...Dannato autostoppista!

di
genere
corna

Avevamo girato in tondo per quelle che mi sono sembrate ore, cercando di capire dove fossimo… ma sapevo già che non serviva a nulla. Ci eravamo persi senza speranza! E la mancanza di campo rendeva inutile il ricorso al costoso navigatore dei nostri cellulari.
"Dovevamo girare a destra chilometri fa…". Sara non lo gridò, ma la sua voce era chiaramente carica di veleno.
"Ti ho chiesto un sacco di volte se dovevo continuare dritto, e tu hai detto «sì, vabbè…». Cosa diavolo avrei dovuto pensare?".
"Non è poi così complicato. La mia era ovviamente una risposta ironica".
"Ma non è quello che ho capito io…".
La discussione è proseguita così per una buona decina di chilometri. Potevo sentire il calore e la tensione che crescevano tra me e la mia ragazza, e vedevo la sua soda quinta misura di seno che andava su e giù sul suo petto per via del suo respiro agitato. Quando non dà di matto, Sara è una ragazza deliziosa; non so come ho fatto a conquistarla, ma ormai stiamo insieme da circa un anno. Ha capelli biondi lisci che le scendono fino alle spalle, e occhi verdi che ti penetra l'anima con lo sguardo; ha un viso d'angelo e un corpo snello, tranne che per il suo prosperoso davanzale che sembra ancora più abbondante per via della statura piuttosto bassa (circa un metro e sessanta) e delle sue gambe da ginnasta, lunghe e sottili, che paiono costituire la maggior parte della sua altezza. Quel giorno indossava una gonnellina di jeans e un top bianco scollato, che mostrava più di un accenno di scollatura. Stavamo andando alla festa di un amico, il quale aveva deciso di organizzarla nel bel mezzo del nulla. Di questo passo saremmo stati fortunati a non perderci tutto.

Era ormai tardo pomeriggio, quando sul ciglio della strada si materializzò una persona. Un giovane uomo, alto e piuttosto ben messo. Camminava nella nostra stessa direzione sul ciglio della strada. Quando ha sentito il motore della nostra macchina si è girato e ha tirato fuori il pollice, guardando con aria speranzosa.
"Già già, come se…" Sara mormorò tra sé e sé.
Non so perché l'ho fatto… forse per spirito samaritano, o forse perché pensavo davvero che in quella circostanza potesse essere d'aiuto, ma iniziai ad accostare verso l'autostoppista.
"Non vorrai mica farlo…!". Sara mi sibilò a denti stretti.
"Potrebbe anche darci qualche dritta per quel dannato posto…" risposi con la massima calma possibile, anche se faticai a nascondere la felicità di aver avuto ragione nella nostra discussione almeno su un punto.
Lei incrociò le braccia e fissò fuori dal finestrino, con la faccia imbronciata.
"'Sera…" disse l'autostoppista. Il suo accento era piacevole, con un ché di latino.
"Dov'è che sei diretto?" gli ho chiesto.
"Pietra Ligure. È a venti chilometri di distanza, più o meno, in questa direzione…" la sua voce era piena di speranza.
"Conosci la strada?".
"Certo".
"Salta su, allora, così mi dai una mano ad orientarmi".

Quando gli ho aperto il bagagliaio dall'interno, l'autostoppista ha fatto un ampio sorriso; ci ha buttato dentro lo zaino, poi ha aperto lo sportello posteriore per entrare. Contemporaneamente ho sentito aprirsi anche lo sportello del lato passeggero, di fianco a me.
"Sara! Che stai facendo?" le ho chiesto, scioccato.
"Non ci resto seduta davanti con te… mi hai fatto proprio incazzare!", mi ha gridato contro. L'ho guardata, a bocca aperta, mentre si trasferiva sul sedile posteriore.
"Ehm… forse è un brutto momento?" ha chiesto l'autostoppista.
"No, no, non ti preoccupare…", ho risposto, facendogli cenno di salire. Lui si è accomodato sul sedile di dietro, quindi siamo ripartiti.
L'autostoppista, che si è presentato come Rodrigo, era un tipo allegro e spigliato. Era arrivato nel nostro Paese con l'obiettivo di attraversarlo in autostop ed arrivare a Napoli, ma fino ad ora aveva trovato persone poco affidabili, certamente meno di quanto avesse previsto. Eravamo solo i secondi a caricarlo, e gli ultimi lo avevano mollato nel posto sbagliato.
Sara era seduta dando le spalle ad Rodrigo, e fissava imbronciata il paesaggio fuori dal finestrino. Dallo specchietto retrovisore continuavo a notare che lui la osservava con curiosità.
"Ignorala", gli ho detto. "Sta facendo i capricci".
"Oh…!" Rodrigo ha guardato verso di lei. "Sicuro che va tutto bene?".
"Tutto bene", ho risposto rapidamente, prima che Sara ne avesse la possibilità.
Ho guidato in silenzio per un po', ripensando alla discussione che io e Sara avevamo avuto. Probabilmente mi stavo comportando in modo infantile: d'accordo, non avrei dovuto farlo salire, ma almeno, una volta trovata la città in cui stava andando, avremmo potuto capire dove ci trovavamo. Poi, una volta finita quella storiaccia, avrei fatto qualcosa di carino per lei. Che so, magari comprarle un gioiello, oppure…

Sono stato distolto dai miei pensieri da un rumore, come un cicaleccio, proveniente dal sedile posteriore. Nello specchietto ho visto Sara che si sporgeva verso l'autostoppista, sussurrando qualcosa che non riuscivo a capire, e poi i due hanno cominciato a bisbigliare tra loro. Stavo per dire a Rodrigo di non darle retta, quando mi sono accorto che Sara stava sorridendo. Qualunque cosa si stessero dicendo, il suo umore era migliorato. Ho scrollato le spalle e ho continuato a guardare avanti.
Cercavo di ricordare a cosa stavo pensando, ma il loro continuo bisbigliare alle mie spalle continuava a distrarmi. Avrò controllato lo specchietto decine di volte nel giro di pochi minuti… a quel punto, Sara aveva praticamente la testa sulla spalla di lui, e lui le stava sussurrando qualcosa all'orecchio… e lei stava arrossendo! Ma che diavolo stava succedendo? Anche la mano di lui sembrava essere da qualche parte vicina alla gamba di lei… non potevo vedere quella di Sara, ma dalla posizione del braccio pareva stranamente vicina al suo addome. Poi lei gli ha sussurrato qualcos'altro all'orecchio e quindi…

No, non stavo avendo le traveggole… si stavano baciando! Lì, con me sul sedile anteriore, come se non ci fossi! Per poco non sbandavo contro l'auto davanti alla mia.
"Che cavolo state facendo, voi due?" ho quasi urlato.
"Rilassati…" Sara ha risposto ridacchiando, "…pensa a guidare. Non vorrai mica fare qualche incidente, vero?", e poi ha tirato a sé Rodrigo per un altro bacio.
Stavo tremando per la rabbia! Ho cercato in tutti i modi di trovare un posto dove accostare, così da poter pestare a sangue quell'ingrato bastardo… ma la strada non aveva una corsia d'emergenza e, per qualche cazzo di ragione, era diventata incredibilmente piena di curve. Mi sono dovuto concentrare sulla strada per un po', ma da rapidi controlli nello specchietto retrovisore, loro stavano ancora continuando a pomiciare sul sedile posteriore. La mano di Sara faceva un movimento sussultorio appena fuori dalla mia visuale, e lei gemeva dolcemente. Potevo solo vedere la mano di Rodrigo che si strofinava tra le sue gambe… le stava massaggiando la figa attraverso la minigonna.
"Questo è troppo, gente!…". Ho provato a dirlo con tono di voce autoritario, ma avevo un groppino in gola, e mi venne fuori invece come un rantolo. Mi sentivo stordito.
"No no, non credo che sia neanche abbastanza…!" Sara mi ha detto, guardandomi… quindi, con un occhiolino, gli ha dato un ultimo, languido bacio, e poi la sua testa è andata giù sul grembo di lui.

Ho regolato rapidamente lo specchietto retrovisore, e sono rimasto colpito dalla visione delle labbra della mia ragazza avvolte attorno al cazzo di quel dannato sconosciuto. Per poco non mi sono schiantato con l'auto; un furgone di passaggio mi ha strombazzato col clacson, guadagnandosi una risatina sia da parte di Rodrigo che di Sara.
Sara si è messa a leccare avidamente la cappella di Rodrigo, guardandomi nello specchietto mentre lo faceva. Poi con la bocca ha avvolto quella cappella globosa, e ha cominciato a muoverla lentamente, su e giù… e ho sentito Rodrigo emettere un gemito di piacere.
"La tua ragazza è proprio brava a succhiare…" mi ha detto lui sorridendo. Ho cercato di rispondergli, ma ero troppo sopraffatto dalla rabbia per riuscire a trovare le parole da dire.
Lei si è messa in ginocchio sul sedile, accanto a lui, in modo da potersi calare più a fondo sul suo cazzo, infilandoselo giù in gola e resistendo ai conati di vomito mentre lo faceva. La sua mano passava dal massaggiare le palle di lui a masturbare i pochi centimetri di cazzo che non riusciva a ficcarsi in gola. Nel frattempo Rodrigo aveva portato la sua mano alle spalle di lei, le aveva tirato su la gonna, e mentre lei lo agevolava nel sollevarsi la gonnellina e facilitargli l'accesso, lui aveva infilato la sua mano nelle mutandine della mia fidanzata e, raggiunta la sua fighetta, le aveva infilato un dito dentro. Lei evidenziò questa intrusione con un gemito sospirato, quindi prese a gorgogliare sul suo cazzo, come una puttana in calore.
"Lo sai, lui ha un cazzo bello grosso, tesoro…" Sara disse, ponendo sarcasticamente l'accento sulla parola «tesoro», e poi continuò: "…pensi che ci starà bene dentro di me?".
"Non ci provare!" le ho detto a denti stretti, dovendo frenare di colpo per evitare di tamponare l'auto che mi stava davanti.
"Che strano… io ti avevo detto la stessa cosa, e tu comunque hai fatto di testa tua!", mi ha risposto lei, mentre si sfilava via le mutandine da sotto la gonna. "E se con te non ha funzionato, pensi davvero che funzionerà con me?".

Non ero ancora riuscito a trovare un posto dove fermare la macchina. Tutto quello che potevo fare, a quel punto, era sbirciare nello specchietto retrovisore mentre la mia fidanzata, ruotando di slancio una delle sue lunghe gambe sexy, si portava a cavalcioni su Rodrigo e cominciava a calarsi lentamente sul suo cazzo.
Il mio sangue stava ribollendo, sia per la rabbia che per i versi di piacere di Sara mentre si lasciava invadere dal grosso paletto di quell'autostoppista… quel che è peggio, però, è che sentivo il mio cazzo irrigidirsi e gonfiarsi mentre guardavo quello di Rodrigo affondare nella figa della mia ragazza.
"Oooh, diooo… ha un cazzo così grossooo…" ha detto lei, di certo perché io la sentissi.
"Oooohh… ha una figa così stretta…" Rodrigo ha esclamato subito dopo, facendo il verso a Sara e facendola ridere. Lei ha continuato a scendere su di lui, gemendo per tutto il tempo, fino ad arrivare alla base della mazza di Rodrigo. Ho notato un piccolo strato biancastro, creato dalla crema della vagina della mia fidanzata, tutt'intorno alla radice del suo cazzo… evidentemente non era abituata a manici come quello.
"Sì, prendilo tutto, piccola…" le ha detto Rodrigo, mentre la mia ragazza cominciava a dondolare avanti e indietro sul suo bacino, "…fagli vedere che hai vinto".
Il mio viso era ormai paonazzo.
"Che ne pensi, tesoro?" mi ha chiesto Sara tra un gemito e l'altro. "Chi pensi che abbia vinto la nostra discussione?". Non ho detto nulla, cercando di tenere lo sguardo fisso sulla strada, ma non riuscivo a non lanciare furtive occhiate di fuoco nello specchietto posteriore, per controllare cosa stava accadendo su quel sedile. "Se non mi rispondi, giuro che lo faccio venire dentro di me!", la mia ragazza ha aggiunto minacciosa, e Rodrigo ha risposto dandole uno schiaffetto sul culo e poi afferrandole i fianchi e tirandola giù sul suo cazzo, scuotendola su di lui e facendola gemere.
"Okay, okay, hai vinto tu…" ho ammesso.
"Cosa? Parla più forte, non ti sento!", i suoi gemiti si facevano più forti.
"Hai vinto, va bene?!" ho gridato. "Ora smettila!".
"E perché? Mica ho detto che avrei smesso…", ha detto lei con una risatina, strusciandosi su di lui e dimenandosi più veloce, "…e poi… oooh, cazzo… sto per venire… ooooohhh…!".
Sara ha iniziato a dondolare il bacino avanti e indietro su quello di Rodrigo sempre più rapida, inclinando la testa all'indietro e mostrandomi i suoi occhi chiusi. Le mani di Rodrigo intanto le scorrevano lungo le gambe toniche, toccandole e graffiandole dolcemente.
"Ooooohh… ssììììììì…", sibilò.
Il suo dondolìo si faceva sempre più intenso, aumentando di intensità. Dopo lunghi minuti di quella scopata, ho sentito Sara emettere un urlo acuto e l'ho vista irrigidirsi sopra Rodrigo, con il suo cazzo infilato profondamente dentro di lei. Alla fine si è abbandonata, sorreggendosi con le mani sul petto di lui e respirando pesantemente.
"Cazzo… che orgasmo… incredibile…", mugolò lei tra un respiro pesante e l'altro.
"Non abbiamo ancora finito!" le rispose Rodrigo. "Adesso è il mio turno".

A quel punto Rodrigo la afferrò saldamente per i fianchi, e aggiustò la posizione di Sara sopra di sé, sollevandola fino a che solo la sua cappella rimase nella fighetta della mia fidanzata. Potevo vedere i suoi fluidi luccicare sulla sua figa e colare lungo il cazzo dell'autostoppista. Poi il suo pube si sollevò per impattare quello di lei, facendo un rumore simile a uno schiaffo, e un gemito di sorpresa e di piacere fuoriuscì dalle labbra della mia ragazza. Lui scivolò fuori da lei con facilità e si spinse di nuovo nella sua figa, iniziando a sbatterla più forte che poteva. Quel rumore percussivo diventò ritmico.
"Ooodddìììooo… caaazzzzoooo…" Sara gemeva mentre lui la martellava da sotto. "Oh sì, scopamiiii! Aaaahhh… sì, che bello… aaaaaaaaahhh…!".
In qualche modo lui era riuscito a trovare un sostegno sufficiente nell'angusto sedile posteriore per spingersi ripetutamente dentro la mia ragazza. Lo schiaffo della pelle sulla pelle, sempre più forte, riempiva l'auto insieme agli squittii felici di Sara e ai gemiti animaleschi di Rodrigo.

Avevo provato un paio di volte ad accostare, ma non ci ero riuscito. A quel punto, però, non ero più sicuro del cosa avrei fatto una volta fermo: avrei scaraventato Rodrigo giù dalla macchina e l'avrei picchiato a sangue? O mi sarei seduto più comodamente sul sedile anteriore a masturbarmi mentre lui mi scopava la ragazza? Sinceramente, non lo sapevo.
Invece dovevo cercare il più possibile di non ucciderci, mentre cercavo di guardare nel retrovisore l'azione che si svolgeva sul sedile posteriore. Era ipnotizzante vedere l'espressione di piacere sul volto di Sara mentre si scopava quell'autostoppista. Sono sempre stato in grado di soddisfare la mia ragazza, ma vedere un altro uomo farlo mi eccitava da morire, per qualche motivo che non riuscirei nemmeno a spiegare. Durante i tratti rettilinei della strada, mi ritrovai a guidare con una mano sola, mentre con l'altra mi accarezzavo il cazzo da sopra i pantaloni.
Sara strillava in preda a picchi orgasmici, con le sue urla che sovrastavano il rumore del motore e i suoni ritmici dei colpi di bacino dei due. Rodrigo le afferrò un seno per ogni mano, poi aumentò il ritmo, infilandosi nella sua fighetta dal basso come un martello pneumatico. Ad ogni affondo, il suo cazzo tirava fuori schizzi di umori dalla fica della mia ragazza e, anche se non potevo vederlo, ero sicuro che il sedile posteriore era un disastro in quel momento.
Sara avvolse le gambe intorno alle cosce di Rodrigo meglio che poté, e si piantò sopra di lui tenendoselo dentro il più possibile, mentre orgasmava di nuovo sul suo cazzo. Le mancò il fiato, andò in apnea e gli occhi le si rovesciarono all'indietro.
Spompati, i due si sdraiarono insieme sul sedile posteriore, ancora saldamente congiunti tra loro.

Sara annuiva ridacchiando a qualcosa che Rodrigo le stava sussurrando.
"Che succede adesso?" domandai, evitando per un pelo di tamponare una fottuta macchina francese.
"L'hai mai scopata nel culo?" mi chiese Rodrigo, staccandosi finalmente da lei.
"Sì, ma…!". Mi fermai di colpo, capendo dove voleva arrivare. "Dannazione, NO! Non potete farlo!".
"Prova a fermarci, tesoro…" rispose la mia ragazza, facendomi un occhiolino.
Durante quel viaggio mi ero sbagliato su molte cose: avevo sbagliato strada, avevo sbagliato a incazzarmi con Sara, avevo sbagliato a rimorchiare quell'autostoppista del cazzo, e avevo sbagliato a pensare che Rodrigo non fosse in grado di scopare la mia ragazza nel culo. Lui la rigirò in modo da avere di fronte a sé la visuale fantastica del suo culetto stretto e tondo, e lentamente, usando i fluidi di lei per lubrificarsi, riuscì a penetrare il suo sfintere da dietro.
I gemiti di dolore di Sara si attenuarono rapidamente, trasformandosi in urla di piacere. Nel giro di un minuto o due, Rodrigo era già affondato fino alle palle nel culo della mia fidanzata. Rimase lì per un po', lasciandola abituare alle dimensioni del suo grosso cazzo piantato dentro di lei.
"Vuoi che ti scopi il culo?" Rodrigo chiese a Sara.
"Sì…!", la voce di lei tremava.
"Sì cosa?".
"Sì, ti prego, fammi il culo!".
"E tu, fidanzatino?", disse, voltandosi a verso di me. "Vuoi che scopi il culo della tua ragazza?".
La mia gola era secca e le mie mani tremavano sul volante.
"Ma sì, al diavolo! Rompile quel culo infedele!" dissi, con un groppo in gola. Sorprendentemente, in quel momento, fu la cosa più sincera che mi venne da dire.

Lui sfoggiò un sorriso malizioso prima di tirarsi fuori e infilarsi di nuovo nelle viscere della mia ragazza. Sara gemeva come una troia mentre lui se la faceva, con le mani che artigliavano disperatamente il sedile nel tentativo di gestire la pressione che le dilatava il budello.
"Cazzo… cazzo, cazzo, cazzo… mi fa impazzire…!" Sara gemette forte. Non aveva mai reagito così quelle volte che le avevo scopato il culo.
Lui la teneva per i fianchi, limitando i suoi movimenti mentre iniziava ad aumentare la velocità. Ancora una volta, un rumore sordo di schiaffi riempì l'auto insieme ai gemiti di piacere e di soddisfazione di Sara. Rodrigo la afferrò per le tette e la costrinse a tornare sul suo cazzo più e più volte.
"Sto veneeendoooo…!", urlò praticamente mentre lui si piantava dentro di lei, colpo dopo colpo… e mentre io evitavo per un pelo di tamponare una Ford Escort, lui continuava a tamponarla da dietro con il suo bacino, con un braccio che le circondava la sua succosa quinta misura di tette e l'altro che la teneva per l'addome e i fianchi mentre la penetrava. Le urla di lei si ridussero sempre più a sommessi lamenti, mentre tutta l'energia le veniva drenata da quella sonda che le ravanava le budella.

"Vuoi la mia crema?" le chiese Rodrigo.
"S-sì…", Sara riuscì a mugolare. Lui non si preoccupò di chiederlo una seconda volta: prese un po' più di ritmo, poi la fece ribaltare con la schiena sul sedile.
Rodrigo ricoprì il viso della mia ragazza con un getto dopo l'altro di sperma bianco e appiccicoso. Lei ne prese quanto più possibile in bocca, mentre il resto le ricoprì il viso, il mento e le tette. Lui gemeva forte e virilmente mentre depositava il suo seme su tutto il corpo fedifrago di Sara. Alla fine, dopo aver finito, lui le si sdraiò accanto; la mia fidanzata respirava pesantemente, le sue grandi tette tondeggianti si alzavano e si abbassavano mentre la mano di lei giocava, con goduriosa soddisfazione, con il suo cazzo che si stava ammosciando.

"Credo che potete lasciarmi qui…", disse lui a un tratto, indicando una piccola piazzola di sosta. Mi ci fermai e sganciai l'apertura del bagagliaio senza dire una parola. Lui prese il suo zaino. "Grazie per il bel giro…" disse a Sara, "…e per avermi dato un passaggio", questa volta a me. Lo guardai mentre le dava un bacio e poi si allontanava fischiettando lungo la strada, mentre la mia fidanzata lo guardava con un'espressione trasognata.
Per qualche minuto sono rimasto paralizzato sul posto, con il mio cazzo duro che minacciava di strappare i pantaloni, e con la mia ragazza seminuda mezza distesa sul sedile posteriore, ricoperta dallo sperma di un altro uomo. Alla fine sono sceso dall'auto e mi sono avvicinato alla porta da cui Rodrigo era uscito poco prima, e che era rimasta aperta. Fui accolto dalla visione del volto di Sara; aprì gli occhi come meglio poteva e mi guardò con un dolce broncio sul viso.
"Mi dispiace che abbiamo litigato…", mi disse con un'espressione desolata, le labbra ancora umide di sperma.
"Anche a me…!" risposi, mentre montavo sul sedile posteriore calandomi la zip.
scritto il
2024-08-08
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