La sala 1

di
genere
dominazione

Paolo era un coglione, non un coglione cattivo, intendiamoci, era la classica persona con il quale si poteva parlare di cose senza acquisire mai una nozione nuova, interessante. Un operaio come tanti, come me, ma senza spunti interessanti. Non parlava mai di sesso e nemmeno di politica. I suoi interessi erano limitati alla religione e alla sua famiglia, e al calcio, in quell'ordine esatto.
Lo conoscevo da sette anni, aggregato alla mia squadra, era un buon lavoratore ma la maggior parte di noi non era riuscita ad entrarci in confidenza.
Era solito fare comunella con due ragazzi del magazzino che gli davano corda quando cominciava a sproloquiare su Geova e sui suoi adepti.
Non parlava mai della sua famiglia, o meglio, non parlava mai di sua moglie, sembrava, a sentirlo da fuori, un vedovo con tre figli a carico. Ma non era così.
Due anni fa la nostra azienda fu venduta ad una impresa più grande e che voleva espandersi nella nostra regione.
Sembrava una cosa positiva per noi. Fummo invitati tutti ad un grande rinfresco che si sarebbe tenuto in un ristorante vicino al nostro capannone e la direzione si era raccomandata di essere presenti preferibilmente con la propria famiglia.
Dopo il solito discorso di un solito nuovo direttore sull'azienda come una famiglia, cominciammo a mangiare. Era un buffet self service e, come al solito, la gente si accalcava. Rimasi indietro a godermi la scena.
Gli occhi mi andarono su una signora, sui trentacinque, con un bellissimo viso.
Non era vestita a festa, anzi, dava l'idea di una persona dimessa, ma sembrava avere un bel corpo, sicuramente due bei seni che, seppure incarcerati, si facevano notare. Era una combattente, si vedeva, riempiva i piatti con velocità incredibile per destinarli a figli e marito, facendosi spazio con maestria.
Era la moglie di Paolo! Una creatura quasi mitologica, così poco nominata dal marito, da sembrare già morta o forse, peggio, mai esistita.
Mi incuriosii e mi avvicinai al loro tavolo. Lei era intenta a dividere le cibarie ai suoi bambini mentre lui, a testa bassa, mangiava in silenzio.
: - buonasera! - esordii - allora, Paolo, questa è la tua famiglia? - buonasera rispose lui - si - continuò - queste tre piccole pesti sono i nostri figli e lei è Eva, mia moglie - lei si girò verso di me incrociando il mio sguardo per pochi istanti poi mi tese la mano :- molto piacere disse a voce bassa - piacere mio, sono Stefano, collega di tuo marito - strinsi quella mano caldissima e minuta per qualche secondo poi la sentii scivolare via. : - sei solo? Mi chiese Paolo - si, lo sai che sono divorziato no?! la mia bambina oggi tocca alla madre, purtroppo -. Avevano tre bei bambini piuttosto educati e silenziosi. Gli occhi di Eva però mi avevano stregato.
Passai il resto della serata a spiare i suoi movimenti sempre delicati, mai volgari o fuori luogo.
Era dedita ai figli mentre il marito, al solito, coglioneggiava con qualche collega parlando di calcio ed altre minchiate.
Fui tra i primi ad andarmene e giunto a casa mi andai a fare la doccia.
Mi buttai sul letto e rimasi qualche minuto a fissare il soffitto.
Cominciai a vederci Eva che mi guardava e cercavo di immaginarla nuda. Il mio cazzo punto' subito verso quell'immagine proiettata dal mio cervello e cominciai a segarlo. Era un po' che non mi eccitavo così e la sega che ne venne fuori fu intensa e molto soddisfacente. Venni copiosamente mentre fantasticavo di farlo su quella mano così piccola e calda..... Continua
scritto il
2024-10-05
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