Sono Eleonora 2° capitolo
di
AngelicaBella
genere
dominazione
Capitolo 2: Il Primo Contatto
Il telefono rimane tra le mie mani, una finestra aperta su un mondo sconosciuto che mi attrae e mi spaventa allo stesso tempo. Il messaggio lampeggia davanti ai miei occhi: "So cosa desideri davvero." La mia mente corre veloce, immaginando chi potrebbe nascondersi dietro quelle parole. Mi mordo il labbro inferiore, incerta se rispondere o lasciar cadere tutto. Ma qualcosa dentro di me, qualcosa di oscuro e inconfessabile, mi spinge a scrivere.
"Chi sei?" digito, il cuore che batte forte, come se potesse sentirlo anche lui dall’altra parte. Il messaggio viene inviato, e il tempo sembra dilatarsi. Ogni secondo di attesa è una tortura, ma allo stesso tempo un preludio a qualcosa di sconosciuto, un ignoto che mi attrae come un abisso profondo.
Finalmente, la risposta arriva. "Sono qualcuno che può darti ciò che tuo marito non sa nemmeno immaginare." Sento una fitta al petto. Lorenzo… Non riesco a ricordare l’ultima volta che mi ha guardata come se fossi più di un elemento del nostro arredamento domestico. Le sue mani su di me sono sempre state sicure, ma mai bramose. Mi ha amata con cura, con affetto, ma mai con la furia del desiderio che mi consuma. Eppure, questo sconosciuto sembra conoscere quella parte di me che nemmeno io riesco a confessare.
"Sai cosa mi manca?" Rispondo, cercando di mantenere il controllo, ma sentendo che ogni parola mi avvicina sempre di più al confine di qualcosa di irreversibile.
La risposta non si fa attendere: "So che brami essere posseduta, non amata. Vuoi che qualcuno ti usi, che ti faccia provare ciò che non hai mai osato chiedere. Vuoi essere sottomessa ai tuoi desideri più oscuri, e io posso condurti lì."
Le parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Ogni frase sembra scavare dentro di me, portando alla luce qualcosa che ho sempre saputo, ma che ho tenuto nascosto, sepolto sotto strati di decoro e convenzioni. Le mie mani tremano mentre rispondo, il corpo improvvisamente teso come una corda di violino. "Dimmi di più."
Il suo messaggio successivo è un invito, un comando velato: "Spogliati per me, adesso. Voglio che ti tocchi pensando a quello che potremmo fare insieme, a ciò che posso insegnarti. Voglio che immagini le mie mani su di te, il mio corpo che ti domina, che ti costringe a gemere come non hai mai fatto con lui."
Sento il sangue affluire nelle guance, il cuore che accelera. Mi guardo intorno, come se qualcuno potesse vedere ciò che sto facendo, ma sono sola. Lorenzo è ancora nel salotto, perso nella sua partita, ignaro di tutto. Lentamente, mi lascio cadere indietro sul letto, la mia camicia da notte si solleva con un gesto languido, lasciando la pelle nuda sotto l'aria fresca della stanza.
Le mie dita riprendono il percorso familiare, ma stavolta c'è qualcosa di diverso, qualcosa di pericoloso e affascinante al tempo stesso. Chiudo gli occhi e immagino le mani dello sconosciuto al posto delle mie, ruvide, sicure, senza pietà. Le mie dita tracciano la linea tra le mie cosce, trovando il mio sesso già caldo, già umido, e il tocco mi strappa un gemito, più forte, più profondo.
Mi immagino legata, sottomessa a un uomo che non conosco, un uomo che non ha paura di spingermi oltre i miei limiti. Ogni fantasia è più intensa, più perversa, e le immagini scorrono nella mia mente come un film proibito. Mi vedo inginocchiata, con la bocca occupata, il corpo piegato alla sua volontà, i gemiti soffocati da un piacere che non riesco a contenere.
La mia mano destra accelera, le dita si muovono in un ritmo frenetico, mentre la sinistra stringe le lenzuola con forza, come se cercassi di ancorarmi alla realtà. Il mio corpo si tende, ogni muscolo è in fiamme, e il piacere mi travolge come un'onda, più forte di qualsiasi cosa abbia mai provato prima. Mi mordo il labbro per non gridare, per non farmi sentire, ma è quasi impossibile trattenere il gemito che sale dalla mia gola.
Quando finalmente mi lascio andare, il mio respiro è affannoso, il cuore batte così forte che posso sentirlo nelle orecchie. Apro gli occhi, il sudore mi bagna la fronte, e mi rendo conto di essere completamente esausta, ma incredibilmente viva.
Guardo il telefono, e c’è un nuovo messaggio. "È solo l'inizio, Eleonora. C'è così tanto che voglio farti. Così tanto che tu non sai ancora di desiderare."
Chiudo gli occhi, un sorriso malizioso si allarga sulle mie labbra. So che non dovrei continuare, ma non riesco a fermarmi. Voglio sapere di più, voglio scoprire quanto posso spingermi oltre, quanto posso abbandonarmi a questa oscurità che sta risvegliando in me qualcosa di potente, qualcosa di pericoloso.
Riapro gli occhi e, senza esitazione, rispondo: "Sono pronta."
Il telefono rimane tra le mie mani, una finestra aperta su un mondo sconosciuto che mi attrae e mi spaventa allo stesso tempo. Il messaggio lampeggia davanti ai miei occhi: "So cosa desideri davvero." La mia mente corre veloce, immaginando chi potrebbe nascondersi dietro quelle parole. Mi mordo il labbro inferiore, incerta se rispondere o lasciar cadere tutto. Ma qualcosa dentro di me, qualcosa di oscuro e inconfessabile, mi spinge a scrivere.
"Chi sei?" digito, il cuore che batte forte, come se potesse sentirlo anche lui dall’altra parte. Il messaggio viene inviato, e il tempo sembra dilatarsi. Ogni secondo di attesa è una tortura, ma allo stesso tempo un preludio a qualcosa di sconosciuto, un ignoto che mi attrae come un abisso profondo.
Finalmente, la risposta arriva. "Sono qualcuno che può darti ciò che tuo marito non sa nemmeno immaginare." Sento una fitta al petto. Lorenzo… Non riesco a ricordare l’ultima volta che mi ha guardata come se fossi più di un elemento del nostro arredamento domestico. Le sue mani su di me sono sempre state sicure, ma mai bramose. Mi ha amata con cura, con affetto, ma mai con la furia del desiderio che mi consuma. Eppure, questo sconosciuto sembra conoscere quella parte di me che nemmeno io riesco a confessare.
"Sai cosa mi manca?" Rispondo, cercando di mantenere il controllo, ma sentendo che ogni parola mi avvicina sempre di più al confine di qualcosa di irreversibile.
La risposta non si fa attendere: "So che brami essere posseduta, non amata. Vuoi che qualcuno ti usi, che ti faccia provare ciò che non hai mai osato chiedere. Vuoi essere sottomessa ai tuoi desideri più oscuri, e io posso condurti lì."
Le parole mi colpiscono come un pugno nello stomaco. Ogni frase sembra scavare dentro di me, portando alla luce qualcosa che ho sempre saputo, ma che ho tenuto nascosto, sepolto sotto strati di decoro e convenzioni. Le mie mani tremano mentre rispondo, il corpo improvvisamente teso come una corda di violino. "Dimmi di più."
Il suo messaggio successivo è un invito, un comando velato: "Spogliati per me, adesso. Voglio che ti tocchi pensando a quello che potremmo fare insieme, a ciò che posso insegnarti. Voglio che immagini le mie mani su di te, il mio corpo che ti domina, che ti costringe a gemere come non hai mai fatto con lui."
Sento il sangue affluire nelle guance, il cuore che accelera. Mi guardo intorno, come se qualcuno potesse vedere ciò che sto facendo, ma sono sola. Lorenzo è ancora nel salotto, perso nella sua partita, ignaro di tutto. Lentamente, mi lascio cadere indietro sul letto, la mia camicia da notte si solleva con un gesto languido, lasciando la pelle nuda sotto l'aria fresca della stanza.
Le mie dita riprendono il percorso familiare, ma stavolta c'è qualcosa di diverso, qualcosa di pericoloso e affascinante al tempo stesso. Chiudo gli occhi e immagino le mani dello sconosciuto al posto delle mie, ruvide, sicure, senza pietà. Le mie dita tracciano la linea tra le mie cosce, trovando il mio sesso già caldo, già umido, e il tocco mi strappa un gemito, più forte, più profondo.
Mi immagino legata, sottomessa a un uomo che non conosco, un uomo che non ha paura di spingermi oltre i miei limiti. Ogni fantasia è più intensa, più perversa, e le immagini scorrono nella mia mente come un film proibito. Mi vedo inginocchiata, con la bocca occupata, il corpo piegato alla sua volontà, i gemiti soffocati da un piacere che non riesco a contenere.
La mia mano destra accelera, le dita si muovono in un ritmo frenetico, mentre la sinistra stringe le lenzuola con forza, come se cercassi di ancorarmi alla realtà. Il mio corpo si tende, ogni muscolo è in fiamme, e il piacere mi travolge come un'onda, più forte di qualsiasi cosa abbia mai provato prima. Mi mordo il labbro per non gridare, per non farmi sentire, ma è quasi impossibile trattenere il gemito che sale dalla mia gola.
Quando finalmente mi lascio andare, il mio respiro è affannoso, il cuore batte così forte che posso sentirlo nelle orecchie. Apro gli occhi, il sudore mi bagna la fronte, e mi rendo conto di essere completamente esausta, ma incredibilmente viva.
Guardo il telefono, e c’è un nuovo messaggio. "È solo l'inizio, Eleonora. C'è così tanto che voglio farti. Così tanto che tu non sai ancora di desiderare."
Chiudo gli occhi, un sorriso malizioso si allarga sulle mie labbra. So che non dovrei continuare, ma non riesco a fermarmi. Voglio sapere di più, voglio scoprire quanto posso spingermi oltre, quanto posso abbandonarmi a questa oscurità che sta risvegliando in me qualcosa di potente, qualcosa di pericoloso.
Riapro gli occhi e, senza esitazione, rispondo: "Sono pronta."
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