Diavolo o puttana 5

di
genere
tradimenti

Il giovedì successivo, sistemati i ragazzi da mia madre, mi recai verso la chiesa. Vidi il capannello di genitori da lontano, non eravamo molti, quasi tutte donne.
Mi avvicinai e salutai. Eravamo un gruppo sparuto, sei donne ed un maschio che sembrava capitato lì per caso.
Vidi arrivare Gabriel, veniva direttamente dal retro. Camminava con passo spedito, vestito con dei jeans ed un maglioncino nero a collo alto e, con il suo solito sorriso.
Quando ci raggiunse si comporto' come sempre, un misto di affabilita' e gesti camerateschi fatti di pacche sulle spalle e continue strette di mano.
Ci portò in sagrestia e ci fece accomodare intorno ad un tavolo.
Spiegò quale era la sua idea di oratorio e poi ci chiese se avessimo proposte alternative o integrative alle sue.
Il chiacchiericcio durò quasi una oretta, per lo più inutile.
In fondo, quel parcheggio domenicale, alla maggior parte di noi, stava già bene così, ma non volevamo frustrare la verve che il prete metteva nelle sue spiegazioni.
Ci trasferimmo poi nella sala dell'oratorio. Era un casino, tutto da sistemare e con diverse cose da riparare.
Ecco perché ci aveva reso partecipi! Gli servivano fedeli all'opera.
Accettammo di buon grado di fare la nostra parte.
L'unico maschio si occupo' di spostare banchi e mobilie varie, qualcuna di noi, di mettere a posto libri e cartoleria varia, io mi occupai della tende.
Avrei dovuto smontarle, portarle a casa, lavarle e sistemarle.
Era un bell'impegno. Gabriel mi aiutò a smontarle e a spiegarle.
Erano dieci tende, una bella pila. Guardai spesso l'inguine del prete, volevo vedere il bozzo, lui forse se ne era accorto e, di tanto in tanto, tirando su i pantaloni un po' larghi, lo metteva in risalto.
Mi aiutò a portarle a casa e nel tragitto si fece serio. : - allora? Hai più fantasticato? - si - risposi subito.- Sai che questo non è un bene, vero? - replico' il prete - il diavolo trova sempre una strada, magari anche un sentiero stretto per farci cadere, noi siamo deboli, facilmente attaccabili, ma dobbiamo tentare una resistenza - lo guardai in silenzio, vedevo un nero, nudo, con un cazzo mezzo dritto, enorme, che camminava al mio fianco. - che pensi? - mi chiese. - in realtà non lo so, sono confusa - ma questo dialogo - insistetti- anche fuori dal confessionale può chiamarsi confessione? - certo - disse il prete - ti stai confessando ad un pastore della chiesa, vale sempre - allora mi farò coraggio - , dissi - Padre, io continuo ad avere pensieri impuri, ma forse c'è bisogno che le spieghi quali sono, per farle capire perché questi mi soggiogano. Io sogno lei, mi scusi il lessico, che mi prende e mi scopa con veemenza facendomi godere come mai. Bramo il suo cazzo come fosse uno scettro sotto il quale inchinarsi e, ogni volta che mi sveglio da questi sogni, che però ultimamente faccio anche da sveglia, la mia vagina brucia e il solo sfiorarla mi porta ad un godimento celestiale, ecco, questo mi succede -
Il prete restò in silenzio, non mi assolse e non mi impose preghiere di penitenza. Camminava a testa bassa, pensieroso.
Arrivammo sotto il portone di casa mia senza accorcergene.
Poso' la sua busta vicino all'ascensore è mi prese la mano.
- non ti farò pregare per i tuoi incubi, preferisco che tu venga domani, alle cinque, così potremo parlare del tuo problema e pregare insieme. Il diavolo è forte, ma noi, insieme, possiamo scacciarlo - mi strinse forte la mano e se ne andò, lo vidi allontanarsi ed ebbi l'impressione che mentre camminava si aggiustasse il pacco.
Arrivata a casa, misi le tende in lavatrice poi mi sedetti sul wc e misi due dita nella fica sporca, era bagnata, calda. La scopai con forza sognando Gabriel che, come un animale, me la sfondava e mi procurai un l'orgasmo che mi calmo'.
Il giorno dopo, lasciai i ragazzi a casa a fare i compiti e mi avviai verso la chiesa. Ero pronta a confessare tutto, tanto ormai Gabriel lo sapeva.
Entrai in chiesa e mi diressi subito verso il confessionale, entrai e restai in attesa. Dopo poco sentii il rumore del prete che faceva ingresso nella sua postazione.
-sono contento di averti qui - esordi' - anche io - risposi sincera.
Fu una confessione lunga nella quale raccontai come era iniziata quella ossessione, lui annuiva, mentre io raccontavo dei video con quei cazzi mostruosi che mi facevano bollire il sangue.
- certo - disse, - tuo marito non è stato un buon consorte. Non avrebbe dovuto farti vedere certe cose. So di cosa parli e mi sono capitati tra le mani, li ho visti anche io. Uscire indenni da quelle visioni, da quel bombardamento, richiede una grande forza d'animo e tanta preghiera. - capisco - dissi - ma la curiosità è la voglia mi divorano, non credo basterà la preghiera seppure sentita -.
-Hai intenzione di tradire tuo marito? - chiese a bruciapelo il prete - no.... Credo di no. - balbettai.
- ti darò alcune preghiere da recitare, non saranno risolutive ma potranno aiutarti, poi vedremo il da farsi - uscii per prima dal confessionale, la chiesa era immersa nell'ombra e vuota. Poco dopo uscì Daniel, aveva la fronte sudata e teneva in mano un rosario.
Mi avvicinai per ringraziarlo e stringergli la mano ma quando fui di fronte a lui abbassai la mano ed afferrai il suo cazzo. Era quasi duro, lui tirò indietro il sedere d'istinto lanciando un gridolino che rimbombo' tra le pareti della chiesa, poi sottovoce mi disse : - ma che fai? Sei matta? - forse si - risposi sussurrando - ho bisogno di vederlo - devi essere impazzita - bisbiglio' Gabriel - me lo faccia vedere, padre, solo guardare. Non posso rimanere così, ho paura
Che altrimenti farò qualcosa che non vorrei - insistetti.
Gabriel rimase in silenzio, mi guardava negli occhi cercando non so cosa, poi disse : - facciamo così, io te lo farò vedere, solo vedere, per qualche secondo poi io mi andrò a preparare per la messa e tu te ne andrai a casa a chiedere perdono. - feci si con la testa poi lui mi fece cenno con la mano di seguirlo. Entrammo in sagrestia e ci avvicinammo ai suoi abiti da messa.
Mi indicò una poltroncina e mi ordinò di sedermi. Si mise ad un metro da me e si slaccio' la cintura dei pantaloni che subito scesero.
Gabriele era in mutande, aveva due cosce molto muscolose e pelose, senza perdere tempo tiro' giù gli slip bianchi liberando un cazzo poco più lungo di quello di Piero ma largo il doppio con due coglioni enormi. Rimasi a bocca aperta, era bellissimo, la cappella luccicava, si era bagnato il porco e poi il cazzo sembrava voler danzare, senza essere toccato sembrava dire : - si, toccami. - allungai la mano ma Gabriel fu più veloce, lo afferro', lo ripose negli slip e poi tiro' su i pantaloni. - va bene così? - chiese. - è più bello di come lo immaginavo. Ho sbagliato a volerlo vedere, mi sto sentendo male - era vero, mi sembrava di avere la fica in fiamme e le gambe flaccide senza forza. - adesso calmati,- mi ordinò - metti la giacca torna a casa e prega, prega più che puoi, caccia via il diavolo, impegnati. - mi alzai ma non mi fece avvicinare a lui, mi fece strada e mi mise alla porta. Arrivai a casa con le gambe bagnate, mi sembrava di essermi persa la pipi, e, ad ogni passo, la fica strusciando, vibrava, sembrava quasi che io avessi la febbre.
Corsi in bagno e feci esplodere l'orgasmo che mi stava stremando.
Non stavo bene, mi sentivo ribollire, quel cazzo, così nero, così lucido, così maestoso... Dovevo fare qualcosa.....
Continua

scritto il
2024-09-13
1 . 4 K
visite
1 1
voti
valutazione
7
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.