per la coda e mi solleva.
“Siamo arrivati”, mi dice.
Sorrido e sento le sue labbra appoggiarsi alle mie. La sua lingua mi entra in bocca e può assaporare il suo seme.
Si stacca da me e lo sento ricomporsi. Dal rumore che fanno gli pneumatici capisco che stiamo percorrendo un viale inghiaiato. Meno di un minuto dopo l’auto si ferma. Sto per togliermi la benda, ma Mario mi blocca.
“Non ancora” dice con voce dolce.
Lo sento scendere dall’auto e aprirmi la portiera. Mi prende la mano e mi aiuta a uscire. Sotto le suole sento la ghiaia. Siamo probabilmente in una casa in campagna. Con il braccio mi appoggiò a Mario che lentamente mi conduce verso l’ignoto. Sento i miei umori colare sulle cosce nude e ho un brivido di piacere.

scritto il
2024-08-07
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