Sono Eleonora 1° capitolo
di
AngelicaBella
genere
etero
Capitolo 1: L'Inizio della Noia
Mi chiamo Eleonora. È sabato sera, e la casa è avvolta in un silenzio irreale, interrotto solo dal rumore della partita che proviene dal salotto. Lorenzo è seduto sul divano, completamente assorto, il volto illuminato dallo schermo della TV. Non mi ha nemmeno guardata quando ho lasciato la stanza. Sono invisibile, un'ombra che scivola via senza far rumore.
Mi chiudo nella nostra camera da letto, cercando un rifugio dal mondo esterno, ma la sensazione di vuoto mi avvolge. La mia pelle brama un tocco che non arriva mai, il desiderio pulsa sotto la superficie, ma Lorenzo non se ne accorge. I miei passi lenti mi portano davanti allo specchio. Mi guardo, scrutando il mio riflesso. La seta della mia camicia da notte scivola leggera sulle curve del mio corpo, ma non basta a placare il fuoco che arde dentro di me. Le mie mani si muovono da sole, quasi inconsapevolmente, come se fossero guidate da un impulso primordiale.
Mi sdraio sul letto, il tessuto fresco delle lenzuola mi accarezza la pelle nuda, e chiudo gli occhi, cercando di concentrarmi sulle sensazioni che si accendono dentro di me. Le mie dita scivolano sul mio ventre, tracciando percorsi invisibili che solo io conosco. È un rituale che conosco bene, un rito solitario che mi offre una parvenza di sollievo, un modo per fuggire dalla realtà che mi imprigiona.
La mia mano destra si insinua sotto la seta, le dita scivolano tra le pieghe umide e calde del mio sesso. Un sospiro mi sfugge dalle labbra, un gemito soffocato che nessuno può sentire. Il mio pollice inizia a disegnare cerchi lenti e precisi intorno al mio clitoride, il corpo si tende, il piacere cresce, lento ma inesorabile.
Mi immagino altrove, in un mondo dove Lorenzo non esiste, dove sono libera di esplorare ogni desiderio senza vergogna. Le mie dita si muovono più veloci, più profonde, mentre il calore si accumula dentro di me, fino a diventare insopportabile. Ogni movimento mi avvicina al culmine, ma è un piacere che mi lascia sempre insoddisfatta, come se mancasse qualcosa, qualcuno.
Il mio respiro si fa più affannoso, il mio corpo si inarca mentre il piacere mi travolge in onde, una dopo l'altra. Ma anche nel momento dell'orgasmo, avverto un vuoto, un’assenza. Il mio corpo si rilassa, le mie dita rallentano, ma il desiderio non si placa, rimane lì, latente, in attesa.
Apro gli occhi, ancora stordita, e sento il telefono vibrare accanto a me. Mi sollevo a metà, prendendo il cellulare dal comodino. Un messaggio da un numero sconosciuto: "So cosa desideri davvero." Sento un brivido lungo la schiena. Chi potrebbe essere? Ma più forte della paura è la curiosità.
Sistemo la camicia da notte, cercando di calmare il battito del cuore. Inizio a digitare una risposta, ma le dita esitano. Non so chi sia, né cosa voglia da me, ma una parte di me vuole scoprirlo, vuole sapere se questa persona conosce davvero i miei desideri, quelli che nemmeno io riesco a comprendere fino in fondo.
Mi chiamo Eleonora. È sabato sera, e la casa è avvolta in un silenzio irreale, interrotto solo dal rumore della partita che proviene dal salotto. Lorenzo è seduto sul divano, completamente assorto, il volto illuminato dallo schermo della TV. Non mi ha nemmeno guardata quando ho lasciato la stanza. Sono invisibile, un'ombra che scivola via senza far rumore.
Mi chiudo nella nostra camera da letto, cercando un rifugio dal mondo esterno, ma la sensazione di vuoto mi avvolge. La mia pelle brama un tocco che non arriva mai, il desiderio pulsa sotto la superficie, ma Lorenzo non se ne accorge. I miei passi lenti mi portano davanti allo specchio. Mi guardo, scrutando il mio riflesso. La seta della mia camicia da notte scivola leggera sulle curve del mio corpo, ma non basta a placare il fuoco che arde dentro di me. Le mie mani si muovono da sole, quasi inconsapevolmente, come se fossero guidate da un impulso primordiale.
Mi sdraio sul letto, il tessuto fresco delle lenzuola mi accarezza la pelle nuda, e chiudo gli occhi, cercando di concentrarmi sulle sensazioni che si accendono dentro di me. Le mie dita scivolano sul mio ventre, tracciando percorsi invisibili che solo io conosco. È un rituale che conosco bene, un rito solitario che mi offre una parvenza di sollievo, un modo per fuggire dalla realtà che mi imprigiona.
La mia mano destra si insinua sotto la seta, le dita scivolano tra le pieghe umide e calde del mio sesso. Un sospiro mi sfugge dalle labbra, un gemito soffocato che nessuno può sentire. Il mio pollice inizia a disegnare cerchi lenti e precisi intorno al mio clitoride, il corpo si tende, il piacere cresce, lento ma inesorabile.
Mi immagino altrove, in un mondo dove Lorenzo non esiste, dove sono libera di esplorare ogni desiderio senza vergogna. Le mie dita si muovono più veloci, più profonde, mentre il calore si accumula dentro di me, fino a diventare insopportabile. Ogni movimento mi avvicina al culmine, ma è un piacere che mi lascia sempre insoddisfatta, come se mancasse qualcosa, qualcuno.
Il mio respiro si fa più affannoso, il mio corpo si inarca mentre il piacere mi travolge in onde, una dopo l'altra. Ma anche nel momento dell'orgasmo, avverto un vuoto, un’assenza. Il mio corpo si rilassa, le mie dita rallentano, ma il desiderio non si placa, rimane lì, latente, in attesa.
Apro gli occhi, ancora stordita, e sento il telefono vibrare accanto a me. Mi sollevo a metà, prendendo il cellulare dal comodino. Un messaggio da un numero sconosciuto: "So cosa desideri davvero." Sento un brivido lungo la schiena. Chi potrebbe essere? Ma più forte della paura è la curiosità.
Sistemo la camicia da notte, cercando di calmare il battito del cuore. Inizio a digitare una risposta, ma le dita esitano. Non so chi sia, né cosa voglia da me, ma una parte di me vuole scoprirlo, vuole sapere se questa persona conosce davvero i miei desideri, quelli che nemmeno io riesco a comprendere fino in fondo.
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