Diavolo o puttana 6

di
genere
tradimenti

La domenica successiva trovai una scusa con Piero per non fare il nostro sesso domenicale. Avevo passato tutto il sabato a masturbarmi come una adolescente e più lo facevo più la mia fica rispondeva con orgasmi lunghi e bagnati.
Tanti anni di matrimonio e.... Non avevo mai goduto così.
Mi sentivo stanca, vuota. Andammo a ritirare i ragazzi all'oratorio e incontrammo Daniel che si stava intrattenendo con un gruppo di giovani. Quando ci vide ci saluto' con il solito calore, poi si rivolse a me : - sono pronte le tende? - si - risposi - cucite e stirate - bene - disse soddisfatto il prete, - allora giovedì pomeriggio passo a casa vostra e vengo a ritirarle così potremo montarle -. Ci saluto' e si allontanò verso la chiesa.
I primi giorni della settimana fui tranquilla, avevo tante cose da fare, richiedevano tempo e fatica e lo sottraevano alle mie fantasticherie.
Mercoledì mi arrivò un WhatsApp da un numero sconosciuto. : - scusa se non ho scritto nel gruppo ma non vorrei che si pensasse male, la riunione all'oratorio è sempre alle 18, ma se noi ci incontriamo prima potremo montare la tende e pregare insieme, a proposito, come stai?- Daniel.
Risposi di getto :- buongiorno padre, si possiamo fare così, se lei passa io le tende le ho già preparate in due sacche, sono venute bene e arricchiranno la sala. Sto abbastanza bene, il problema è sempre insoluto e le preghiere faticano.
A che ora passerà? -
La risposta arrivò subito : - il problema ha una soluzione, sicuramente, e noi la troveremo. Dobbiamo crederci. Passerò verso le 15, 30 così prenderemo anche un buon caffè al bar. Coraggio, a domani -
L'indomani lo vidi arrivare puntuale, io ero affacciata al balcone e gli feci cenno che sarei scesa.
Lo trovai vicino all'ascensore pronto a prendere le sacche. Mi saluto' come sempre e ci dirigemmo verso il bar per il caffè promesso. Sedemmo ad un tavolo e nell'attesa lui iniziò ad indagare. :- allora? Davvero nessun miglioramento? Ma domenica Piero ti ha fatto vedere i suoi porno? - no - risposi - ho trovato una scusa plausibile per non farlo - bene, no?! Argomento' Daniel,- è una reazione importante - ero solo stanca - vuole la verità? - sempre - disse Gabriel. - il giorno prima - ripresi io - mi sono masturbata come una ragazzina viziosa almeno sette volte e ogni volta è stato più bello, non credo sia un passo avanti - no, decisamente no, - annuì il prete sorseggiando il caffè.
Arrivammo all'oratorio in silenzio, Gabriel era nervoso, andò in magazzino a prendere la scala poi si tolse la giacca. Iniziammo a montare le tende parlando solo di quelle e di come erano venute bene. Alle 16,40 avevamo già finito. Gabriel imbraccio' la scala per riporla in magazzino ed io lo seguii con il martello e la piccola cassetta per gli utensili da riporre anche essi lì.
Me lo trovai davanti in quello spazio angusto e lo sorpresi. Afferrai il cazzo con la destra mentre con la sinistra lo spingevo addosso alla scala appesa al muro. Mi afferro' la mano per allontanarla ma sentivo quel cazzo pulsare, improvvisamente la sua mano dettava il ritmo alla mia. - non farlo - sussurrava, ma la sua mano diceva il contrario. Mi inchinai e spostai quella mano, sbottonai i pantaloni e li calai. Il cazzo teneva l'elastico delle mutande lontano dalla sua pancia. Lo liberai era durissimo, la cappella guardava in faccia il suo padrone mentre le palle emanavano calore. Le raccolsi nella mia mano e le carezzai poi avvicinai la mia bocca all'asta e cominciai a leccarla. Non lo avevo mai fatto, era il cruccio di Piero, povero, cominciai a baciare la cappella e per la prima volta ne sentii il sapore, ne buono ne cattivo, bestiale, eccitante.
Cominciai a succhiarlo come avevo visto fare nei film, avanti e indietro insalivandolo continuamente, Gabriel mi reggeva la testa e tentava di scoparmi la bocca facendomi venire i conati di vomito, sembrava volermi punire ma io mi stavo letteralmente sciogliendo. Poi, cominciò ad ansimare, sembrava un animale, potente, selvaggio, mi sborro' in bocca costringendomi ad ingoiare. Non era il Gabriel di due ore prima, questo sembrava un diavolo, sfilo' il cazzo dalla mia bocca e me lo struscio' in faccia ordinandomi di pulirlo.
Poi mi tiro' in piedi e mi appoggiò al posto suo, non parlava, prese la mia gamba destra e fece poggiare il mio piede sul secondo piolo della scala appesa. Avevo le gambe aperte, si inginocchio' spostò le mutande e mi infilo' due dita dentro, ebbi un sussulto, mi ordino' di stare ferma e cominciò a leccarmela, sentivo il rumore dei miei liquidi che a contatto con la sua lingua, sembrava un sciacquettio. Venni almeno due volte e Gabriel non si perse nemmeno una goccia dei miei succhi.
Quando si tirò in piedi aveva il volto sconvolto, odorava di fica, mi guardo' e mi disse : - leccami la faccia, puttana, pulisci la tua lordura - presi il suo viso tra le mie mani e lo leccai tutto, aveva un buon sapore.
Eravamo vicinissimi e sentii la sua cappella spingere sulla mia pancia.
Gabriel mi strinse la mascella e con gli occhi cattivi mi disse : - fai strada al mio cazzo, fallo entrare nel tuo antro,- accennai un sorriso per quel suo modo di parlare ma non la prese bene e mi sferro' uno schiaffo in faccia e ripete' :- fallo entrare - lo afferrai e lo puntai sulla mia fica fradicia che lo avviluppo' mangiandolo tutto. Mi squassava, le pareti aderivano con difficoltà a quel cazzone e la cappella sembrava di fuoco. Mi scopo' come un automa, per almeno dieci minuti. Venni diverse volte e verso la fine di nuovo quella sensazione di dover pisciare. Quando sfilo'il cazzo pronto a sborrarmi addosso, venni pisciando, mi sembrava di morire, caddi in ginocchio sul mio piscio. Mi trovai di nuovo il suo cazzo davanti alla faccia - puliscilo - mi ordinò. Lo leccai tutto e lui lo rimise nelle mutande. - adesso ti alzi e con straccio e secchio pulisci tutto, velocemente - era un ordine perentorio che non sembrava essere uscito dalla bocca di quel prete.
Obbedii in silenzio, presi quello che mi serviva e pulii per bene il pavimento. Poi mi recai in bagno per sistemarmi. Mi sedetti sul bidet con la faccia verso i rubinetti ed aprii l'acqua fredda, sembrava ghiacciata. Passai la mano insaponata sulla fica e rimasi interdetta. Era ancora larga ma soprattutto sembrava avere la febbre.
Quando uscii dal bagno, a parte le gambe tremanti, ero tornata normale, andai nel salone dell'oratorio e mi sedetti vicino alla finestra. Gabriel era chino su un libro, sembrava molto preso e pareva evitare di incrociare il mio sguardo. Dopo venti minuti la sala era piena e le chiacchiere cancellarono la tensione che aleggiava ...
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scritto il
2024-09-14
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