Cognatina a sorpresa
di
Marco_60
genere
tradimenti
Sono Marco 40 anni sposato con Marta 35 anni. Viviamo in periferia in una villetta di nostra proprietà, acquistata con notevoli sacrifici. Ma arriviamo al dunque.
Conduco una attività di vendita materassi che mi impegna molto fino alla sera, mentre mia moglie Marta lavora in uno studio commerciale. Una sera rientrai a casa, e come faccio si solito, faccio sentire la mia presenza a mia moglie, chiamandola e dicendo :
"MARTA, SONO RIENTRATO".
Non mi risponde:
"MARTA, DOVE SEI?"
Nulla, silenzio. Addentrandomi sento il rumore dell'acqua, starà sicuramente in doccia. Mi dirigo al piano di sopra, verso il bagno, apro la porta (non chiudiamo mai la porta per abitudine) ed entro. Eccola è lei nel box doccia che si sta lavando. Apro il box per farmi vedere e per dirgli "Eccomi sono qui", quando all'improvviso sono costretto a richiudere. Non è Marta, è sua sorella Monica. Gli chiedo scusa e torno giù.
Chiamo nuovamente Marta, e finalmente mi risponde:
-Oh Marco sei tu?
-Dove eri finita Marta? Ti ho chiamato due volte!
-Ero in giardino, non ti avrò sentito.
-Cosa ci fa qui Monica?
-È di passaggio, si fermerà una settimana.
-Senti credo di aver fatto un pasticcio
-Cosa hai combinato Marco?
-Ho sentito il rumore dell'acqua, pensavo che eri tu che ti stavi docciando, sono salito su, ho aperto il box della doccia e vi ho trovato tua sorella Monica.
Sorridendo mi fa:
-Stai tranquillo non è successo niente, sono cose che capitano.
Mi siedo quindi sul divano e rivedo quella scena. Monica nuda con due tette meravigliose al vento, con un fondo schiena da sballo. Ero come se avessi fatto una foto istantanea, che era rimasta memorizzata nel mio cervello. Si fa viva Monica, scende dalle scale, si avvicina e mi saluta. Gli chiedo scusa per ciò che era successo, e lei mi tranquillizza dicendomi che era stata colpa sua a non aver chiuso la porta a chiave.
Chiarito il fatto ci mettemmo a chiacchierare su altre cose.
Quella istantanea si era talmente frizata nella mia mente che la notte non riuscivo a dormire.
Lei si mostrava sempre compiacente e vestita con abiti che risaltavano il suo fisico. Mi metteva una certa agitazione e spesso non riuscivo a distogliere il mio sguardo su di lei, credo che si sia accorta.
Il giovedì rientro all'ora di pranzo in quanto il negozio osserva il pomeriggio di chiusura. Dopo pranzo Marta torna al lavoro ed io ne approfitto per docciarmi, informando Monica di non entrare nel bagno. Ero lì sotto il flusso dell'acqua, rinfrescando il corpo ed anche le idee, quando all'improvviso si apri la porta del box. Era Monica, che nonostante l'avessi avvisata, era lì, nuda anche lei, ad osservarmi. Gli faccio:
-Monica che ci fai qui
-Sono qui per docciarmi anch'io.
-Ma non vedi che è occupata.
-È per questo che sono qui.
Entra senza esitazione e si unisce a me. Gli dico:
-Ma sei impazzita? Sono tuo cognato.
-Lo so, sai Marta mi ha spesso raccontato della tua virilità, e questo mi ha incuriosito molto.
E mentre mi parlava, alzava la gamba e la strusciava sul mio membro, il quale si fece subito notare.
-Aveva ragione mia sorella, è di dimensione notevole.
Si era avvinghiata al mio corpo e non riuscivo a farla dissuadere, anche se la situazione che si era creata cominciava a piacermi. Una volta averlo eretto lo prese con le mani ed iniziò a menarmelo.
Io cercavo di resistere:
-Monica, Marta potrebbe rientrare. - No, non rientrerà subito, mi ha detto che verrà non prima delle 19:00.
Mi arresi, dovevo dimostrare che ero un uomo. La feci girare e con una certa forza la feci piegare in avanti poggiando le mani sulla parete. La presi dai capelli, li tirai giù e infilai il mio membro dentro la sua fica. Le piaceva essere presa brutalmente, se vuole il premio, deve soffrire. Affondai dentro di lei energicamente a ritmo sostenuto, gemeva e godeva ed io ancora di più cercavo di entrare in lei fino all'ultimo centimetro.
Mi ripeteva spesso di continuare, che stava provando sensazioni forti, accompagnati da contrazioni continue. Gli chiesi se potevo venirle dentro, ricevendo un segnale di approvazione. La tenevo incollata a me tenendola dai suoi meravigliosi seni, mentre lo schiocco delle natiche, sancivano il ritmo degli affondi.
Giunti al termine :
-OH CAZZO.... Vengooooo....
-ANCH'IO Marcoooo.....
L'acqua continuava a scorrere addosso i nostri corpi, come per purificare, ma si sentivamo puri nel piacere dei sensi. Si girò, si abbassò, aveva davanti al suo viso quel membro tanto desiderato, ancora invigorito da tanto desiderio di continuare. Lo prese tra le mani, leccò la cappella per togliere gli ultimi residui dello sperma rimasto e poi lo prese in bocca, molto avidamente, tanto per farmi venire desiderio di raggiungere un'altro orgasmo. La sua capacità di eccitare le persone la rendevano unica, una maestra del sesso, avida e trasgressiva.
Sentivo il sangue confluire ancora di più sul mio sesso, era tornato come prima del rapporto, ero pronto per venire una seconda volta. Venni nella sua bocca. Non era tanto lo sperma che ne uscì, i testicoli erano già stati svuotati. Apri la bocca, e dopo avermi fatto vedere il mio nettare, ingoiò tutto in un botto.
Mi promise che non avrebbe rivelato nulla a Marta, ma mi fece intendere che non sarebbe finito così. La giornata fini così, senza altri imprevisti (piacevoli).
La mattina seguente ci alzammo di buon'ora per andare al lavoro.
Marta esce per prima ed io circa 40 minuti dopo. Eravamo tutti e a fare colazione, anche Monica era presente, mattutina come al solito.
Marta esce, mi da un bacio sulla bocca e saluta sua sorella. La porta si chiude, ed ecco Monica, avvicinarsi a me, che sono ancora seduto, cambiare sguardo, diventare ammiccante e sussurrare:
-Siamo soli.
La guardo presagiva le sue intenzioni. Sposta il tavolo, si posiziona davanti a me e si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Mi bacia, la sua lingua si insinua tra le mie labbra e incontra la mia. La bacio sul collo, a lei piace tanto, le sue tette sono al cospetto del mio viso. Gli tolgo la maglietta e sollevo il reggiseno. Quelle belle forme ondeggiano, fanno capolino quei capezzoli ben pronunciati, li lecco, li bacio e li succhio.
Intanto la mia cognatina muove l'anca a ridosso del mio basso ventre, per tastare e stimolare il mio membro. La invito a spogliarsi tutta, seguita da me. Ritorniamo nella posizione precedente, questa volta c'è stato l'innesto, e già tutta un'umidità, scivola dentro di lei in modo agiato. Effettua movimenti circolari, poi va su e giù fino a che le mie palle sbattono sulla sua vulva. Con le mani trattengo il sedere e la coadiuvo nei movimenti. Geme, dalla sua bocca escono mugolii, io la osservo, e ancora più bella con quel viso in estasi.
Ho voglia di condurre io il gioco, libero il tavolo dalle stoviglie, la prendo di peso e la faccio sedere sul bordo. Con le gambe aperte, avvicinò il mio membro e vado dentro. Ora sono io che comando, conduco una serie di affondi, e ad ognuno di essi noto una smorfia di piacere sul suo volto. Siamo abbracciati, un corpo solo immerso nell'oblio del piacere. La faccio stendere sul tavolo, le sue gambe sulle mie spalle, i suoi seni ondeggiano in simbiosi con gli affondi, gli umori fuoriescono gocciolando per terra. Sento la vagina contrarsi sul mio membro e poi rilassarsi, e poi ancora di nuovo, più frequentemente. È prossima all'orgasmo finale, ed anch'io sono prossimo. Veniamo insiente in una serie di contrazioni dei nostri organi sessuali, il mio membro è un fiume in piena, scarico tutto lo sperma che ho dentro. Ci abbandoniamo al piacere appagato dei nostri sensi.
-È tardi, devo andare via devo aprire il negozio.
Ci salutiamo con un bacio passionale e ci chiediamo se ci sarà ancora una opportunità.
-Vedremo!
L'ultima occasione, il giorno della sua partenza. Feci di tutto per lasciare un oretta l'attività del negozio in mano al mio dipendente. Mi assicurai che Marta non sarebbe arrivata prima delle 12:00. Mi recai a casa, avevo solo 40 minuti a disposizione. Lei era lì ad aspettarmi per darmi l'ultimo saluto. Decidemmo di andare in bagno per stare più a riparo da imprevisti. Fu la scopata più veloce del secolo. Lo spazio non era molto e senza comodità. Lei contro il muro ed io dietro che la scopavo avidamente. Avevamo il cuore che batteva a mille per paura di essere scoperti, ma non volevo rinunciare a questa ultima occasione. Monica mi espresse un desiderio:
-Voglio che tu mi venga in bocca.
Così si girò, si chinò e lo prese in bocca. Lo vedevo scomparire quasi del tutto, sentivo il glande sbattere contro l'ugola, insomma che pompino meraviglioso. Stavo per scoppiare :
-Monica, sto per venire.
E venni, non so come abbia fatto a ricevere tutto il mio sperma in bocca senza farne fuoriuscire una goccia. L'ultimo step, ingoiò tutto, leccandosi anche le labbra.
Ci ricomponemmo e attendemmo che arrivò Marta. Le valige erano pronte, le caricammo in macchina e andammo in aeroporto. L'ultimo saluto prima di oltrepassare il gate è il mio invito di tornare a trovarci.
Conduco una attività di vendita materassi che mi impegna molto fino alla sera, mentre mia moglie Marta lavora in uno studio commerciale. Una sera rientrai a casa, e come faccio si solito, faccio sentire la mia presenza a mia moglie, chiamandola e dicendo :
"MARTA, SONO RIENTRATO".
Non mi risponde:
"MARTA, DOVE SEI?"
Nulla, silenzio. Addentrandomi sento il rumore dell'acqua, starà sicuramente in doccia. Mi dirigo al piano di sopra, verso il bagno, apro la porta (non chiudiamo mai la porta per abitudine) ed entro. Eccola è lei nel box doccia che si sta lavando. Apro il box per farmi vedere e per dirgli "Eccomi sono qui", quando all'improvviso sono costretto a richiudere. Non è Marta, è sua sorella Monica. Gli chiedo scusa e torno giù.
Chiamo nuovamente Marta, e finalmente mi risponde:
-Oh Marco sei tu?
-Dove eri finita Marta? Ti ho chiamato due volte!
-Ero in giardino, non ti avrò sentito.
-Cosa ci fa qui Monica?
-È di passaggio, si fermerà una settimana.
-Senti credo di aver fatto un pasticcio
-Cosa hai combinato Marco?
-Ho sentito il rumore dell'acqua, pensavo che eri tu che ti stavi docciando, sono salito su, ho aperto il box della doccia e vi ho trovato tua sorella Monica.
Sorridendo mi fa:
-Stai tranquillo non è successo niente, sono cose che capitano.
Mi siedo quindi sul divano e rivedo quella scena. Monica nuda con due tette meravigliose al vento, con un fondo schiena da sballo. Ero come se avessi fatto una foto istantanea, che era rimasta memorizzata nel mio cervello. Si fa viva Monica, scende dalle scale, si avvicina e mi saluta. Gli chiedo scusa per ciò che era successo, e lei mi tranquillizza dicendomi che era stata colpa sua a non aver chiuso la porta a chiave.
Chiarito il fatto ci mettemmo a chiacchierare su altre cose.
Quella istantanea si era talmente frizata nella mia mente che la notte non riuscivo a dormire.
Lei si mostrava sempre compiacente e vestita con abiti che risaltavano il suo fisico. Mi metteva una certa agitazione e spesso non riuscivo a distogliere il mio sguardo su di lei, credo che si sia accorta.
Il giovedì rientro all'ora di pranzo in quanto il negozio osserva il pomeriggio di chiusura. Dopo pranzo Marta torna al lavoro ed io ne approfitto per docciarmi, informando Monica di non entrare nel bagno. Ero lì sotto il flusso dell'acqua, rinfrescando il corpo ed anche le idee, quando all'improvviso si apri la porta del box. Era Monica, che nonostante l'avessi avvisata, era lì, nuda anche lei, ad osservarmi. Gli faccio:
-Monica che ci fai qui
-Sono qui per docciarmi anch'io.
-Ma non vedi che è occupata.
-È per questo che sono qui.
Entra senza esitazione e si unisce a me. Gli dico:
-Ma sei impazzita? Sono tuo cognato.
-Lo so, sai Marta mi ha spesso raccontato della tua virilità, e questo mi ha incuriosito molto.
E mentre mi parlava, alzava la gamba e la strusciava sul mio membro, il quale si fece subito notare.
-Aveva ragione mia sorella, è di dimensione notevole.
Si era avvinghiata al mio corpo e non riuscivo a farla dissuadere, anche se la situazione che si era creata cominciava a piacermi. Una volta averlo eretto lo prese con le mani ed iniziò a menarmelo.
Io cercavo di resistere:
-Monica, Marta potrebbe rientrare. - No, non rientrerà subito, mi ha detto che verrà non prima delle 19:00.
Mi arresi, dovevo dimostrare che ero un uomo. La feci girare e con una certa forza la feci piegare in avanti poggiando le mani sulla parete. La presi dai capelli, li tirai giù e infilai il mio membro dentro la sua fica. Le piaceva essere presa brutalmente, se vuole il premio, deve soffrire. Affondai dentro di lei energicamente a ritmo sostenuto, gemeva e godeva ed io ancora di più cercavo di entrare in lei fino all'ultimo centimetro.
Mi ripeteva spesso di continuare, che stava provando sensazioni forti, accompagnati da contrazioni continue. Gli chiesi se potevo venirle dentro, ricevendo un segnale di approvazione. La tenevo incollata a me tenendola dai suoi meravigliosi seni, mentre lo schiocco delle natiche, sancivano il ritmo degli affondi.
Giunti al termine :
-OH CAZZO.... Vengooooo....
-ANCH'IO Marcoooo.....
L'acqua continuava a scorrere addosso i nostri corpi, come per purificare, ma si sentivamo puri nel piacere dei sensi. Si girò, si abbassò, aveva davanti al suo viso quel membro tanto desiderato, ancora invigorito da tanto desiderio di continuare. Lo prese tra le mani, leccò la cappella per togliere gli ultimi residui dello sperma rimasto e poi lo prese in bocca, molto avidamente, tanto per farmi venire desiderio di raggiungere un'altro orgasmo. La sua capacità di eccitare le persone la rendevano unica, una maestra del sesso, avida e trasgressiva.
Sentivo il sangue confluire ancora di più sul mio sesso, era tornato come prima del rapporto, ero pronto per venire una seconda volta. Venni nella sua bocca. Non era tanto lo sperma che ne uscì, i testicoli erano già stati svuotati. Apri la bocca, e dopo avermi fatto vedere il mio nettare, ingoiò tutto in un botto.
Mi promise che non avrebbe rivelato nulla a Marta, ma mi fece intendere che non sarebbe finito così. La giornata fini così, senza altri imprevisti (piacevoli).
La mattina seguente ci alzammo di buon'ora per andare al lavoro.
Marta esce per prima ed io circa 40 minuti dopo. Eravamo tutti e a fare colazione, anche Monica era presente, mattutina come al solito.
Marta esce, mi da un bacio sulla bocca e saluta sua sorella. La porta si chiude, ed ecco Monica, avvicinarsi a me, che sono ancora seduto, cambiare sguardo, diventare ammiccante e sussurrare:
-Siamo soli.
La guardo presagiva le sue intenzioni. Sposta il tavolo, si posiziona davanti a me e si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Mi bacia, la sua lingua si insinua tra le mie labbra e incontra la mia. La bacio sul collo, a lei piace tanto, le sue tette sono al cospetto del mio viso. Gli tolgo la maglietta e sollevo il reggiseno. Quelle belle forme ondeggiano, fanno capolino quei capezzoli ben pronunciati, li lecco, li bacio e li succhio.
Intanto la mia cognatina muove l'anca a ridosso del mio basso ventre, per tastare e stimolare il mio membro. La invito a spogliarsi tutta, seguita da me. Ritorniamo nella posizione precedente, questa volta c'è stato l'innesto, e già tutta un'umidità, scivola dentro di lei in modo agiato. Effettua movimenti circolari, poi va su e giù fino a che le mie palle sbattono sulla sua vulva. Con le mani trattengo il sedere e la coadiuvo nei movimenti. Geme, dalla sua bocca escono mugolii, io la osservo, e ancora più bella con quel viso in estasi.
Ho voglia di condurre io il gioco, libero il tavolo dalle stoviglie, la prendo di peso e la faccio sedere sul bordo. Con le gambe aperte, avvicinò il mio membro e vado dentro. Ora sono io che comando, conduco una serie di affondi, e ad ognuno di essi noto una smorfia di piacere sul suo volto. Siamo abbracciati, un corpo solo immerso nell'oblio del piacere. La faccio stendere sul tavolo, le sue gambe sulle mie spalle, i suoi seni ondeggiano in simbiosi con gli affondi, gli umori fuoriescono gocciolando per terra. Sento la vagina contrarsi sul mio membro e poi rilassarsi, e poi ancora di nuovo, più frequentemente. È prossima all'orgasmo finale, ed anch'io sono prossimo. Veniamo insiente in una serie di contrazioni dei nostri organi sessuali, il mio membro è un fiume in piena, scarico tutto lo sperma che ho dentro. Ci abbandoniamo al piacere appagato dei nostri sensi.
-È tardi, devo andare via devo aprire il negozio.
Ci salutiamo con un bacio passionale e ci chiediamo se ci sarà ancora una opportunità.
-Vedremo!
L'ultima occasione, il giorno della sua partenza. Feci di tutto per lasciare un oretta l'attività del negozio in mano al mio dipendente. Mi assicurai che Marta non sarebbe arrivata prima delle 12:00. Mi recai a casa, avevo solo 40 minuti a disposizione. Lei era lì ad aspettarmi per darmi l'ultimo saluto. Decidemmo di andare in bagno per stare più a riparo da imprevisti. Fu la scopata più veloce del secolo. Lo spazio non era molto e senza comodità. Lei contro il muro ed io dietro che la scopavo avidamente. Avevamo il cuore che batteva a mille per paura di essere scoperti, ma non volevo rinunciare a questa ultima occasione. Monica mi espresse un desiderio:
-Voglio che tu mi venga in bocca.
Così si girò, si chinò e lo prese in bocca. Lo vedevo scomparire quasi del tutto, sentivo il glande sbattere contro l'ugola, insomma che pompino meraviglioso. Stavo per scoppiare :
-Monica, sto per venire.
E venni, non so come abbia fatto a ricevere tutto il mio sperma in bocca senza farne fuoriuscire una goccia. L'ultimo step, ingoiò tutto, leccandosi anche le labbra.
Ci ricomponemmo e attendemmo che arrivò Marta. Le valige erano pronte, le caricammo in macchina e andammo in aeroporto. L'ultimo saluto prima di oltrepassare il gate è il mio invito di tornare a trovarci.
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