Il filmino (dialogo tra madre e figlio)

di
genere
incesti

FIGLIO … Ma mamma!
MADRE Dai, non essere sciocco, come puoi pensare che una cosa del genere sia vera. Non sei più un bambino, ci puoi arrivare anche da solo.
FIGLIO Ti giuro che è così. Lei è sua madre e gli dice di farlo per lei e lo… lo incita, si dice così? Lo incita dicendogli certe cose e facendosi vedere.
MADRE Sei proprio un ingenuo. È tutta una finzione. Lei è un’attrice e dall’altra parte della telecamera non c’è nessuno. Pensaci bene, quale madre farebbe mai una cosa del genere? È folle solo a pensarlo.
FIGLIO Ecco, io non lo so, mamma. Eppure sembra tutto così vero.
MADRE Ma tesoro, dai, non puoi crederlo davvero. Pensa a noi. Sì, insomma, noi abbiamo un bel rapporto aperto e sincero. Abbiamo parlato a lungo di certe cose e io so che tu hai già iniziato a toccarti. Questo mi sta bene. È una cosa naturale alla tua età. Tutto regolare. Te lo immagini invece che io mi metto lì e ti dico di fare quella cosa per me e magari mi spoglio.
FIGLIO Proprio no, mamma. Credo che non sarebbe bello, anche perché tu non sei come quella mamma…
MADRE Non sono come lei perché lei non è una mamma. È solo una ragazza che finge di essere più vecchia.
FIGLIO È vero, è più giovane e più bella di te…
MADRE Grazie tesoro. Tu sì che sai farmi sentire bene.
FIGLIO Scherzo, mamma. Lo sai che sei la donna più bella del mondo per me.
MADRE Okay, va bene. E comunque non farei mai quelle cose… E nemmeno con tutte quelle smancerie.
FIGLIO Cosa intendi, mamma?
MADRE Che lei è ridicola. Non solo per quello che fa, ma per come lo fa. Insomma, non c’è realismo. Prima lo sgrida e poi fa la gattona.
FIGLIO Sì è vero… Forse lo fa perché al figlio piace così.
MADRE Ma non c’è nessun figlio. Come te lo devo spiegare?
FIGLIO Sì, non si vede, ma lei fa così perché a lui piace. Cioè, lui si eccita così.
MADRE Lo sai anche tu che ai ragazzi non servono tante moine.
FIGLIO Però lei era divertente…
MADRE Cosa vuoi dire? A te piaceva?
FIGLIO Be’, ecco io…
MADRE Dai, non mi dirai mica che ti sei eccitato?
FIGLIO Se devo essere sincero… sì
MADRE E magari ti sei anche masturbato?
FIGLIO Ecco, io…
MADRE Non dire sempre “Ecco, io”. Ti sei visto quel filmetto assurdo, ti sei eccitato e ti sei toccato. E come se non bastasse, lo hai fatto vedere anche a me. Certo che sei ben strano.
FIGLIO Scusa, mamma.
MADRE Non c’è nulla di cui devi scusarti. Solo che lo trovo molto strano. Forse dovrei preoccuparmi.
FIGLIO Perché dici così, mamma.
MADRE Perché non vorrei che ti facessi delle strane idee.
FIGLIO Che tipo di idee?
MADRE Niente, niente. Non ci pensare.
FIGLIO Eh no, mamma, ora me lo devi dire.
MADRE Vediamo… Non vorrei che tu trovassi eccitanti certe cose perché pensi che possano accadere nella realtà.
FIGLIO Me lo hai già detto prima che non sono reali.
MADRE Sì, infatti. Quello che volevo dire, comunque è un’altra cosa. La mia preoccupazione come madre è che tu possa fare delle fantasie che vanno oltre quello che vedi.
FIGLIO Non capisco mamma.
MADRE Per dirla tutta, la mia paura è che possa fantasticare su queste cose immaginando che possano accadere davvero tra di noi.
FIGLIO Intendi che io potrei pensare di fare quella cosa davanti a te?
MADRE Era quello che intendevo dire
FIGLIO Ahahah, mamma. Che sciocchezze.
MADRE Davvero la pensi così? Mi sento già meglio.
FIGLIO Ma sì mamma, stai tranquilla. Tu non sei per nulla sexy.
MADRE Per te non lo devo essere. A parte questo, sono comunque ancora una bella donna e ogni tanto qualcuno si gira a guardarmi, quando cammino per strada.
FIGLIO Sì, si gira dall’altra parte!
MADRE Che stronzetto di figlio mi è capitato. Va be’, lasciamo perdere. L’importante è che non ti interessino certe cose.
FIGLIO Va bene, mamma… Però posso vederlo ancora quel filmetto?
MADRE Non mi fa piacere che guardi certe cose in generale, specie se riguardano madri e figli.
FIGLIO Sei davvero preoccupata che possa veramente pensare a te.
MADRE Ma no, ma no. È solo che vorrei che tu crescessi normalmente. Senza strani pensieri per la testa.
FIGLIO Grazie mamma… E comunque tu non saresti né eccitante né brava come quella del video.
MADRE Oh, ma oggi sei proprio in vena di complimenti!
FIGLIO Dai scherzo. Tu saresti più eccitante di qualsiasi madre.
MADRE Preferisco pensare che anche questo sia uno scherzo.
FIGLIO Certo che lo è, mamma. Però non ci sarebbe nulla di male tra di noi, sappilo. Perché tu sai che io faccio certe cose e noi ci siamo già chiariti da tempo.
MADRE Un conto è sapere, un conto è vedere. Anzi, anche solo sapere che lo fai pensando a tua madre sarebbe sbagliato. Dimmi che non lo hai mai fatto!
FIGLIO Certo che no.
MADRE Non mi stai mentendo?
FIGLIO No mamma!
MADRE Perché usi quel tono. Non mi piace. Ti conosco bene. Mi stai nascondendo qualcosa.
FIGLIO No, davvero.
MADRE Non mi freghi. Parla.
FIGLIO Uhm
MADRE Ora non fare il reticente. Lo sai bene che tra di noi non ci devono essere segreti. Sentiti libero di dirmi tutto con sincerità. Così come ti sei sentito libero di farmi vedere quel filmetto.
FIGLIO Va bene mamma. È solo che mentre lo guardavo mi chiedevo come sarebbe stato se fossi stata tu al suo posto…
MADRE E…
FIGLIO E niente.
MADRE Come niente?
FIGLIO Niente. Cioè non credo che avresti fatto nulla di quello che ha fatto lei.
MADRE E poi?
FIGLIO E poi credo che neppure io avrei mai avuto il coraggio di fare quella cosa di fronte a te.
MADRE Bene.
FIGLIO Non ti dispiace vero?
MADRE Certo che no. Cosa dovrebbe dispiacermi?
FIGLIO Che io non ti trovi eccitante quanto quella mamma.
MADRE Una madre non deve essere eccitante per un figlio.
FIGLIO Per suo figlio no.
MADRE Cosa vuoi dire?
FIGLIO Che una mamma può essere eccitante per il figlio di qualcun altro.
MADRE Mi stai dicendo che ti eccita la madre di qualche tuo amico?
FIGLIO Ehm, veramente è un mio amico che dice che tu sei molto eccitante?
MADRE Ah. E chi sarebbe?
FIGLIO Non te lo voglio dire.
MADRE Sì, meglio così. A me importa solo di te.
FIGLIO E a me di te, mamma.
MADRE Ma non in certi momenti, vero?
FIGLIO Ecco, certamente no...
MADRE E?
FIGLIO No, assolutamente. Non vorrei mai. Non è nelle mie intenzioni.
MADRE Intenzioni?
FIGLIO Sì, intenzionalmente non vorrei mai pensare a te in certi momenti.
MADRE Intenzionalmente... E non intenzionalmente?
FIGLIO No. Niente. È che per un istante... sul più bello... mi è passato un pensiero strano per la mente. Un pensiero incontrollato, che ho subito scacciato.
MADRE Cos’è che hai provato esattamente?
FIGLIO In effetti mi ha fatto uno strano effetto, sai. Non saprei dirti...
MADRE Dai, non dire idiozie, figliolo. Non scherzare su certe cose. Te l’ho già detto. Non puoi aver fatto certi pensieri e provato qualcosa
FIGLIO Niente di ché. Solo un po’, mamma.
MADRE Spiegati meglio.
FIGLIO Non saprei. Diciamo che è stata come una piccola scossa. Un brivido forse.
MADRE Ma dai, che sciocchezza. Sono tua madre. Non puoi dire sul serio. Secondo te, come dovrei sentirmi, dopo che mi hai detto di aver pensato a me in quel momento e di aver provato un brivido… di piacere?
FIGLIO Forse orgogliosa del fatto che tu sia una donna ancora piacente alla tua età?
MADRE Piacente a mio figlio. Questo è mostruoso.
FIGLIO Sei la solita esagerata, mamma. Mica ho detto che ho fatto quella cosa pensando a te. Solo che il pensiero di te si è intromesso per un istante.
MADRE Comunque sia, mi sarei aspettata una reazione negativa. Voglio dire che io, al posto tuo, avrei reagito così.
FIGLIO Allora anche tu fai certe cose?
MADRE Non ti permettere… Certe cose gli adulti non le fanno.
FIGLIO Bugiarda.
MADRE Tu che ne sai?
FIGLIO Lo so e basta.
MADRE Stai cercando di dirmi che mi hai vista mentre…
FIGLIO Ma no, mamma, intendevo semplicemente che so che anche i grandi continuano a farlo. Però adesso tu mi hai dato la conferma che vale anche per te.
MADRE Non ti ho detto niente.
FIGLIO Sì, vabbé. Ti sei tradita con le tue stesse parole. Sappi che per me non c’è problema, mamma. Siamo tutti essere umani. Se hai bisogno di fare certe cose, puoi farle tranquillamente, senza sentirti in colpa.
MADRE Che figlio magnanimo. Grazie per la tua benedizione.
FIGLIO Eddai. Stiamo scherzando. Non sentirti in imbarazzo.
MADRE Hai ragione, tesoro. È solo che i genitori non sono abituati a discorsi in cui i ruoli si invertono. Però non c’è nulla di male a sapere che anch’io faccio certe cose. È parte della natura umana. E poi questo ci riporta su un piano di reciprocità. Io so delle cose di te e tu ne sa altre di me... Ma non distraiamoci troppo dalla questione dei tuoi pensieri pruriginosi. Anche perché non vorrei che così facendo li alimentassimo.
FIGLIO Cosa vuol dire “pruriginosi”?
MADRE Che ti fanno prurito, letteralmente. Quello che significa, in questo caso, è che si tratta di qualcosa di morboso, di proibito che però ti stuzzica la fantasia.
FIGLIO Cosa mi stuzzicherebbe la fantasia, in questo momento?
MADRE Be’, pensare a me, mentre ti tocchi, no?
FIGLIO Veramente io non ho detto questo. Forse dovrei credere che sei tu che hai dei pensieri “pruriginosi”.
MADRE Non essere sciocco.
FIGLIO Dai, mamma. Non vergognarti ad ammettere che ti stuzzica penare che sei ancora così giovane e bella da poter essere di stimolo per certe cose.
MADRE Piantala di scherzare su certi argomenti. Sei mio figlio, non un ragazzino qualsiasi. Sarebbe mostruoso.
FIGLIO Vedi che però ho ragione. Se non fossi tuo figlio, la cosa ti farebbe piacere. Sii sincera.
MADRE Mavalà.
FIGLIO Dai, dimmelo. Confessa che ti piace l’idea di essere ancora attraente.
MADRE Per una donna è sempre piacevole la consapevolezza di suscitare interesse negli uomini, a prescindere da quanti anni abbiano, ma la cosa finisce lì. Per quanto riguarda te, a me basta sapere che mi vuoi bene perché sono la tua mamma e niente di più.
FIGLIO Ma se io non fossi tuo figlio? Allora ti farebbe piacere che io facessi certe cose ispirato da te?
MADRE È un pensiero che non sta né in cielo né in terra. Sei un ragazzino e comunque non posso dimenticare neppure per un istante che sei mio figlio.
FIGLIO Prova. Così, solo per gioco. Tanto per parlare.
MADRE Non ci riesco. Una madre è e resta una madre.
FIGLIO Dai, non fare la difficile. Devi solo immaginare se ti potrebbe far piacere che io lo facessi per te, senza pensare a chi sono io per te.
MADRE È ridicolo.
FIGLIO Provaci lo stesso.
MADRE E cosa dovrei fare?
FIGLIO Solo dirmi che è un pensiero piacevole.
MADRE E anche se lo fosse?
FIGLIO Niente. Semplicemente lo saprei.
MADRE E adesso che lo sai?
FIGLIO Quindi mi stai dicendo implicitamente che è così?
MADRE Ma sì, dai.
FIGLIO No, mamma. Voglio che tu lo dica esplicitamente.
MADRE Dire cosa?
FIGLIO Che se io non fossi tuo figlio, ti farebbe piacere se io mi toccassi pensando a te.
MADRE Non esagerare, figliolo.
FIGLIO Stiamo solo giocando. Dillo!
MADRE Va bene… Se non fossi mio figlio ed io sapessi che ti sei eccitato per me, come donna potrei anche esserne inorgoglita… Ma non è che adesso ti fai strane idee?
FIGLIO Cioè?
MADRE Che ne so io cosa passa in quella tua testolina da adolescente perverso e arrapato.
FIGLIO Non preoccuparti, mamma.
MADRE Mi preoccupo eccome. Non voglio mica che domani tu venga da me a dirmi che, dopo tutti questi discorsi folli, hai fatto davvero qualcosa di sbagliato.
FIGLIO Hai paura che io pensi a te oppure hai paura che se te lo vengo a dire poi la cosa ti fa piacere?
MADRE Ti ascolti quando parli? Sei diventato tutto scemo?
FIGLIO Eddai. Ti sto prendendo in giro. Però non è che tu davvero hai paura che potrebbe piacerti l’idea?
MADRE Non scherzare su certe cose.
FIGLIO Sappi che neppure a me piacerebbe… Almeno credo.
MADRE Come sarebbe a dire “almeno credo”?
FIGLIO Sarebbe a dire che non posso saperlo prima.
MADRE Sarebbe a dire che non puoi saperlo e non lo saprai. Né prima né dopo. Punto e basta.
FIGLIO Sì, sì, mamma, non volevo dire che… era solo per dire che non posso essere certo di qualcosa che non conosco.
MADRE E non è necessario conoscere una cosa per sapere che è sbagliata. Ci sono cose che si capiscono a priori.
FIGLIO Hai ragione mamma, ma non è colpa mia se in certi momenti uno perde il controllo dei propri pensieri.
MADRE Sono una persona adulta e so come funzionano certi meccanismi. Ti posso dire però che è sempre una questione di volontà. Magari in quel momento la tua mente è più debole e si lascia sfuggire qualche pensieri meno… meno… ortodosso. Se quando sei lucido eviti di soffermarti su alcuni pensieri particolari, vedrai che poi in quei momenti non ti si affacceranno e, anzi, avrai cose ben più stuzzicanti per la testa.
FIGLIO Allora devo pensare che il fatto stesso che noi stiamo facendo questa conversazione mi mette a rischio di pensare a te la prossima volta?
MADRE Oh cielo, spero proprio di no. È questo che pensi? Sarebbe solo colpa mia. Forse è il caso di cambiare immediatamente argomento. Che poi neppure sta bene che madre e figlio parlino così approfonditamente di queste cose.
FIGLIO Ahahah, mamma. Che sciocchina che sei. Per me non ci sono problemi, so gestire bene quei momenti. Tu, invece, non è che adesso sarai condizionata e quindi sarai tu a pensare a me?
MADRE Smetti di scherzare su questo argomento. È una cosa seria. Immagina come ci resterei male se, ad un certo punto, dovessi rendermi conto che sei entrato a fare parte delle mie fantasie personali. Sarebbe mostruoso.
FIGLIO Sbagli, mamma. Sarebbe mostruoso solo se tu lo volessi interpretare così. Diversamente sarebbe solo un incidente di percorso. Niente di grave. Ti è mai capitato?
MADRE Di pensare a te? Oh cielo. Certo che no. E a te?
FIGLIO Te l’ho già detto… sì, insomma, non so bene… non è che pensassi a te. C’è stata questa cosa strana che ha provocato solo quel brivido.
MADRE Quando parli di brivido intendi che ti è venuta la pelle d’oca e hai provato fastidio, vero?
FIGLIO Uff, mamma. Perché vuoi andare così a fondo in certe faccende. Se la vuoi sapere tutta, visto che dici sempre che tra di noi possiamo dirci ogni cosa senza vergogna, ti dirò che non è stato quel tipo di brivido, ma più una scossa elettrica, una tensione che mi ha attraversato la schiena e che poi sì è concentrata proprio lì, come una spinta, un sobbalzo del…
MADRE Sì, sì, ho capito, non serve che vai oltre. Quindi si potrebbe dire che è stato bello?
FIGLIO Che ti devo dire, mamma. In quei momenti, quando provi una sensazione di questo tipo, non puoi dire che è brutta.
MADRE Ho bisogno di capire. È stato bello per quello che hai sentito a livello fisico o perché c’ero di mezzo io?
FIGLIO Che ne so. È una domanda troppo difficile.
MADRE È importante. Devo capire se c’è qualcosa che non va…
FIGLIO Va tutto bene, mamma. Lo sai che ti voglio bene e che sei la migliore mamma del mondo.
MADRE Vorrei evitare anche di essere una mamma che eccita il proprio figlio, anche se indirettamente.
FIGLIO Dai, lascia stare. Non è un problema di cui ti devi dar pena.
MADRE Eh no. Se dici così, mi fai preoccupare ancora di più. Dopo tutte le cose che ci siamo detti oggi, è legittimo che io voglia fare chiarezza. Mi sembra che più andiamo avanti e più emergono elementi che mi fanno pensare. Ti prego di essere sincero con me. Sai bene che non sono qui per rimproverarti o punirti, ma solo per parlarti. È quello che c’è nella tua testa che mi interessa. Molto di più di quello che fa il tuo corpo. Se tu hai una reazione fisica, posso anche accettarlo, se invece ci sono meccanismi psicologici più complessi, vorrei tanto che ne parlassimo.
FIGLIO Quanto la fai complicata davvero. Tu non sei una strizzacervelli e io non sono un tuo paziente. Non so proprio cosa risponderti. Vorresti che ti dicessi delle cose che sono molto personali e che forse mi metterebbero un po’ in imbarazzo proprio perché sei tu che me le domandi…
MADRE Allora vedi che c’è qualcosa di più profondo!
FIGLIO Dai ma’, finiamola.
MADRE Stammi a sentire, per me è molto più importante di quello che tu immagini, quindi devi concedermi di affrontare questa faccenda come posso. Facciamo così: adesso io ti faccio delle domande più specifiche e dirette e tu rispondi con la massima sincerità. Liberamente. Senza tabù. Così come ti viene? D’accordo? Me lo prometti?
FIGLIO Proviamo.
MADRE Lo fai spesso?
FIGLIO Cosa? Toccarmi?
MADRE Ma no. Lo so che quello ti piace farlo. Credi che una madre non si accorga di queste cose? Intendo se spesso hai delle fantasie che mi coinvolgono.
FIGLIO No.
MADRE Non spesso o mai?
FIGLIO Direi quasi mai.
MADRE Allora qualche volta ti è già capitato?
FIGLIO Sì.
MADRE Okay. Non è un problema. È successo per caso?
FIGLIO Non capisco.
MADRE Mi spiego. Stavi facendo quella cosa e ti è capitato di immaginare me, oppure era un pensiero più specifico, che tu sei andato a cercare per ottenere delle emozioni particolari?
FIGLIO Be’, no, di solito capita.
MADRE Di solito? Quindi ci sono stati anche episodi in cui tu hai volutamente pensato a certe cose?
FIGLIO …
MADRE Dai non fare il ragazzino.
FIGLIO Ma io sono un ragazzino… E tu mi stai torchiando.
MADRE Scusa, non volevo. Stai tranquillo. Non ti giudico. Sono solo curiosa. Riprendiamo.
FIGLIO Va bene.
MADRE Allora. Abbiamo assodato che questa cosa succede e a volte fai in modo che ci siano pensieri che ti stimolano maggiormente e quindi ricorri a delle immagini che mi coinvolgono perché ti fanno provare emozioni più forti. Sbaglio?
FIGLIO È così.
MADRE Te la sentiresti di dirmene una?
FIGLIO No. Non voglio.
MADRE Dai, non ti mangio mica. È solo per la mia curiosità.
FIGLIO Non insistere, mamma. Mi vergogno.
MADRE Sciocchino. Non ti devi sentire in imbarazzo con me. Sono la tua migliore amica, non dimenticarlo. Me lo dici sempre e poi, alla prova dei fatti, ti tiri indietro?
FIGLIO È che sono cose personali.
MADRE Sì, ma noi siamo speciali. Tu ed io non abbiamo di queste riserve.
FIGLIO È facile per te dirlo. Sono io che dovrei farci la brutta figura, mica tu. Non è una situazione alla pari.
MADRE Hai ragione, ma in questo momento sei tu che hai dei segreti da confidare.
FIGLIO E tu non ne hai?
MADRE No. Ma ciò non toglie che magari un giorno potremmo trovarci nella stessa situazione, a parti inverse.
FIGLIO Allora perché non lo facciamo adesso? Perché tu non mi dici una cosa imbarazzante e segreta?
MADRE Non saprei cosa dirti.
FIGLIO Allora ti posso fare io una domanda imbarazzante?
MADRE Oh, ecco. Penso di sì.
FIGLIO Ma poi tu mi prometti che mi risponderai sinceramente?
MADRE Dipende dalla domanda.
FIGLIO No, devi rispondere e basta, altrimenti non siamo più alla pari e non possiamo andare avanti.
MADRE Va bene. Ci provo. Chiedi.
FIGLIO Davvero posso?
MADRE Ho detto di sì.
FIGLIO Qualcosa di molto intimo?
MADRE Va bene.
FIGLIO Anche se è sessuale?
MADRE Prova.
FIGLIO Ecco… allora… sì, volevo sapere… quando ti sei masturbata l’ultima volta?
MADRE Ah. Questa è la tua curiosità? Okay. Vediamo. Non è una cosa che faccio molto di frequente. Sarà stato un paio di settimane fa. Soddisfatto?
FIGLIO Grazie mamma. Posso continuare a chiederti qualcosa di più su questo argomento?
MADRE Forse. Ma adesso tocca a me fare domande. Rispettiamo i patti.
FIGLIO Certo.
MADRE Bene. Allora sei pronto a raccontarmi uno dei tuoi pensieri che mi riguardano?
FIGLIO Ecco. Non è niente di speciale. È solo un’immagine.
MADRE Un’immagine? Intendi una foto?
FIGLIO No, un’immagine mentale di te in un certo modo.
MADRE Capisco. E quale sarebbe questo modo? Una posa particolarmente ammiccante? Un abbigliamento stravagante ed erotico?
FIGLIO Una cosa molto più banale, mamma. Un tuo modo di fare quotidiano, che però mi colpisce sempre e mi incuriosisce.
MADRE Avanti, allora, descrivimelo.
FIGLIO È un po’ come stai adesso. Cioè quando sei seduta di fronte a me e ti tieni il viso puntellato con le mani e i gomiti puntati sulle ginocchia.
MADRE E cosa c’è di così strano e particolare?
FIGLIO No, niente. È solo che è un’immagine bella e che… sì, insomma, che mi attrae.
MADRE Non capisco. Spiegati meglio.
FIGLIO Uffa, mamma, arrivaci un po’ da sola.
MADRE Facciamo prima se me lo dici tu.
FIGLIO Ecco, il fatto è che quanto stai così, tieni le gambe un po’ allargate e se hai la gonna corta, ti si vede il bianco dello slip.
MADRE Tutto qui?
FIGLIO Sì, tutto qui, te lo giuro.
MADRE E questo ti basta per considerarlo uno stimolo, un incentivo per le tue fantasie?
FIGLIO Ti sembrerà sciocco, ma è così.
MADRE No, va bene. Se per te è questo, lo capisco. Anzi, ti chiedo scusa perché non ero consapevole di ciò e cercherò di starci più attenta in futuro.
FIGLIO Ma no, mamma. Non devi sentirti condizionata dalle mie parole.
MADRE È difficile non farlo. Insomma, mi stai dicendo che mi guardi sotto la gonna e che questo ti provoca delle reazioni forti e io dovrei essere indifferente? O magari ti aspetti che la prossima volta che ti sto seduta di fronte lo faccia apposta per farti vedere meglio? Sinceramente mi ero aspettata qualcosa di più trasgressivo, ma non è questo che importa. Il fatto è che c’è una cosa che ha delle conseguenze e quindi io devo prevenirle. Non mi fa piacere che mio figlio si tocchi immaginando di sbirciarmi tra le gambe.
FIGLIO Così la fai sembrare una cosa sporca.
MADRE E non lo è?
FIGLIO Non lo so, mamma. Era solo un pensiero, niente di più.
MADRE Sì, lo so. Ma è un pensiero che non mi fa piacere.
FIGLIO Ma non faccio nulla di male.
MADRE Ti ecciti pensando a me.
FIGLIO Non è colpa mia.
MADRE Hai ragione. È colpa mia. Per questo dovrò starci più attenta.
FIGLIO Ma no, mamma. Volevo dire che sono solo fantasie.
MADRE Sì, ma che poi ti fanno fare atti.
FIGLIO Tu hai sempre la capacità di stravolgere tutto e girarlo in negativo.
MADRE Semplicemente cerco di comportarmi da madre assennata.
FIGLIO Va be’, ma se adesso per te deve diventare una fatica stare seduta perché hai paura che io veda qualcosa, non solo è un problema per te e non risolve nulla, perché non puoi controllare i miei pensieri.
MADRE Forse è vero. Almeno evito di alimentarne di nuovi.
FIGLIO Mamma sei proprio impossibile. E poi predichi bene e razzoli male… Guardati. Sei ancora in quella posizione e io ti vedo tutto…
MADRE Smettila subito.
FIGLIO Va bene, mamma, d’ora in poi, mentre parliamo, guarderò il soffitto, sei contenta?
MADRE Scemo. Voglio solo che non mi guardi sotto la gonna.
FIGLIO Sì, ma mica è che se io guardo lì poi succede che vado a fare quella cosa e penso a questa…
MADRE Lo spero bene… Non è che tu sei già…
FIGLIO Già?
MADRE Sì, insomma. Tu adesso hai guardato lì e non è che..?
FIGLIO Ma mamma! Cosa vai dicendo. E poi non è che quello che vedo sia così interessante.
MADRE Sei stato tu a dirlo.
FIGLIO Sì è vero, ma è questione di circostanze.
MADRE Non ci sto capendo più niente.
FIGLIO Va bene, mamma, allora diciamo che non ti devi preoccupare per la storia della gonna. Era tanto per dirti una cosa che poteva essere un esempio di qualcosa.
MADRE Cioè non è che ti fa questo effetto il solo vedere?
FIGLIO Ma no, certo. Insomma, se tu stai in quella posizione così spesso, non significa che poi succeda qualcosa. Anzi, non succede mai.
MADRE Stai facendo un casino pazzesco. Insomma, se tu adesso vedessi qualcosa cosa succederebbe?
FIGLIO Non saprei. Perché non provi?
MADRE Ma cosa stai dicendo?
FIGLIO Niente, niente, era solo per spiegarti, per dimostrarti.
MADRE Quindi tu mi garantisci che se io adesso fossi… un po’ scomposta… tu non… cioè, non farebbe alcuna differenza?
FIGLIO Non saprei mamma. Direi di no, ma era proprio per questo che volevo facessimo una prova.
MADRE Non mi sembra il caso.
FIGLIO Va bene, come vuoi mamma. Tanto non sono io ad avere problemi.
MADRE Sì, infatti. Mi basta che tu mi dica che non è un problema e io sto tranquilla.
FIGLIO Se è questo che vuoi che ti dica…
MADRE Voglio che tu mi dica la verità, non che mi dia un contentino.
FIGLIO Ti ho già detto che non lo so. In questo momento direi di no, ma tanto tu stai composta come una di quelle vecchine che frequentano la parrocchia tutti i giorni.
MADRE Scemo. Io almeno sono molto più giovane. Comunque, diciamo che potremmo fare questa piccola prova… Però tu mi devi dire sinceramente cosa provi.
FIGLIO Va bene mamma.
MADRE Ecco, allora mi rilasso un po’. Va bene così?
FIGLIO Se va bene per te… Io non vedo niente.
MADRE Allargo ancora un po’.
FIGLIO Puoi allargare finché vuoi, tanto la gonna è lunga e non si vede niente.
MADRE Va bene, la sollevo, però tu mi dici subito appena vedi.
FIGLIO Ecco, ancora un po’. Solo un altro po’… Va bene. Così è come stai di solito.
MADRE E cosa vedi?
FIGLIO Secondo te, cosa dovrei vedere? Vedo la stoffa bianca.
MADRE Ti fa qualche effetto strano?
FIGLIO Direi di no.
MADRE Ne sei sicuro?
FIGLIO Mi sembra di sì.
MADRE Okay.
FIGLIO Sembri quasi delusa, mamma.
MADRE Certo che no, ne sono più che contenta.
FIGLIO A me non sembra. È come se ti dispiacesse perché pensi di non essere più una donna affascinante.
MADRE Ma cosa vai dicendo? Dimmi solo se sei sicuro che non ti ha fatto nessun effetto.
FIGLIO Certo mamma, anche perché la stai facendo così lunga che fai venire sonno.
MADRE Va bene, finiamola lì.
FIGLIO Sì, sì, a meno che tu non voglia una controprova.
MADRE Non credo serva, vero?
FIGLIO Sì. È solo che… Insomma a pensarci dopo…
MADRE Spiegati.
FIGLIO Nulla, nulla. Solo che a pensarci a posteriori, insomma, quello che hai fatto…
MADRE Mi stai sfinendo. Hai detto che quello che hai visto non ti ha fatto alcun effetto.
FIGLIO Vero. Vedere non ha fatto effetto, pensare che tu ti sei mostrata per questo esperimento è un’altra storia.
MADRE Oh, ma sei proprio scemo allora.
FIGLIO Eh, mamma. Hai voluto che fossi sincero con te. Ci ho pensato a posteriori e ho sentito ancora quella piccola scossa che mi ha attraversato la schiena ed è arrivata lì.
MADRE Stai scherzando vero?
FIGLIO Forse è stata colpa di questa situazione strana. Magari non c’entra niente con te. Solo una coincidenza. Vuoi che riproviamo?
MADRE No!
FIGLIO Sì, hai ragione. È meglio lasciare le cose come stanno. Non abbiamo bisogno di altre conferme.
MADRE Infatti.
FIGLIO Io sono a posto così, so quello che ho provato e non ho bisogno di altro.
MADRE Bene. Sei sicuro che sia tutto okay, per te?
FIGLIO Ma sì certo, mamma. Abbiamo detto di darci un taglio.
MADRE È solo che mi faccio ancora degli scrupoli.
FIGLIO Oh, insomma, se non ti sei ancora convinta, rifacciamo questa prova e vediamo.
MADRE Dici? Non mi sembra corretto.
FIGLIO Allora basta, mamma.
MADRE Sì, dai, facciamolo, così poi non ne parliamo più.
FIGLIO Va bene. Ma senza girarci troppo a lungo. Non è che un centimetro in più o uno in meno facciano la differenza.
MADRE Ecco, allora io adesso mi alzo in piedi e mi sollevo la gonna del tutto… Ecco. Così… Ora basta… Che cosa hai provato?
FIGLIO …
MADRE Dai, parla?
FIGLIO …
MADRE Vuoi deciderti?
FIGLIO Io… Sì, insomma… Mi sono eccitato.
MADRE Oddio. No. Dimmi che non è vero. Hai sentito di nuovo quella specie di scossa?
FIGLIO No, mamma. È diverso.
MADRE Diverso come?
FIGLIO Diverso. Mi sono proprio eccitato.
MADRE Per me? Per le mie gambe?
FIGLIO Per il gesto che hai fatto, per come lo hai fatto.
MADRE Ma dai. È assurdo. Non sono come quella del filmetto. Sono tua madre.
FIGLIO Eppure è successo.
MADRE E adesso?
FIGLIO Adesso… È ancora così.
MADRE E non ti passa anche se mi sono nuovamente coperta le gambe?
FIGLIO No.
MADRE Tutto questo è imbarazzante.
FIGLIO Non ci posso fare niente… Se vuoi me ne vado di là.
MADRE No, no. Che poi penso che stai facendo quella cosa e non saprei a cosa pensi.
FIGLIO Ma io…
MADRE Non lo voglio sapere.
FIGLIO Ma è colpa tua.
MADRE Non dire così. Io non volevo. Sei tu che hai insistito.
FIGLIO Sì, ma adesso io come faccio?
MADRE Non lo so. Se stai tranquillo, poi passa.
FIGLIO Credo di no, se non…
MADRE Okay, se non c’è altra soluzione. Però devi promettermi che non penserai a quello che è appena successo.
FIGLIO Come puoi pretendere una cosa del genere, dal momento che se sono così è proprio per questo.
MADRE No, hai ragione. Allora invece perché non te lo tiri fuori e lo fai davanti a me. Anzi, no. Aspetta, magari è meglio se prima mi tolgo la gonna e ti faccio vedere!
FIGLIO Non prendermi in giro, mamma. Così mi umilii.
MADRE Voglio solo farti capire l’assurdità di questa faccenda.
FIGLIO Sì, mamma. È molto assurda... Ma adesso non c’è alcun problema.
MADRE Cioè è passato?
FIGLIO Diciamo di sì-
MADRE Oddio. E quella macchia sui pantaloni?
FIGLIO Grazie, mamma.
scritto il
2024-08-27
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