Diavolo o puttana 7

di
genere
tradimenti

La domenica successiva non mi negai a Piero. Era pronto a farmi vedere un nuovo film. Era sicuro di quello che faceva, la mia fica sembrava non poter mentire, bagnandosi continuamente.
Io mi mettevo a quattro zampe e lui mi montava. Il verbo è giusto, non mi scopava come facevano quei neri sullo schermo, mi sbatteva senza prendere nessuno spunto. Forse dovevo farmi audace ma mi facevo bastare quel cazzo che, comunque, a forza di su e giù e con l'aiutino della mano mi portava all'orgasmo.
In quell'attimo lo sostituii con Gabriel che mi aveva stravolto.
Poi la nuova settimana iniziò, senza scossoni, tranquilla come sempre.
Martedì pomeriggio ricevetti un WhatsApp da un numero che non conoscevo. Diceva : - domani ti aspetto alle tre e trenta in sagrestia. Vedi di esserci - notai un piglio autoritario in quelle parole e fui tentata di rispondere a tono. Poi pensai fosse meglio andare all'appuntamento e mettere i puntini sulle i.
Il giorno dopo, puntuale, attraversai la navata della chiesa deserta e andai dietro all'altare dove c'era la porta della sagrestia. Bussai e senza attendere risposta aprii la porta. Filtrava solo la luce dalle finestre, e lo stanzone aveva un aspetto sinistro. - entra e chiudi la porta - la voce di Gabriel era calme e decisa. Feci come mi aveva chiesto. Mi guardai intorno e lo vidi. Seduto sulla poltroncina, vicino agli abiti da cerimonia. Era nudo, completamente. Il cazzo poggiato sulla gamba e le mani conserte. Volevo dire qualcosa ma mi anticipo' : - togliti la giacca e vieni qui, sai cosa voglio - lo guardai in faccia, era duro, arcigno, severo.
Poggiai le mani sui braccioli della poltrona e flettendole scesi con la testa verso il suo bacino. Sfiorai con la bocca il cazzo che reagi' immediatamente. Mi prese per i capelli e portò la mia faccia sul suo cazzo. Tiro' più forte i capelli e mi ordinò di succhiarlo. Mi faceva male ma non dissi niente. Mi inginocchiai e cominciai ad adorarlo. Era gonfio, duro e venoso.
Cominciai a toccarmi la fica ma Gabriel se ne accorse e con uno strattone allontanò le mie mani.
Poi mi spostò e si mise in piedi. - mettiti in ginocchio su questa poltrona, - ordinò, non obiettai, poggiai le ginocchia sui bordi del cuscino della poltrona e le mani sullo schienale.
Mi alzò la gonna e lacero' le mutandine. Mi mise una mano sulla bocca per non farmi urlare e l'altra mano sulla fica. Era una mano tozza con dita corte e grosse. Cominciò a penetrarmi senza riguardi. Sembrava volesse entrarci tutto. Due, tre, ed anche quattro dita. Sentivo il rumore delle dita bagnate, strinsi i denti, mi stava violando a suo piacimento ed io.... Succube.
Quando infilo' il cazzo fu una liberazione, era fantastico, si prendeva cura della mia fica massaggiandola in tutta la sua lunghezza.
Pensai a come scopava, era bravo, sicuro di sé, probabilmente io non ero la prima parrocchiana a farsi sfondare e non sarei stata l'ultima. Facevo questi pensieri mentre, presa per i fianchi, sperimentavo orgasmi sempre più violenti.
Sentivo quel barattolo scivolare nella mia vagina con facilità e scoprii a mie spese che non era un bene.
- il diavolo ha usato te per tentarmi - disse sfilando il cazzo e tenendolo solo poggiato sulle grandi labbra gonfie - ovunque io vada lui cerca il modo di farmi cedere. Sono di carne e lui lo sa. Tu sei solo una puttana al suo servizio, non gli interessi, vuole me e ti ha mandato per portarmi a fondo. -
Rimasi in silenzio, senza guardarlo esposta, con la fica colante, davvero come una puttana. Lui sussurrava qualcosa, sembrava pregasse ma non ne sono sicura poi, mi sputo' sul buco del culo, uno sputo rumoroso, volgare. Mi voltai e vidi i suoi occhi proprio nell'attimo in cui mi entrava nell'intestino. Aveva la goduria dipinta sul volto. Il dolore mi fece anche girare ma mi tenne ferma e affondo'. Non so quanto rimase immobile li dentro ma mi sembro' una eternità.
Mi sentivo bruciare e chiesi pietà, sottovoce.
Sputo' di nuovo e poi iniziò a muoversi. Mi sentivo morire ma poi cominciò a massaggiarmi la fica. Sputava e massaggiava. Cominciai a sentire l'orgasmo che montava mentre il dolore al buco del culo diventava sempre più sopportabile.
Quando sentii la piscia premere per uscire mi lasciai andare completamente e venni come non mi era mai successo. Non avevo più alcun controllo mentre lui continuava a martellarmi il culo. Tremavo come in preda ad un attacco epilettico mentre continuavo ad avere orgasmi ripetuti. Sentii la sua cappella gonfiarsi dentro di me e rilasciare, improvvisamente, sei fiotti di sperma che sentii uscire dal mio buco insieme al suo cazzo.
Rimase in piedi, in silenzio, mentre il mio culo scorreggiava, oscenamente.
Mi girai con la faccia che doveva essere paonazza e dissi : - sei tu il diavolo, non sei una sua vittima, sei lui... - Gabriel fece una strana smorfia - ti sbagli - bofonchio'- le tentazioni sono continue e crescenti. Ho resistito tante volte ad attacchi improvvisi ma facili da controbattere. Poi sei arrivata tu, tu sei una puttana e lui ne ha approfittato, se tu fossi stata titubante io avrei resistito, con facilità, ma tu volevi un cazzo nero, sbaglio? - mi guardo'aspettando una risposta - si - sibilai - lo volevo - questa tua determinazione ha agevolato il diavolo che si è trovato una alleata forte. Io non sono un santo e questo chiude il quadro - si zitti' per qualche momento poi, come svegliato da un sonno ordinò : - adesso rivestiti e pulisci tutto per bene, mi raccomando. La porta sai dov'è, quando uscirai chiudi bene.
Divenni la sua puttana, mentre Piero continuava a scopare una fica sempre più slabbrata, senza cercare niente di più, Gabriel mi scopava ripetutamente il culo facendolo diventare come una fica.
Due ore a settimana di orgasmi ripetuti, pisciate continue e sborrate ovunque. Dopo un mese e improvvisamente, Gabriel fu trasferito e al suo posto arrivò don Nicola un parroco vecchio e arcigno.
Non seppi più niente di Gabriel e don Nicola asseriva di non sapere dove fosse stato mandato.
Mi mancavano gli orgasmi, da morire. Piero era sempre lo stesso, un giorno, mentre guardavamo un porno mi rannicchiai su di lui e presi in bocca il suo cazzo, per la prima volta.
Cominciò a tremare come un adolescente e lo veci venire sulla mia bocca.
Decisi che dovevo svezzarlo per avere indietro i miei orgasmi.
Mi sentivo un diavolo nel corpo di una puttana e la mia vittima, Piero, avrebbe dovuto solo obbedire.

scritto il
2024-09-17
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