Una brava mogliettina

di
genere
tradimenti

La mia amica Sara mi dice sempre: “Tesoro, sei bellissima, una strafiga sexy con un corpo delizioso e seducente, usalo!".
Ma quando sei sposata con un lavoro esigente è difficile avere l'energia per il sesso, è difficile avere tempo per prenderti cura di te stessa, cosa fai allora?
Certo, potrei inventare una scusa con mio marito, mettermi in minigonna, andare in discoteca e trovare qualcuno da cui farmi fiondare, ma ho scelto la comodità del flirt asettico e senza rischi da casa, ho deciso di tornare su quel sito che utilizzavo prima di sposarmi, pensando che probabilmente sarebbe stato facile trovare delle brave persone con cui scrivere. Innocente e senza pericolo...
Ho aggiornato il mio profilo e subito mi sono arrivati molti messaggi, quasi tutti uguali, “Ciao, come stai?”, e diverse foto poco interessanti, ma poi ha scritto un uomo della mia stessa età che viveva non molto lontano, e ci siamo trovati in sintonia, scambiandoci molte email e altrettante foto.

“Hai degli occhi molto seducenti”, mi scriveva. “Mi trovo bene a parlare con te”, “Hai invaso i miei sogni”, scriveva. Parlavamo di ciò che stavamo cercando: io volevo solo un’amicizia frivola e senza complicazioni, non volevo altro, ma lui anelava a una relazione vera, fisica e mentale, gli mancava una donna con cui condividere la sua quotidianità.
Nonostante gli obiettivi differenti abbiamo continuato a scriverci e abbiamo deciso che avremmo potuto incontrarci in amicizia, senza che si dovesse per forza finire a letto assieme. Ero e sono tutt’ora innamorata di mio marito, ma gli avevo già messo le corna due volte, mi stavo sforzando di essere la brava moglie che si aspettava che fossi.

Con Sergio abbiamo concordato di incontrarci per la prima volta in un bar della sua città, riscontrando senza sorpresa che il feeling online non aveva perso quota, anzi: in versione live il mio nuovo amico era ancora più affascinante. Ci siamo separati a malincuore.
Siamo rimasti in contatto. Dopo altri scambi di messaggi innocenti mi ha proposto un film a casa sua.

Mio marito era fuori per lavoro, e io stavo solo andando a casa sua a vedere un film, dopotutto, cosa c’era di male? Ma allora perché avevo perso un’ora a scegliere cosa indossare? E perché proprio quel completino reggiseno più perizomino rosso che mi aveva regalato mio marito per il mio compleanno? Boh. Misteri della vita…

In effetti la serata si stava sviluppando in modo noioso, il film su Netflix non era poi così avvincente, a un certo punto ho perfino visto che sbirciava il cellulare.
“Sei annoiato, Sergio?”.
“No, no, scusa”, mi desse nascondendo il telefonino.
“Cosa stavi guardando?
“Niente. Il messaggio di una amica…”
“E che dice?”
“Mi ha chiesto come sta mia mamma… Sai, avevamo un appuntamento, ma per vedere te ho dovuto raccontare una scusa a lei...”.
Ditemelo voi, cosa avrei dovuto fare in quella situazione? C’era questo bellissimo ragazzo che mentre era accoccolato sul divano con me leggeva i messaggi di un’altra donna. Si è acceso il diavoletto che c’è in me…
“Rispondile pure”, gli ho detto.
“Posso?”.
“Certo che puoi”, mi sono sdraiata sul divano e ho fatto scorrere i piedi lungo la sua gamba, fino al suo rigonfiamento che si stava ingrossando.
Ha alzato gli occhi dal cellulare, mi ha guardata, ha appoggiato il telefonino sul bracciolo del divano.
Frizionato dai miei piedi, il suo rigonfiamento cresceva sempre di più, ancora di più, facendo sospettare di essere in presenza di uno di quei maschi provvisti della virtù meno apparente...
Mi sono chinata in avanti, gli ho sbottonato i pantaloni, mi sono inginocchiata a terra tra le sue gambe e con il suo aiuto gli ho tirato fuori l'uccello dai pantaloni.
"Oh mio Dio, Sergio! E’ enorme! Come farà a entrare nella mia piccola fichetta?”, gli dissi lanciandogli un’occhiata lasciva.
Sergio si mise a ridere e disse: "Una brava mogliettina come te che va a casa degli uomini ‘in amicizia’ non lo potrà mai sapere..."
Ho afferrato quell’enorme uccello e ho iniziato a far scorrere la mia manina su e giù, prima lentamente, poi sempre più forte, L’ho leccato ben bene dalla radice fino al glande, l'ho leccato su entrambi i lati e quando ho raggiunto il meato urinario gli ho infilato la punta della lingua.
“Cazzo Chiara! Mi fai impazzire!”
Ho afferrato le sue palle, le ho massaggiate e ho iniziato a succhiargli il cazzo in silenzio mentre stabilivo un contatto visivo con lui, era qualcosa che gli piaceva: lo capivo dai suoi gemiti sempre più forti.
Mi sono fermata.
"No, non puoi farmi questo, stavi andando benissimo", ha piagnucolato.
Ho riso di lui, mi sono alzata e mi sono sdraiata sul divano, ma con le gambe verso Sergio, lui si è alzato velocemente e mi ha sfilato i legging e il perizoma in un sol colpo, si è quasi lanciato giù tra le mie gambe e ha cominciato a leccarmi la figa, poteva sentire quanto ero bagnata”. Succhiò, o forse, vista la quantità, è meglio dire bevve i miei copiosi succhi con gusto, e iniziò a toccarmi, prima con un dito poi con due, e quando stavo per venire, si è fermato con un sorriso e ha detto "Adesso tocca di nuovo a te".
Lui si è alzato, io mi sono alzata e gli ho chiesto di sdraiarsi sul divano, ho buttato la maglietta e il reggiseno, e completamente nuda mi sono sdraiata sul divano di fronte, i miei piedi hanno toccato il suo cazzo, ho fatto scorrere i piedi su e giù, lui ha raddrizzato il suo cazzo in modo che fosse eretto ma inclinato verso di me, lo ha tenuto mentre io continuavo a far scorrere i piedi con voluttà
Volevo sentirlo dentro di me: si è sdraiato, mi sono messa sopra di lui dandogli le spalle e mi sono chinata in avanti. Ci dovevo andare piano, con quell’attrezzo oversize! Con un po' di lavoro ho infilato piano la cappella e ho sentito un fastidioso bruciore, non riuscivo a infilarlo completamente, ma ora Sergio si stava arrapando ancora di più, mi ha spostata e si è tolto da sotto. Mi ha fatta girare e sdraiare sulla schiena con il culo proprio sul bordo del divano, Mi ha messo tra le gambe e ha guidato il cazzo contro ma mia figa: “Ora hai giocato abbastanza, brava mogliettina”, ha detto.
Sergio ha premuto quella bestia dentro di me con una spinta molto forte fino a farmene entrare una buona parte, lo ha estratto e prima che potessi gridare per il dolore con un’altra possente, lacerante spinta, me lo ha spinto dentro tutto.
Mi sono sentita squartata! Un dolore atroce mi ha attraversato il corpo. Ho urlato, ma lui tenendomi forte i fianchi ha cominciato a spingere avanti e indietro, avanti e indietro. Avanti e indietro. Faceva male, cazzo se faceva male. Ma sotto quella devastazione mi eccitavo ancora di più, il mio corpo fremeva di dolore insopportabile e di incontenibile lussuria. Sono venuta una prima volta. Avanti e indietro, avanti e indietro, poi si fermato completamente, si è raddrizzato, mi ha preso le gambe e le ha unite in modo che entrambi i miei piedi fossero sulla sua spalla sinistra, Ha ricominciato a scoparmi con più foga.
“Sei una brava mogliettina?”
“No, Sergio, non sono una brava moglie”.
“Lo senti il mio cazzo?”
"Smettila, così mi fai male, devo prendermi una piccola pausa"
Con queste parole, Sergio si è finalmente tirato fuori, mi sono alzata e mi sono nuovamente buttata sul suo cazzo. L’ho leccato e succhiato assaporando i nostri sapori. Ce l’ho messa tutta. Con le labbra, con la lingua, con la bocca. Con le mani. Quel bastardo non sborrava!

Mi ha fatto girare a quattro zampe al centro del divano, si è messo dietro di me e ha ri-spinto forte il cazzo in un colpo solo e mi ha scopato come un selvaggio, si è chinato su di me con la pancia contro la mia schiena, mi ha scopata impetuosamente, rabbiosamente. Ho avuto un altro violento orgasmo, seguito da quello successivo, non riuscivo più a reggermi sulle ginocchia, sono crollata e mi sono sdraiata sul divano. Sergio mi ha seguito e ha scatenato nuovamente quella bestia dentro di me.
“Ti prego, non venirmi dentro, non sono protetta”, gli ho detto. Sergio si è tirato fuori subito dopo, mi sono girata, ho afferrato il cazzo, l'ho masturbato con una mano, gli ho infilato l’indice dell’altra mano nel culo con tutta la forza che mi era rimasta e mi sono presa tutto il suo grosso carico di sperma direttamente in faccia. Ho semplicemente chiuso gli occhi mentre mi spruzzava sul viso.
“Non è vero che non sono protetta”, gli ho detto, “volevo sentire la tua sborra in faccia”.
“Davvero una brava mogliettina...”, ha sussurrato Sergio.

Mi ha passato dei fazzolettini che ho usato per pulirmi e, distesi abbracciati sul divano, abbiamo parlato di quello che era appena successo. Un cazzo grosso come il suo non lo avevo mai visto, gli ho detto, il dito nel culo durante un pompino non glielo avevamo mai messo, mi ha detto.

Quando sono tornata a casa, più tardi, mi sono seduta al PC e ho controllato i messaggi. Ce n’era uno di Sergio in cui ringraziava per la meravigliosa esperienza, mi chiedeva quando ci saremmo incontrati di nuovo ‘come amici’.

Diffidate, donne, da chi vi decanta le qualità di un cazzo sempre più grosso: a tutto c’è un limite! Certo, un membro gigante è senza dubbio bello da vedere, come un quadro che attira la tua attenzione al museo provoca stupore, curiosità, ammirazione, emozione. Ma tenetelo lontano dai vostri orifizi intimi! La vostra patatina vi ringrazierà! (E grazie al cielo in quel periodo non avevo ancora iniziato a praticare il sesso anale…)

Sergio non l’ho più visto. Dopo un paio di giorni, passata l’irritazione vaginale grazie a svariati impacchi di Saugella, sono tornata, con ritrovata delizia, a cavalcare il caro vecchio stabile, domestico cazzetto di mio marito.
scritto il
2024-09-28
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