Il pompino che cambiò la mia vita
di
Claire1980
genere
corna
Il pompino che cambiò la mia vita
Amo mio marito. È gentile, bello, dolce, un amante premuroso. Lavora sodo, e il suo impiego è di valore. Ogni tanto litighiamo, come succede a tutte le coppie, ma mai per i bambini. Un crudele scherzo della genetica mi ha negato la possibilità di concepire, e Massimo, forse per questo, preferisce fughe romantiche per due al caos dei resort affollati di famiglie.
Le nostre discussioni, però, nascono dal suo desiderio pericolosamente eccitante: Massimo vuole guardarmi mentre faccio l'amore con altri uomini. Più precisamente, con un uomo di colore.
Den mi osserva, sconcertato, mentre le sue palpebre fremono.
"Lui cosa?"
"Massimo desidera che un uomo di colore mi possieda," rispondo, calma, "meglio se con un membro imponente."
Lavoro come editor per una casa editrice di un grosso gruppo milanese. Den è un collega, single al momento, leggermente più giovane di me, e di pelle scura.
"E tu cosa ne pensi?" chiede, il sopracciglio sollevato in una curiosità tagliente.
"All'inizio mi disturbava parecchio," confesso.
"Adesso?"
Alzo le spalle, la voce morbida. "Dipenderebbe dall'uomo, credo. Non penso che potrei sentirmi a mio agio con uno sconosciuto."
Mi osserva con uno sguardo indaga1tore, come se già avesse intuito qualcosa. Den mi piace. Non lo conosco bene, ma è impossibile ignorarlo. Alto, muscoloso, con una risata che riempie l'aria e un sorriso contagioso. Flirtava senza imbarazzo con Ornella, la ragazza della reception, nonostante fosse sposata.
"E come mai me lo dici?"
Nonostante tutto, l'idea di parlargli di questo mi fa sentire già infedele.
"Amo mio marito," affermo decisa, come se dovessi convincere tanto me stessa quanto lui. "Ma ti trovo molto attraente, e non perché sei nero."
E non perché in redazione si dice sia dotato come un cavallo. Be', questo non guasterebbe, no?
Den ridacchia, uno scintillio di malizia negli occhi.
"Hai fame di un vero uomo, è così?" Il suo tono è provocante. "Sai che, dopo essere stata con me, non guarderai più nessun altro uomo nello stesso modo?"
È tardi ormai, solo io e Den qui. Verifichiamo che tutto sia chiuso, le luci spente, l'allarme attivato. La verità è che questo gioco di seduzione mi riscalda, accende qualcosa dentro di me. Il brivido dell'illecito, del tradimento vero e proprio, pulsa tra le vene. Voglio davvero spingermi fino in fondo? E se quella di Massimo non fosse altro che una fantasia manon volesse davvero poi prendere atto della realtà?
Sbottono lentamente la mia camicia lilla di Luisa Spagnoli, ogni gesto ponderato, lasciando che il pizzo bianco del mio reggiseno si riveli a poco a poco, mantenendo il contatto visivo con Den, sentendo il peso crescente della tensione tra di noi.
"Voglio che tu mi filmi," sussurro, porgendogli il telefono sbloccato, la voce bassa, "in ginocchio, mentre ti succhio il cazzo."
L'assurdità di questa scena non mi sfugge. Una moglie bianca, che trasforma una fantasia pornografica in realtà, con un uomo di colore per il piacere voyeuristico del marito... ma assurdo o no, la realtà del suo randello che spinge contro i suoi pantaloni non può essere negata.
"Voglio tornare a casa con il tuo sperma sparso sul mio seno."
Ho immaginato questa scena nella mia mente centinaia di volte, ma adesso, a voce alta, suona quasi ridicola. Se rifiuta, questo momento mi segnerà per sempre.
Den ride, una risata grave, vibrante.
"Sei una troia arrapata," dice, ma le sue mani non esitano mentre tirano giù la cerniera, abbassano i pantaloni e liberano un uccello di proporzioni epiche. Non così spesso come immaginavo, ma lungo il doppio di quello di mio marito. Ancora semi-duro, pulsa con un'inquietante vitalità, curioso di vedere ciò che sta per accadere.
Lui prende il mio telefono con sicurezza, e io mi inginocchio lentamente, mantenendo lo sguardo fisso sulla telecamera, mentre le mie mani scivolano lungo il suo membro gonfio, accarezzandolo. Le mie labbra incontrano la punta, già umida e scintillante sotto la luce fioca. Il suo odore muschiato mi riempie i sensi, il sapore salato del suo desiderio è pungente sulla lingua, e le sue dimensioni sono stupefacenti. Massimo... amerà questa scena o mi disprezzerà per quello che sto facendo?
È così lungo che mi riempie la bocca, e ce ne sarebbe ancora da prendere. Den afferra i miei capelli con forza, stringendoli a pugno, mantenendo ferma la mia testa mentre spinge con urgenza, determinato a penetrare sempre più in profondità. Sto soffocando, sento i polmoni bruciare e le lacrime rigano il mio viso, ma non c'è pietà nei suoi gesti.
"Prendilo, troia," ringhia..
Cerco di alzare gli occhi ma non riesco a incontrare il suo sguardo, la videocamera del mio telefonino riprende freddamente, registrando ogni gemito soffocato, ogni lacrima che cade. Ma capisco che è vicino, sento il suo respiro farsi più pesante. Mi spinge via bruscamente e lascia che il suo sperma perlaceo schizzi sui miei seni, caldi e tesi sotto il pizzo.
La telecamera indugia, lenta, sulle mie tette, ora ben ricoperte di crema bianca, mentre mi abbottono la camicia con calma, raccogliendo con la lingua l'ultima goccia di sperma che scivola dal suo cazzo esausto.
"Delizioso," mormoro, con un sorriso compiaciuto, assaporando l'intensità di ciò che è appena successo.
Mi rialzo, aggiustando la camicia con una pacatezza che contrasta con l’intensità di quanto appena accaduto. Den si rimette i pantaloni, il respiro ancora pesante. Mi avvicino per riprendere il telefono, ma lui si allontana con un sorrisetto.
"Non così in fretta," dice, guardando lo schermo del mio telefono. "Questo video... potrei farne un uso personale."
Il cuore mi salta un battito.
"Che cosa intendi?"
Lui ride, la sua voce ora completamente diversa, fredda come il culo di un pinguino scivolato sul ghiaccio.
"Pensi che il tuo bel maritino sia l'unico a cui piace guardare? Forse anche qualcun altro apprezzerebbe questa scena."
Il sangue mi si gela nelle vene.
"Non stai dicendo sul serio."
Den scrolla le spalle.
"Dipende da te. Se vuoi che questo rimanga un piccolo segreto tra noi, dovrai offrirmi ben di più che un semplice pompino. Un'altra volta... o forse qualcun altro?"
L’aria sembra farsi densa intorno a me. Realizzo, in quel momento, quanto quel gioco mi è sfuggito di mano.
"Pensaci," conclude, passando il pollice sulla mia guancia, sporcata dai resti del nostro incontro. Poi, con un rapido gesto, disattiva la registrazione, ma non cancella il video.
Mentre mi volto verso la porta, sento la vibrazione familiare del telefono: un messaggio da Massimo. Lo apro con mani tremanti.
"Amore, sono così eccitato... ma sai che non volevo davvero che tu lo facessi, vero?"
Le parole si conficcano nel mio petto. Ora sono intrappolata, tra le mani di Den e i desideri ambigui di mio marito, in un gioco che non controllo più.
Amo mio marito. È gentile, bello, dolce, un amante premuroso. Lavora sodo, e il suo impiego è di valore. Ogni tanto litighiamo, come succede a tutte le coppie, ma mai per i bambini. Un crudele scherzo della genetica mi ha negato la possibilità di concepire, e Massimo, forse per questo, preferisce fughe romantiche per due al caos dei resort affollati di famiglie.
Le nostre discussioni, però, nascono dal suo desiderio pericolosamente eccitante: Massimo vuole guardarmi mentre faccio l'amore con altri uomini. Più precisamente, con un uomo di colore.
Den mi osserva, sconcertato, mentre le sue palpebre fremono.
"Lui cosa?"
"Massimo desidera che un uomo di colore mi possieda," rispondo, calma, "meglio se con un membro imponente."
Lavoro come editor per una casa editrice di un grosso gruppo milanese. Den è un collega, single al momento, leggermente più giovane di me, e di pelle scura.
"E tu cosa ne pensi?" chiede, il sopracciglio sollevato in una curiosità tagliente.
"All'inizio mi disturbava parecchio," confesso.
"Adesso?"
Alzo le spalle, la voce morbida. "Dipenderebbe dall'uomo, credo. Non penso che potrei sentirmi a mio agio con uno sconosciuto."
Mi osserva con uno sguardo indaga1tore, come se già avesse intuito qualcosa. Den mi piace. Non lo conosco bene, ma è impossibile ignorarlo. Alto, muscoloso, con una risata che riempie l'aria e un sorriso contagioso. Flirtava senza imbarazzo con Ornella, la ragazza della reception, nonostante fosse sposata.
"E come mai me lo dici?"
Nonostante tutto, l'idea di parlargli di questo mi fa sentire già infedele.
"Amo mio marito," affermo decisa, come se dovessi convincere tanto me stessa quanto lui. "Ma ti trovo molto attraente, e non perché sei nero."
E non perché in redazione si dice sia dotato come un cavallo. Be', questo non guasterebbe, no?
Den ridacchia, uno scintillio di malizia negli occhi.
"Hai fame di un vero uomo, è così?" Il suo tono è provocante. "Sai che, dopo essere stata con me, non guarderai più nessun altro uomo nello stesso modo?"
È tardi ormai, solo io e Den qui. Verifichiamo che tutto sia chiuso, le luci spente, l'allarme attivato. La verità è che questo gioco di seduzione mi riscalda, accende qualcosa dentro di me. Il brivido dell'illecito, del tradimento vero e proprio, pulsa tra le vene. Voglio davvero spingermi fino in fondo? E se quella di Massimo non fosse altro che una fantasia manon volesse davvero poi prendere atto della realtà?
Sbottono lentamente la mia camicia lilla di Luisa Spagnoli, ogni gesto ponderato, lasciando che il pizzo bianco del mio reggiseno si riveli a poco a poco, mantenendo il contatto visivo con Den, sentendo il peso crescente della tensione tra di noi.
"Voglio che tu mi filmi," sussurro, porgendogli il telefono sbloccato, la voce bassa, "in ginocchio, mentre ti succhio il cazzo."
L'assurdità di questa scena non mi sfugge. Una moglie bianca, che trasforma una fantasia pornografica in realtà, con un uomo di colore per il piacere voyeuristico del marito... ma assurdo o no, la realtà del suo randello che spinge contro i suoi pantaloni non può essere negata.
"Voglio tornare a casa con il tuo sperma sparso sul mio seno."
Ho immaginato questa scena nella mia mente centinaia di volte, ma adesso, a voce alta, suona quasi ridicola. Se rifiuta, questo momento mi segnerà per sempre.
Den ride, una risata grave, vibrante.
"Sei una troia arrapata," dice, ma le sue mani non esitano mentre tirano giù la cerniera, abbassano i pantaloni e liberano un uccello di proporzioni epiche. Non così spesso come immaginavo, ma lungo il doppio di quello di mio marito. Ancora semi-duro, pulsa con un'inquietante vitalità, curioso di vedere ciò che sta per accadere.
Lui prende il mio telefono con sicurezza, e io mi inginocchio lentamente, mantenendo lo sguardo fisso sulla telecamera, mentre le mie mani scivolano lungo il suo membro gonfio, accarezzandolo. Le mie labbra incontrano la punta, già umida e scintillante sotto la luce fioca. Il suo odore muschiato mi riempie i sensi, il sapore salato del suo desiderio è pungente sulla lingua, e le sue dimensioni sono stupefacenti. Massimo... amerà questa scena o mi disprezzerà per quello che sto facendo?
È così lungo che mi riempie la bocca, e ce ne sarebbe ancora da prendere. Den afferra i miei capelli con forza, stringendoli a pugno, mantenendo ferma la mia testa mentre spinge con urgenza, determinato a penetrare sempre più in profondità. Sto soffocando, sento i polmoni bruciare e le lacrime rigano il mio viso, ma non c'è pietà nei suoi gesti.
"Prendilo, troia," ringhia..
Cerco di alzare gli occhi ma non riesco a incontrare il suo sguardo, la videocamera del mio telefonino riprende freddamente, registrando ogni gemito soffocato, ogni lacrima che cade. Ma capisco che è vicino, sento il suo respiro farsi più pesante. Mi spinge via bruscamente e lascia che il suo sperma perlaceo schizzi sui miei seni, caldi e tesi sotto il pizzo.
La telecamera indugia, lenta, sulle mie tette, ora ben ricoperte di crema bianca, mentre mi abbottono la camicia con calma, raccogliendo con la lingua l'ultima goccia di sperma che scivola dal suo cazzo esausto.
"Delizioso," mormoro, con un sorriso compiaciuto, assaporando l'intensità di ciò che è appena successo.
Mi rialzo, aggiustando la camicia con una pacatezza che contrasta con l’intensità di quanto appena accaduto. Den si rimette i pantaloni, il respiro ancora pesante. Mi avvicino per riprendere il telefono, ma lui si allontana con un sorrisetto.
"Non così in fretta," dice, guardando lo schermo del mio telefono. "Questo video... potrei farne un uso personale."
Il cuore mi salta un battito.
"Che cosa intendi?"
Lui ride, la sua voce ora completamente diversa, fredda come il culo di un pinguino scivolato sul ghiaccio.
"Pensi che il tuo bel maritino sia l'unico a cui piace guardare? Forse anche qualcun altro apprezzerebbe questa scena."
Il sangue mi si gela nelle vene.
"Non stai dicendo sul serio."
Den scrolla le spalle.
"Dipende da te. Se vuoi che questo rimanga un piccolo segreto tra noi, dovrai offrirmi ben di più che un semplice pompino. Un'altra volta... o forse qualcun altro?"
L’aria sembra farsi densa intorno a me. Realizzo, in quel momento, quanto quel gioco mi è sfuggito di mano.
"Pensaci," conclude, passando il pollice sulla mia guancia, sporcata dai resti del nostro incontro. Poi, con un rapido gesto, disattiva la registrazione, ma non cancella il video.
Mentre mi volto verso la porta, sento la vibrazione familiare del telefono: un messaggio da Massimo. Lo apro con mani tremanti.
"Amore, sono così eccitato... ma sai che non volevo davvero che tu lo facessi, vero?"
Le parole si conficcano nel mio petto. Ora sono intrappolata, tra le mani di Den e i desideri ambigui di mio marito, in un gioco che non controllo più.
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